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Non si tratta di dare seguito alle reazioni politiche del M5s, ma, vivaddio ,di porre fine alle sempre fesserie sempre maggiori che fa il nostro (ahimè) governatore

Di fronte agli spaventosi ed infrenabili incendi che stanno distruggendo la Calabria Oliverio chiede l’intervento dell’esercito!

Lui, che ha un esercito di forestali! E’ ridicolo!

Lui, che ha un esercito di guardiani dei fiumi! A proposito , che fanno ?

Non solo ma nemmeno blocca il bando regionale della misura 8 del Psr

Ed allora anche i grillini chiedono a Palla Palla di sospendere i bandi

«A seguito degli incendi estivi, sospetti quanto devastanti, il governatore della Calabria, Mario Oliverio, sospenda subito i bandi regionali della misura 8 del Psr, che con disponibilità finanziaria di 70milioni prevede fondi pure per l’imboschimento e la creazione di aree boscate, nonché per la prevenzione dei danni da incendi e calamità naturali».

Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Paolo Parentela e Dalila Nesci, che incalzano: «Oliverio disponga accertamenti specifici, al fine di individuare possibili speculazioni. La magistratura potrà scovare eventuali interessi sui recenti roghi che hanno distrutto centinaia di ettari di bosco. Intanto il governatore non può limitarsi agli intenti, ai soliti strali a tempo scaduto e a ribadire che la Calabria brucia».

«Sarebbe complice – proseguono due i parlamentari, che annunciano di richiedere ai comuni il catasto incendi e ricordano le relative sanzioni proposte in parlamento da M5s – chi gestendo fondi comunitari non sentisse puzza di bruciato e non attendesse le verifiche necessarie, prima di assegnare denaro pubblico per rimboschimento e prevenzione».

«Sull’affarismo nel settore della forestazione regionale – concludono Parentela e Nesci – ci sono già troppi buchi neri, troppe anomalie e troppi irrisolti, come l’immobilismo sugli abusi circa i tagli boschivi, per cui inascoltati avevamo chiesto una moratoria. È dunque logico che Oliverio si determini come gli abbiamo domandato. Diversamente, le sue invettive contro i piromani sarebbero soltanto inutile propaganda»

Pubblicato in Calabria

Bene!

Prendiamo atto di due cose.

La prima è che “qualcuno” osa contestare Mario Oliverio ,il “padre –padrone” della Calabria, quello che assume decisioni assurde a danno dei calabresi

La seconda è che a contestare sono i sindaci tramite il loro rappresentante Gianluca Callipo, presidente dell’associazione nazionale comuni italiani.

«Il presidente della Regione convochi al più presto una riunione e ci spieghi le motivazioni che stanno alla base dell'aumento indiscriminato delle tariffe per il conferimento dei rifiuti».

Gianluca Callipo, presidente di Anci Calabria, in una nota «si fa portavoce della protesta dei sindaci contro la delibera di giunta 344 del 25 luglio scorso, ma pubblicata e resa fruibile sul Burc un mese dopo, il 23 agosto, con la quale è stato deciso dalla Regione un considerevole aumento dei costi per il conferimento dei rifiuti, anche a carico di quei Comuni dove più alta è la percentuale di raccolta differenziata e che, in virtù dei risultati ottenuti, dovrebbero pagare di meno».

«Non sappiamo - prosegue - quali siano i motivi che hanno spinto la Regione ad adottare un provvedimento tanto contraddittorio che demolisce anni di politiche a favore della raccolta differenziata e, quindi, dell'ambiente.

La cosa più incredibile, infatti, è che i Comuni non sono stati né interpellati né avvisati in alcun modo.

Questo non è comprensibile, sia da un punto di vista istituzionale che politico.

Prima di adottare una decisione così palesemente iniqua, la Regione avrebbe dovuto confrontarsi con noi che siamo il primo avamposto istituzionale dei cittadini, direttamente colpiti dagli aumenti perché la tassazione comunale sui rifiuti impone la copertura del cento per cento a carico degli utenti.

In altre parole, questi incrementi colpiscono direttamente le tasche dei cittadini. In questo modo ogni incentivo alla differenziata viene meno, ogni promessa di diminuzione della Tari diventa impossibile e si trasforma nelle solite chiacchiere buone solo in campagna elettorale.

Come si può salvaguardare la credibilità delle istituzioni e dei rapporti corretti tra i vari livelli di governo se in un giorno di piena estate viene sfornato nell'assoluto silenzio un decreto così dirompente?».

«A nome dei Comuni calabresi e delle comunità che rappresentano - conclude Callipo - chiedo al presidente della Calabria di spiegarci e ascoltare le nostre ragioni organizzando una riunione a cui possa partecipare una delegazione di Anci Calabria e una rappresentanza delle amministrazioni comunali. È in gioco la coerenza stessa delle istituzioni».

Riusciranno i nostri eroi a far ritrovare saggezza al nostro presidente totalmente deludente?

Pubblicato in Calabria

Mario Oliverio presidente della Regione, presente il presidente della Provincia di Cosenza, hanno inaugurato il castello medievale e dichiarato "Quella odierna è una bella giornata, perché ritorna nella disponibilità della nostra regione un manufatto di particolare rilevanza storica, intorno al quale è nato il borgo".

Alla inaugurazione, in un tripudio di bandiere e di sfolgoranti sorrisi, hanno partecipato sindaci, amministratori regionali, provinciali e comunali e tantissimi cittadini provenienti da ogni parte della Calabria.

Poi ha aggiunto Oliverio "I piccoli borghi sono fondamentali per il rilancio dell'offerta turistica in Calabria.

E' per questo motivo che stiamo predisponendo un'apposita legge sulla quale pensiamo di destinare 100 milioni di euro per il recupero, non solo strutturale e urbanistico, che pure è necessario, ma soprattutto per sostenere e rilanciare il valore identitario, la storia, la cultura, i percorsi enogastronomici e le tradizioni di questi piccoli centri.

L'inaugurazione di questo castello che dovremo completare, non può essere fine a se stessa, deve essere messa in rete e collocata in un progetto più ampio di valorizzazione dell'intero comprensorio. Sono certo che, insieme, lavoreremo per fare di questo e dei nostri piccoli borghi veri e propri scrigni di tesori unici ed incommensurabili, di tradizioni antiche che solo qui e da nessuna altra parte del mondo possono essere ammirati e apprezzati"

Non state a chiedervi se sia il castello di Amantea.

No, non è quello di Amantea, ma quello di Cleto

Quello di Amantea non interessa a nessuno, soprattutto agli amanteani!

Pubblicato in Basso Tirreno

Sembrerebbe di si!

Infatti Oliverio ha annunciato nientemeno che la costituzione di una "task force".

Dicono che per evitare la dispersione dell’acqua stia facendo acquistare tantissimi secchi e tanti bastoni lunghi( vedi foto).

 

I secchi saranno piazzati sotto i buchi delle condutture in modo da raccogliere l’acqua che si perde.

I secchi, poi, saranno affidati a volontari che li porteranno appesi, uno a destra ed uno a sinistra, ad un bastone poggiato sulle spalle in modo da bilanciare il peso dei due secchi posti ai lati.(vedi foto)

E comunque per evitare le osservazioni, se non le contestazioni- di cui sembra non ne possa più!- coinvolgerà tutti, evitando così di crearsi oppositori e/o nemici.

Nella task force, quindi, ci saranno, l’università della Calabria( impossibile farne a meno visto che nella regione non ci sono esperti), la Sorical( come fare a meno dell’ente che ha risolto i problemi della fornitura dell’acqua potabile ai calabresi?), i Consorzi di bonifica( anche in questo caso come fare a meno della esperienza professionale del personale dei consorzi grazie ai quali sopravvivono almeno le loro famiglie, certo noni proprietari terrieri) e poi la regione, per essa intendendo sicuramente la dirigenza, Calabria verde , la protezione civile eccetera.

L’ occasione è stato il dibattito sul tema "Aprire i cantieri dell'acqua e... riparte la Calabria".

Oliverio ha colto l’occasione per annunciare al mondo che la grave carenza idrica che rischia di danneggiare la produzione agricola regionale( non che ha danneggiato, per fortuna) . "E' un fenomeno che è determinato dai cambiamenti climatici in atto e con cui, ormai, dovremo fare i conti anche in futuro. Esso, quindi, impone una riflessione sull'adeguamento della strategia che dovremo perseguire non solo nel nostro Paese, ma a livello europeo( speriamo non si candidi per governare l’Europa!) e che deve poggiare essenzialmente su due pilastri: l'accumulo e la riserva ( ma non è la stessa cosa?) delle acque attraverso la ripresa di una politica dei grandi, medi e piccoli invasi e l'ammodernamento delle reti e dell'innovazione nella loro distribuzione e nel controllo.

Due questioni su cui non solo la Calabria, ma l'intero Paese è in grave ritardo. Per quanto riguarda il problema degli invasi, abbiamo avuto nella nostra regione investimenti cospicui nel corso degli anni che hanno prodotto, però, solo una serie di grandi incompiute.

Noi abbiamo ripreso queste opere, ne stiamo facendo una dettagliata mappatura e abbiamo programmato nel Por e nel Patto per la Calabria risorse importanti (140 milioni) in questa direzione. Ma questo, lo ripeto, è un fenomeno che deve essere affrontato a livello nazionale ed europeo.

In tal senso ho chiesto in sede di Conferenza dei presidenti di Regione, alla presenza del ministro, che il governo promuova a settembre-ottobre, attraverso una iniziativa interministeriale, un incontro nazionale sul problema dell'acqua alla luce dei cambiamenti climatici e della siccità, perché vengano allocate risorse già nella legge di stabilità di quest'anno. Risorse che non possono gravare solo sul ministero dell'Agricoltura perché non interessano solo la parte agricola, ma anche l'uso civile, potabile e industriale di questo prezioso liquido".

Poi ha aggiunto che la soluzione sono i consorzi di bonifica sostenendo che "… credo che i Consorzi di Bonifica debbano svolgere un ruolo importante. Essi hanno una funzione specifica, sono espressione di interessi del mondo agricolo, delle aziende e delle imprese….”

Ma che dici presidente?

Se i consorzi sono espressione del mondo agricolo perché non sono gestiti direttamente dagli agricoltori e da essi finanziati, invece di essere carrozzoni che sopravvivono solo con i finanziamenti pubblici illeciti e parziali come è semplice rilevare quando si rifletta sul fatto che ci sono contadini che si sono costruiti a loro spese i pozzi necessari per i loro orti e che pagano direttamente il costo dell’energia elettrica necessaria a sollevare l’acqua?

E’ legittima questa differenza di trattamento?

A noi sembra di no! ( anzi ne siamo certi)

Quale agricoltura avrà la Calabria quando saranno finiti i fondi pubblici?

Pubblicato in Calabria

Nessun dubbio, sembra proprio che sia così.

I dubbi sono, invece, su chi lo sostituirà.

Un altro commissario, un esperto come Pacenza od addirittura il grande Mario Oliverio, l’uomo che ha cambiato la Calabria portandola alla attenzione dell’Italia, dell’Europa e del mondo?

Parlo del presidente Mario Oliverio, cioè di colui che ha risolto tutti i problemi della calabria a cominciare dall’apparato amministrativo e gestionale regionale che oggi risponde con immediatezza a tutti gli atavici problemi della nostra terra, un uomo che, quindi, offre totale garanzia che sarà capace di dare ai calabresi una sanità capace di guarirli e recuperando così al bilancio regionale le centinaia di milioni di euro che annualmente sono spesi dai calabresi per guarirsi fuori regione e soprattutto lavoro ed apparecchiature !

Come è noto devono andare via i due commissari della Campania e della Calabria

Ora Vincenzo De Luca, governatore della Campania, non sembra politico da lasciarsi mettere i piedi sulla testa da nessuno e quindi sicuramente sarà nominato commissario per la sanità campana dove i pazienti sono aggrediti dalla formiche

Ed è noto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin non lascerà certamente tutte e due le cariche nelle mani del PD

Allora è probabile che in calabria sarà nominato un commissario in quota Ncd.

La “soffiata” appare fondata, alla luce almeno di quanto avvenuto alcuni giorni addietro, quando la stampa ha dato conto della frattura che sarebbe in atto tra Scura e il sub commissario Urbani, a suo tempo voluto proprio dall’Ncd.

“Va inoltre ricordato che proprio da questo conflitto interno all’ufficio del commissario è nato il blocco alle assunzioni nel comparto.

Tempo fa alla Conferenza Stato-Regioni Oliverio ebbe a lamentarsene con il Ministro Lorenzin, chiedendo la rimozione di Scura.

Il Ministro rispose che la decisione non dipendeva da lei, ma era una scelta collegiale del Consiglio dei Ministri.

Aggiungeva però che se fosse dipeso da lei, avrebbe già effettuato una scelta.

Se, dunque, tanto mi da tanto…” dice F.P. de Il Quotidiano.

Insomma. Tra i due litiganti ….un terzo gode!

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Dice la Roccisano:«Da oggi anche in Calabria gestione sussidiaria e partecipata. Si apre la fase di reale programmazione. Non lasceremo soli gli enti capofila di distretto»

Che avrà voluto dire?

 

 

 

Guccione anticipando la Roccisano ebbe a scrivere che “I Comuni finiranno per fare solo i pagatori per conto della Regione, aggravando i problemi di funzionalità delle strutture, senza possibilità di poter incidere sulla qualità e sulla distribuzione territoriale dei servizi stessi”

Aveva ragione anche quando scriveva che “c’è da aspettarsi dunque un nuovo ennesimo rinvio?”.

Ed infatti siamo al 1 luglio 2017 e non certo al 1 gennaio2017.

Intanto la Roccisano insiste sostenendo che “Da oggi anche in Calabria le politiche sociali hanno una gestione sussidiaria e partecipata. In seguito alla delibera di giunta regionale numero 449 del novembre 2016 , oggi 1 Luglio 2017 le competenze in materia di politiche sociali sono passate ai Comuni. Questo significa da un punto di vista formale dare finalmente applicazione alla legge nazionale 328/2000 e alla legge regionale 23/2003. Da un punto di vista sostanziale, con la data di oggi si apre la fase di reale programmazione delle politiche sociali tenendo conto di fabbisogni reali dei territori e delle necessità degli utenti (minori, disabili, anziani) ai quali il sistema delle politiche sociali si rivolge».

Già formale mica sostanziale!

Ed infatti la riprova sta nella successiva affermazione che «Di fatto, questo giorno, atteso da 14 anni, determina il passaggio della gestione della spesa e delle autorizzazioni nei Comuni capifila di distretto. A tutela degli utenti, prima del passaggio formale, è spettato al livello regionale la verifica del completamento dei passaggi essenziali per il trasferimento: costituzione dell'ufficio di Piano, nomina del referente, approvazione in consiglio comunale dello schema di costituzione dell'ufficio di Piano, istituzione del codice univoco per la fatturazione».

E poi la conclusione che «È importante sottolineare che la Regione, come previsto dall'articolo 9 della legge regionale 23/2003, in seguito al passaggio, non lascerà soli i Comuni, al contrario, avrà un ruolo ancora di maggiore responsabilità, dal momento che dovrà programmare, coordinare e indirizzare gli interventi sociali, verificandone l'attuazione.

Regione, Comuni, terzo settore e organizzazioni sindacali, attraverso lo strumento della redazione dei Piani di zona, inoltre, concorreranno alla programmazione e al coordinamento degli interventi mettendo al centro le necessità degli utenti.

Inoltre la formazione realizzata da FederSanità a beneficio degli uffici dei Comuni da un lato, e l'aggiornamento degli standard e dei requisiti da parte delle strutture socio assistenziali, permetteranno un innalzamento della qualità dei servizi, che sono già appositamente censiti, grazie all'iscrizione e autocertificazione da parte delle strutture nella piattaforma regionale, e trasferiti ad ogni ambito. Nelle prossime settimane, così come concordato con il tavolo del terzo settore che ha accompagnato tutto il processo di redazione della riforma, si apporteranno nuove modifiche migliorative al regolamento che disciplina il nuovo ordinamento al fine di semplificare le procedure, garantire una maggiore condivisione tra le parti interessate e, quindi, una migliore applicazione».

E poi da ultimo due incredibili affermazioni:

La prima è che “questo passaggio di competenze (è stato) fortemente voluto dal presidente della giunta Oliverio.

La seconda è che “questo passaggio di competenze permetterà un alleggerimento della macchina regionale con conseguenti benefici per i cittadini calabresi”.

Ecco questa è la sostanziale verità, e cioè che meno intervene la regione e maggiori benefici avranno i calabresi.

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Se non c’è è più acqua a cosa servono i consorzi di bonifica?

E’ la preoccupazione dell’on Nicodemo Nazzareno Oliverio che denuncia la grave crisi di siccità che sta mettendo in ginocchio l'agricoltura italiana, invocando un intervento urgente del governo.

Ed è tale la preoccupazione del deputato da suggerire un piano per eliminare gli sprechi e gli abusi.

Insomma secondo il deputato del PD siamo in presenza di un fallimento dello stato che ora mentre siamo in un gravissimo momento di siccità dovrebbe fare quanto finora non fatto:

  1. realizzare le opere necessarie per la conservazione dell’acqua;
  2. realizzare le opere necessarie per la distribuzione dell'acqua;
  3. creare le condizioni affinché i consorzi di bonifica abbiano acqua a sufficienza per tutte le aziende.

Poi continua dichiarando che “In queste condizioni non è più possibile rimanere, ne va del futuro della nostra agricoltura, ne va della difesa del territorio”.

Non solo ma afferma che “Si tratta di una situazione allarmante anche per la ripresa economica del paese: se rallenta la produzione agroalimentare è a rischio l'intera economia del paese”.

In sostanza andando avanti così finiremo come l’Africa e dovremo anche noi calabresi dare corso ad un esodo verso il nord Europa.

Ricordiamo che il 17 giugno si è tenuta la giornata mondiale contro la desertificazione in occasione della quale il Wwf ha ricordato che, “circa un quinto del territorio italiano viene ritenuto a rischio desertificazione: quasi il 21% del territorio del quale almeno il 41% si trova nelle regioni dell’Italia meridionale, come Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia, ma sono coinvolte anche aree in altre regioni come l’Emilia Romagna, le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo”.

Meno male che le reti idriche calabresi “fracumate” come acqua dappertutto permettendo almeno agli alberi con radici profonde di andarla a cercare!!!!!

Ci perdonino i politici calabresi se notiamo che intanto Calabria vVerde continua a realizzare opere antiesondive!!!!

Amantea compresa.

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Un fiume in piena. In questi tempi di magra Paolo Furgiuele è forse l’unico fiume in piena in tutta la Calabria.

Parla e non dimentica niente e nessuno, ma è solo!

Racconta negli interrogatori la sua versione sul bando per i mezzi antincendio.

Tira in ballo il capo di Gabinetto di Oliverio («voleva mettere un’altra ditta»).

Parla degli incontri tesi ai piani alti della Regione e l’intervento del governatore («mi compulsava»).

Descrive la cena ad Amantea a casa di Adamo per sostenere il presidente alle primarie e alle regionali 2014 .

Non ci sta Paolo Furgiuele ad essere additato come l’uomo nero dello scandalo che ha travolto Calabria Verde.

In quattro interrogatori, solo in parte coperti da omissis, l’ex direttore generale dell’Agenzia che ha preso il posto dell’Afor ripercorre la sua parabola.

Fa nomi e cognomi.

Ed ora gli atti, confluiti nei faldoni del procedimento coordinato dalla Dda di Catanzaro, sono al vaglio degli inquirenti.

Ovviamente parole potenzialmente esplosive che necessitano di verifiche e riscontri.

Nel giorno del primo interrogatorio Furgiuele racconta di quando «fui contattato da Nicola Adamo dal quale sono amico, in quanto ha la casa estiva vicino la mia ad Amantea e frequentiamo lo stesso lido».

Adamo «Mi chiedeva proprio in ragione della mia qualità di direttore generale di Calabria Verde di appoggiare alle primarie il candidato del centrosinistra Oliverio, che io peraltro neppure conoscevo (“Tra l’altro non è che mi sia molto simpatico…”, avrebbe detto il manager ad Adamo in quella prima telefonata, ndr)».

Furgiuele chiede consiglio all’assessore all’Agricoltura Michele Trematerra, che lo aveva nominato. Ottiene il via libera e incontra «a una cena organizzata a casa di Adamo lo stesso Oliverio».

A quella serata, secondo quanto racconta, avrebbero partecipato anche «l’onorevole Bruno Bossio, moglie di Nicola Adamo, Nicola Adamo stesso, il presidente Oliverio, Guccione e forse anche Iacucci, capostruttura della segreteria di Oliverio».

Furgiuele fiuta l’aria, capisce che Oliverio vincerà e supera indenne lo spoils system.

Gli interessi intorno a Calabria Verde sono enormi.

«Chi mi ha fatto più pressioni di tutti sulla questione dell’antincendio boschivo e che si è inserito nella procedura è stato Pignanelli. (…)

Infine si fu una lite furibonda con Giuseppe Bianco, dg della Presidenza. Ed un chiarimento al cospetto di Oliverio.

Secondo quello che Furgiuele racconta ai magistrati, i toni ai piani alti della Regione si fanno accesi. Oliverio «urla, inveisce contro Pignanelli in presenza di più persone, fu una cosa pubblica».

Poi Furgiuele parla dell’incarico a Magnone.

«Ne parlai con Iacucci e D’Acri. Per tutti gli incarichi mi sarei confrontato con il presidente Oliverio».

Furgiuele sostiene che«Il nome di Magnone mi fu suggerito dalla politica» considerato una sorta di consulente di fiducia dell’ex dg dell’agenzia regionale.

In uno dei suoi interrogatori, il manager prova a difendersi dalle accuse di aver assunto un professionista privo dei titoli necessari. E lo fa coinvolgendo pezzi della politica. Il succo del ragionamento svolto davanti agli inquirenti è: Magnone non l’ho scelto io, mi è stato segnalato. Anche in questo caso le parole di Furgiuele sono sottoposte a una scrupolosa verifica investigativa. L’ex direttore generale spiega: «Magnone mi è stato indicato da Franco Iacucci. Io andai da Iacucci con un elenco di professionisti che componevano la short list che era stata formata da una commissione al cui interno c’era anche Savio (Leandro, un altro dirigente di Calabria Verde, ndr), che all’epoca non aveva sollevato obiezioni sull’inserimento nella stessa di Magnone. Ho sottoposto questa short list a Iacucci, in qualità di capostruttura della Presidenza regionale, e al consigliere D’Acri, in qualità di delegato all’Agricoltura, affinché mi indicassero i nomi all’interno della short list da nominare».

«Anche per i successivi incarichi, di volta in volta avrei seguito sempre la stessa procedura di consultarmi con il mio assessore ovvero il presidente della giunta regionale per avere indicazioni sulle nomine». Il manager ribadisce che «Magnone mi è stato indicato separatamente, ma in maniera convergente, sia da Iacucci che da Mauro D’Acri», consigliere del gruppo “Oliverio presidente” e dunque la scelta «non era dovuta a mio interesse personale».

Sulle tracce Magnone, però, ci sono gli uomini della Guardia di finanza. Cercano di capire se la nomina sia regolare. Si imbattono in un’autocertificazione del perito: dice di essersi laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università Mediterranea nel luglio 2000.

Completa il documento con il voto: 88 su 110.

Peccato che dall’ateneo di Reggio Calabria non ne sappiano nulla. In una comunicazione del luglio 2016, infatti, «si informa che dalle ricerche effettuate nella Banca dati studenti non risulta il rilascio della laurea» a Magnone, che «è stato iscritto al corso di laurea in Architettura nell’anno accademico 1983-1984 e ha presentato rinuncia agli studi il 28 marzo 1990».

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Guccione scrive alla Coldiretti in merito alla mobilitazione prevista per il prossimo 8 giugno e dice: ‘Ho letto con molta attenzione la lettera nella quale Coldiretti chiama alla mobilitazione, affinché si possa innescare, come lei dice, “un velocissimo cambiamento gestionale nell’azione di governo regionale da parte del presidente Oliverio, soprattutto nel comparto dell’agricoltura”.

 

Sicuramente conosce le mie ripetute prese di posizione e iniziative non solo per denunciare ritardi ed errori ma anche per cercare di stimolare, attraverso precise proposte, l’azione fattiva del governo regionale.

 

Un’azione amministrativa che, passata metà legislatura, non ha prodotto un profondo cambiamento e non ha generato sviluppo e lavoro, elementi alla base del programma del centrosinistra alle ultime elezioni regionali.

 

Non ho nessuna remora a condividere pubblicamente la piattaforma di Coldiretti e aderire in maniera convinta alla mobilitazione dell’otto giugno.

Sento la necessità e la responsabilità di aderire alla mobilitazione di Coldiretti, anche in virtù del fatto che sono stato il primo eletto in Calabria alle elezioni regionali del 2014, e perché mi auguro che questa iniziativa serva a determinare una svolta nella nostra Regione.

E’ cresciuto un clima di sfiducia verso il governo regionale.

Si può riconquistare questa fiducia solo attraverso una svolta vera, individuando obiettivi e priorità, rispondendo rapidamente e concretamente ai bisogni dei calabresi”

Una dichiarazione che afferma ,anzi attesta, il fallimento della amministrazione Oliverio.

Una dichiarazione che sembra avviare l’inizio di una nuova stagione della politica regionale

La fine (politica) di Oliverio e del suo modo di fare politica che è incapace di dare risposta ai bisogni dei calabresi

E Guccione usa il grande carro della Coldiretti, un carro che viene da lontano e che pare capace di fare una lunga strada.

Con chiunque.

E Guccione sembra saperlo!

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"In Calabria abbiamo un Cara sovraccaricato, una politica per l'integrazione diffusa attraverso lo Sprar. Nell'interlocuzione con Viminale e prefetture vedremo come organizzarci".

 

Lo ha detto, al termine della Conferenza delle Regioni, il presidente della Calabria Mario Oliverio rispondendo a una domanda sull'individuazione del sito per il centro di permanenza per il rimpatrio dei migranti.

"Nel Sud viviamo come regioni di frontiera questo problema, riteniamo che bisogna rafforzare in sede Ue l'attenzione affinché le politiche di integrazione abbiano una dimensione più ampia", ha continuato Oliverio aggiungendo: "Noi per le politiche di integrazione siamo molto avanti ed è possibile coniugare l'accoglienza con la rivitalizzazione di Comuni abbandonati".

"Abbiamo approvato all'unanimità un documento che chiede il rafforzamento, dopo il 2020, della politica di coesione: più risorse, snellimento delle procedure, più coordinamento tra le politiche di coesione e altre strategie".

 

Lo ha detto, al termine della Conferenza delle Regioni, il presidente della Calabria Mario Oliverio. "Il documento - ha continuato -rafforza l'orientamento di governo e parlamento nella definizione, in sede Ue, di un rafforzamento delle politiche di coesione"

 

In sostanza Oliverio potrebbe far predisporre un accurato elenco dei piccoli comuni ce si stanno spopolando, e magari che hanno bisogno di bambini profughi per tenere in piedi le scuole primarie, ed attuare in ognuno di questi comuni gli Sprar

In questo modo riempiremo la Calabria di profughi , rivitalizzeremo i piccoli paesini che si stanno sempre più spopolando , manterremo le scuole anche là dove non esistono bambini nei numeri necessari, avremo una maggiore presenza dei medici di famiglia, daremo lavoro ai disoccupati, aiuteremo i piccoli negozi a sopravvivere.

Peraltro i fondi sono statali e non regionali ed i comuni dovranno contribuire solo con un 5 % che si sostanzia mediante la fornitura di prestazioni professionali e strutturali e mediante l’accollo di tutte le utenze elettriche, servizio idrico, raccolta rifiuti, altre imposte ed attività necessarie al corretto svolgimento del progetto stesso.

Qualche dubbio viene leggendo la successiva tabella dalla quale risulta che

La Calabria vanta 2997 posti distribuiti su 88 comuni

Meno della Sicilia e del Lazio che hanno il triplo degli abitanti

Più della Emilia Romagna, della Lombardia, della Puglia, del Piemonte , della Toscana, del veneto che hanno molti abitanti in più della Calabria

E comunque la Calabria vanta i maggior numero di comuni interessati dallo Sprar , addirittura più della Sicilia , più del doppi del Lazio.

Non è un problema di accoglienza è un problema di sopravvivenza!

“Quannu manche lu panu, n’appricamu alli mullichi”

Pubblicato in Calabria

I Racconti

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