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pinocchio-770x554Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota di Gigino Adriano Pellegrini

Se avessimo le capacità di analizzare attentamente ciò che lo Sparaballe ufficiale dell’Amministrazione comunale, va diffondendo per le strade ornate a festa con i “pacchi” di RaiUno, verrebbe fuori tutta l’aberrante e menzognera realtà nella quale la comunità vive. Sparaballe informa i cittadini sul buon operato di quasi un anno di questa Amministrazione. Il ponte sul fiume Kwai - Colongi, l’agibilità del porto, le consulenze a “costo zero”, la raccolta differenziata dei  rifiuti, ecc.., ecc.. A tale proposito, ci siamo poste alcune domande nel cercare di capire  perché chi amministra il potere, in nome del e per il popolo, mente. Perché, giunto ormai alla fine dei suoi giorni, si ostina a negare l’evidenza? E’ vero, non tutti i politici mentono, e, soprattutto, non sempre mentono, ma questo cocktail di verità e di menzogna è anche peggiore della menzogna palese. Una possibile spiegazione potrebbe essere l’ostinata pretesa di manipolare il vero. Sarebbe troppo riduttivo limitarsi a spiegare la menzogna sistematica dei politici “navigati” con la loro ricerca del consenso ad ogni costo che, nella liberal-democrazia in fase terminale, coincide con la ricerca dei voti. La verità parla da sé, direbbe uno psicanalista, nelle motivazioni oscure, che sono poi le uniche reali. I politici mentono perché disprezzano i propri elettori. Tra la loro ricerca del consenso a ogni costo e la ricerca del bene comune o, quanto meno, della realizzazione di un suo qualche ritratto ideale o finanche ideologico c’è la stessa differenza che passa tra uno stupro e un rapporto d’amore consensuale. I politici, mentendo, confermano il loro incondizionato amore per il sistema liberal-democratico moderno. Non a caso e sistematicamente carpiscono con la brutalità ciò che non possono ottenere dalla libera e consapevole scelta dei loro “sudditi”. La menzogna moderna è fabbricata in serie e si rivolge alla massa. Così, se nulla è più raffinato della propaganda moderna, nulla è più grossolano del contenuto delle sue asserzioni, che rivelano un disprezzo assoluto e totale della verità». La massa – perché il Potere vuole “masse”, non popoli –che credono a tutto ciò che si dice loro. Purché si dica con sufficiente insistenza. Purché si lusinghino le loro passioni, i loro odi, le loro paure. Eppure, anche in politica, la menzogna è un segno di debolezza, non di forza, forse in democrazia ancor più che nei sistemi apertamente totalitari. La menzogna è un’arma. L’arma preferita dell’inferiore e del debole che, ingannando l’avversario, si vendica e ha la meglio su di lui. Ingannare significa anche umiliare e ciò spiega la menzogna spesso gratuita delle persone.  La menzogna è comunque sempre un segno di disprezzo.I politici mentono per disprezzo e attestano perciò la crisi profonda del sistema.. Sì, certo, si potrebbe obiettare, non tutti i politici mentono e, soprattutto, non sempre mentono; ma questo misto di verità e di menzogna è forse anche peggiore della menzogna aperta. Il tema non è nuovo, ma i potenti strumenti di comunicazione mediatica danno a queste domande antichissime un significato differente da quello del passato. Per secoli, la menzogna di massa si è confusa con la propaganda e, in modo particolare con l’indicare ai propri sudditi il nemico o il cattivo di turno. Il politico  mente anche ai “propri”, cittadini, elettori, sostenitori, in una proporzione che era sconosciuta ad altri tempi pure infelici. Lo sapeva perfettamente Adolf Hitler, che nel Mein Kampf sosteneva espressamente la necessità di mentire se devi mentire alle masse, deve trattarsi di una menzogna così abnorme da essere proprio per questo creduta. La menzogna è, difatti, la quintessenza di tutti i regimi, sia quelli vecchia maniera, come le dittature ideologiche del secolo scorso, sia quelli “soft”, caratteristici del sistema di disinformazione sistematica portato avanti dai poteri forti mediante l’illusione della democrazia elettorale. Qualcuno riderà di queste affermazioni, perché troverà difficile e masochistico ammettere, alla sua stessa persona, l’ aver contribuito all’elezione e consolidamento del potere costituito. La “presenza”, di una “opposizione” democratica, all’interno del sistema garantisce la legittimità dello stesso e tutti vivono e vivranno i festeggiamenti dell’Anno che verrà, per dirla, con le parole del defunto Lucio Dalla, in una famosa lettera all’amico trasferitosi in un’altra Galassia. Se la nostra libertà ci permettesse di decidere come comportarci, di conseguenza la nostra “autenticità” sarebbe un valore da sviluppare secondo il libero arbitrio e non attraverso un’accettazione incondizionata a comportamenti e principi che vengono propinati come giusti e incontestabili come ci conferma e ci rassicura Sparaballe.

Gigino Adriano Pellegrini 6 G el Tarik

giggino pell

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movimento 5 stelle amanteaMentre i vari assessori e consiglieri pensano a fare consuntivi di fine anno, al porto di Campora San Giovanni ogni giorno i pescatori si industriano per capire come sbarcare il lunario.

 

Dall’11 di novembre infatti la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Vibo Valentia Marina con l’ordinanza n. 48 ha disposto il divieto di ingresso e di uscita dal porto a qualunque tipologia di unità navale fino a nuova disposizione. Quindi il porto è chiuso, i pescatori non possono uscire , dunque non possono lavorare. E il Comune cosa fa? Come risolve questo disservizio dovuto alle incapacità amministrative di chi non è mai riuscito ad affrontare l’eterno problema dell’insabbiamento.

Eppure sono stati spesi molti soldi pubblici per costruire un bypass cui non è mai arrivata la corrente elettrica e che quindi non ha mai funzionato. Siamo stati sul posto con i pescatori, abbiamo constatato la situazione e non abbiamo visto nessuna ruspa, nessun mezzo al lavoro per risolvere il problemi.

Ma il sindaco o l’ assessore competente Cannata o il responsabile dell’ufficio manutentivo Pileggi cosa fanno? Come pensano di risolvere questo problema? Se ne stanno occupando o sono “in tutt’altre faccende affaccendati”? Dopo il sequestro nel mese di giugno la giunta nell’ambito del consiglio comunale del 4 luglio aveva mostrato grande sensibilità verso il problema dei pescatori. O almeno così sembrava fino al provvedimento di dissequestro pronunciato dal Tribunale del riesame il 18 luglio.

Aveva preannunciato un impegno per risolvere il problema del demanio nei cui confronti- è bene ricordarlo- esiste un debito del Comune di Amantea per un importo di tre milioni di euro.

Ma appena si sono spenti i riflettori tutto l’impegno è svanito insabbiandosi insieme al porto. Abbiamo recentemente raccolto informazioni presso la Direzione Regionale del demanio di Catanzaro e sappiamo per certo che nessuno dei nostri amministratori si è visto o sentito.

Nessun impegno sul fronte della concessione e degli indennizzi demaniali e nessun impegno sul fronte dell’insabbiamento e dell’inagibilità. Eppure le casse del comune si finanziano anche con le entrate derivanti dalla gestione del porto.

Dove finiscono questi soldi se non si fa la manutenzione necessaria per consentirne l’uso ai pescatori? Domande che poniamo con forza e decisione, domande poste da cittadini che a farsi prendere in giro non ci stanno più!

www.amantea5stelle.it

 

Video dell'incontro 

https://www.youtube.com/watch?v=_pBpqjKhepk

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locandinaSabato 20 dicembre alle ore 18.00 presso il Teatro del Campus “Francesco Tonnara” sito in Via Vulcano ad Amantea, si terrà la 31esima edizione del Concerto di Fine Anno da parte del Concerto Bandistico “Mario Aloe” città di Amantea diretto dal Maestro Roberto Francescano.

Ospite d’onore della serata sarà il Colonnello Vincenzo Borgia, già Maestro Direttore della Banda dell’Arma dei Carabinieri, al quale l’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Monica Sabatino, riconoscerà (prima dell’inizio del concerto) la cittadinanza onoraria. Il Maestro Borgia, ha iniziato da giovanissimo gli studi musicali, diplomandosi in tromba con il maestro Reginaldo Caffarelli, in strumentazione per banda con Salvatore Rubino ed in composizione con Dino Milella, Alfredo De Ninno e Armando Renzi. E’ stato insignito altresì, di numerosi riconoscimenti artistici tra cui il “Diploma di Medaglia d'Oro ai benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte” e, recentemente, l'Onorificenza di Commendatore, conferitagli dal Presidente della Repubblica Italiana, e la “Croce d'Argento al merito dell'Esercito”. Sotto la sua direzione la Banda dell'Arma dei Carabinieri ha toccato le maggiori città di tutto il mondo. Il programma del concerto di sabato 20 dicembre, redatto attentamente dal Maestro Roberto Francescano prevede in apertura il classico Canto Natalizio (Astro del cielo, titolo italiano di Stille Nacht), Ammerland (brano di Jacob De Haan, compositore contemporaneo olandese), La Traviata atto I (opera di Giuseppe Verdi), Ricordo (valzer lento del Maestro Mario Aloe, premiato con medaglia d'Oro al concerto nazionale di Palermo nel 1929), Dicitencello vuje (canzone napoletana scritta nel 1930 da Rodolfo Falvo ed Enzo Fusco). La seconda parte invece si apre con la marcia sinfonica Dorotea (composta dal Maestro Vincenzo Borgia, un genere musicale sviluppatosi in particolare nell'Italia centro-meridionale), La Donna è mobile (l'aria che il Duca di Mantova (tenore) intona nel terzo ed ultimo atto del Rigoletto di Giuseppe Verdi), Cavalleria Rusticana - Intermezzo (dall’opera di Pietro Mascagni), 'O surdato 'nnammurato (canzone napoletana, scritta dal poeta santegidiano Aniello Califano), Quadro per un giglio (brano composto dal Maestro Bernardino Picone), Nessun Dorma (celebre romanza per tenore della Turandot di Giacomo Puccini). Si conclude con la marcia Radetzky (con la quale la banda ogni anno saluta tradizionalmente i suoi concerti) e con il Canto degli Italiani (Mameli – Novaro). Il concerto vedrà la partecipazione del tenore Alessandro D’Acrissa e del Soprano Rosaria Buscemi. Presenta Luigi Granditetti. Ingresso Libero

centro storicoTanta passione, pochi denari ma soprattutto la voglia di condividere un percorso artistico e di fede che si rinnova di anno in anno nel segno della tradizione.

A pochi giorni dal Natale si sono oramai conclusi i lavori di realizzazione dei presepi nelle chiese della città. Si tratta di autentiche opere d’arte che vanno contemplati con calma e ammirati nei piccoli particolari. Ognuno di essi del resto è portatore di un messaggio di pace universale.

Sono tanti i luoghi di culto nepetini che hanno aperto le proprie porte per consentire ai maestri della cartapesta, del legno e della scultura di rappresentare la propria idea della Sacra Famiglia: la parrocchia di San Biagio (chiesa Madre), il complesso conventuale di San Bernardino da Siena, la parrocchia di Santa Maria La Pinta (Cappuccini), quella di San Pietro Apostolo (Campora San Giovanni), la chiesa di San Giuseppe, quella del Carmine e quella dedicata a Sant’Elia Profeta (Collegio) a pochi passi dai ruderi del castello. L’arte presepiale amanteana annovera, inoltra, tanti giovani artigiani che, tra mille sacrifici, portano avanti questa millenaria tradizione per regalare a grandi e bambini un sorriso di pace.

Il proliferare di queste iniziative, unite alla storicità del presepe realizzato dal maestro Giuseppe Curcio, consente di vivere Amantea sotto una veste diversa, che potrebbe essere sintetizzata con l’espressione “turismo dell’anima”. Percorrere le strade della città per raggiungere le varie chiese significa non soltanto compiere un viaggio nella memoria, ma anche apprezzare quei particolari del paesaggio che la vita quotidiana, a volte troppo veloce, nasconde agli occhi dei meno attenti. I comignoli fumanti per i focolari accesi e gli odori delle pietanze che si spandono per le vie rappresentano alcuni dei valori aggiunti che turisti e visitatori possono apprezzare in questo girovagare all’insegna dell’arte. Per non parlare poi degli aspetti architettonici e monumentali che ricordano anche ai meno esperti le dominazioni e le frequentazioni che hanno interessato Amantea nel corso del suo passato.

Alle fasi di preparazione – ed è probabilmente questo l’aspetto più rilevante – hanno partecipato adulti e bambini, ma anche giovani e donne che sacrificano parte del proprio tempo per imparare dai maestri le diverse tecniche, consentendo il mantenimento di una tradizione che negli ultimi anni ha registrato un numero sempre più alto di appassionati. Ad Amantea l’arte del presepe è più viva che mai ed è con questa ricchezza che la comunità si appresta a vivere questo momento di serenità e di festa.

Ufficio stampa comune di Amantea

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Pubblicato in Cronaca

Monica SabatinoL’esecutivo guidato dal sindaco Monica Sabatino ha incontrato, presso la sala consiliare del comune di Amantea, i referenti degli organi d’informazione.

La riunione, fortemente voluta dal primo cittadino, ha rappresentato un momento di confronto tra l’amministrazione comunale ed i giornalisti delle diverse testate, allo scopo di proseguire, nel rispetto dei ruoli e delle funzioni, il lavoro di divulgazione svolto fino a questo momento.

«Rispetto al recente passato – ha rimarcato il primo cittadino – abbiamo notevolmente ampliato la capacità di penetrazione mediatica dell’ente municipale. Negli ultimi tre mesi, dal momento in cui l’ente si è dotato di un ufficio stampa, sono stati inviati più di cento comunicati; sono stati realizzati alcuni docufilm di particolare rilevanza, come il consiglio comunale straordinario sulla legalità, la Fiera di Ottobre, la Giornata contro la violenza sulle donne e il Mercatino di Natale di Campora San Giovanni che hanno consentito di mostrare un’immagine dinamica e positiva della città sui nuovi media e sui social network. Ogni singola attività è stata programmata e pianificata con il duplice obiettivo d’informare in maniera costante l’intera collettività e di aumentare il livello di partecipazione della stessa alla vita politica e amministrativa della città. Il varo del nuovo sito (consultabile all’indirizzo www.comuneamantea.gov.it) rappresenta un importante passo in avanti non solo nella direzione della trasparenza, ma anche verso quella forma di digitalizzazione dei servizi che vede la città certamente in ritardo rispetto ad altri comuni. La piattaforma informatica sarà migliorata e potenziata nei prossimi mesi, arricchendosi dei contributi da parte degli utenti che hanno già iniziato a inviare consigli e segnalazioni. Partiamo da questi aspetti positivi ben coscienti che molto altro deve essere fatto e che i problemi di Amantea, Campora San Giovanni e delle altre aree rurali e periferiche vanno affrontati e risolti, ascoltando la gente e percependone i problemi e le aspettative. Da questo punto di vista la funzione di stimolo da parte della stampa è di fondamentale importanza, ecco perché incontri di questo genere, che nei prossimi mesi verranno certamente replicati, rappresentano una componente fondamentale nel percorso di crescita di ogni amministrazione che vede nel bene della collettività il fine supremo della propria azione. Sulla base di questo presupposto voglio evidenziare l’avvio del servizio di raccolta differenziata: un traguardo raggiunto tra mille difficoltà, ma anche una speranza per avere una città migliore, più pulita. L’eliminazione dei cassonetti rappresenta un cambio di abitudini e insieme di mentalità che consentirà anche l’innalzamento del senso civico di ognuno di noi. Amantea, così come ha fatto Campora San Giovanni, è pronta a cogliere una sfida che consentirà di vivere in una società più attenta e coinvolta nelle problematiche legate alla salvaguardia ambientale. Non meno importanti i lavori attualmente in corso di realizzazione nel quartiere Catocastro che consentiranno dopo anni, se non decenni, di rendere visitabile e fruibile l’antica chiesa di San Francesco d’Assisi. Un primo passo di fondamentale importanza per fare in modo che Amantea e gli amanteani possano riappropriarsi di una delle pagine più belle e interessanti, ma nel contempo poco conosciute, della propria storia».

«Le questioni che abbiamo dovuto affrontare nel corso del 2014 – prosegue la Sabatino – non sono state certo di poco conto. Subito dopo l’insediamento, a ridosso della stagione estiva, ci siamo preoccupati di strutturare un programma capace di rilanciare l’immagine turistica e soprattutto di favorire l’operato delle attività commerciali. I risultati da questo punto di vista, nella consapevolezza che tutto può essere migliorato, sono incoraggianti: gli esercenti confermano nel periodo estivo una lieve ripresa rispetto all’anno precedente. Un risultato che in tempi di crisi vale doppio. Allo scopo di creare continuità tra estate e inverno abbiamo realizzato un calendario che proseguisse anche nei mesi più freddi, nella certezza che da ciò potrebbero derivare risposte importanti sul fronte occupazionale: se aumenta la fruizione del prodotto Amantea, commercianti ed imprenditori saranno portati nel breve tempo ad assumere nuovo personale. E crediamo che anche su questo particolare aspetto le buone notizie non tarderanno a venire. L’interesse crescente che la città ha iniziato a riacquisire dopo anni di oblio consente di intravedere l’uscita dal tunnel. Merito che va condiviso con le forze sane della città che quotidianamente contribuiscono alla crescita culturale e sociale dell’intero comprensorio. La partecipazione popolare agli eventi di maggior successo conferma questo rinnovato interesse che porterà contributi notevoli dal punto di vista prettamente economico. Abbiamo restituito al Campus Francesco Tonnara le funzioni aggregative e culturali che merita di svolgere a pieno titolo. La struttura comincia ora a farsi apprezzare da organizzatori e promoter ed una volta a regime diventerà centro propulsivo per il turismo congressuale, aprendo per la città un altro filone di sviluppo fino ad ora poco sfruttato. Abbiamo affrontato, e continuiamo ad affrontare, le questioni ereditate dal passato. Mi riferisco alla vicenda del porto turistico, della Scogliera di Coreca e della permanenza degli esuli africani ospitati all’ex hotel Ninfa Marina. Su questo ultimo aspetto il confronto con le forze dell’ordine è pressoché continuo, così come con la Prefettura di Cosenza, pur non avendo, ed è bene sottolinearlo, nessuna competenza in materia. Sulla Scogliera di Coreca abbiamo dato senso e significato al concetto di democrazia partecipata. Nelle prossime ore verrà aperto un tavolo tecnico tra ambientalisti ed esperti. Ognuno porterà le proprie opinioni e le proprie idee, cercando di individuare una soluzione che sia la più possibile condivisa. L’obiettivo fortunatamente è comune: restituire a Coreca il fascino di un tempo. Ascolteremo tutti e prenderemo le decisioni più appropriate. Nessuno si sottrarrà alle proprie responsabilità. Più articolato il discorso sul porto che merita certamente maggiore attenzione e che deve essere integrato con il territorio per contribuirne al rilancio. Da questo punto di vista lavoriamo da tempo ad un progetto di ampio respiro che ci auguriamo di realizzare con l’inizio del nuovo anno. Abbiamo portato a termine la redazione del Piano strutturale associato e ben presto inizieranno i lavori per l’implementazione della banda larga».

«In questi mesi – conclude il sindaco – abbiamo dimostrato di avere le spalle grandi e robuste per sostenere critiche troppo spesso gratuite, fatte senza cognizione di causa o per colpire la giunta dal punto di vista politico, “rea” di troppa gioventù e di poca esperienza. Ritengo invece che abbiamo dimostrato il contrario: alla lungimiranza di chi ha già vissuto percorsi amministrativi rilevanti abbiamo abbinato la freschezza ed il dinamismo delle nuove generazioni. Ogni giorno impariamo e proponiamo, colloquiando e incontrando i cittadini, nella consapevolezza che se meriteremo la loro fiducia avremo reso Amantea migliore di come l’abbiamo trovata».

Ufficio stampa comune di Amantea

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coricaSi è tenuta nei giorni passati ad Amantea la riunione promossa dal Sindaco Monica Sabatino per incontrare i referenti della Regione Calabria – Uff. Lavori Pubblici e le Associazioni che, ormai da tempo, avversano il Progetto Regionale di Difesa del litorale in Località Coreca.

L’incontro ha avuto la finalità di offrire un momento di confronto sul progetto che prevede una difesa altamente impattante dello scoglio di Coreca, dove è prevista una barriera lunga oltre 100 metri lineari, posta su fondali con profondità di 3,50 metri, il tutto emerso oltre due metri sopra il pelo dell’acqua.

Per gli ambientalisti, per i cittadini residenti a Coreca (tranne qualcuno) e per l’intera Amministrazione Comunale (Maggioranza ed Opposizioni) – almeno fino a qualche giorno fà – la proposta è ritenuta davvero inaccettabile. Il Sindaco ha invitato ed accompagnato i Tecnici regionali a fare un sopralluogo in località Coreca prima di iniziare l’incontro.

La riunione, dopo i saluti del Sindaco Sabatino ha lasciato la parola al Responsabile del Procedimento Ing. Giuseppe Iritano che ha chiaramente detto di riconoscere tutto l’impatto ambientale che tale intervento andrebbe a determinare, ma che è difficile fare opere ad impatto zero, che il progetto è corredato da tutti i pareri e che potrebbe essere considerato cantierabile se il Comune decidesse di dare il via all’opera.

L’intervento al momento è fermato dalla delibera Comunale del 18 settembre 2014. In alternativa si possono valutare altre proposte che probabilmente saranno meno efficaci, ma verosimilmente meno impattanti come la stessa Sabatino chiede.

Il sindaco ha anche proposto di utilizzare parte di questo finanziamento per la messa in sicurezza delle strutture pubbliche e private (quindi SS18, Alberghi ed abitazioni) e di rinviare l’intervento a tutela dello scoglio che ad oggi non rischia nulla. E’ quindi intervenuto il progettista ing. Alberto Borsani che naturalmente ha difeso il suo progetto, da lui stesso definito “non bello a vedersi” ma – a suo dire – efficace; ha ricordato il dissenso di qualche anno fa il compianto Sindaco Franco Tonnara che aveva bocciato l’opera.

E’ seguito l’intervento dell’arch. Ruggiero (rappresentante di minoranza), intervento per lo più mirato a scusarsi “un calo di stile” precedente con un componente del Comitato di Quartiere di Campora San Giovanni,  dopodiché apprezzando le tesi del progettista Borsani ne ha riconosciuto la validità – tanto da farle proprie e di ritenere – oggi – l’opera valida; da lì a poco ha salutato ed è andato via.

A seguire anche l’Assessore Tempo è convenuto sull’opportunità di realizzare l’opera, ritenendola anche lui valida.

Un momento toccante è stato l’intervento di un trentenne di Coreca che ha puntato il dito sull’opportunità prevista dal progetto di utilizzare per il ripascimento 43.000 metri cubi di sabbia prelevata nell’alveo del fiume Oliva (notoriamente inquinato da metalli pesanti) e guardando negli occhi i tecnici ha urlato “io sono già stato operato di tumore, a Coreca non porterete proprio nulla, quella è casa mia!!!”. l’intervento del dott. Nicola Cantasano del CNR e Resp.le Scientifico del CEAM WWF ha sottolineato il danno che alla flora ed alla fauna presente nei fondali degli scogli di Coreca un intervento di questo tipo comporterebbe, ha poi proiettato l’intervento già realizzato sul litorale veneto, dove i risultati ci sono stati e l’impatto è stato mitigato, quindi interventi diversi si possono fare. Antonio Cima (Borgo Chianura) parafrasando la sua esperienza di esperto informatico ha spiegato che un progetto è sempre frutto di analisi, di problematiche, di possibili soluzioni – sempre più di una – valutazioni di quest’ultime, di analisi dei costi e quindi, solo in fine, della scelta più opportuna. Invece, ha continuato Cima rivolgendosi a Borsani, “appare palese che a lei ing. Borsani sia stato detto abbiamo 900.000 euro da spendere su Coreca per tutelarla dai marosi, ci faccia un progetto!”. Con imbarazzo ma con grande onestà Borsani ha risposto: è vero, ma visto che a mio avviso non erano sufficienti ho chiesti una integrazione di altri 200000 euro che sono stati aggiunti più tardi.

Secondo l’ing. Aurelio Longo (Fare Ambiente), prima di progettare e conseguentemente realizzare altre opere a mare, specie se strutturali e invasive, occorre risalire alle cause dei mancati apporti solidi provenienti dall’azione costante e continua di fiumi, torrenti e “corsi d’acqua minori” che veicolano la materia solida.

E' infatti ampiamente dimostrato che i risultati e gli effetti prodotti dalle opere di sistemazione del litorale costiero, fino ad oggi, purtroppo hanno spesso e volentieri disatteso gli sperati benefici.

Gli studi meteo-marini per tale tipologia di opere sono necessari e di fondamentale importanza, ma evidentemente non bastano da soli al giusto e corretto indirizzamento degli interventi.

E' necessario che i progetti abbiano un capitolo dedicato totalmente ad un’azione partecipata sul territorio da cui ricavare le informazioni del recente passato, soprattutto attraverso testimonianze locali, valutandone ovviamente la veridicità, e su queste imperniare lo studio della valutazione ambientale per quelle porzioni di territorio di pregio storico-paesaggistico quale Coreca.

Garritano del Comitato di quartiere di Campora ha più volte ribadito il “no” dei corachesi a quest’opera, ha più volte sottolineato che l’opera è mancante delle necessarie prove di simulazione in vasca, anche se il progettista ribatte che sarebbero superflue e che il modello matematico è più appropriato e meno costoso.

Da quello che oggi ci viene proposto, ha detto Falsetti (WWF), penso di poter dire che questi tecnici non hanno brillato per parsimonia nello spendere il territorio; alzare una muraglia cinese d’avanti allo scoglio avrà protetto il sito dai marosi, ma Coreca come immagine simbolo di questo territorio non ci sarà più………. e questo per l’intera cittadinanza di Amantea non può essere accettabile. 

Credo giusto invece un intervento avente impatto visivo contenuto, riconoscendo le potenzialità di una Coreca tutelata in maniera consona e rispettosa delle attitudini turistiche del territorio amanteano, territorio che non può prescindere dalle molteplici dimensioni che ruotano intorno alla tutela del paesaggio. Imbrattare Coreca equivale a compromettere l’identità di Amantea.

A chiedere la revisione del progetto oggi c’è un’intera città. Il mondo associativo che noi rappresentiamo, e l’Amministrazione comunale, in coro chiediamo una tutela meno impattante che nel resto del paese è la normalità. Perdere Coreca è, per tutti noi, un prezzo che non possiamo pagare! Troppe volte ci siamo assoggettati a scelte calate dall’alto, scelte delle quali ogni giorno paghiamo il prezzo sotto forma di territorio che scompare o comunque compromesso.

Ve ne dico una: il fenomeno erosivo quale risultato della dissennata politica delle barriere emerse frangiflutto, che hanno creato erosione a sud di ogni singola barriera, innescando un sistema dove a barriera si è intervenuti con altra barriera e cosi via.

Periodicamente si deve intervenire proponendo una serie di ricariche di queste barriere con costi esorbitanti; vorrei chiedervi quanto ci costa una ricarica di questo tipo? Quante montagne dobbiamo sacrificare per ricavare la quantità di massi necessaria?

Probabilmente con quanto si spenderà per ricaricare queste barriere si poteva fare uno studio serio dell’intera costa tirrenica che andasse ad analizzare le correnti e quindi a proporre eventuali rimedi meno impattanti per contrastare l’erosione.

Da due giorni si è insediato il Presidente Oliverio, vogliamo incontrarlo, riteniamo necessario conoscere la sua posizione, che auspichiamo in discontinuità con il recente passato, possiamo dire di avere la sua disponibilità nel giro di qualche settimana perché ci siamo già adoperati per fissare tale incontro e siamo sicuri che non ci negherà l’appuntamento.

Valorizzare pienamente le  risorse paesaggistiche può essere davvero la grande ricchezza di opportunità offerte ai calabresi, e nel caso di specie agli amanteani, e per far questo basta invertire registro, basta spendere il tempo di tutti noi nell’interesse della collettività e non dei singoli, pure se legittimamente portatori di interesse, ma interesse personale.

Integrare alle buone prassi il buon senso, relazionarsi con il territorio rispettandolo e non mortificarlo. Se questo venisse fatto –oggi- tutti noi che abbiamo contribuito ad arricchire quel valore aggiunto che è la crescita sociale di un territorio, avremmo tutelato la nostra costa – Coreca compresa –, il tutto nello stile del dialogo e della sobrietà, avremmo aperto la porta ad un modo nuovo di affrontare le problematiche caratterizzate da una coscienza etica che ispira comportamenti positivi e responsabili.

Da cittadino, prima che da ambientalista, continuo a chiedermi se davvero, TUTTI, ci siamo sforzati di valutare una soluzione alternativa al progetto di difesa di Coreca e dell’intero litorale. Già il fatto che si continuano a fare piccoli interventi senza una contestualizzazione in un piano integrato dell’intera costa tirrenica mi fa supporre che è mancato questo sforzo. Continuo ad essere sempre più convinto che si può fare di più, le risorse intellettuali ci sono – per quanto riguarda noi Associazioni continueremo a dire “NO” a questo intervento definito di tutela, tutela sicuramente teorica ma non certo effettiva.

Il nostro non sarà un assopito ruolo di cittadini passivi, convinti come siamo che la tutela ambientale non è un fine ma una opportunità quando si sa interpretare; opportunità  di salvaguardare la nostra spiaggia d’eccellenza e, magari, l’immagine simbolo della nostra città.

Diana Bruni (The Convent Centre) rivolgendosi al progettista ha detto: al di là di quello che lei ritiene, dove risiede l’evidenza scientifica che il ripascimento con barriere sia l’unica modalità di protezione del litorale? In Olanda dove sono specialisti, e non da oggi, nella conquista  di terra a discapito del mare - tiene, la sabbia rimane li. E rivolgendosi al Sindaco: l’essenza dell’essere amministratori, direi della nobiltà come arte della politica della mediazione sta nel coraggio di prendere delle decisioni, coraggio che pare proprio a lei non manchi.

Il progettista ha spiegato che le correnti olandesi sono completamente diverse da quelle del tirreno cosentino.

Franco Suriano (proprietario del MAREBLU’) a Coreca, ha spiegato con grande sicurezza e conoscenza, i venti e le correnti che interessano Coreca – io vivo da sempre il mare ha ribadito – quello che pensate di realizzare non mi porterà via solo l’albergo…… ma anche la casa – credo che non ci avete capito proprio niente!

Riguardo alla sabbia da prelevare nell’Oliva l’ing. Borsani ha spiegato che sarà caratterizzata prima e che, comunque, tale quantità di sabbia arriverebbe naturalmente a mare nel giro di due anni.

Falsetti ha ribadito che il sito del fiume Oliva è tutt’ora monitorato dagli Enti di controllo con piezometri fissi disseminati lungo l’asta fluviale e che la stessa Regione Calabria prima e l’ISPRA dopo hanno eseguito la caratterizzazione del sito e l’hanno definito altamente inquinato da metalli pesanti. L’ing. Pierluigi Mancuso dell’Ass.to Ambiente della Regione Calabria pur dando atto dell’impatto ambientale/visivo che l’intervento comporterebbe lo ritiene risolutivo e capace di ricreare spiaggia. Ha poi spiegato ai presenti le priorità del Master plan per la difesa della costa previsto dalla Regione Calabria. All’incontro era presente la dott.ssa Monica Albano della Regione Calabria. 

In conclusione, l’ing. Iritano ha preso l’impegno con il Sindaco Sabatino e con i rappresentanti delle Associazioni che a breve convocherà un tavolo tecnico presso l’Assessorato regionale con il fine di una ulteriore valutazione, magari di più ben articolate proposte alternative da parte dell’Amministrazione; a tale tavolo sarà invitata anche una rappresentanza delle Associazioni Ambientaliste che potranno avanzare una proposta di soluzione da loro ritenuta appropriata.

L’auspicio di tutti e che tra qualche anno di Coreca non si dovrà parlare anteponendo l’avverbio di luogo/tempo……….. “C’era una volta..!!!!!!!!”

La consigliera di Minoranza Concetta Veltri del gruppo Insieme per la Città ha protocollato la seguente interrogazione scritta diretta al sindaco della città Monica Sabatino:

 

La interrogazione verte sull’utilizzo dei voucher in corso in questi giorni nella cittadina.
La consigliera ha chiesto una risposta scritta. 

Questo il testo della interrogazione:

“La sottoscritta Veltri Concetta consigliere comunale della lista “Insieme per la città”, in merito all'utilizzo dei Voucher lavorativi acquistati ed utilizzati dal Comune di Amantea Chiede risposta scritta su quanto segue:

1. Quanti Voucher sono stati acquistati ed utilizzati.

2. In quali periodi sono stati utilizzati, per quali progetti e per quante persone.

3. Chi sono i coordinatori dei progetti che hanno usufruito dell'utilizzo dei Voucher.

4. Quali sono state le modalità di reclutamento del personale.

5. Quali sono state le modalità e gli orari di impegno dei lavoratori.”

Non si è limitata a quanto precede la consigliera di minoranza ma ha anche chiesto di sapere se ai voucheristi siano state consegnate casacche o altro che ne permettesse il riconoscimento quali lavoratori "dipendenti" del Comune di Amantea.
La consigliera ha anche chiesto si sapere chi siano stati i coordinatori dei voucheristi e se gli stessi abbiano effettivamente controllato i lavoratori durante la realizzazione del progetto.
In sostanza si tratta di un dovuto esercizio di controllo del funzionamento della macchina burocratica del’ente e sul rapporto costi del servizio/ efficacia del servizio.
Conclude la consigliera Veltri invitando il sindaco al rispetto dei termini di legge: “ Resto in attesa di riceve tutte le informazioni di cui sopra augurandomi che vengano rispettati i termini di legge per le risposte alle interrogazioni”.

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riunioneUn confronto sereno e costruttivo che seppur nella diversità delle posizioni ha messo in luce l’obiettivo comune di fare tutto il possibile non solo per salvare la zona di Coreca, ma per restituirle la dignità che merita.

 

La riunione tra i progettisti che hanno ideato il piano di ripascimento costiero che prevede la costruzione di una barriera emersa lunga 107 metri e con un’altezza sulla cresta dell’acqua di due metri, le associazioni che propendono per la realizzazione di una scogliera soffolta come quella costruita a protezione della rupe di Tropea, e l’amministrazione comunale che cerca di determinare una soluzione che oltre a essere la più condivisa possibile garantisca anche il risultato ottimale, ha avuto inizio con qualche minuto di ritardo.

Il sindaco Monica Sabatino e gli ingegneri Alberto Borsani e Franco Lorello, referente dell’ufficio tecnico comunale, hanno effettuato prima dell’incontro l’ennesimo sopralluogo allo Scoglio Grande di Coreca per potersi rendere conto, ancora una volta, della realtà delle cose.

Le criticità non mancano di certo: nella zona a Sud il litorale che protegge il rilevato stradale ed alcuni fabbricati tende progressivamente a ridursi, mentre nella zona a Nord le fondamenta del muro che sorregge il rilevato stradale del vecchio tracciato della Ss 18 è oramai ben visibile. Segni evidenti che è necessario intervenire.

«Oltre a queste necessità – spiega il primo cittadino – incombe la problematica relativa alle diffide che i titolari di alcuni stabili hanno inoltrato all’ente municipale a salvaguardia delle rispettive proprietà, minacciate dal possibile avanzare dal mare. Siamo ben coscienti del valore che la Scogliera di Coreca ha assunto nell’immaginario collettivo e siamo consapevoli che dobbiamo fare qualcosa.

E le variabili non sono certo di poco conto: da un lato la possibilità che il finanziamento stanziato dalla Regione Calabria su disponibilità dell’Unione Europea possa tornare a Bruxelles è concreta, dall’altro il rischio che venga dato il via libera ad un’opera che potrebbe mutare l’aspetto originario di Coreca è quanto mai presente.

Ci troviamo dunque ad agire in questo scenario, ecco perché abbiamo chiesto agli esperti, che sono i nostri punti di riferimento, di confrontarsi tra loro e di sottoporci le proprie conclusioni in tempi strettissimi, consentendoci di non perdere il finanziamento già stanziato.

A breve verrà convocato un tavolo tecnico tra le parti per consentire di analizzare nel dettaglio l’intero iter e dare alla luce un piano unico condiviso da ambientalisti, progettisti e amministrazione. In fondo l’obiettivo comune è dare un futuro a Coreca ed è da questo che dobbiamo ripartire».

Ufficio stampa comune di Amantea

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vigili urbanoIl Codice della strada riscritto dalla giurisprudenza e la centralizzazione degli acquisti per i comuni non capoluogo sono stati gli argomenti della giornata di studio delle Polizie Locali che si è tenuto al Campus “Francesco Tonnara”.

 

L’evento, organizzato dalla Infopol con il prezioso supporto del Comando di Polizia Municipale diretto dal comandante Emilio Caruso, è stato programmato per assicurare continuità progettuale ai percorsi di formazione continua dedicati ai vigili urbani, intrapresi lo scorso anno e che ha consentito alla città di Amantea di entrare a pieno titolo in questo particolare circuito.

«Le varie sessioni di lavoro – spiega il comandante Caruso – hanno riguardato tematiche particolarmente attuali che hanno attratto l’attenzione di operatori e funzionari provenienti dai centri delle cinque provincie calabresi. L’approfondimento sulle norme del Codice della strada è stato curato da Alessandro Casale, comandante della Municipale di Monza, che ha dato vita ad un interessante confronto, stimolato anche dall’intervento autorevole del vice prefetto Alberto Grassia.

Particolarmente importante e ricca di spunti la sessione pomeridiana interamente rivolta agli approvvigionamenti pubblici con particolare riguardo al tema dell’introduzione della “Centrale unica di committenza”, obbligatoria per i comuni non capoluogo di provincia a partire dal prossimo 1 gennaio.

Su questo particolare aspetto sono stati davvero notevoli gli spunti interpretativi forniti dalla relatrice Guido Iorio, segretario generale della Provincia di Piacenza, considerata una delle maggiori esperte nazionali in materia».

«Dopo la brillante esperienza dello scorso anno – conclude Caruso – il comune di Amantea consolida la sua connotazione formativa in materia di Polizia Municipale, fungendo da centro attrattore e aggregatore delle diverse realtà regionali».

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violenzaSi terrà giovedì 11 dicembre alle ore 17.30, presso la sala consiliare di corso Umberto I, il convegno organizzato dalla Consulta per le pari opportunità, presieduta da Giusi Osso, sul tema “Il coraggio di parlare. Donne e violenza: diamo voce al silenzio”.

 

L’incontro intende affrontare un tema quanto mai attuale, analizzandolo dai diversi punti di vista.

Il corposo programma degli interventi prevede i saluti del sindaco Monica Sabatino, della stessa presidente Osso e di Alessandra Lappano che dirige la Commissione pari opportunità del comune di Castrolibero. Interverranno poi Cinzia Altomare, storico ed archivista, Nadia Gambilongo, sociologa, Maria Giovanna Napoletano, psicologa, Monica Capizzano, criminologa ed esperta di droghe da stupro, Francesca Rennis, giornalista, Antonio Bianchi, avvocato e presidente della Camera minorile di Castrovillari. I lavori saranno moderati da Anna Canè.

«Ringrazio – ha spiegato la Osso – i membri della Consulta per aver creduto in questo progetto e per aver fornito non soltanto un apporto lavorativo e professionale, ma anche emozionale. Questo incontro vuole rappresentare un primo passo verso la strada della conoscenza, dell’informazione e della sensibilizzazione. Un mezzo per prendere coscienza di un problema che non può essere taciuto o sottovalutato. Un modo per essere vicine alle donne che non possono essere lasciate sole».

Attese anche le letture curate da Franca Dora Mannarino e tratte dai libri “Gli uomini con cambiano” di Antonio Bianchi, “Nessuno mi chiese mai” di Francesca Rennis, “Le fate italiane” di Nadia Gambilongo. Verranno proiettati inoltre i cortometraggi realizzati dai Cinematici, un gruppo di cinque giovani adolescenti che attraverso le loro opere filmiche affrontano argomenti di grande attualità. Sarà allestita, inoltre, una mostra fotografica, curata dall’artista dell’immagine Tiziano Grillo e verranno declamati i versi di prosa dello scrittore Ciccio De Rose.

Ufficio stampa comune di Amantea

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I Racconti

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