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Impossibile non leggere il pezzo del direttore del “Corriere della Calabria” dal titolo “Nel Pd tutti sapevano tutto”, un pezzo di alto giornalismo da stampare e conservare tra i documenti importanti della più recente storia politica calabrese , una storia come si legge di “fatti politicamente censurabili, comportamenti antidemocratici, atteggiamenti di arrogante ripudio di ogni regola democratica”, quasi da reame!

Eccovelo:”

TSUNAMI RENDE | Nel Pd tutti sapevano tutto di Paolo Pollichieni

Smaltita la cronaca, un paio di cose vanno dette e qualche antica riflessione va riproposta. La prima: tutti, a Cosenza e dintorni, a Rende e dintorni, a Roma e dintorni, sapevano tutto. Non vengano adesso a fare i pesci in barile. Sapeva Magorno e sapeva Guglielmelli, così come sapeva Guerini e sapeva Oliverio. Sapevano ma hanno preferito, siamo in periodo pasquale e la citazione arriva spontanea, lavarsene le mani del "caso Rende" lasciandolo all'amministrazione della giustizia. Semmai c'è da chiedersi se adesso intendono aspettare il bis a Cosenza e il ter a Catanzaro, e poi ancora il quater a Crotone e il quinquex a Cariati. Oppure passare dalle liturgie attorno alla legalità e ai proclami sulla lotta alla 'ndrangheta e al suo potere politico, a fatti concreti. Che vuol dire, innanzitutto, basta con le ammucchiate, con i riciclaggi, con il ripescaggio di vecchi relitti politicanti.
La dichiarazione rilasciata dal segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno, a commento degli arresti di Rende è onesta. In alcuni passaggi anche coraggiosa, posto che si pone a difesa di chi ha indagato e riconosce merito ai magistrati inquirenti. E tuttavia se non arrivano anche fatti politicamente concreti, quella dichiarazione sarà anch'essa lacunosa e ipocrita perché dalle "carte" emergono non solo reati ma anche fatti politicamente censurabili, comportamenti antidemocratici, atteggiamenti di arrogante ripudio di ogni regola democratica.

Le primarie sono state un grande e grosso imbroglio. Tutte le primarie. Occorre una sentenza della Cassazione per prenderne atto e correre ai ripari? Magorno non è complice, semmai dalle intercettazioni appare vittima: si spostano voti sulla sua candidatura semplicemente perché non ne ha bisogno e soprattutto perché occorre "impedire" che «l'uomo di Enrico Letta», quel «coglione di Mario Maiolo» possa trovare spazio.

Questo, e altro, non lo scrivono i carabinieri, non lo ipotizzano i pubblici ministeri, questo lo apprendiamo dalla viva voce di Sandro Principe e di quanti su quella sua Audi A6, microfonata peggio che la stanza del "Grande fratello", si alternavano per parlare non di politica ma di come imbrogliare le carte della politica.

E tuttavia il fatto che le "carte" girassero da tempo, che tutti sapevano tutto, non ha impedito a Sandro Principe di essere il più coccolato degli ospiti che il Pd calabrese metteva in prima fila ogni volta che in Calabria arriva Renzi, oppure Lotti, oppure Guerini. E non è un caso isolato, basta farsi un giro al decimo piano della "Cittadella regionale" in un qualsiasi giorno lavorativo per capire che i manovratori sono sempre lì e che il loro potere cresce in maniera direttamente proporzionale alle indagini che li coinvolgono.

E più questa corte dei miracoli resta attovagliata alla mensa del governatore, più crescono le gare illecite, le nomine illegali, la clientela di basso impero, la perdita di fondi comunitari, le faide tra dipartimenti. Anche su questo, fatalmente, prima o poi si inciamperà. Farete tutti finta, ancora una volta, di cadere dal pero?

Adesso si va in bestia, dalle parti del Pd, per la "speculazione" dei parlamentari pentastellati. Scrivono Morra, Parentela, Dieni e Nesci che gli arresti di Rende sono «la riprova della grande menzogna della narrazione di Renzi, che doveva rottamare il sistema di cui si è invece nutrito, circondandosi di evasori, delinquenti d'alto bordo e, a quanto pare, amici delle 'ndrine. Principe, il più celebre tra gli arrestati, si convertì in un baleno al renzismo, e non fu il solo. Il potere politico e il potere criminale vanno a braccetto in Calabria, e a volte sono un corpo solo».
Caro Magorno, pur comprendendo pienamente il tuo sentirti umiliato per via di un passato di pubblico amministratore e di professionista senza macchia alcuna, devi sapere che quel che dicono i parlamentari del Movimento Cinquestelle non solo è vero ma, quel che è peggio, è anche quello che pensano molti simpatizzanti e molti iscritti del Pd, in Calabria e altrove.
E se è possibile considerare ingiusto che adesso si indirizzino solo su Magorno gli strali, chiedendone addirittura l'audizione in commissione Antimafia (della quale lui stesso fa parte), è altrettanto possibile prendere atto che proprio in Calabria e proprio a Cosenza la commissione a presidenza Bindi ha fallito in pieno il suo compito. Ha fallito quando nelle sue missioni cosentine ha preteso che gli inquirenti parlassero delle indagini proprio davanti ai migliori sodali degli indagati; ha fallito quando ha omesso di acquisire non la sola relazione della commissione d'accesso su Rende ma anche tutti gli allegati e tutto il carteggio intercorso con prefettura e ministero; ha fallito quando non ha voluto incuriosirsi sulla strana coincidenza che ha visto trasferiti, in contemporanea, prefetto e vertici di carabinieri e polizia che quelle indagini avevano condotto e coordinato. Ha fallito, soprattutto, quando si è rifiutata di ascoltare il gran maestro della massoneria che per primo ha denunciato il perverso accordo tra grembiulini sporchi, capibastone e uomini delle istituzioni senza onore.

Anche la supponenza riservata a quelle poche inchieste giornalistiche che pure, da tempo, avevano svelato e anticipato i "fatti di Rende", così come quelli di Cosenza e di Castrolibero, si dimostra oggi fallace e controproducente.

E mentre ancora si va cincischiando, il treno degli inquirenti prosegue spedito il suo tragitto. Prossime fermate Scalea e Cariati, Corigliano e Cosenza. Potete anche continuare a far finta di non accorgervi di quello che succede a casa vostra, voi del Pd, ma ciò non impedirà il corso delle cose.
Le responsabilità penali sono personali. Verissimo. Ma quelle politiche sono responsabilità collettive e non si può pretendere che sia il cittadino, sulla scorta dei tempi e dei modi di una indagine giudiziaria, a operare il distinguo.

Altrimenti a che servirebbe mai una classe dirigente?”

PS: solo Scalea e Cariati, Corigliano e Cosenza. Peccato!

Ah , Buona Pasqua , direttore!

Pubblicato in Calabria

rendeRende (Cs) - Proprio pochi giorni fa l’unità di missione ItaliaSicura di Palazzo Chigi ha reso noti i dati sui finanziamenti pubblici per le reti idriche.

Nonostante le procedure di infrazione europee per le nostre fognature e i sistemi di depurazione, l’Italia e soprattutto il Mezzogiorno continua a non spendere. Ammontano a 3,2 miliardi di euro i finanziamenti ancora fermi al palo, di questi 2,8 riguardano il Sud del Paese.

Mauro Grassi, il capo dell’unità di missione, e Ludovica Agrò, direttore dell’Agenzia per la coesione, hanno spiegato un sostanziale cambio di strategia: non verranno più elargiti soldi a chi non sa spendere. Un grosso danno per l’area urbana cosentina, per tutti e 26 comuni, tra cui Rende, che hanno affidato la gestione della depurazione al Consorzio Valle Crati, una gestione per niente efficace che ci sta portando, o ci ha già portato, a perdere i soldi del Piano Nazionale per il Sud, un finanziamento che sarebbe stato fondamentale per le nostre disastrate reti idriche e per un corretto funzionamento del depuratore consortile di Coda di Volpe.

Abbiamo presentato, perciò, un’interrogazione al Sindaco Manna evidenziando le “gravi criticità e irregolarità rispetto alla modifica statutaria finalizzata alla trasformazione del Consorzio in azienda speciale” che lo stesso Comune di Rende ha segnalato. Il segretario comunale della nostra città, nel periodo commissariale, ha scritto, nero su bianco, che “la procedura seguita nell’occasione risulta disallineata rispetto al quadro normativo di riferimento”.

Abbiamo anche riportato, ribadendo quanto scritto in una precedente interrogazione, purtroppo rimasta senza risposta, i gravissimi dubbi sulla procedura di gara per il finanziamento del Piano per il Sud con quelle inspiegabili tariffe che faranno aumentare i costi del servizio per i cittadini di Rende, già abbondantemente tartassati.

E ancora abbiamo chiesto se il depuratore di Coda di Volpe è effettivamente funzionante, visto che nell’ambito del progetto denominato “Punto Zero Acqua” del Movimento 5 Stelle Europa sono state analizzate le acque a valle del depuratore consortile trovando un valore di antiparassitari totali accertato che risulta essere 10 volte superiore al limite di legge.

Infine abbiamo chiesto spiegazioni su quali attività dovrebbe eseguire e che modalità di gestione sono previste per la società Meridiem Ambiente, controllata del Consorzio Valle Crati e di cui nessun Consiglio Comunale degli Enti consorziati è mai venuto a conoscenza.

L’incontrollata gestione del Consorzio Valle Crati richiede prese di posizione ferme, immediate e decise. L’amministrazione Manna non può più far finta di niente, perché la situazione è diventata insostenibile e le apparenti irregolarità talmente gravi da farci valutare la messa in atto di azioni, anche legali, a tutela e difesa degli interessi del Comune di Rende, fino all’eventualità di uscita dal Consorzio stesso.

 

Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle

Pubblicato in Comunicati

5stelleL’assessore ammette il pasticcio burocratico, ma non intende concedere proroghe. Perché?

 

Rende (CS) – Sul bando del Centro Anziani avevamo espresso un giudizio preciso: la gestione è stata un “pasticciaccio” di quelli che non dovrebbero mai accadere. Soprattutto quando si conosceva “bene il livello di polemica politica che questo argomento avrebbe suscitato a Rende”, come ha precisato l’assessore Bozzo in risposta alla nostra nota. E non poteva essere altrimenti, dopo lo scontro in Consiglio su un argomento così delicato, che vede la completa privatizzazione di servizi socio-assistenziali importantissimi.

 

Ma che si è trattato di un pasticciaccio lo precisa anche l’assessore quando spiega che “per un errore di procedura da parte di un operatore gli uffici competenti hanno ritenuto necessaria la ripubblicazione in evidenza”.

Non dice il vero l’assessore quando afferma che il bando “è stato sempre visibile nella sezione “Bandi” e in quella “Archivio” dell’Albo pretorio”. Ripercorrendo all’indietro questa vicenda abbiamo ricostruito i fatti e sappiamo per certo che dal 18 al 27 dicembre l’avviso del bando è letteralmente sparito dalla sezione “Bandi” dell’Albo Pretorio, venendo confidato nella sezione “Archivio”.

E già qua si nota un prima irregolarità, evidentemente causata da errore umano, che pone un primo dubbio sulla legittimità del bando che non ha ricevuto quella pubblicità sul sito dell’ente che avrebbe invece meritato.

 

E poi l’altro pasticcio, cioè l’avviso pubblico datato 4 gennaio, con cui si rende noto che la PEC comunicata, unico e solo strumento da utilizzare per prenotare il sopralluogo, era sbagliata.

Questi sono i fatti incontrovertibili, e se uno o più sbagli potevano essere giustificati tramite la revoca del bando con successiva ripubblicazione o semplicemente allungano i termini di scadenza per dare la giusta opportunità di partecipazione a più ditte, non è accettabile perseverare nell’errore e cercare di difendere l’indifendibile come fa l’assessore.

Nessuna dietrologia, da parte nostra. Abbiamo soltanto evidenziato palesi errori procedurali chiedendo al sindaco Manna di porre rimedio. Una proroga dei termini di scadenza, unica soluzione che avrebbe evitato, questo sì, facili dietrologie e soprattutto non avrebbe favorito nessuno, se non l’ente che dirige per conto dei cittadini rendesi.

Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Rende

Pubblicato in Comunicati

 Logo MoVimento 5 stelleL’annunciata svolta per Rende non c’è stata. Al massimo si è trattato di un vivacchiare assonnato in quel di via Rossini per la maggioranza di centro destra che continua, a fasi alterne, a tenere in vita l’esecutivo Manna.

Tracciare un consuntivo di questo anno che si avvia alla conclusione è finalmente possibile, ed è un consuntivo in negativo che segue performance impalpabili per la città e per i suoi abitanti.

Tutti, ma proprio tutti i problemi sono ancora irrisolti, mentre le soluzioni rintracciate dalla maggioranza gravano ancor più sulle tasche dei contribuenti. L’aumento della Tari (per non parlare del servizio scadente e della puzza di spazzatura che ormai ammorba la città) per i cittadini è solo un aspetto di manovre finanziare di cui ci ricorderemo negli anni a venire. È il caso della rinegoziazione di oltre 270 mutui con la Cassa depositi e prestiti, il cui lascito appesantirà le future gestioni comunali per altri 29 anni (e cioè fino al 31 dicembre del 2044). O ancora la falsa uscita dal predissesto finanziario, coperto con 10 milioni di euro del fondo di rotazione che altro non sono che un nuovo mutuo che il Comune dovrà estinguere entro il 2025. E poi l’innalzamento degli affidamenti diretti fino a 40mila euro per non dover giustificare con nessuno il perché di alcune scelte e di alcune ditte.

Ma non c’è solo l’aspetto finanziario a rendere poco credibile l’azione politica di questo esecutivo. Complessivamente non abbiamo mai riscontrato manovre a favore dei cittadini ma piuttosto abbiamo potuto osservare la messa in pratica di un metodo di lavoro (da noi denominato il “metodo discoteca”) attraverso il quale Manna e i partiti che lo tengono in vita hanno imposto alla città decisioni impopolari, neanche prese da loro, anzi con la politica cittadina sempre prona a scelte compiute altrove, valutazioni di capitale importanza per il futuro di Rende su cui né il Consiglio Comunale né i cittadini sono stati in alcun modo consultati o tenuti in considerazione. Scelte che da novelli “principe” di questa realtà hanno imposto, senza affrontare preventivamente i temi di discussione, il più delle volte di capitale importanza per la tenuta della democrazia nel nostro Comune, in Aula. La storia si è ripetuta uguale a sé stessa nel caso dei trasporti (che tornerà di moda anche nei primi mesi del 2016 con il fantasma della metro leggera che si aggira per l’area urbana), così come nel caso della Sanità (che temiamo possa ripresentarsi bruscamente senza preventivo e necessario dibattito in Aula).

Per non parlare poi dell’ambiente e della sua tutela. Anche qua, come nel caso Legnochimica, l’esecutivo ha preso e perso solo tempo, e solamente le nostre azioni di forza, come la messa in mora inoltrata nel giugno 2015 che ha portato il sindaco – finalmente – a denunciare la società in liquidazione per omessa bonifica pur di non incorrere egli stesso in una denuncia, hanno messo in moto alcuni meccanismi di una macchina politica amministrativa completamente intorpidita.

Ma cosa si sta facendo per le periferie abbandonate a sé stesse? E per l’isolamento sociale e culturale del centro storico? Nel migliore dei casi qualche inaugurazione, qualche convegno, qualche passerella istituzionale, qualche spennachiato albero di Natale. Tutte cose che lasciano il tempo che trovano, che sono già state spazzate via dal presente di questa città.

Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Rende

Pubblicato in Comunicati

Questo il comunicato stampa del Gruppo Consi liare Movimen to 5 Stelle di Rende di Sa bato 12 dicem bre 2015.

Un comunica to stampa che contesta un aggravio dei tributi dai 30 ai 50 euro a famiglia per un servizio che non decolla.

 

Rende (Cs) – La nota del responsabile del Servizio Fiscalità Locale – Tributi del Comune, informa sul fatto che “la bolletta per la Tari 2015, sarà recapitata a domicilio”.

Quello che non dice è che ogni famiglia pagherà, nei migliori dei casi, dai 30 ai 50 euro in più rispetto all’anno scorso.

Questo il regalo di Natale dell’amministrazione Manna ai cittadini rendesi.

Frutto di una decisione presa in un caldo consiglio comunale estivo, il 6 agosto del 2015, quando si è votato il Bilancio di Previsione.

Naturalmente il voto del Movimento 5 Stelle è stato contrario alla rimodulazione della tariffa, ché ancora una volta premia chi non fa la raccolta differenziata e sanziona i cittadini virtuosi.

 

Da tempo stiamo criticando la gestione dei rifiuti sul territorio comunale che paghiamo ogni anno 8 milioni e mezzo di euro per un servizio veramente insoddisfacente.

Chiediamo una tariffa puntuale, una diversa e più organica raccolta dei rifiuti, magari in orari decenti e non nel bel mezzo del giorno, una più razionale ordinanza per quel che riguarda il conferimento della spazzatura ma soprattutto l’avvio del porta a porta spinto su tutto il territorio comunale, insieme alle buone pratiche del compostaggio domestico e alla raccolta di diversi materiali attraverso i compattatori stradali.

Non crediamo sia impossibile raggiungere l’obiettivo dei rifiuti zero. Certo, le indicazioni che arrivano dalla Regione Calabria, che di fatto proroga per un altro anno lo stato emergenziale, non fanno ben sperare.

Ma non ci arrendiamo: il futuro della nostra terra e della salute dei cittadini passa soprattutto da un diverso rapporto con l’ambiente circostante, da una diversa presa di posizione di chi governa che deve volere e attuare il cambiamento, non solo attraverso slogan elettorali che lasciano il tempo che trovano.

Fra un anno scadrà anche la convenzione che regola la gestione dei rifiuti.

Noi siamo pronti a suggerire le idee più innovative e funzionali all’amministrazione Manna, sperando che vengano accolte senza riserva alcuna per poter lasciare un mondo sempre più civile e pulito ai nostri figli.

Pubblicato in Cosenza

Dopo una lunga attività di indagine la Procura della Repubblica di Cosenza dispone il sequestro dell’area della Legnochimica srl e di 15 pozzi.

 

Il sequestro preventivo dell’area sede dell’ex stabilimento della Legnochimica S.r.l. di Contrada Lecco a Rend è stato eseguito stamattina 25 novembre dal Nipaf, Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Corpo Forestale dello Stato di Cosenza.

Il decreto di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Cosenza arriva a seguito di una complessa attività di indagine coordinata dal Procuratore Capo Dario Granieri, dal Procuratore Aggiunto Marisa Manzini e dai Sostituti Procuratori Bruno Antonio Tridico e Domenico Assumma.

 

Questa mattina gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno eseguito il sequestro della vasta area, estesa per circa 90.000 metri quadri e di 15 pozzi ricadenti al suo interno alcuni dei quali usati a scopo irriguo e altri utilizzati nell’allevamento di bestiame per l’abbeveraggio degli animali.

 

Due di essi sono utilizzati anche a scopo industriale ed uno da una industria alimentare.

Tale provvedimento si è reso necessario poiché la falda acquifera, come emerso dalle consulenze tecniche, è risultata fortemente inquinata da metalli pesanti quali ferro, alluminio, manganese, arsenico, cromo, nichel, cobalto e piombo.

L’area, che non è mai stata caratterizzata da operazioni di bonifica o messa in sicurezza di emergenza, è stata invece periodicamente interessata da fenomeni di incendio, dovuti alla combustione dei rifiuti in essa presente che hanno sprigionato nell’aria sostanze tossiche.

Un fenomeno che non è passato inosservato e che ha visto la denuncia in passato di amministratori e cittadini.

 

A seguito dell’operazione odierna il liquidatore della società è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per i reati di inquinamento ambientale e omessa bonifica.

Sul caso è intervenuto il M5s con la seguente nota.

Rende (Cs) - La Procura di Cosenza ritorna sul luogo del delitto. Il nuovo provvedimento giudiziario, con il sequestro dell'area ex Legnochimica e l'inserimento nel registro degli indagati dell'attuale liquidatore per omessa bonifica, è un segnale non trascurabile che qualcosa con la nuova legge sugli Ecoreati finalmente si muove.

"Non possiamo certo mettere la parola fine a questa storia - dice il portavoce M5S al Consiglio comunale di Rende, Domenico Miceli -. Questo nuovo capitolo giudiziario, di cui aspettiamo di conoscere l'esito, potrebbe rappresentare anche un prolungamento dei tempi e speriamo che ciò non accada, laddove siamo già fuori tempo massimo per la bonifica dell'area che a quanto pare risulta essere inquinata. Come Movimento 5 Stelle ci siamo fatti promotori a marzo dello scorso anno di un Consiglio Comunale ad hoc per riaccendere i riflettori su questa incresciosa vicenda e continueremo a vigilare affinché sia tutelata la salute dei cittadini e ristabilita la corretta natura dei luoghi. Nei prossimi giorni formalizzerò la mia richiesta alla Giunta comunale di Rende di emanare al più presto una delibera così da ottenere tutta la documentazione su cui si fonda il sequestro".

"Mentre aspettiamo ancora una risposta politica sul caso ex Legnochimica - dice il portavoce M5S alla Camera dei Deputati, Paolo Parentela - con due interrogazioni depositate rimaste senza risposta dal Governo nazionale, non possiamo non prendere atto della forza dirompente che dimostra di avere la nuova legge sugli Ecoreati nel contrasto dei crimini ambientali. Ora l'assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Rizzo, deve prendere una posizione chiara sul caso in questione e anche su tutte le altre omesse bonifiche che sono di sua esclusiva responsabilità".

"<<Chi inquina paga>> è un principio cristallizato nel diritto dell'Unione europea  - dice l'eurodeputata M5S, Laura Ferrara -. Dobbiamo agire subito, soprattutto in Calabria, per affermare questo principio a tutti i livelli. Come Movimento 5 Stelle continueremo ad usare tutti gli strumenti a nostra disposizione per far rispettare la normativa europea in materia e presenteremo una seconda interrogazione presso la Commissione europea".

Pubblicato in Cosenza

Denunciati il responsabile ed il proprietario dell’area.

A seguito di specifici servizi di controllo del territorio nel Comune di Rende, il personale del Comando Stazione Forestale di Cosenza in collaborazione con il Nipaf, Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Comando Provinciale di Cosenza ha posto sotto sequestro una area ed i veicoli fuori uso in essa rinvenuti in località Surdo.

All’interno di essa sono stati rinvenuti parti di autovetture accatastate e suddivise per categoria, oltre a numerosi veicoli fuori uso in evidente stato di abbandono quasi totalmente privati di parti essenziali alla circolazione ed al loro normale uso attraverso una attività di gestione illecita degli stessi.

Si è provveduto quindi all’accertamento e identificazione dei veicoli al fine di ulteriori verifiche per stabilire eventuali corresponsabilità nella predetta attività illecita di gestione di veicoli e le modalità di raccolta.

A seguito di tali accertamenti si è identificato il responsabile di tale attività, in un cinquantenne di Rende, ed il proprietario dell’area stessa ai quali sono stati contestati i reati in concorso di attività di gestione non autorizzata di rifiuti pericolosi ed attività di gestione di veicoli fuori uso e loro parti.

Attività questa effettuata in violazione delle specifiche norme previste e necessarie al fine della corretta gestione dei rifiuti.

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Il laboratorio di analisi cliniche di Rende Quattromi glia dista da 10 a 15 km dall’ospeda le di  Cosenza.

Parliamo di 10 minuti di tempo per portare le provette dal laboratorio di prelievo a quello di analisi e di una strada diritta e senza curve.

Eppure i sindaci di Rende , Bisignano, Castrolibero,  Castiglione Cosentino, Luzzi, Lappano, Montalto Uffugo, Marano Marchesato, Marano Principato,  San Fili, San Vincenzo La Costa , contestano il decreto di chiusura firma dal commissario Scura e ne chiedono la revoca.

Sono preoccupati perché il decreto prevede punti di prelievo nei singoli comuni, ma il materiale biologico prelevato verrebbe inviato nei presidi ospedalieri Spoke ed Hub seguendo un percorso differente a seconda degli esami richiesti con possibili e prevedibili disguidi sia per l’esecuzione che per la raccolta dei dati.

Silenzio, invece, da parte dei sindaci del Basso tirreno cosentino e dell’alto tirreno lametino per la chiusura del laboratorio di analisi cliniche di Amantea.

Eppure da Amantea a Cosenza ci sono più di 50 km e quasi un’ora di percorrenza e peraltro di una strada tutta curve, e molto di più via A3.

E non solo! Ma pensate ai prelievi di Cleto!

E così i sindaci di Rende e dintorni sollecitano un incontro con Oliverio e Scura volto a scongiurare la chiusura del laboratorio.

Imperturbabile silenzio anche da parte dei politici regionali e nazionali che da questo territorio prelevano i voti necessari per i loro mandati elettorali.

Che non gliene freghi niente?

Pubblicato in Cosenza

Nelle scorse settimane grazie agli articoli di coraggiosi giornalisti come Carchidi e Petrasso, l'opinione pubblica e' venuta a conoscenza, di presunti scambi politico elettorali che riguardano diversi uomini politici, fra i quali il sindaco di Cosenza e il sindaco di Rende, per come dichiarato da alcuni pentiti.

 

A questo punto, in qualsiasi altro paese al di là delle Alpi, la stessa opinione pubblica sarebbe insorta chiedendo chiarezza e atti conseguenti.

Premetto che le indagini sono ancora in corso e penso che difficilmente a Cosenza si arriverà ad un processo.

 

Ma il problema è MORALE ed ETICO.

Per cui i SOGGETTI con cariche istituzionali coinvolti in queste indagini, dovrebbero DIMETTERSI in attesa che la giustizia faccia il suo corso.

http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/cronaca/item/37006-romanzo-criminale-il-pentito-

http://www.iacchite.it/manna-e-i-pentiti-chi-di-spada-ferisce/

 

Mi sarei aspettato, in particolare da tutti i cittadini liberi e dai Meet Up LOCALI, un'azione forte, nelle piazze, sotto i balconi municipali, per una battaglia d'onestà. Invece niente.

Non si e' preso esempio dal comportamento degli attivisti romani, che hanno assaltato il consiglio comunale della capitale, che hanno chiesto indagini veloci, oltre alle ovvie dimissioni e nuove elezioni a Roma. Oppure copiato l'attivismo e il coraggio dei Meet Up siciliani.

In particolare ho notato il silenzio del Meet Up di Rende, che pur ha un consigliere eletto nel consiglio comunale peraltro di professione giornalista. Un Meet Up muto ad iniziare dal suo organizer. Nulla nei confronti di Manna, Principe, Mirabelli, citati dalle indiscrezioni giornalistiche.

 

Perché questo silenzio?

Il Meet Up Rende ha nei suoi iscritti una parlamentare europea, ma anche da Lei nulla di rilevante riguardo un importante aspetto di moralità politica, che è alla base dei principi fondanti del M5S.

Si rincorrono diverse voci in riferimento alla domanda sopra posta,riguardanti vecchi rapporti lavorativi, passaggi di addetti stampa dalla vecchia alla nuova politica, parenti stretti candidati a consigliere.

Se così fosse, questo potrebbe gettare qualche dubbio sul silenzio degli attivisti rendesi. Già l'attività di opposizione, reale e concreta, sul territorio, in particolare a livello di proposte ed iniziative, del Meet Up Rende, lascia evidentemente molto a desiderare.

Ma se Sparta piange Atene non ride.

A Cosenza il sindaco Occhiuto e' al centro di diverse indagini, ma da parte dei cittadini non è percepibile un'azione determinata di protesta ma neanche una riconoscibile proposta alternativa. Ricordo a me stesso che tocca ai cittadini in prima persona, proporre e protestare, non delegando ad altri, giornalisti o parlamentari, che vanno sostenuti e stimolati.

LINK

http://www.iacchite.it/piazza-fera-anche-la-finanza-al-summit-occhiuto-clini/

Sarebbe quindi opportuno, onde dissipare qualsiasi sospetto, un'iniziativa forte e palese, nelle strade cittadine, denunciando i comportamenti, moralmente ed eticamente scorretti, venuti alla luce in seguito alle rivelazioni dei pentiti e sollecitare, premere, affinché le indagini in corso si concludano velocemente e non dimenticate.

Facile per chi dovrebbe avere armadi senza scheletri e fa parte di un movimento rivoluzionario, nato per cambiare lo status quo e non per uniformarsi all'esistente e appropriandosi dei vantaggi.

Atti concreti, visibili, non sterili dichiarazioni o interrogazioni da "gioco delle parti" da vecchia politica, da dove probabilmente molti prendono spunto per consolidata abitudine.

Ci vogliono coraggio, coerenza ed adesione convinta a certe idee per queste cose, e purtroppo non si trovano nei supermercati.

Rosario Cupelli libero cittadino

Pubblicato in Cosenza

Telint Sud è un call center. La società ha sede legale in Piemonte ed una sede operativa a Rende.

Il call center opera a Rende dal 2003 svolgendo attività di telemarketing per una nota industria di cosmesi.

Aveva fino a pochi giorni fa 85 dipendenti.

Nessuna preoccupazione per i dipendenti. Pur operando in un mercato del lavoro drogato da appalti al massimo ribasso e contributi all’occupazione nel 2012 la Telint sud srl si rese protagonista di una svolta controcorrente rispetto al mercato di riferimento ed avviò le procedure di stabilizzazione per il proprio personale, trasformando i contratti di collaborazione a progetto, in contratti a tempo indeterminato part time al 90%.

Oggi la Telint Sud di Rende chiude e manda a casa gli 85 lavoratori.

Lo rendono noto i sindacati Cgil e Ugl comunicazioni precisando che “la società ha deciso di mandare a casa i suoi dipendenti perchè gli incentivi sono finiti e il costo del lavoro è diventato insostenibile".

"E' mai possibile che le istituzioni non si rendano conto che da anni continuiamo a finanziare gli incentivi per nuove assunzioni che, puntualmente, ogni tre anni, si trasformano in altrettanti finanziamenti per sostenere i sussidi di quelle stesse persone che si trovano disoccupate?"

Lavoratori disposable, one-way , cioè “usa e getta”

Pubblicato in Cosenza
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I Racconti

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