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Un altro brillante “colpo”degli Agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Paola coordinata dal vice questore aggiunto Raffaella Pugliese.

Sono finiti in manette: Ermenegildo Gatto, 55 anni, Lorenzo Agostino, 43 anni, Giuseppe Mazzei, 32 anni, quest’ultimo già noto alle forze dell’ordine.

Secondo il Commissariato di Paola i tre hanno aggredito e minacciato di morte una persona nei confronti della quale sostenevano di vantare un credito rivelatosi inesistente.

I poliziotti si sono presentati nel momento della consegna del denaro ed hanno arrestato i tre in flagrante.

L’accusa è di estorsione aggravata

La vittima dell'estorsione stanca dei soprusi e forse anche oggetto di minacce ha provveduto a denunciare alla Polizia quanto stava accadendo.

In sostanza i tre vantavano un credito presunto di 300 euro risalente al 2007.

Ora chiedevano circa mille euro.

Ma gli agenti della squadra di Polizia giudiziaria del Commissariato di Paola si sono appostati nei pressi del locale pubblico dove è avvenuto l'incontro fra i tre e la vittima e nel momento opportuno sono intervenuti arrestando i tre estortori

Contestato il reato di estorsione in concorso aggravata dall'uso delle armi.

Stamattina si è svolta l'udienza di convalida.

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cambia paola

Nota stampa di Cambia Paola e invito ai cittadini, alle parti sociali, ai comitati di quartiere, alle associazioni, ai movimenti e ai partiti politici all'assemblea che si terrà il 12 luglio alle ore 19 presso il Dopolavoro Ferroviario.


La nostra città è allo sbando: legalità e sicurezza, disoccupazione, lavoratori non pagati, mala gestione dei servizi essenziali (rifiuti e acqua in primis), clientele, iniquità fiscali, inquinamento del territorio, dissesto idrogeologico, economia e turismo, trasparenza amministrativa e finanziaria, sono problemi prioritari che richiedono uno sforzo straordinario da parte di chi ha a cuore il benessere dei cittadini.
In due anni e mezzo abbiamo elaborato decine di proposte e progetti per il bene comune. Proposte e progetti costruiti con i suggerimenti ricevuti da singoli, associazioni, comitati, attraverso strumenti informatici e incontri diretti nelle piazze. Ne è scaturito un programma a maglie larghe, appositamente concepito per arricchirsi del contributo di ciascuno.

Ciascuno nel proprio lavoro, nel proprio quartiere conosce meglio di chiunque altro i problemi veri ed è in grado di indicare le soluzioni più efficaci.


Tutto ciò è nato dal profondo disgusto per le manovre che hanno caratterizzato la formazione dei blocchi alle passate elezioni amministrative del 2012: alchimie “politiche” concepite in penombra, nel chiuso di laboratori in cui la città non entrava; promesse blindate e preconfezionate che soffocavano la partecipazione e mortificavano i bisogni reali. Per settimane i giornali raccontarono di coalizioni che si facevano e si disfacevano solo in funzione del nome di chi avrebbe dovuto gestire il potere per garantire gli interessi della casta locale, senza che nessuno si preoccupasse degli interessi reali dei cittadini.
Allora proponemmo di “Cambiare metodo e di cambiare facce” e riteniamo che questa debba essere ancora la parola d’ordine di una città che vuole cambiare passo: un metodo politico nuovo, che parte dal basso e valorizza le persone, il loro talento, la loro sensibilità. Devono essere i cittadini in prima persona a indicare le priorità, scegliendo come deve essere la Paola di tutti. Basta con i candidati scelti dall’alto che chiedono il voto pretendendo una delega in bianco.

Devono essere i cittadini a proporre nomi e cose da fare, riguadagnando la propria sovranità e realizzando finalmente quella democrazia partecipata che è l’unico modo per restituire ai paolani il controllo delle proprie scelte. Occorre dimostrare ai figuranti incapaci, buoni solo a gestire interessi privati e clientele, che la società civile paolana è in grado di assumersi le proprie responsabilità, di tornare a bordo della nave e di guidarla fuori dalle secche del malaffare. Le forze competenti e rispettabili della città devono dimostrare di saper diventare protagoniste del proprio presente per ricostruire il proprio futuro.
Siamo di fronte ad una crisi senza precedenti: una crisi di valori, economica, occupazionale, progettuale. Occorre uno scatto di reni cui l’attuale classe politica, troppo spesso sganciata dai problemi reali, dimostra ogni giorno di essere inadatta.


Le idee principali del nostro progetto sono note (https://www.facebook.com/groups/cambiapaola/466068053520949/) e sono ancora una volta messe a disposizione di quanti siano interessati a perfezionarle. A tal fine proponiamo ai cittadini, alle parti sociali, ai comitati di quartiere, alle associazioni, ai movimenti e ai partiti politici di partecipare ad un’assemblea pubblica che si svolgerà sabato 12 luglio alle ore 19 presso il dopolavoro ferroviario di Paola per verificare se sia possibile riportare al centro dell’attività politica le persone e le loro esigenze, con un’analisi attenta e fredda dei bisogni e dei diritti, con la formulazione trasparente, meditata e condivisa di un’articolata ipotesi di via d’uscita. Consapevoli che se resteremo inattivi poi non potremo neppure lamentarci.


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cambia paolaUn incontro tra le tante realtà politiche, associative e sociali di Paola per gridare tutto lo sdegno per un atto di intimidazione e di violenza nei confronti di Guido Scarpino, a favore della assoluta libertà dio stampa e di opinione

Stamattina alle 11 si è tenuta la conferenza stampa organizzata dal Movimento Paola, al centro delle forze politiche e associative dopo il vile attentato al giornalista Guido Scarpino.
La partecipazione di Cambia Paola, Rifondazione Comunista, Paola al Centro, PaoLab, PSI, Partito Democratico, UDC, SEL, Movimento Cinque Stelle, Liberi Sempre, Prospettiva Comune, Arci Piera Bruno, Centro Democratico, Comitato Cittadini di Paola Uniti, Comitato Lavori Incompiuti, Auser, Amici del Amici Cuore Paola Onlus e Comitato lotta ai tumori, ha il valore di un atto di resistenza contro intimidazioni e violenze e a favore della libertà di stampa ed opinione.

Su temi di una tale rilevanza non possono esistere divisioni, poiché coinvolgono il substrato stesso su cui si esercita la democrazia.

Abbiamo tutti la responsabilità di arginare questa deriva evitando ogni forma di violenza (anche solo verbale) senza rinunciare all'intransigenza e alla denuncia del malaffare. Atti come quello di mercoledì scorso sono la spia di un'illegalità che si diffonde a macchia d'olio, mutuando spesso, come in questo caso, metodi mafiosi.

E' il momento di rendersi conto che non c'è nessuna differenza valoriale fra gli 'ndranghetisti "punciuti" e chi, incurante delle regole del vivere civile, pretende di prosperare facendo scempio dei diritti della persona, della tutela del territorio, della etica pubblica. Tutte le forze sane della società (politiche, associative, sindacali, semplici cittadini) devono darsi man forte per recuperare o espellere soggetti di tal fatta, altrimenti diventano complici dello sfascio.

 

Comunicato Stampa - Cambia Paola

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Il consulente finanziario, Massimo Cedolia, di 45 anni, è stato arrestato dai carabinieri e dalla Guardia di finanza di Cosenza con l'accusa di avere attuato una truffa ai danni dei frati del Santuario di San Francesco di Paola utilizzando le offerte dei fedeli che gli erano state affidate, per un totale di quasi un milione e mezzo di euro, per investimenti in Borsa e per disporre bonifici in favore di suoi parenti.

Cedolia è stato arrestato in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Paola Carmine De Rose su richiesta della Procura della Repubblica.

La indagine è stata diretta dal Procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano, e dal sostituto Linda Gambassi.

A Cedolia vengono contestati di reati di truffa aggravata, falsità in scrittura privata aggravata in concorso, favoreggiamento reale aggravato in concorso ed esercizio abusivo della professione di promotore finanziario.

Una prima domanda che si impone è come mai i frati di Paola si sono affidati ad un promotore finanziario non autorizzato

Chi lo aveva segnalato alla loro attenzione ?

In sostanza il Cedolia violando le direttive improntate a prudenza impartitegli dai frati in merito alla gestione del denaro e senza alcuna autorizzazione da parte di questi ultimi, avrebbe messo in atto una sistematica e dissennata attività di trading online (compravendita di titoli azionari quotati in borsa) ad altissimo rischio, celando la vera natura e il rischio degli investimenti effettuati ai titolari del conto.

Il consulente, inoltre, avrebbe messo in atto una molteplicità di bonifici in favore di persone, a lui legate anche da vincoli di parentela, che poi provvedevano a "girare" il denaro, direttamente o tramite l'interposizione di ulteriori conti correnti bancari e postali, allo stesso Cedolia e che, per questa ragione, sono indagati per il reato di riciclaggio.

Contestualmente all'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Massimo Cedolia, carabinieri e Guardia di finanza, nell'ambito dell'indagine sulla truffa ai danni dei frati del Santuario di San Francesco di Paola, hanno eseguito un decreto di sequestro di beni a carico di 11 persone, tra cui lo stesso consulente finanziario, e di una società.

Le persone indagate nell'inchiesta insieme a Cedolia sono parenti o persone legate da vincoli di altro tipo al consulente finanziario che si sarebbero rese corresponsabili, a vario titolo, della truffa. In particolare è stato disposto il sequestro preventivo e per l'equivalente della somma che sarebbe stata truffata di 28 fabbricati, otto terreni, dieci automezzi e disponibilità finanziarie per un totale di 17 rapporti finanziari nei confronti degli indagati tra Cosenza, Diamante, Praia a Mare, Paola, Napoli e Milano per un ammontare complessivo due milioni e 340 mila euro.

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cambia paolaC’è un dato che ci conforta e che ci spinge, nonostante tutto, ad andare avanti nell’impegno che abbiamo assunto nei confronti degli elettori due anni fa, quando contro tutto e tutti, anche a costo di essere presi per pazzi settari, abbiamo presentato Cambia Paola come progetto politico per la ripresa della nostra comunità.
Questo dato è che, con un lavoro paziente e non sempre facile, siamo riusciti ad aprire, nella mentalità dominante, un varco a quello che era il nostro primo obiettivo: cambiare metodo.

Esprimendo sempre con chiarezza tutte le nostre riserve sui sistemi verticistici che avevano provocato la rottura del rapporto tra la comunità e i partiti, abbiamo sempre denunciato il venir meno della rappresentatività dei gruppi che da anni si avvicendavano (e si avvicendano) nella gestione delle istituzioni a tutti i livelli. Per questo, fin dalle prime battute di questa esperienza, abbiamo sempre sottolineato l’importanza di riportare al centro dell’attività politica le persone e le loro esigenze, con un’analisi attenta e fredda dei bisogni e dei diritti, con la formulazione seria di un’articolata ipotesi di via d’uscita meditata e condivisa da questa crisi. Ecco perché Cambia Paola non è stata concepita come movimento classico, con tesseramenti e dirigenti, ma come un’aera aperta dove ciascuno potesse dare il proprio contributo di idee e di progetti. Con un unico limite, rigidissimo e invalicabile: Cambia Paola è di sinistra e vuole costruire il futuro sulla scorta dei valori che da sempre connotano la sinistra.

Nei due anni passati, più e più volte ci è capitato di spiegare e ripetere questi concetti a tutte le forze politiche e sociali che hanno voluto incontrarsi e confrontarsi con noi. Nessun tavolo di trattative perché noi parliamo di valori e sui valori non si tratta; nessun accordo con o contro le persone, perché l’unica cosa che a noi interessa è costruire il futuro e il futuro si costruisce sui progetti e sui percorsi.

Le prime reazioni non sono state per niente positive. Poi, da qualche mese a questa parte, qualcuno deve aver riflettuto sulle nostre parole. E, a quanto pare, deve aver deciso di intraprendere quel cammino sul quale noi continuavamo e continuiamo ostinatamente a muoverci.

Questo qualcuno è il Pd che due giorni fa ha chiamato a raccolta diverse forze politiche e sociali locali per proporre l’avvio di un confronto su alcuni temi. Anche Cambia Paola era stata invitata e, per coerenza con quanto portato avanti negli anni, si è sentita in dovere di mettersi in ascolto rispetto alla proposta. Attenzione: fino a questo momento non è stato messo sul tavolo nessun tema concreto. È ovvio che gli organizzatori hanno già stilato un breve elenco di questioni, così come da tempo lo aveva fatto Cambia Paola e, in generale, così come fanno tutte le realtà associative. Ma l’unico impegno preso fino a questo momento è quello di selezionarne una per volta per farne l’oggetto di un confronto pubblicovolto a verificare la compatibilità dei presupposti e degli obiettivi fondamentali delle forze oggi in campo. Tutto qui. Nessuna alleanza organica vi è all’orizzonte anche perché Cambia Paola non rinuncerà a denunciare lo scempio che a livello nazionale il governo Renzi sta compiendo in tutti i campi, specie quello relativo ai diritti e alle garanzie dei lavoratori e quello relativo al progetto di riforma costituzionale che minaccia di distruggere il sistema attualmente in vigore. Così come siamo perfettamente consapevoli che molti dei problemi che oggi attanagliano la nostra città (debito, precarietà, caos sicurezza) e la nostra Regione (fra cui la dismissione della sanità pubblica) sono stati causati dal centrosinistra di Roberto Perrotta e Agazio Loiero.

Ciò non toglie che la nostra città è allo sbando e occorre il massimo sforzo per affrontare e risolvere problemi urgenti come disoccupazione, mala gestione dei servizi essenziali (rifiuti e acqua in primis), legalità, inquinamento del territorio, dissesto idrogeologico, economia e turismo, ricambio della classe politica. Su questi temi Cambia Paola ha un progetto preciso e dettagliato, che poi è quello contenuto nel programma presentato con Sinistra Unita due anni fa alle elezioni amministrative. Il nostro interesse è realizzarlo, dunque se altre forze politiche e sociali intendono sostenere quelle stesse idee e quel progetto noi abbiamo l’obbligo politico e morale di consentirlo. Fare politica significa affrontare e risolvere i problemi della città, non bearsi sui social network del proprio sterile e narcisista isolamento.

Due anni fa abbiamo intrapreso una battaglia senza quartiere nei confronti degli accordi sottoscritti nel chiuso dei ripostigli delle sezioni di partito. Ma abbiamo anche detto che i singoli devono imparare ad assumersi in proprio le responsabilità che derivano dall’essere cittadini di una Repubblica democratica, partecipando attivamente e donando alla comunità il proprio tempo e le proprie energie per il bene di tutti. È finito il tempo dei leader falsi e opportunisti. Solo l’impegno diretto, serio, onesto, consapevole può dare il via alla ripartenza della nostra città. L’altra sera i dirigenti del PD presenti all’incontro hanno affermato di volere una netta discontinuità con il passato. Staremo a vedere. Non sappiamo ancora cosa potràvenire fuori dagli incontri che saranno eventualmente organizzati nel prosieguo. Ma ua cosa ormai è chiara: lademocrazia impone un dialogo pacifico su temi concreti. Gli scontri all’arma bianca, i fiumi di fiele, le esecuzioni sommarie in piazza a noi non sono mai piaciute. E anzi, affermiamo con forza che sono causa della dispersione di risorse intellettuali e umane che potrebbero dare ben altri frutti se usate con intelligenza e rettitudine.

 

 

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E’ andata delusa l’attesa presso il tribunale di Paola, per l’accompagnamento coatto del “conte” Marzotto Pietro, invitato a comparire e come teste e come imputato nel processo istruito a suo nome in quella sede.

Un fax dell’avvocato Ghedini ne giustificava l’impedimento, attribuendolo a non meglio precisate coliche renali e disturbi oculari.

Ovviamente ciò suscitava la reazione accesa delle parti civili, le quali invitavano il presidente Introcaso ad attivarsi per sottoporre il teste/imputato a visita fiscale.

E’ la seconda volta che il “conte” vicentino dà forfait:In prima istanza ci si era giustificati con l’incorretta notifica di comparizione, inoltrata a loro dire presso la sede societaria e non presso la residenza abitativa.

Chiesta anche la verifica su eventuali omissioni degli agenti notificatori, interessandone il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri da cui dipendono.

Ed il processo và, in un alternarsi di alti e bassi, ormai giunto alla soglia della 100^ udienza.

Scomparsi come d’incanto i parenti delle vittime e portatori di patologie sopravvissuti, tacitati con risarcimenti a dir poco offensivi transati da avvocati in seguito milionari.

Non è rimasta traccia degli ambientalisti del giorno dopo, forse anch’essi anelanti a qualche briciola del “lauto pasto”.

Ora sembra che sia emerso anche lo scontento tra gli avvocati destinatari dei tranci più piccoli della torta, tra quelli turlupinati da marpioni più “avvocati” di loro e fatti oggetto a quanto si dice a ricorsi ora al vaglio della stessa procura.

Di fronte al vuoto di pubblico solo i delegati SLAI Cobas e Medicina Democratica, da sempre una presenza costante in quell’aula di tribunale.

A completare il quadro manca il parere delle vittime, dei tanti ai quali non è più possibile dar voce, ma noi lotteremo con forza per dar loro un minimo di giustizia. Praia a Mare (CS), 19 aprile 2014

Non solo.

 

La Marlane, la superperizia potrebbe essere dichiarata nulla. Dubbi sullo studio sono emersi in udienza.

 

La superperizia disposta dal Tribunale venne affidata al pool di esperti( Maria Triassi e Pietro Comba, epidemiologi, Giuseppe Paludi medico legale e Piergiacomo Betta anatomopatologo).

 

I dubbi sulla nuova perizia ambientale sull’area della “fabbrica dei veleni”sono emersi nel corso del processo. Ad oggi, infatti nessuno dei consulenti nominati dalle parti per seguire il lavoro del pool è stato mai coinvolto nella stesura dello stesso.

 

Gli esperti nominati dal tribunale per stabilire l’esistenza o meno di un nesso causale tra le sostanze utilizzate in fabbrica e i tumori contratti dai dipendenti saranno in aula il 2 maggio.

 

Il documento dovrà essere consegnato in Tribunale (com’è noto il pool già ha avuto una proroga) il 22 aprile per essere quindi discusso nella prima udienza utile in calendario.

 

Il termine in sostanza scade domani

 

Amantea 21 aprile 2014

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ScopellitiPaola CSL’associazione Cambia Paola, avanza la discussione sull’affidabilità del Sindaco e della giunta di Paola, dopo la recente condanna inflitta a Scopelliti, sponsor dell’allora candidato Sindaco per le amministrative del 2012.

La dura condanna inflitta a Giuseppe Scopelliti (6 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici) mette in seria discussione l'affidabilità amministrativa del Comune di Paola. Da un lato, impone una seria riflessione su una gestione contabile della città, portata sull'orlo del dissesto - a quanto pare - anche a causa della sopravvalutazione delle entrate (iscrizione a bilancio di crediti inesigibili) e del mancato ripianamento dei debiti che man mano si andavano accumulando. Dall'altro lato, considerato che Scopelliti (insieme a Gentile) è stato uno dei principali sponsor dell'attuale sindaco durante la campagna elettorale del 2012, mina alla base persino la speranza che l'attuale giunta riesca ad affrontare decentemente la situazione. Troviamo, poi, molto disdicevole che il sindaco di Paola rilasci pubblici attestati di solidarietà a Scopelliti, dichiarandosi "Vicino al presidente dei calabresi" nello stesso giorno in cui viene condannato. Significa non tenere in nessuna considerazione quei cittadini che a causa delle spese pazze e dei bilanci "creativi" hanno subìto danni e ingiustizia. Significa che, per lui, Scopelliti è ancora un modello affidabile anche se ha dissestato le finanze di un Comune come Reggio Calabria. Significa che ha perso la capacità di distinguere fra razionale lealtà politica e cieca fedeltà al capo indiscusso.

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ComuneAmante SPIeri a Servizio Pubblico, uno spezzone del servizio è stato dedicato al Comune di Amantea ed ai rapporti economici con l’avvocato Nicola Gaetano, mentre lo stesso risponde alle domande di Sandro Ruotolo presso la piazza di Paola.
Ecco la parte del servizio relativa ad Amantea

Ruotolo: “L’avvocato Gaetano, ha sempre fatturato molto ed infatti dal Comune di Amantea, sciolto per Mafia e badate bene comune con solo 14mila abitanti, Nicola Gaetano ha incassato ben 300.000 euro mentre il figlio del senatore Gentile, 30.000”.

A questo punto del servizio si vede la porta dell’ufficio, presumibilmente, di ragioneria del Comune di Amantea che si chiude lasciando fuori la telecamera di Servizio Pubblico, ma l’audio ed i sottotitoli sono chiari.
Il giornalista Ruotolo parla, a quanto sembra dalla voce dell’interlocutore, con il Dirigente della Ragioneria del Comune di Amantea, Giuseppe Sabatino.
Dirigente: “Il totale è 29 e 920, 30
Ruotolo: “quindi dovete dare a Gentile?
Dirigente: “Noi abbiamo pagato solo come storico 3.000 euro
Ruotolo: “3.000 euro
Dirigente: “SI
Ruotolo: “Mentre dovete dare ancora 27.000;
Ruotolo: “ Invece con Nicola Gaetano?
Dirigente: “Emessi mandati per 298.875 euro

NicolaGaetano 298mila

Ruotolo: “Cioè di questi 300.000 quanti li hanno dati i commissari
Dirigente: “La maggior parte, quasi tutti

NicolaGaetano Paola

Il servizio riparte dalla Piazza di Paola, famosa ultimamente per lo schiaffo ad Paolo Orofino, ed il giornalista Ruotolo chiede all’avvocato Nicola Gaetano dei 300 mila euro in 20 mesi.
La risposta dell’avvocato è perentoria “Assolutamente No, io mi pare avessi un contratto da 2.550 euro al mese ad Amantea, poi ho fatto un decreto ingiuntivo per delle cause che ho fatto, e che non mi hanno pagato.

Questo il LINK del video:
http://www.serviziopubblico.it/2014/03/le-consulenze-doro-allasp-di-cosenza/
(dal minuto 3:30 in poi)

orofinoSullo sfondo della vicenda c’è l'inchiesta sulle consulenze dell’Azienda sanitaria di Cosenza nella quale sono indagati il figlio del senatore del Nuovo Centro Destra e l’avvocato Nicola Gaetano. Proprio mentre cercava di fotografare quest’ultimo durante un’intervista che stava rilasciando a Servizio Pubblico

 

Paola- Amantea. Anche la solidarietà del segretario del circolo del PD di Amantea e Camppora SG Salvatore Pirillo il quale scrive: “A nome del Circolo del Partito Democratico di Amantea desidero esprimere solidarietà e vicinanza a Paolo Orofino, giornalista del "Quotidiano della Calabria”, per l’aggressione subita nella serata di venerdì 14 marzo presso la piazza centrale di Paola mentre svolgeva la propria attività di giornalista. Simili atti offendono l’intelligenza di tutti i cittadini calabresi, che meritano informazioni libere e fuori da ogni compromesso. Mi auguro che simili atteggiamenti non si ripetano in futuro. A Paolo Orofino e a tutta la redazione del quotidiano della Calabria rivolgo i migliori auguri di buon lavoro.

Ed a seguire anche quella del sindaco di Amantea Michele Vadacchino il quale scrive: “Il sindaco Michele Vadacchino e l’amministrazione comunale esprimono solidarietà e affettuosa vicinanza al giornalista de “Il Quotidiano” Paolo Orofino, vittima ieri di un grave atto intimidatorio mentre svolgeva il suo lavoro. Un ulteriore duro affronto ad un cronista libero e coraggioso e un attacco plateale ad un modo di fare giornalismo, che in Calabria diventa sempre più difficile da attuare. Quello subito dall’amico Orofino non è un piccolo episodio, come qualcuno potrebbe tentare di far passare. Lo schiaffo dato nella pubblica piazza di Paola, davanti a tanta gente – come ha giustamente annotato Guido Ruotolo - e' uno schiaffo che colpisce tutti noi”

Intanto il TG regionale partecipa la notizia che gli investigatori avrebbero accertato e denunciato non solo l’esecutore dello schiaffo, ma anche il mandante.

Gli investigatori, infatti, hanno attenzionato non solo il trentunenne P.C., già iscritto nel registro degli indagati per il reato di percosse, ma anche un soggetto, presente al momento dell'accaduto, che potrebbe aver impartito all'autore del deplorevole gesto l’ordine di colpire il nostro giornalista.

Si lavora anche sulle possibili ragioni che avrebbero potuto aver determinato questo insulso gesto.

Si è accertato che mentre l'avvocato Gaetano rilasciava le sue dichiarazioni al microfono di Ruotolo, un commerciante della zona, che lo conosce, glielo voleva impedire. Nel veloce scambio di battute l'esercente contestava i servizi di un'inchiesta datata relativa a un giro di ricette mediche false, ma successivamente lasciava libero il nostro collega di fotografare, ignaro che altro soggetto, il succitato P.C., gli si stava avventando alle spalle per tirargli lo schiaffo.

Secondo le varie testimonianze, tra cui quelle della troupe televisiva di Ruotolo, ci sarebbe stato qualcuno che non avrebbe gradito il lavoro nella cronaca giudiziaria di Orofino, forse perché non digerisce qualche verità.

E si lavora anche sulla ipotesi della premeditazione del gesto.

Ancora gli inquirenti non sarebbero riusciti a visionare le riprese della videosorveglianza della piazza centrale, dove è accaduto il fatto, sperando, sempre, che fosse in funzione.

 

piazza san francesco

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Paolo Orofino è un uomo normale. Se di straordinario qualcosa ha è certamente la semplicità con la quale quotidianamente affronta il proprio lavoro di giornalista, un mestiere difficile in Calabria dove i grandi poteri sono sempre più “coperti” e quindi più forti. Tutti, nessuno escluso!

Stamattina era a Piazza Commercio di Amantea e mentre prendeva il caffè che gli avevo offerto riceveva tantissime telefonate di solidarietà ( tra cui quella di Ruotolo), e tantissime strette di mano di solidarietà da parte degli amanteani che lo conoscono.

E grazie a tanta solidarietà non si sentiva più solo come si è sentito ieri sera quanto un energumeno in piena piazza San Francesco di Paola.

“Qui ad Amantea, queste cose non mi sono mai successe”. Lo dice con fermezza, quasi a far rilevare una condizione di diversità.

Paolo, ieri non ha avuto paura, come non la ha quando scende in campo a dirigere le partite di calcio, anche quelle difficili; lui è sempre equilibrato anche in questa sua antica passione.

Ma è rimasto sorpreso, fortemente sorpreso, anzi quasi incredulo.

Ho già scritto di questa vicenda e gli ho riferito delle tante solidarietà che gli erano state già espresse via web.

Ed oggi se ne aggiungono altre.

Ve le vogliamo riportare per offrirvi un esempio di come un uomo normale che è anche giornalista diventa speciale non quando coraggiosamente riporta la verità, come dovrebbe essere in una regione difficile come la Calabria, ma solo quando subisce una violenza da parte di un energumeno, come a dire che il “male” in Calabria viene solo lì, da quella parte.

Chissà se Orofino crederà a tutte queste solidarietà?

1)Scopelliti, solidarietà a giornalista Orofino

(ASCA) - Catanzaro, 15 mar 2014 - Il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha espresso ''solidarieta' al giornalista del Quotidiano della Calabria, Paolo Orofino, oggetto di una vile aggressione. ''Un gesto inqualificabile che colpisce un giornalista che stava semplicemente facendo il proprio lavoro. Un'azione che indigna e preoccupa tutti noi. Ad Orofino, che ho avuto modo di apprezzare per la professionalita' dimostrata nell'affrontare argomenti delicati, va la mia piena e convinta solidarietà ''.

2)Antonio Gentile: “Solidarietà al giornalista del Quotidiano Orofino”

Esprimo, a nome mio personale e di tutto il Ncd calabrese, solidarietà al giornalista Paolo Orofino e al direttore Matteo Cosenza per il vile atto subito oggi a Paola.

La libertà di stampa è un principio cardine rispetto al quale ognuno deve adeguarsi con senso di civiltà: le distorsioni e le diffamazioni vanno perseguite nei Tribunali.

Mi auguro che questo energumeno autore di un atto di violenza esecrabile venga identificato dalla Magistratura competente: il nostro agire e’ improntato alla non violenza e chiunque agisce diversamente e antitetico alla nostra visione del mondo

3)Magorno: solidarietà al giornalista Orofino

“A nome dei democratici calabresi esprimo la mia solidarietà al giornalista de “Il Quotidiano della Calabria” Paolo Orofino per l’aggressione subita quest’oggi a Paola, e la mia vicinanza direttore della testata Matteo Cosenza”, dichiara il segretario del Pd Calabria, Ernesto Magorno, che aggiunge: “Ciò che è avvenuto è particolarmente grave e rappresenta un ulteriore atto, questa volta violento, che colpisce il diritto della stampa di informare correttamente i cittadini . Auspico - conclude Magorno - che venga fatta piena chiarezza sull’accaduto e che cessi ogni atto contrario e violento contro i giornalisti che cercano di raccontare i fatti e fare il loro mestiere liberamente”

4)Gianni Speranza “Sono molto colpito, dispiaciuto e indignato per l’aggressione violenta subita dal giornalista Paolo Orofino”

Cosi il sindaco di Lamezia Gianni Speranza all’indomani dell’aggressione subìta dal giornalista calabrese Paolo Orofino che, nello svolgimento del proprio lavoro a Paola (Cs), è stato preso a schiaffi da qualcuno che voleva impedirgli di scattare delle foto all’avvocato Nicola Gaetano, coinvolto nell’inchiesta delle consulenze d’oro all’Asp di Cosenza.“In Calabria – ha detto Speranza – è difficile fare il sindaco e anche, purtroppo, fare il giornalista (o il prete) è diventata un’attività rischiosa. A Paolo Orofino, al Quotidiano della Calabria e a tutti i giornalisti liberi esprimo la mia più profonda solidarietà”.

5)Mario Oliverio: "L’aggressione al giornalista Paolo Orofino è un atto deprecabile, un gesto inaccettabile, che deve essere condannato fermamente, senza alcuna esitazione".

E' quanto sostiene il presidente della provincia di Cosenza, Mario Oliverio. La libera informazione - continua la nota - quando è veramente libera e lontana dalle tentazioni e dalle ingerenze del potere, è garanzia di libertà e di democrazia per tutti e, quindi, va difesa con ogni mezzo contro qualsiasi tentativo di imbavagliarla.

A Paolo Orofino esprimiamo, pertanto, la nostra piena vicinanza e la nostra sincera solidarietà, nella chiara convinzione che laddove esiste una stampa libera e indipendente, là esiste anche una comunità forte, capace di reagire ad ogni tipo di violenza e di sopruso".

6)Molinari e Barbanti (M5S):Massima solidarietà a Paolo Orofino.

"Il Governo accenda i riflettori sulla Calabria: la libertà di informazione ancora calpestata. È arrivato il momento - si legge in una nota - che si puntino i riflettori sulla Calabria. Il clima di costante intimidazione e mortificazione alla quale sono sottoposte le legittime aspirazioni alla società civile di questa terra si arricchisce di un episodio inquietante : l'aggressione subita dal giornalista Orofino, minacciato e aggredito mentre lavorava sulle consulenze d'oro all'ASP di Cosenza.

Si tratta di una faccenda, quella dell'ASP, già al centro di un'inchiesta della Procura e diventata un caso nazionale, dopo l'attentato alla libertà d'informazione che ha visto coinvolta l'Ora della Calabria. Come si ricorderà lo stampatore del quotidiano, nonché presidente di Fincalabra, De Rose, ha bloccato la pubblicazione del giornale per evitare l'uscita di notizie "scomode" sull'indagine che riguardava il figlio del senatore Tonino Gentile : un fatto che, prontamente denunciato dal direttore Luciano Regolo, ha avuto importanti conseguenze politiche - le dimissioni del senatore cosentino da sottosegretario - oltre l'apertura di un'ulteriore indagine da parte della Procura di Cosenza.

Il caso di Orofino - al quale va tutta la nostra solidarietà - è la dimostrazione evidente dell'esistenza di un clima omertoso che troppo spesso la fa' da padrone nel nostro Sud e nella nostra Calabria, il sud del sud. Siamo di fronte alla richiesta di un silenzio, da ottenere con il beneplacito o con la coercizione, che nell'assenza della libera informazione rende possibile a capi e capetti di muoversi con sicurezza, certi di farla franca a tutti i livelli. E questo episodio dimostra anche che quando i giornalisti fanno il proprio mestiere le cose si smuovono e i muri delle consorterie iniziano a sgretolarsi".

7)Sindacato Giornalisti della Calabria “Solidarietà e vicinanza al collega Paolo Orofino, vittima di una vile quanto assurda aggressione”

La solidarietà viene espressa dal segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e vicesegretario nazionale della Fnsi, Carlo Parisi, che sottolinea “il rammarico e l’indignazione di dover assistere a sempre nuovi episodi di violenza inaudita e inaccettabile ai danni di chi, non mi stancherò mai di dirlo, ha come unica ‘colpa’ quella di fare – e bene evidentemente – il proprio mestiere”.

Caspita quanti sono rimasti zitti! Si, si parliamo di quelli che non perdono occasione per emanare note stampa su qualunque fesseria!

Pubblicato in Calabria

I Racconti

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