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avviso importanteLago a seguito del D.P.C.M. del 9 Marzo 2020 ed in particolare all’apertura delle attività commerciali, si precisa quanto segue:

Le attività di bar e ristorazione, ivi comprese pizzerie, rosticcerie e gelaterie sono consentite dalle ore 06.00 alle ore 18.00, con obbligo a carico del gestore di garantire il rispetto delle distanze di sicurezza.

Sono consentite le attività commerciali diverse dalle precedenti a condizione che il gestore garantisca il rispetto delle distanze di sicurezza.

LA CHIUSURA NON È DISPOSTA PER FARMACIE, PARAFARMACIE E PUNTI VENDITA DI GENERI ALIMENTARI,  il cui gestore è chiamato a garantire comunque il rispetto delle distanze di sicurezza.

La violazione di tali obblighi comporterà la sospensione dell’attività.

Pubblicato in Cronaca

amanteaSono tante le cose di cui Amantea ha bisogno e che si spera la Befana abbia lasciato nella calza o , meglio, nelle calze. In primis la casa della salute. Quella che la gente di Amantea, Aiello, cleto, serra , San Pietro, Lago, Belmonte e longobardi attendono inutilmente da anni. Da anni ed in silenzio. Già , ma perché questo silenzio? Perché i sindaci stanno zitti? Non hanno compreso la utilità della casa della salute? Hanno paura di osare lamentarsi? E soprattutto perché la comunità dell'ex distretto amanteano non grida contro chi la lascia con una sanità formale e la costringe ad impossibili tempi di attesa ed a forti spese per recarsi fuori territorio per curarsi? Queste elezioni regionali davvero cambieranno le cose? Ed Amantea capirà di dover votare chi se ne è curata e se ne curerà? Qualcuno dei candidati e dei rappresentanti politici assumerà impegni per dare al territorio la casa della salute? Amantea deve saper votare chi le vuole bene!

Pubblicato in Politica

Poliambulatorio-694x432Il sottoscritto, in qualità di Sindaco del Comune di Lago (CS), intende manifestare tutta la propria preoccupazione per la grave situazione del polo ambulatoriale dell’ASP di Cosenza con sede in Amantea (Cs). Tale polo sanitario, da decenni, rappresenta l’unico punto di riferimento per decine di migliaia di pazienti che vivono sull’ampio territorio, da San Lucido a Falerna, con relativo entroterra .

Dati alla mano, si tratta di una efficiente macchina sanitaria con un laboratorio di analisi che con conta una media di 80 prelievi giornalieri, una mole notevole di prestazioni specialistiche, con prenotazioni a gittata semestrale, ed un apparato amministrativo composto da decine di dipendenti che, in condizioni spesso precarie, garantiscono assistenza e servizi puntuali ed efficienti.

Ciò nonostante, tale essenziale baluardo radicato sul territorio a tutela della salute della comunità da me rappresentata nonché di altre decine di Comunità locali, è, da anni abbandonato a se stesso.

La direzione del laboratorio di analisi, da anni, sconta un organico sottodimensionato, con richieste inascoltate di unità operative tecniche e specialistiche aggiuntive, con specialisti disposti a trasferirsi sul Polo Amanteano, ma lasciati, costantemente senza i necessari nulla osta da parte delle competenti istituzioni regionali, e con tecnici condivisi con altre strutture sanitarie pubbliche;

Ciò ha determinato e continua e determinare ritardi e disfunzioni, con pazienti costretti ad attendere tempi biblici per le visite specialistiche, a fronte, come detto, di una rilevante mole di richieste prestazionali.

Ad oggi, nel reparto radiologia, si dispone di una unità medica autorizzata a fornire le proprie prestazioni con cadenza quindicinale e pazienti costretti ad aspettare un referto per altrettanti quindici giorni a fronte di necessità diagnostiche, spesso, di carattere emergenziale.

Non bastasse quanto esposto, si sta aggiungendo la grave problematica della mancata programmazione della naturale, quanto indispensabile, sostituzione di chi dopo anni di servizio e sacrificio, giunge al collocamento a riposo.

E’ il caso del direttore del laboratorio di analisi dott. Innamorato, che, prossimo al collocamento a riposo, sta vivendo un momento di grande difficoltà personale e delusione professionale, di fronte alla mancata individuazione di un sostituto che possa dare continuità al funzionamento di una struttura tanto delicata, quanto complessa ed essenziale per la collettività assistita.

La grave, quanto fondata, preoccupazione di chi scrive è che i propri concittadini e tutta l’utenza coinvolta, possano, a breve, rimanere senza quell’essenziale centro di assistenza sanitaria pubblica fino ad oggi rappresentato dal polo sanitario amanteano.

Come Sindaco, invito tutti i miei colleghi dell’Ufficio del piano a fissare un programma operativo di incontri e confronti, volto ad interfacciarsi con tutte le autorità competenti, onde poter addivenire ad una soluzione condivisa e definitiva che non solo assicuri la permanenza del polo sanitario amanteano ma, viepiù, ne garantisca il potenziamento in termini di risorse umane e strumentali.

E’ una assoluta emergenza che non ha alcun colore politico ma ha, di certo, quello della solidarietà sociale e della prioritaria necessità di andare oltre calcoli ed interessi, per assicurare il primario obiettivo della sanità pubblica.

La chiusura o l’ulteriore depotenziamento del polo asp di Amantea, sarebbe un vero e proprio fallimento dell’apparato amministrativo pubblico che noi tutti rappresentiamo ed una grave sconfitta per chiunque creda nelle istituzioni pubbliche e nella loro mission fondamentale, ossia quella di tutelare tutti i diritti dei cittadini, in particolare, quello alla salute.

Già la Calabria, sconta, un tasso di emigrazione sanitaria volontaria tra i primi al mondo, pertanto, è fondamentale agire affinché i nostri concittadini non diventino veri e propri nomadi della salute.

Gli faremmo un altro grave torto in aggiunta a quelli che gli abbiamo già fatto in anni di mala amministrazione regionale.

Con Cordialità                                                Il Sindaco

Enzo Scanga

Pubblicato in Primo Piano

Non ne “incarra” una il nostro governatore!

La Corte Costituzionale boccia per la seconda volta un ricorso della Regione Calabria sul decreto sulla sanità.

“Quando una Regione viola gravemente e sistematicamente gli obblighi derivanti dai principi della finanza pubblica, come nel caso che conduce alla nomina del commissario ad acta, allora essa patisce una contrazione della propria sfera di autonomia, a favore di misure adottate per sanzionare tali inadempimenti da parte dello Stato” chiariscono i giudici.

E ancora “L’introduzione di una disciplina temporanea, avente come unico destinatario la Regione Calabria, non costituisce, dunque, un intervento discriminatorio, ma ha la finalità di realizzare un necessario riallineamento della gestione della sanità locale rispetto agli standard finanziari e funzionali operanti per la generalità degli enti regionali”.

In poche parole hanno portato la sanità calabrese nel baratro e invece di chiedere scusa per questo disastro e sparire dall’agone politico, hanno anche il coraggio di buttar via altri soldi dei cittadini in inutili ricorsi.

Adesso dobbiamo velocizzare le cose per far funzionare l’unico strumento in grado di risollevare la sanità calabrese.

Deputato Alessandro Melicchio (M5s)

Pubblicato in Calabria

La graduatoria stilata da ministero alla Salute e Regioni si basa sui Lea, livelli essenziali di assistenza, e si riferisce al 2018.

Sul podio anche Toscana ed Emilia-Romagna. Calano Piemonte e Lazio

Il Veneto balza in testa alla classifica basata sulla capacità delle Regioni di assicurare i Lea, i livelli essenziali di assistenza e cioè le prestazioni sanitarie che ogni Regione deve assicurare ai propri cittadini.

 

La graduatoria si utilizza per valutare la qualità dei sistemi sanitari e ogni anno è attesa con una certa apprensione.

Le Regioni che vanno bene la sventolano come un trofeo, per sottolineare la propria qualità; quelle che vanno male o peggiorano la snobbano, dicendo che sono altri i criteri che vanno messi in campo per capire come funziona la sanità a livello locale.

In effetti sono sempre di più coloro, anche tra chi non è un politico o un amministratore, che da tempo chiedono nuovi sistemi di valutazione.

Veneto al top, Calabria fanalino di coda

Gli indicatori presi in considerazione sono decine e per ciascuno è assegnato un “voto” numerico. Il punteggio massimo che si può raggiungere è 225 e nel 2018

il Veneto ha raggiunto 222 punti (erano 218 l’anno prima).

Seguono Toscana ed Emilia-Romagna con 220 (erano a 216 e 218),

Piemonte a 218 (era in testa con 221),

Lombardia con 215 (212),

Liguria con 211 (195),

Umbria con 210 (208),

Abruzzo con 209 (202),

Marche con 192 (201)

Basilicata con 191 (189),

Puglia con 186 (179),

Molise con 180 (167),

Lazio con 179 (180),

Campania con 170 (153, il suo è il più grosso balzo in avanti),

Sicilia con 165 (160) e

infine Calabria con 146 (136) che resta l’unica sotto la soglia di livello minimo accettabile di 160. Va detto che i dati verranno controllati di nuovo perché almeno una Regione ha chiesto un riconteggio.

Al momento, inoltre, non vengono prese in considerazione le Regioni a statuto speciale.

Gli indicatori alla base della classifica

Gli indicatori della cosiddetta "Griglia Lea" sono raccolti in tre macro categorie: ospedale, distretto e prevenzione.

Vengono presi in considerazione ad esempio gli interventi per le fratture di femore svolti entro le 48 ore, la quantità di prestazioni inappropriate consumate dai cittadini, l’adesione agli screening oncologici, i tempi di intervento del 118, il tasso di risonanze magnetiche rispetto alla popolazione, i controlli veterinari.

Spesso i punteggi sono frutto di scontri ai tavoli di Roma dove siedono il ministero e i funzionari delle Regioni.

Le classifiche in sanità vanno maneggiate con cura, quella basata sui Lea è delicata proprio perché tiene dentro tantissimi indicatori e magari qualcuno resta indietro per i controlli sugli alimenti pur avendo ospedali che funzionano bene.
Larepubblica

Pubblicato in Italia

«È indispensabile rivedere con rapidità la rete dell’assistenza ospedaliera, al fine di determinare con esattezza il fabbisogno di personale per le assunzioni necessarie nella sanità calabrese».

Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Francesco Sapia, della commissione Sanità, che aggiunge: «Spesso si parla di assunzioni in termini astratti, senza criteri e obiettivi.

A riguardo la retorica di attori politici e sociali è stata deleteria.

 

Del commissario Saverio Cotticelli ho potuto invece apprezzare la serietà e l’impegno, peraltro in una lunga fase di tensioni istituzionali e di reggenza temporanea delle aziende del Servizio sanitario regionale, che devono avere vertici stabili, capaci, sganciati dal potere e in grado di assicurare il rispetto della legalità e la piena tutela della salute».

«Confido – prosegue il deputato del Movimento 5 Stelle – che la sub-commissaria Maria Crocco, appena insediatasi, definisca il fabbisogno di personale sulla scorta di un’attenta riorganizzazione della rete dell’assistenza ospedaliera, che rappresenta la base per procedere al reclutamento del personale sanitario in ospedali e strutture territoriali.

Il vecchio quadro delle assunzioni risente di logiche clientelari e non garantisce affatto l’affidabilità dell’emergenza-urgenza».

«Le unità operative e i cittadini della Calabria – sottolinea il parlamentare – hanno subito oltremodo sterili campanilismi, squallide speculazioni politiche, sfacciati favoritismi, timori di più direttori generali reggenti, grossi interessi di privati, pesanti carenze di organico nel dipartimento regionale Tutela della salute e perfino dei mezzi di base nella struttura commissariale.

Ora bisogna cambiare partendo dalla riorganizzazione ragionata dei servizi sanitari e rimuovendo quelle prassi di palazzo, anche ministeriali, che bloccano le nuove assunzioni e infine creano paralisi inaccettabili dei reparti, come per esempio successo a Castrovillari, a Corigliano-Rossano e a San Giovanni in Fiore».

«Mi auguro – conclude Sapia – che gli alleati di governo del Pd concordino sulla necessità di allontanare definitivamente dalla gestione della sanità calabrese il presidente della Regione, Mario Oliverio, e il proprio consulente Franco Pacenza, primi responsabili politici del grave degrado di tante strutture sanitarie pubbliche».

La situazione dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza si è aggravata ancora di più e oggi siamo alla paralisi più totale con una vacatio nella direzione generale e senza alcuna rappresentanza legale.

Mancano farmaci, in particolare quelli oncologici, gli stipendi dei medici di famiglia sono bloccati, chiudono alcune sale operatorie degli ospedali Spoke.

Così come vengono chiusi i punti nascita all’indomani di eventi tragici, per poi scoprire che in quel punto nascita dovevano essere sospese le attività per mancanza dei requisiti minimi e carenze strutturali, come hanno verificato le ispezioni dell’Asp di Cosenza e del Ministero.

 

 

Dopo le dimissioni del reggente Sergio Diego, che ha rassegnato l'incarico, lasciando senza alcun governo la più grande Asp della Calabria, già da mesi senza una guida e con un manager che garantiva a malapena l'ordinaria amministrazione, le cose non sono cambiate.

Anzi. Uno scambio di comunicazioni ufficiali tra il commissario ad acta per il Piano di rientro Saverio Cotticelli, il dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Antonio Belcastro, il dirigente reggente dimissionario dell’Asp Sergio Diego e il referente sanitario Guglielmo Cordasco fa capire con chiarezza che la situazione è più che peggiorata.

Il 9 agosto il commissario Cotticelli comunica che le dimissioni del direttore generale f.f. dell’Asp di Cosenza “avranno decorrenza da giorno 27 agosto.

Si prende altresì atto che con nota prot. n. 58906 del 09-05-2019 la S.V. ha individuato quale referente sanitario il dott. Guglielmo Cordasco, che la sostituirà a tutti gli effetti fino al 27-08-2019”.

Il 26 agosto, sempre il commissario Cotticelli, comunica a Sergio Diego, Guglielmo Cordasco e Antonio Belcastro, la “proroga dell’incarico del dott. Guglielmo Cordasco, quale referente sanitario, che sostituirà la S.V. dal 27-08-2019 fino a data da destinarsi”.

Ed ecco che arriva immediata, il giorno dopo, la risposta di Cordasco indirizzata al commissario ad acta, al dirigente Sergio Diego e al dirigente generale del Dipartimento Salute Antonio Belcastro. Cordasco scrive: “In una Asp le cui criticità sono ormai quotidiane e richiedono decisioni autorevoli per non incorrere in comportamenti omissivi e che possono mettere a rischio la salute della popolazione assistita, non può essere vanificato da aspetti normativamente dubbi e che pertanto potrebbero inficiare qualsiasi atto adottato a decorrere da giorno 28 agosto p.v.

Una risposta a quanto da me richiesto riveste carattere di urgenza anche per evitare, tra l’altro, il blocco di qualsiasi pagamento con aggravio di spese per interessi maturati”.

Siamo alla tragicomica se non fosse che ci troviamo di fronte all’Azienda sanitaria provinciale tra le più grandi d’Italia che gestisce tre ospedali Spoke e una popolazione di 750mila abitanti.

Oggi questa situazione rischia di mettere in serio pericolo la salute dei cittadini e si configura un’interruzione di pubblico servizio visto che in questo momento non c’è nessuno a capo di questa importante Asp.

Le cose non possono essere lasciate così neanche per un minuto in più…

Cosenza, 30 agosto 2019 Carlo Guccione Consigliere regionale

Pubblicato in Cosenza

Sulla vicenda del’ospedale di Cetraro, dove nelle scorse settimane una donna è morta dopo il parto e dove è stata sospesa l’attività del punto nascita, “emergono evidenti omissioni e carenze strutturali”

COSENZA – Lo scrive il consigliere regionale Carlo Guccione in una lettera aperta al Commissario ad acta Saverio Cotticelli, al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio ed al dirigente generale del dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie Antonio Belcastro.

“Da una lettura della relazione tecnica in merito al Punto nascita del Presidio ospedaliero di Cetraro, del responsabile dell’Unità operativa ingegneria clinica dell’Asp di Cosenza, allegata alla delibera numero 683 del 5 agosto 2019 avente come oggetto: ‘Punto nascita P.O. Cetraro. Sospensione attività’ – scrive Guccione – emergono evidenti omissioni e carenze strutturali.

Al Punto 1 della relazione che va a integrare quella sullo stesso Punto nascita del 30-07-2019 con nota protocollo 95318 (Dir.Gen.), si legge che ‘Le relazioni della Commissione per l’Accreditamento dell’Unità Operativa del Punto nascita del P.O. di Cetraro hanno più volte evidenziato l’insussistenza dei requisiti minimi per procedere al rilascio della richiesta autorizzazione, per carenze inerenti vari profili’.

Poi al secondo punto specifica che ‘dai sopralluoghi effettuati sono emerse, inoltre, problematiche relative anche all’attuale blocco operatorio (…) ad aspetti impiantistici ed edilizi connessi alla tipologia e alle modalità di installazione di materiali ed alle finiture, nonché alle dotazioni tecnologiche e agli schemi operativi che appaiono per molti aspetti insufficienti o inadeguati’. Emergono quindi mancati interventi dopo le ripetute segnalazioni fatte (da come si evince dalla sopracitata relazione) da parte degli organi competenti per assicurare i requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi per le attività ospedaliere (legge regionale 24/2008 e Dca 81/2016).

C’è da supporre dunque che le attività che si sono svolte presso l’Unità Operativa del Punto nascita del P.O. di Cetraro fino all’attuale sospensione siano avvenute senza il rispetto delle adeguate normative tese ad assicurare la salute, la sicurezza dei cittadini e la corretta erogazione delle prestazioni sanitarie.

È da segnalare inoltre che l’ospedale Spoke Paola-Cetraro ha una evidente carenza di posti letto per acuti rispetto a quelli previsti dal Dca sulla riorganizzazione ospedaliera 64/2016: almeno 52 posti letto risultano non attivati.

Invece, negli ospedali Hub e Spoke della provincia di Cosenza mancano in totale oltre 350 posti letto rispetto a quelli previsti dal Decreto commissariale. Ed è anche per questa carenza di posti letto che la Provincia di Cosenza registra il più alto tasso di emigrazione sanitaria verso le altre regioni d’Italia”.

“Mi auguro – conclude Guccione – che l’ufficio del commissario e il Dipartimento Salute della Regione Calabria abbiano attivato le procedure per verificare come sia stato possibile che un Punto nascita di un Presidio Ospedaliero abbia potuto erogare prestazioni sanitarie senza avere i requisiti minimi necessari.

Ritengo, inoltre, che sia necessario avviare un controllo su tutte le strutture ospedaliere e della sanità territoriale per verificare se ci sono le condizioni previste dalla legge regionale 24/2008 e dal Dca 81/2016 per prevenire ed evitare che vengano erogati al pubblico servizi sanitari e prestazioni senza alcun rispetto delle norme”.

Pubblicato in Paola

farmaciCome per ogni tipo di prodotto o servizio non c’è nulla di male nel ricercare il miglior prezzo, gli sconti più vantaggiosi e le offerte circa l’acquisto dei farmaci da banco. Ad una rapida occhiata online, per esempio guardando i farmaci scontati ed in offerta su Farmattiva.it, noterete che le offerte sono decisamente vantaggiose e che acquistare online sia diventato davvero conveniente. A cosa bisogna stare attenti quando si acquistano farmaci da banco online? Ve lo spieghiamo passo per passo in questa guida.

Verificate sempre che la farmacia sia autorizzata dal Ministero della Salute

Si perché per poter vendere farmaci da banco online occorre una specifica licenza di vendita, anche se gli stessi sono vendibili senza obbligo di prescrizione medica. La licenza è garantita dalla presenza del logo ministeriale sulla homepage del sito mentre l’affidabilità è da valutare guardando una serie di caratteristiche dello shop virtuale. Tra queste è importante notare se le informazioni di recapito della farmacia sono esposte e facilmente rintracciabili o meno. Se esiste un indirizzo, un recapito, un nome del titolare e una partita IVA avrete tutte le informazioni utili ad effettuare un piccolo controllo incrociato su Google.

Accertatevi che i prodotti in vendita siano legali

Un altro indizio dell’affidabilità della farmacia online è costituito dal tipo di prodotti che vende. Se trovate farmaci per i quali è obbligatoria la ricetta medica vi trovate chiaramente davanti ad un rivenditore non autorizzato. In Italia, infatti, possono essere venduti online esclusivamente i farmaci senza obbligo di prescrizione medica di tipo OTC (farmaci da banco)e SOP (farmaci da consiglio). Se ci fate caso nelle farmacie ci sono alcuni prodotti esposti e che potete prendere e portare in cassa per il pagamento. Poi ce ne sono altri che dovete esplicitamente richiedere al farmacista al momento del vostro turno. La differenza sostanziale tra gli OTC e i SOP è a grandi linee proprio questa. I primi possono essere esposti sul banco e pubblicizzati mentre i secondi richiedono l’intermediazione del farmacista e sono dunque farmaci da consiglio. Entrambi non richiedono l’obbligo di prescrizione medica.

Le offerte online sono sempre più vantaggiose

I farmaci da banco online sono mediamente molto più convenienti rispetto all’acquisto in negozio fisico perché i costi da sostenere sono decisamente minori e, di conseguenza, il loro prezzo sarà ribassato. C’è anche da considerare che la concorrenza online sia diventata molto agguerrita e che le persone hanno imparato a cercare fino a quando non trovano prezzi sufficientemente bassi per le loro aspettative di acquisto. Ecco perché è piuttosto comune imbattersi in prezzi stracciati per i più comuni farmaci da banco, integratori o cosmetici di qualità.

Per la maggior parte delle farmacie online è sufficiente iscriversi alla newsletter e ricevere puntualmente per posta le offerte più recenti. I migliori momenti dell’anno in cui acquistare farmaci da banco a prezzi scontati sono quelli in corrispondenza delle festività tra cui Natale, Pasqua, San Valentino ecc… periodi in cui i prezzi sono ancora più convenienti.

Le garanzie delle farmacie online risiedono anche nell’impeccabile servizio di assistenza incluso grazie al quale potrete confrontarvi direttamente con lo staff farmaceutico in merito a dubbi o domande sui vostri acquisti. Una volta finalizzato l’acquisto riceverete tutto a casa con consegne puntuali e veloci, risparmiando brillantemente sia il vostro tempo che il vostro denaro.

Pubblicato in Salute e Benessere

guccione-carlo-m-100Solo la voce di Guccione a denunciare le illegittimità dell, Asp di Cosenza ma nessuna  vera attenzione penale

Il consigliere regionale Carlo Guccione interviene con una nota per informare di quanto accade nell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza «dove regnano disordine e caos amministrativo».

COSENZA – «Forniture di beni e servizi ottenute con proroghe di fatto illegittime, in violazione ai principi di concorrenza e trasparenza. Senza alcuna procedura di gara. È quanto avviene all’Asp di Cosenza. E non è più tollerabile la situazione in cui si trova l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, dove regnano disordine e caos amministrativo». A dirlo è il consigliere regionale Carlo Guccione che parla di una «gara di appalto del 2007 della durata di tre anni, sul servizio di ristorazione dell’ex As n.3 di Rossano, è stata prorogata nel corso degli anni. L’Asp di Cosenza (divenuta provinciale e assorbita l’As di Rossano) con le delibere n. 1440/2010, 1223/2011, 539/2012 ha prorogato il servizio mensa per gli anni 2010-2011-2012. Inoltre, con delibera n. 3085/2012 l’Asp di Cosenza – sottolinea il consigliere Guccione – ha continuato ad affidare, sempre alla stessa ditta, anche il servizio di ristorazione per gli ospedali di Castrovillari e Lungro. Il tutto avveniva sempre senza alcuna procedura di gara. Per una serie di “strane” vicissitudini questo servizio di ristorazione continua ininterrottamente da oltre dieci anni in costante regime di prorogatio. Tutto ciò ha, tra l’altro, aumentato le commesse e i fatturati pagati dall’Asp di Cosenza».«Ecco un altro esempio: le gare per la gestione delle Rsa di proprietà dell’Asp (ex articolo 20). Una struttura – spiega Carlo Guccione – chiusa nel 2014, di 60 posti letto per anziani, ancora non è stata aperta a distanza di cinque anni, nonostante sia stata avviata la procedura di gara. Inoltre, per un’altra Rsa sempre di proprietà dell’Asp di Cosenza, pur essendo stata avviata la gara, di fatto è stata concessa una prorogatio che dura da oltre quattro anni per la gestione della struttura. L’atto aziendale dell’Asp di Cosenza e i Dca hanno previsto per la provincia di Cosenza la realizzazione delle Case della salute di Cariati, San Marco Argentano, Mormanno, Lungro, Amantea. Ma ad oggi queste strutture esistono solo sulla carta, nonostante siano stati stanziati dal 2009, 165 milioni di euro».

«La gestione della più grande Azienda Sanitaria provinciale della Calabria, con un bilancio di circa un miliardo di euro e con i gravi problemi in cui versa, non può essere lasciata – tuona Guccione – in mano a commissari che, tra l’altro, sono costretti a dimenarsi anche con anche altre aziende sanitarie della regione. Lasciando l’Asp senza una governance forte il rischio è che, da una parte, si riducano i servizi territoriali da offrire ai cittadini e, dall’altra, aumentino gli sprechi e il malaffare, facendo emergere ancora di più le criticità».

Pubblicato in Primo Piano
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I Racconti

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