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Ce ne parla l’attento ed acuto Francesco Gagliardi in questo articolo:

Ieri è stato venerdì 13. Ha portato fortuna o sfortuna?

Aiuto! Aiuto! Mamma mia, ieri è stato venerdì 13 e molte persone che sono alquanto superstiziose si sono barricate in casa e non sono neppure uscite per fare la spesa o andare a lavorare.

Si sono riempite le tasche di sale e di cornetti rossi portafortuna per tenere lontani gli spiriti maligni. Molti ci credono al venerdì 13, giorno nefasto.

Ma davvero il 13 porta sfortuna? Questa antica credenza o superstizione risale all’antichità, alla mitologia scandinava.

La gente allora credeva agli dei e agli semidei che erano in numero di 12, e tutto filava liscio. Tutto era tranquillo.

Poi un giorno arrivò il tredicesimo semidio di nome Loki, molto cattivo e molto crudele con gli uomini.

E fu così che il 13, in quelle terre, da allora il numero 13 è diventato nefasto e segno di malaugurio.

Ci sono alcuni che considerano il numero 13 nefasto perché lo fanno risalire all’ultima cena di Gesù.

13 furono gli apostoli e il tredicesimo fu Giuda, il traditore.

E il venerdì ci fa ricordare il venerdì santo quando Gesù fu messo in croce.

Altri, addirittura, fanno risalire la diffidenza verso il N.13 alle più antiche concezioni astrologiche assiro babilonesi.

Il numero 12 è un numero perfetto, è un numero divisibile.

Il 13 viene dopo il 12 che non è un numero perfetto, che non è divisibile e per i matematici è un numero primo e viene, guarda caso, dopo il 12, quindi quanto meno ha la fama di portare sfortuna o jella.

E il venerdì? Perché si dice venerdì nero? Perché è considerato nefasto e infausto?

Perché per noi cristiani ci ricorda il venerdì Santo, giorno in cui Nostro Gesù fu messo in croce. Questo vale per noi cattolici e per i musulmani? Perché fu un venerdì che Adamo ed Eva furono scacciati dal Paradiso terrestre. Ingannati dal serpente mangiarono la mela che il Signore aveva proibito loro di mangiarla. Ma anche il martedì dalle nostre parti è considerato un giorno nefasto. C’è un proverbio calabrese che recita proprio così:- Né di venneri e né di marte, ci si sposa e né si parte-. Perché proprio martedì? Perché è il giorno della settimana dedicato al dio Marte, dio della discordia. Secondo gli autori di questo detto antichissimo non è opportuno intraprendere niente in questi due giorni perché come abbiamo visto il martedì appartiene a Marte, il dio della guerra, mentre il venerdì è il giorno in cui furono creati gli spiriti maligni. Questo in Italia. Invece in Norvegia la gente si sposa spesso il venerdì, perché lo si ritiene il giorno romantico per eccellenza. E’ il giorno dedicato alla dea Venere, la dea dell’Amore e dell’Armonia. Ma voi, amici, credete a questo genere di cose? Credete davvero alla sfortuna o alla fortuna? Sì, la fortuna e la sfortuna esistono e si possono verificare in qualsiasi ora e in qualsiasi giorno della settimana, ma non dipendono dal canto del gallo o dal canto notturno della civetta o dall’attraversamento della strada di un povero e innocuo gatto nero. C’è ancora la credenza, amici, nel mio piccolo paese che se si sente il canto notturno della civetta detta comunemente “pivula” il suo canto porta sfortuna. Il suo canto è per molti un sintomo di disgrazia e presagio. Quante volte ho ascoltato il suo canto e ancora sono qui e non mi è mai capitato nulla di strano. Ma porta sfortuna anche se viene versato il sale sulla tavola o se i commensali sono in numero di 13. Ho assistito una volta ad una scenetta strana e comica allo stesso tempo. Eravamo in tredici commensali ad una cena ed allora la padrona di casa ha apparecchiato 14 piatti in tavola lasciando, però, il quattordicesimo vuoto. Porta sfortuna anche se si passa sotto una scala, se si rompe lo specchio, se si lascia il cappello sul letto. Ma perché proprio il cappello dovrebbe portare sfortuna? Perché una volta il cappello dei defunti veniva posto ai suoi piedi nella bara. Ora pochi portano il cappello, quindi il pericolo che possa portare sfortuna è completamente scomparso. Ma anche aprire l’ombrello in casa era sintomo di disgrazia. E che dire se un gatto nero ti attraversava la strada? Aiuto! Aiuto! Ho assistito di persona a delle scene grottesche. Ho visto degli automobilisti che hanno fermato la macchina bruscamente e hanno fatto delle inversioni ad “U” evitando di percorrere la strada attraversata dal gatto nero. Ma ci sono, però, alcuni oggetti, alcuni amuleti che portano fortuna. Tra questi voglio citare il ferro di cavallo appeso alla porta di casa. Dalle nostre parti ancora oggi si vedono ferri di cavallo arrugginiti in grande abbondanza. Ma perché proprio il ferro di cavallo? Perché il maniscalco quando lo costruisce lo fa con 7 buchi e il numero 7 a differenza del 13 e del 17 è considerato un numero fortunato. Ma c’è di più. Per allontanare gli spiriti maligni, le streghe, la jettatura, a volte cosa facciamo? Tocchiamo ferro. Ecco il ferro di cavallo è fatto di ferro e allora toccarlo rafforza il suo potere contro il malocchio, la jettatura, gli spiriti maligni. Quindi il ferro di cavallo ci guarda mentre noi dormiamo e allontana gli “spirdi”, i fattucchieri, le streghe. Ora i cavalli sono quasi scomparsi. Sono scomparsi da parecchi anni anche i maniscalchi ed in Amantea ce ne erano due davvero bravi, uno su Via Orti e un altro su Via Nazionale e quindi i ferri di cavallo appesi alle porte di casa si vedono raramente. Spariti i cavalli, spariti i maniscalchi, sono spariti i ferri di cavallo. E sono sparite anche le streghe e gli “spirdi”. Siamo diventati meno superstiziosi. E’ rimasta, però, l’antica credenza che toccando ferro o parte intima del corpo ci si possa proteggere dalla sfortuna o dalla jettatura. Quando io ero ancora giovane queste cose le facevo. E le facevo pure quando passava un certo sacerdote del mio paese o un carro da morto. Quanto ero stupido e sciocco!.

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Ci fu un tempo in cui la seta amanteana veniva portata con i carri trainati dai cavalli fino a quel di Catanzaro dove veniva lavorato ,diventava tessuto e prodotti di seta venduti in tutto il mondo.

Ad Amantea nessuna memoria, nessuna ricerca, quasi come se la città non avesse bisogno della sua storia.

Per fortuna, a Catanzaro, invece, scuole ed associazioni, con il patrocinio del Comune di Catanzaro ricordano questa importante parte di storia calabrese.

Ecco cosa si farà domani.

“Lunedì 9 aprile, alle ore 10.00, nella sala concerti di Palazzo De Nobili, sarà presentata la terza edizione del progetto didattico “Trame di Seta”, curato dalle associazioni “CulturAttiva” e “Io e Mamma” con il patrocinio del Comune di Catanzaro, la collaborazione del centro Calabrese di Solidarietà ed il supporto dell’emittente televisiva regionale RTC – Telecalabria.

L’iniziativa, che è parte integrante del progetto didattico “Baco da seta” e che l’anno scorso ha favorito l’arrivo in città di circa mille studenti provenienti da tutta la Calabria e anche da fuori regione, si concretizza nello svolgimento di un laboratorio esperienziale itinerante che, come ogni anno prende forma nei quartieri più antichi della città la cui storia è legata all’arte della seta, antico vanto della città di Catanzaro.

All’incontro prenderanno parte l’assessore dal Turismo del Comune di Catanzaro, Alessandra Lobello; il vice presidente della “Cooperativa Nido di Seta”, Miriam Pugliese; il presidente di “CulturAttiva”, Angela Rubino; la responsabile del progetto “Io e Mamma” della Cooperativa “L’isola che non c’è”, Alessandra Mungo e il responsabile del settore Prevenzione del Centro Calabrese di Solidarietà, Claudio Falbo.

Trame di seta è parte di un percorso che inizia a San Floro, dove i ragazzi si recano al mattino, calandosi completamente nella lavorazione della seta, dall’allevamento dei bachi, alla tessitura, passando per il suggestivo Museo didattico della seta.

Giunti a Catanzaro, si darà il via al laboratorio esperienziale itinerante nel cuore della città antica, nel corso del quale  alla storia della seta s’intreccerà un percorso educativo e sensoriale basato su varie attività, finalizzate a creare una vera esperienza che possa lasciare una traccia profonda nella mente e nel cuore dei partecipanti.

“L’intento del progetto – ha spiegato Angela Rubino – è quello di recuperare la storia della seta, antico vanto della città di Catanzaro, che divenne famosa in tutta Europa per i suoi preziosi tessuti serici e diffonderne la conoscenza nei più giovani.

Il successo di questa iniziativa – ha concluso la Rubino – rafforza in noi la convinzione che la rinascita del nostro territorio debba passare soprattutto per il recupero del nostro prezioso patrimonio fatto di storia e di antiche tradizioni”.

Ndr Grazie ed auguri.

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E’ stato emanato il bando per la raccolta differenziata

Orala Regione Calabria ha approvato la graduatoria definitiva dei 50 comuni ammessi a finanziamento.

Questo il comunicato:

“Sono stati ammessi a finanziamento, in via definitiva, 50 Comuni (o unioni di Comuni) con popolazione superiore ai 5.000 abitanti nell’ambito del bando finalizzato al miglioramento del servizio di raccolta differenziata in Calabria.

Si compie, così, un importante traguardo procedurale nell’ambito dell’avviso della Regione che, con l’impegno di poco più di 35  milioni di euro, sostiene interventi relativi sia all’adozione di sistemi di raccolta differenziata che alla realizzazione o all’ampliamento dei centri di raccolta.

In sostanza si tratta di una media di 700 mila euro a comune

Il Dipartimento ambiente, infatti, con decreto dirigenziale n.1968 del 15 marzo 2018 ha approvato la graduatoria definitiva dei beneficiari la cui proposta progettuale è stata ammessa al finanziamento, in funzione delle risorse effettivamente disponibili, a seguito dell’esame delle osservazioni ricevute dall’amministrazione regionale in ordine alla pubblicazione delle graduatorie provvisorie avvenuta lo scorso dicembre 2017.

Dall’esito delle attività dell’apposita Commissione di Valutazione (verbali n. 21 e n. 22) si evince che sono confermati i beneficiari già precedentemente esclusi.

Il provvedimento ufficializza, dunque, l’elenco dei beneficiari esclusi dal finanziamento (allegato 1), dei comuni esclusi con riserva di priorità di finanziamento (allegato 2), dei beneficiari la cui proposta progettuale è stata ammessa al finanziamento con l’esito complessivo spese delle ammissibili (allegato 3).

Sono state approvate, contestualmente, le graduatorie definitive relative alle proposte progettuali per i Comuni con livello di Raccolta Differenziata al 2015 minore del 25% (allegato 4) e alle proposte progettuali per i Comuni con livello di RD al 2015 maggiori del 25% (allegato 5).

Il Presidente della Regione Mario Oliverio ha dichiarato: “Procede l’impegno della Regione al fianco delle amministrazioni periferiche per il miglioramento del servizio di raccolta differenziata in Calabria con la pubblicazione delle graduatorie definitive delle proposte progettuali ammesse a finanziamento nell’ambito dell’avviso rivolto ai comuni con più di 5mila abitanti.

Il lavoro della Commissione ci consente, ad oggi, di trasferire alle amministrazioni comunali dei contesti abitativi calabresi più popolosi importanti risorse che potranno elevare la qualità del sistema attraverso interventi di riorganizzazione e potenziamento dei servizi e dei centri di raccolta e dare, dunque, un impulso concreto ad una sfida di civiltà e di efficientamento promossa anche attraverso il Piano regionale dei rifiuti.

L’attenzione al territorio e all’ambiente, per noi prioritaria, produce risultati che possiamo apprezzare anche sotto il profilo quantitativo.

I numeri fin qui ci confortano, nell’ultimo biennio in molti comuni è stata quasi raddoppiata la percentuale di raccolta differenziata, e il raggiungimento dell’obiettivo del 65% è un traguardo possibile anche grazie alle risorse e agli strumenti che la Regione, nell’ambito della programmazione delle risorse europee ha destinato a questo settore così significativo per lo sviluppo dei territori e per le comunità calabresi”.

Da nessuna parte abbiamo trovato l’elenco e richiestolo al Dipartimento non ci è stato ancora partecipato.

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