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Che peccato! Essere riconosciute Bandiere blu è sicuramente un elemento per avere turismo qualificato.

Ed Amantea potrebbe esserlo. Anzi dovrebbe esserlo. Ma occorre che si lavori in questa direzione

In Calabria sono solo 7 le Bandiere Blu.

APraia a Mare e Trebisacce, in provincia di Cosenza; Cirò Marina e Melissa (Crotone); Soverato (Catanzaro) e Roccella Jonica (Reggio Calabria) si sono aggiunte Soverato e Roseto Capo Spulico.

Troppo poche se si pensa che in Italia la FEE (Fondazione per l'Educazione Ambientale) ne ha premiato ben 342 ben 49 più dello corso anno .

Sono località che soddisfano i criteri di qualità relativi ai parametri delle acque di balneazione e al servizio offerto

Questi i criteri per l’assegnazione della Bandiera Blu

validità delle acque di balneazione

nessuno scarico di acque industriali e fognarie nei pressi delle spiagge

elaborazione da parte dei Comuni di un piano per eventuale emergenza ambientale; elaborazione da parte del Comune di un piano ambientale per lo sviluppo costiero;acque senza vistose tracce superficiali di inquinamento (chiazze oleose, sporcizia, ecc.)

spiagge allestite con contenitori per rifiuti in numero adeguato

spiaggia tenuta costantemente pulita

dati delle analisi delle acque di balneazione a disposizione

facile reperibilitá delle informazioni sulla Campagna Bandiere Blu d’Europa

iniziative ambientali che coinvolgano turisti e residenti

servizi igienici in numero adeguato nei pressi della spiaggia

collocamento di salvagenti ed imbarcazioni di salvataggio

assoluto divieto di accesso alle auto sulla spiaggia

assoluto divieto di campeggio non autorizzato

divieto di portare cani sulle spiagge non appositamente attrezzate

facile accesso alla spiaggia;

rispetto del divieto di attivitá che costituiscono pericolo per i bagnanti

equilibrio tra attivitá balneari e rispetto della natura

servizi di spiaggia efficienti

accessi facilitati per disabili

fontanelle di acqua potabile

telefoni pubblici dislocati vicino alla spiaggia.

Pubblicato in Cronaca

Grande successo e soddisfazione per l’appena conclusa campagna d’inverno in favore della ricerca per Telethon a Soveria Mannelli.

telethon-ricerca

La Pro Loco cittadina aderendo alla proposta del Coordinatore Telethon Raffaele Marasco di Torretta di Crucoli, unendosi al coro nazionale, ha rinnovato l’impegno di sensibilizzare la popolazione alla donazione per incentivare la ricerca sulle malattie genetiche e la loro risoluzione.

Come ogni anno la popolazione del Reventino ha risposto con generosità all’invito di donare per la ricerca scientifica.

“La nostra Associazione”, ha voluto sottolineare il componente del Consiglio Direttivo Bruno Villella, “credendo nei valori sociali di Telethon, ha versato in data 9 gennaio 2017 la somma di € 1.044,00, importo rilevante per una piccola cittadina di circa 3.000 abitanti, riuscendo ad esaurire tutti i prodotti solidali consegnati”.

Il lavoro di promozione della Città di Soveria Mannelli che la Pro Loco mette in campo (anche grazie a queste iniziative di carattere solidale e sociale), nonostante la mancanza di fondi che vede l’Associazione sprovvista di aiuti economici da parte degli Enti preposti dal 2012, è importante ed encomiabile.

I soci hanno messo a disposizione il loro tempo durante le domeniche e le feste per portare avanti un obiettivo ben più alto di quello che si può vedere.

Da sottolineare la collaborazione con i commercianti della Città, che hanno messo a disposizione i propri spazi, accogliendo i prodotti Telethon e raccogliendo le offerte, dando così un concreto aiuto ai soci. Niente di meglio che unire le forze.

Il Presidente Antonio Ferrante ha espresso, a proprio nome e del gruppo affiatato di soci volontari che hanno collaborato all’iniziativa, Andrea Astorino, Bruno Villella, Antonio Abbruzzese, Mario Velino, Angela Bianco, Emanuel Giovanni Cardamone, Raffaelina Pane, Santina Colosimo, Robertino Sirianni, AnnaMaria D’Orazio, Patrizia Marasco e Domenico Colosimo, un “GRAZIE DI CUORE” per aver acquistato i prodotti Telethon. Una catena di solidarietà fantastica!

Anche quest’anno si è creata una importante rete con la Pro Loco di Santo Stefano di Rogliano, rafforzando il legame fra paesi e province. I Volontari di Soveria sono stati presenti, insieme agli organizzatori, la famiglia Pucci e gli atleti del D.P.S “Calabrici”, al “III Memorial Giuseppe Pucci”, gara di pesca alla trota in lago svolta nella splendida cornice del laghetto “Calabrici” di Santo Stefano di Rogliano.

I banchetti sono stati allestiti anche sia durante il convegno “Alcolismo: possibilità di recupero. Il C.A.T. a Soveria Mannelli”, organizzato dalla Pro Loco insieme all’A.R.C.A.T. Calabria, che prima dell’incontro con Domenico Piraina, Direttore di Palazzo Reale di Milano, evento promosso dall’Amministrazione Comunale di Soveria Mannelli.

Altro impegno importante per i Volontari di Soveria Mannelli, nel quale si è potuto evidenziare le peculiarità e la generosità della cittadina del Reventino, è stata la partecipazione all’incontro con i volontari delle province di Catanzaro e Vibo, tenutosi a Vena di Maida nei giorni scorsi.

“Una bellissima serata”, ha commentato Antonio Abbruzzese, che ha rappresentato la Pro Loco di Soveria Mannelli, “nella quale ci si è potuti conoscere e condividere le esperienze maturate in questi anni. Ovviamente tutto grazie all’organizzazione dell’instancabile e brillante Coordinatore Raffaele Marasco, persona capace, cortese e dinamica, che costantemente ci segue nelle nostre manifestazioni, fornendo supporto, aiuto, idee e vicinanza.”

“Prossimamente”, continua Abbruzzese “ci sarà una visita a Soveria del nostro Coordinatore, dove oltre a fargli conoscere la nostra splendida realtà, pianificheremo una grossa manifestazione Telethon che coinvolgerà le Scuole del territorio, l’Amministrazione Comunale e le Associazioni”

A breve i Soci della Pro Loco di Soveria Mannelli saranno impegnati anche con la nuova Campagna di Primavera Telethon.

Pro Loco Soveria Mannelli

ufficio stampa

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foto 4COSENZA 11 marzo 2017 - Militari della Stazione Carabinieri Forestale di Cosenza hanno posto sotto sequestro un’area di 7600 mq in località “Piano di Maio” di Rende (CS) oggetto di uno sradicamento di piante avvenuto nei mesi scorsi.

 

In particolare si è accertato che, su di un fondo boscato composto da piante di Roverella, Corbezzolo e Pioppo e Erica Arborea con l’ausilio di un mezzo meccanico, è stata sradicata parte della componente forestale presente.

Sul terreno, oggetto di rilievi tecnici da parte del personale della Stazione di Cosenza, sono stati rinvenuti anche diversi cumuli di piante forestali che erano presenti sul suolo prima dell’intervento illecito di estirpazione.

Il personale intervenuto ha verificato che i lavori sono stati eseguiti senza le autorizzazioni paesaggistico ambientali e idrogeologico forestale necessarie.

 

Tale attività ha portato al deferimento all’Autorità Giudiziaria dell’Amministratore di una Società Immobiliare di Cosenza per aver proceduto all’illecita estirpazione di un bosco e contestare il relativo reato previsto dal Decreto Legislativo 42/2004 - Testo unico dei Beni Culturali e del Paesaggio.

Si è inoltre posto sotto sequestro penale l’area interessata dall’intervento ed i cumuli delle piante forestali illecitamente sradicate. Si è infine elevata una sanzione amministrativa per un importo di € 22.400.

Pubblicato in Calabria

C’è una Calabria o se vogliamo un'Amantea che esporta Cultura.

 

E’ quella calabria o se vogliamo quella Amantea che giorno dopo giorno racconta la nostra storia bella, affascinante, vibrante.

La storia di ogni giorno, indipendentemente dal fatto che sia scritta ad Amantea, in Calabria od altrove.

E’ la storia dei calabresi degni che possono competere senza complessi di inferiorità dovunque, e con chiunque.

 

Una Calabria ed una Amantea orgogliosa e ricca, serena e piena di gioia, capace di essere, di costruire, di dare senso al quotidiano e futuro.

Di quella Calabria o se vogliamo di quella Amantea che è da esempio e che schiaffeggia moralmente chi a questa calabria ed a questa Amantea ruba il presente ed il futuro.

Parliamo oggi di Sergio Ruggiero il cui romanzo “Alle soglie dell’ultimo giorno” è posto alla attenzione della “Primavera culturale 2017”Centro Culturale e Artistico Franciacorta e Sebino*.

 

Ecco il comunicato:

“Nell’ambito della rassegna “Primavera culturale 2017”, il nostro Centro culturale si pregia di ospitare lo scrittore Sergio Ruggiero, autore del romanzo storico “Alle soglie dell’ultimo giorno”, edito da Mannarino editore (BS). Il romanzo, già vincitore di prestigiosi premi letterari nazionali e internazionali, è stato selezionato tra i venti romanzi italiani recentemente fregiati del “Marchio microeditoria di qualità 2016” nel Premio nazionale della Piccola e Media editoria di Chiari “Città del libro”, tra diverse centinaia di partecipanti.

   La rassegna “Primavera culturale 2017”, che propone appuntamenti letterari, mostre d’arte, intrattenimenti musicali d’autore, mostre fotografiche e proiezioni di cinema d’animazione, dedicherà al romanzo di Ruggiero la serata di venerdì 5 maggio che si svolgerà a Passirano, nella splendida cornicie di Villa Fassati-Barba.

Perché il romanzo “Alle soglie dell’ultimo giorno” a “Primavera culturale 2017” di Franciacorta e Sebino

La conoscenza storica del nostro territorio è un patrimonio che svolge un ruolo importante nella formazione della coscienza civica individuale e collettiva, e costituisce la base essenziale per la costruzione di un sistema di riferimenti culturali e identitari di assoluto valore. Per questa ragione, il nostro Centro culturale, che da 45 anni opera in tal senso, ha inteso scegliere e presentare alla cittadinanza della Franciacorta e Sebino il romanzo “Alle soglie dell’ultimo giorno” dell’architetto scrittore calabrese Sergio Ruggiero che, pur ambientato nell’Italia meridionale del IX secolo, propone la suggestiva figura del longobardo Falco di Brexia, alla cui definizione concorrono dati storici e leggendari estratti da una ricca e qualificata bibliografia.

Il libro ci fornisce la possibilità di conoscere e apprezzare, tra i protagonisti del romanzo, anche la figura di un lombardo realmente vissuto, Ottone conte di Bergamo, generale a servizio dell’imperatore franco Ludovico II “il germanico”, del quale la narrazione traccia un interessante profilo umano supportato, nelle note dell’autore, dai riferimenti storiografici che lo riguardano: fu “degno di monumento” perchè Andrea prete bergamasco lo dice addirittura generalissimo delle milizie imperiali, brillante contro i Musulmani in sud Italia.

Veramente notevole è la cornice mistica del racconto, impregnato di suggestione apocalittica e ottimamente impostato sui temi della trascendenza e della spiritualità, trasferendo al lettore un’atmosfera di rara intensità costruita su una ricercata bibliografia altomedievale assunta come letteratura ispiratrice.

Si comprende dunque la statura del romanzo in cui alla profondità degli argomenti si aggiunge l’attendibilità della ricostruzione storica, il rigore delle descrizioni, la scorrevolezza del linguaggio e l’intensità della trama.

Il romanzo “Alle soglie dell’ultimo giorno”, opera davvero originale che non a caso continua a raccogliere riconoscimenti in tutta Italia, rappresenta un esemplare importante di “romanzo storico”, capace come pochi di proiettare il lettore nell’epoca narrata e di suscitare l’interesse degli appassionati di questo genere letterario che fonde nel proprio crogiuolo creativo il dato storiografico e l’invenzione narrativa

 

Il romanzo si è affermato nei seguenti Concorsi letterari:

  • “Miglior romanzo storico” al Concorso Letterario Nazionale L’Unicorno 2015 di Rovigo.
  • Terzo classificato alla XXIII edizione del Premio Letterario Internazionale Filippelli 2016 di Formia.
  • Finalista al Premio Letterario Nazionale Carlo Piaggia 2016 di Capannori Lucca.
  • Primo classificato al Premio Letterario internazionale Giovane Holden 2016 Viareggio.
  • Terzo classificato al Premio internazionale Thesaurus 2016 Matera.

Centro culturale ed artistico Franciacorta e Sebino

Premio “Microeditoria di qualità” Piccola e Media editoria Chiari città del libro 2016 Brescia

 

Scopi dell’associazione:

Promuovere l’interesse e  la  partecipazione  dei  cittadini  alla  tutela  e  salvaguardia  del patrimonio culturale,  ambientale  e  storico-artistico  della  Franciacorta  e  del  Sebino

Organizzare convegni di studio e ricerche sul territorio coinvolgendo studiosi, esperti e appassionati di storia  locale.

Pubblicare volumi che raccolgono gli atti  dei  convegni  di  studio  e  tesi di laurea a  carattere  storico e divulgativo.

Recuperare  tutto  ciò  che  merita  di  essere  salvato,  costituendo  così una  “banca dei ricordi”: fotografie, oggetti, manoscritti, cartoline, proverbi, bollettini, poesie, ecc.

Attività principali   

Primavere Culturali della Franciacorta e del Sebino - da marzo a maggio;

Biennali della Franciacorta e del Sebino - da settembre a ottobre;

Per un grappolo di libri ciclo di incontri con autori contemporanei;

Mostre di pittura, scultura, fotografia, ecc.

Concorso a premi per tesi di laurea sulla Franciacorta e sul Sebino;

Corso di avviamento alla ricerca storica; diretto dal prof. sac. Giovanni Donni.

Rassegna degli HOBBY in Franciacorta

Visite guidate a città e gallerie d’arte.

Il Centro ha in dotazione una Bibliotecacon oltre 5.000 volumi  a disposizione di studenti ed appassionati di storia locale.

Spera che non solo i soci, ma anche gli enti locali, gli operatori scolastici, i cittadini mostrino interesse e partecipazione alle iniziative proposte, affinché aumenti la conoscenza delle tradizioni, delle bellezze artistiche e naturali della Franciacorta e del Sebino e l’interesse verso la tutela del nostro territorio.
Ricordiamo che ogni iniziativa è aperta a tutti.Chi volesse ricevere informazioni sulle attività del Centro Culturale tramite posta elettronica è pregato di inviarci il proprio indirizzo e-mail.
Per chi intendesse aderire all’Associazione, la quota d’iscrizione è di € 30,00. Il contributo dei soci è importante affinché il Centro culturale artistico possa continuare le sue attività culturale sul territorio della Franciacorta e del Sebino bresciano e bergamasco.

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Un tramonto, percorrendo in auto una strada della mia terra, la Calabria insieme all’amico Perego.

Non eravamo sicuri del nostro itinerario e fu un sollievo incontrare un vecchio pastore. 
Fermammo l’auto e chiedemmo informazioni ma le sue indicazioni erano tutt’altro che chiare, gli offrimmo di salire in auto per accompagnarci sino al luogo giusto, a pochi chilometri di distanza: poi lo avremmo accompagnato al punto in cui lo avevamo incontrato. 
Lui decise che non era il caso di avventurarsi in macchina con due sconosciuti. 
Ci fermammo in una stazione di servizio a prendere un caffè e ripartire alla ricerca del gommista che interessava a Perego. Lo trovammo dieci minuti più tardi. Perego scese e si mise a parlare con il proprietario mentre io rimasi all’interno della macchina.

“ Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita” Jack Kerouac.
Alcuni anni fa - non importa quanti esattamente - avendo pochi denari in tasca e nulla di particolare che m'interessasse del luogo dov’ero nato, pensai ch’era più divertente viaggiare e vedere le parti del mondo a me sconosciute. Era anche un modo per scacciare la malinconia e di regolare il tempo. 
Ogni volta che m'accorgevo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell'anima mi scendeva come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgevo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di stare a guardare i funerali che incontravo, e specialmente ogni volta che il malumore si faceva tanto forte in me che mi occorreva un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in strada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decisi che era tempo di mettermi in viaggio al più presto e di nuovo. 

Qual era la verità che si nascondeva dietro l'irrefrenabile desiderio di muovermi? 
E cosa dire del viaggiatore, spirito errante eternamente insoddisfatto, capace di viaggiare attraverso il tempo, nella memoria perenne come in un attimo sfuggente, in uno spazio chiuso eppure senza confini.

Cosa mi spingeva a quest’opera mutevole come poteva essere un pensiero e un debole respiro? 

Perché, si dirà, non è forse tutta la vita un breve viaggio verso una meta oscura? 

A che giovava viaggiare per dover tornare, muoversi e ritrovarsi poi sempre allo stesso punto? 

Più scendevo in profondità e invece che trovare una risposta, accumulavo solo altre domande. 
Perché viaggiare, dicevo a me stesso, era in fondo uno stato dell’animo, a cui non si poteva chiedere ragione della sua esistenza, esiste perché noi esistiamo. 
Dal momento in cui nasciamo, fino a quello in cui moriamo, ognuno di noi effettua dei cambiamenti, sia fisici che mentali, che formano il nostro carattere e il nostro modo di essere: questo è quello che accade in un viaggio "normale", perché ogni volta che viaggiamo nel senso che ci spostiamo fisicamente verso un altro luogo, volenti o nolenti ci tocca confrontarci con gli altri e anche con noi stessi, con le nostre capacità: ad esempio, se si va in un paese straniero bisogna confrontarsi con lingua e culture nuove, e questo ci cambia interiormente anche se noi non ce ne accorgiamo subito. 
Anche la vita funziona in questo modo: ci si imbatte in persone e situazioni diverse, con le quali dobbiamo confrontarci.Viaggiare, spostarsi da un luogo all’altro è dunque radicato nell’inconscio collettivo dell’uomo; è un sedimento primitivo e come tale va integrato se si vuole recuperare in noi il senso stretto dell’esistenza.  
L’umanità ha assistito nel corso della storia per secoli a migrazioni di massa e di popoli per i vari continenti ed è impensabile che tutto ciò non abbia lasciato traccia nella comune memoria collettiva profonda. Ritagliarsi uno spazio da dedicare al viaggio, nella moderna società occidentale, oramai del tutto stanziale, rappresenta il minimo tributo da versare alle tracce un vuoto nei ricordi della memoria, della nostra iniziale, oggi inconscia, condizione di esseri itineranti.
L’impulso a viaggiare è irrefrenabile, fa parte della natura umana, è una passione che divora e arricchisce allo stesso tempo, come il desiderio della felicità. Gli dei mettevano alla prova gli uomini: inizialmente fecero sorgere in loro il desiderio di andare, poi li misero di fronte a innumerevoli difficoltà, quasi a voler ribadire la piccolezza dell’uomo in confronto al potere degli dei; gli eroi dovevano dunque lottare, difendersi, affrontare le prove, sopportare le difficoltà: ecco da dove nasce l’antico concetto di viaggio come sofferenza. Sentii la voce di Perego che mi invogliava a svegliarmi. 

Gli risposi citando l’inizio di una vecchia storia: “Di colui che vide ogni cosa…” così inizia la saga di Gilgamesh, uno dei più meravigliosi poemi dell’antichità.

Era ora di riprendere il viaggio verso casa dopo una lunga giornata passata sulle strade calabresi. La persona che parte per un viaggio, non è la stessa persona che torna e non solo perché ha imparato cose nuove, fatto esperienze, visto un mondo di cui prima non conosceva, se non vagamente, la realtà, ma perché il viaggio lo ha, letteralmente, plasmato: “Il viaggio non soltanto apre la mente: le dà forma”.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Italia

Continua su più fronti l’attività congiunta svolta dalla Guardia Costiera di Pizzo congiuntamente al personale della Capitaneria di Porto di Vibo, che sta eseguendo un’intensa attività di controllo del territorio demaniale marittimo della Provincia di Vibo.

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In particolare nella giornata di ieri, due pattuglie, una del Servizio Operativo della Guardia Costiera di Vibo e una dell’Ufficio Locale Marittimo di Pizzo, impegnate in attività di controllo sull’abusivismo edilizio e demaniale, giunte in località Marina del comune di Pizzo, procedevano ad esperire apposito controllo presso un esercizio commerciale della zona.

Dall’esito di approfondimenti investigativi, gli uomini della Guardia Costiera accertavano che l’immobile ricadeva interamente su suolo demaniale marittimo senza che il proprietario, avesse ottenuto la prevista concessione demaniale nonché le autorizzazioni previste in materia urbanistica .

Veniva, pertanto, contestato il reato di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo e sequestrata l’intera area per un totale di circa 420 mq, all’interno della quale ricadevano il manufatto in cemento ed una veranda in legno lamellare.

Il responsabile, veniva, quindi, denunciato a piede libero alla competente Procura della Repubblica di Vibo Valentia per la violazione degli Artt. 54 ed 1161 del Codice della Navigazione.

I controlli della Guardia Costiera a tutela del bene pubblico proseguono incessanti per evitare che cittadini possano essere danneggiati da comportamenti illegali che agevolano economicamente chi decide arbitrariamente di violare le regole.

Pubblicato in Calabria

In qualunque parte del mondo ci si trovi si incontrano tracce del passato.

 

Osservarle senza conoscerle, senza sapere perché siano li, da dove abbiano avuto origine, o chi le abbia costruite e perché, significa non capirle, non viverle. 

E’ come essere sul molo di un porto e vedere tante navi partire ed arrivare senza capire da dove vengono o dove vanno, chi e cosa trasportino. O, se volete, è come essere dinanzi ad un fiume senza sapere da dove viene e dove vada!

Spesso le tracce sono una chiesa, un castello, una torre o di un manufatto od i loro ruderi.

Vederle senza sapere quando siano state realizzate, da chi e perché significa non apprezzarle.

A questo serve la storia. A capire le cose e gli uomini che ne sono stati testimoni, siano essi individui o comunità.

 

Le tracce, poi, sono una parte importante della memoria storica di un territorio o di una comunità.

E la memoria storica di una comunità è indispensabile per evitare il rischio di “perdere e smarrire il significato e il senso profondo della propria identità culturale e civile”.

Piccola o grande che sia, la storia è vitale anche per affrontare il futuro.

Ogni società “è frutto di una continua evoluzione avvenuta nel tempo, di una successione di avvenimenti che l’hanno portata ad acquisire determinate caratteristiche e peculiarità; è impossibile credere che l’attualità, la nostra realtà, non derivi da un progressivo mutamento radicato nel tempo”.

La storia acquista di fatto un ruolo fondamentale nella comprensione degli avvenimenti odierni, un’importanza assolutamente fondamentale che troppo spesso tende ad essere trascurata.

Eric Hobsbawm. nella sua opera più famosa “Il secolo breve”, ha affermato che “la maggior parte dei giovani è cresciuta in una sorta di presente permanente, nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono”.

Questa totale assenza d’interesse nei confronti del passato, o, comunque, questa distanza è un grave fattore che dovrebbe far riflettere: com’è possibile pensare di costruire un futuro o semplicemente di comprendere il presente se mancano completamente le basi radicate nel passato?

 

La nostra ignoranza è tale che per lo più non conosciamo nemmeno la storia della nostra comunità.

Spesso, però, più che di ignoranza si tratta di mancata conoscenza.

Vogliamo, allora, cominciare a provare a raccontare episodi delle nostra storia locale e regionale.

E saremo grati a chiunque voglia aiutarci in questa intrapresa fornendoci propri contributi da pubblicare.

Non abbiamo nessuna pretesa ma solo il desiderio di offrire liberi contributi alla conoscenza della nostra terra e della nostra gente.

Usiamo il web perché le memorie che vi offriamo appartengano a tutti, oggi e domani

Cosche interessate agli appalti ed ai apporti con la politica.

 

La ‘ndrangheta “non è più da considerare un insieme di cosche ‘monadi’, ma un tutt’uno solidamente legato, con un organismo decisionale di vertice e una base territoriale”.

Si tratta di “una struttura dalla duplice faccia: una moderna, fluida, versatile e in grado di aggiornarsi e cogliere ogni occasione di profitto, l’altra dal carattere arcaico, fatta di regole, gradi, prassi, formule, giuramenti, santini e sangue”.

 

Una “bivalenza solo apparentemente contraddittoria” sulla quale “si è consolidato il percorso di affermazione e radicamento della ‘ndrangheta, la cui ascesa rapidissima la colloca, ora, tra le più temibili mafie a livello internazionale”.

E’ l’analisi contenuta nella Relazione relativa al primo semestre del 2016 della Direzione investigativa antimafia.

 

Sottovalutata.

Il processo di comprensione del fenomeno ha “scardinando dall’immaginario collettivo l’idea, per decenni di colpevole sottovalutazione, specie all’estero, di un crimine calabrese considerato minore e invece capace di espandersi, crescere, ramificarsi e occupare nuovi spazi: un cono d’ombra che è stato l’humus ideale per arricchirsi, specie nel Nord del Paese”.

 

‘Ndrangheta 2.0.

Le inchieste giudiziarie che hanno caratterizzato il semestre, ricorda la Dia, “confermano l’andamento già registrato negli anni precedenti, che vede le cosche in grado di intessere profonde relazioni con soggetti corrotti degli apparati istituzionali e con professionisti piegati alle logiche mafiose.

La duttilità operativa fuori Regione dell’organizzazione deriva, infatti, dalla commistione tra le professionalità maturate, soprattutto nel Nord del Paese, da affiliati di nuova generazione, diretta espressione delle famiglie, e professionisti attratti consapevolmente alla ‘ndrangheta”.

 

I settori di interesse.

Questo “connubio tra cosche e professionisti, specie di quelli operanti in settori ad alta redditività come la grande distribuzione, l’immobiliare e quello turistico-alberghiero e i forti addentellati con esponenti della pubblica amministrazione si affiancano, così, a quella che rimane la principale fonte di finanziamento, ossia il traffico internazionale di stupefacenti, e a una pressante azione usuraria ed estorsiva”.

Nel dossier si evince l’espansione del clan Muto a Roma, mentre a Cosenza ha resistito il patto federativo tra “italiani e il clan Rango”

“Il primo semestre del 2016 è stato segnato da alcune pronunce giudiziali, da operazioni di polizia e da provvedimenti amministrativi di scioglimento di enti locali che tratteggiano chiaramente non solo le moderne connotazioni strutturali della ‘ndrangheta, ma anche le strategie affaristiche e di condizionamento del tessuto sociale, economico e politico dei territori d’elezione, delle altre regioni del Paese e dell’estero. È ormai nota la connaturata tendenza della ‘ndrangheta a replicare altrove gli assetti organizzativi interni alle cosche, anche attraverso la creazione di strutture di base rispondenti alle medesime logiche criminali di quelle storicamente incardinate in Calabria”. Una analisi limpida e cristallina che dimostra quanto sia abile la ‘ndrangheta a espandersi e a riciclarsi. La relazione della Direzione Investiga antimafia riguarda il primo semestre del 2016. Sei mesi in cui, come già scritto, le forze dell’ordine hanno messo a segno diverse operazioni. Per quanto concerne la Provincia di Cosenza, gli investigatori scrivono che “il panorama criminale della provincia appare sostanzialmente immutato rispetto ai semestri precedenti, restando caratterizzato dall’operatività del gruppo RANGO - ZINGARI, sorto, nel recente passato, dalla fusione tra i superstiti della cosca BELLA - BELLA e il gruppo degli ZINGARI cosentini. L’aggregato criminale in parola avrebbe, inoltre, stretto un patto federativo con le due compagini mafiose dei PERNA-CICERO e LANZINO-RUÀ, anch’esse operanti nel capoluogo. Nel mese di marzo, proprio la cosca LANZINO-RUÀ è stata al centro di un’articolata operazione di servizio denominata Sistema Rende, conclusa dall’Arma dei Carabinieri con l’arresto di 10 persone, tra cui alcuni politici locali e esponenti di vertice della cosca. Le indagini hanno delineato un “intreccio” politico - mafioso che ha consentito ad alcuni candidati alle varie tornate elettorali per il rinnovo degli Enti locali, di ottenere l’appoggio elettorale da parte di personaggi di rilievo della citata cosca. Tra le attività illecite riscontrate - frutto di “patti elettorali mafiosi” figurano l’affidamento di spazi pubblici in gestione a personaggi appartenenti alla ‘ndrangheta; l’assunzione, presso la società municipalizzata preposta alla gestione dei servizi comunali, di soggetti vicini al gruppo criminale e la promessa dell’assegnazione di fondi pubblici, per finanziare una cooperativa creata per la gestione dell’area mercatale di Rende. La relazione passa poi ad analizzare il territorio provinciale. A Scalea si registra la presenza dei VALENTE e degli STUMMO, in contatto con i MUTO, la cui influenza si estende su tutto il versante tirrenico cosentino, da Guardia Piemontese fino al confine con la Basilicata. La città di Paola, oltre a subire l’influenza dei citati RANGO - ZINGARI, risulta segnata dalle cosche MARTELLO - SCOFANO - DITTO e SERPA, da sempre contrapposte. Ad Amantea, al confine con la provincia di Catanzaro, insistono i BESALDO, gli AFRICANO e i GENTILE, quest’ultimi colpiti da una confisca eseguita nel mese di marzo dalla Sezione Operativa D.I.A. di Catanzaro. Nello specifico è stato sottratto ad un imprenditore - peraltro nipote del capo cosca e collegato alla ‘ndrina LANZINO/DI PUPPO - un patrimonio del valore di oltre 1,2 milioni di euro, costituito, tra l’altro, da un’attività di commercio al det-taglio di abbigliamento e da quote di società operanti nel comparto della gestione degli impianti sportivi, della pulizia in genere e del commercio di autoveicoli. Sul versante ionico sarebbero invece attivi gli ABBRUZZESE, con particolare riferimento ai comuni di Cassano allo Ionio, Rossano, Corigliano Calabro, Cosenza e Scanzano Jonio (MT), mentre a Castrovillari si segnalano RECCHIA-IMPIERI. Sempre su Cassano allo Ionio si segnalano, oltre agli ABBRUZZESE, anche i FORASTEFANO-PORTOFARO-FAILLACE e i BEVILACQUA. Nella zona di Rossano e nella Piana di Sibari sarebbero infine operativi i GALLUZZI-ACRI-MORFO’, mentre a sud della provincia, tra Paterno Calabro, Rogliano e Piano Lago si segnalano i CHIRILLO. Da sottolineare che nel Lazio e in particolare a Roma, è stata riscontrata molto attiva la cosca MUTO”.

 

La ’ndrangheta in Calabria. Le principali ‘ndrine.

A Reggio Calabria (mandamento centrale) si conferma la presenza di un direttorio mafioso sovraordinato alle altre famiglie, rappresentato dalle figure apicali delle storiche consorterie dei De Stefano, Condello, Libri e Tegano.

Il mandamento tirrenico (piana di Gioia Tauro) è profondamente segnato dalla presenza dei Piromalli, a cui si affiancano le cosche Molè e Oppedisano, tutte ‘ndrine che operano sul porto di Gioia Tauro, uno dei principali accessi europei per la cocaina proveniente dal Sudamerica.

Il mandamento ionico conferma la “dimensione transnazionale dei traffici di stupefacenti facenti capo alla ‘ndrangheta e la capacità di questa di condizionare l’operato di pubblici funzionari e di infiltrare le attività economiche anche attraverso pressanti pratiche usurarie”

 

Le altre province.

La provincia di Catanzaro è influenzata dall’attività dei Grande Aracri di Cutro, sovraordinata ai gruppi storici dei Gaglianesi e degli Zingari. Sul versante jonico della zona di Soverato “persiste quasi incontrastata” la locale dei Gallace di Guardavalle, supportata dalle ‘ndrine dei Gallelli, Procopio e Mongiardo.

Nella provincia di Vibo Valentia domina la scena la ‘ndrina dei Mancuso, nota per la capacità di penetrazione negli apparati politico – amministrativi e nel settore economico attraverso notevoli investimenti finanziari, in una zona ad alta densità turistica.

La zona di Crotone vede la presenza dei già citati Grande Aracri, capaci di estendere la propria influenza in Calabria (anche nel basso cosentino) e fuori dalla regione (Emilia-Romagna, Lombardia e Lazio). Restano operative le storiche consorterie di Isola Capo Rizzuto (Arena, Nicoscia), Cirò Marina (Farao-Marincola) e Strongoli (Giglio).

Nella provincia di Cosenza “il panorama criminale appare sostanzialmente immutato rispetto ai semestri precedenti, restando caratterizzato dall’operatività del gruppo Rango-Zingari, sorto dalla fusione tra i superstiti della cosca Bella e il gruppo degli Zingari cosentini. Avrebbe stretto un patto con le compagini dei Perna-Cicero e Lanzino – Ruà”.

 

La mafia calabrese all’estero.

La ‘ndrangheta è da tempo un’organizzazione criminale globalizzata, presente in tutti i continenti in cui esporta il proprio “modello di successo” sperimentato sul territorio nazionale. La DIA scrive di “propaggini strutturate” presenti in molti paesi europei (Germania, Svizzera, Spagna, Francia, Olanda), in Australia, nel continente nordamericano (Canada e Stati Uniti), in Messico e Costa Rica, e nel Sud America (Colombia, Argentina, Brasile).

In questi territori la ‘ndrangheta gode di basi logistiche e strutture operative utili per la gestione del traffico di stupefacenti. Alcuni paesi europei vengono invece utilizzati per riciclare i proventi illeciti (Malta, Svizzera) o come rifugio per i latitanti (Belgio e Olanda).

“In Australia sono state registrate presenze di soggetti criminali italo-australiani di terza o quarta generazione, che avrebbero costituito organizzazioni speculari alle cosche calabresi. In alcuni casi, tali gruppi sono risultati in collegamento con le omologhe strutture italiane, per l’esecuzione coordinata di attività di portata transnazionale, come il traffico di stupefacenti o il riciclaggio di capitali. Queste strutture australiane sarebbero, a loro volta, ulteriormente collegate con altre frange di diversa estrazione criminale attive sia in Europa, in Cina che Sud America, per l’approvvigionamento, nell’ordine, di droghe sintetiche, precursori e cocaina”.

 

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Il Caso:

Il 19 gennaio il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale, si è prontamente recato (la notizia la aveva avuta quel giorno) presso il reparto di pediatria degli ospedali Riuniti di Reggio Calabria, riscontrando personalmente che: “da ben quattro giorni è ricoverato un adolescente, affetto da tubercolosi attiva, come espressamente dettomi dal primario Demetrio Costantinoalla presenza di personale medico e paramedico, aggiungendo che il Quantiferon test è risultato positivo e che al giovanissimo deve essere finanche praticato un drenaggio perché ha un imponente versamento pleurico”.

“Alla mia richiesta del perché il bambino non fosse in reparto malattie infettive, il primario – specifica il Garante – mi ha riferito che sia il pronto soccorso che il reparto di infettivologia gli hanno detto che non possono accogliere questo ed altri casi.

 

Sono stato raggiunto dalla direttrice sanitaria, Italia Rosa Albanese, che si è detta contrariata del fatto che nessuno si sia premurato di denunciare la presenza del degente in direzione – continua Marziale – e la stessa mi ha accompagnato nel reparto di infettivologia dove il personale medico si è detto allibito perché mai un bambino da isolare è stato respinto”.

 

Per Marziale: “Non interessa a nessuno lo scarico di responsabilità cui stamane ho assistito, a me preme che al ragazzo vengano prestate le cure dovute senza mettere a repentaglio la salute degli altri piccoli degenti, del personale medico e sanitario e dei visitatori.

Tenendo altresì presente che non è la prima volta che un episodio del genere si verifica nello stesso reparto, perché già l’estate scorsa, un caso anche più grave dell’odierno, mi è stato denunciato e alla mia richiesta di spiegazioni il primario Costantino ha risposto piuttosto piccato.

Stavolta vado oltre e annuncio una immediata denuncia alla Procura della Repubblica”

 

La domanda.

Sicuramente la Calabria non è pronta.

A dimostrarlo basta il fatto che solo giorno 20( il giorno successivo alla visita di Marziale) il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria ha comunicato di aver “prontamente attivato il gruppo regionale del Risk Management al fine di analizzare gli eventi verificatisi e garantire la tutela della salute dei pazienti".

Bellissimo!

Intanto il “prontamente” classico avverbio usato dagli addetti stampa per prendere per ..i fondelli i lettori (prontamente si traduce in : appena lo abbiamo saputo).

In realtà il problema è quello che il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria lo ha saputo CINQUE giorni dopo il ricovero e solo grazie al Garante.

E poi ( pochi lo sanno) ma ogni anno si svolge in Calabria il convegno del TB Day. L’ultimo è stato l’anno scorso, il “TB Day 2016″, svoltosi il 5 Aprile presso la sala convegni Ferrante del Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme , organizzato dall’ASP di Catanzaro e presentato dal Dr. Lorenzo Surace, coordinatore del Centro di riferimento Regionale TBC e referente del Gruppo Regionale Calabria di Stop TB Italia Onlus.

Ed è bene sapere che l’istituzione del Centro di riferimento regionale per il controllo della Tubercolosi rappresenta un importante baluardo per la lotta a questa malattia ritenuta, fino a qualche tempo fa, un fantasma del passato.

E’ bene anche sapere che :

-Secondo i dati mondiali, nazionali e regionali, la tubercolosi è una malattia nei confronti della quale l’attenzione ormai da alcuni anni è ritornata ad essere alta per una serie di motivi ben precisi.

a) Per la riemergenza della malattia in alcune categorie di persone quali i cittadini stranieri e quelle sottoposte a terapie con farmaci che deprimono il sistema immunitario.

b) Per la multi farmaco resistenza, ossia le forme di Tbc dovute a micobatteri resistenti ad alcuni antibiotici e che richiedono una particolare attenzione gestionale e terapeutica.

DAI NON SCHERZATE!

Pubblicato in Calabria

Ogni anno il New York Times pubblica la lista delle 52 destinazioni da "esplorare" nell’anno successivo.

 

L'elenco spazia per tutto il globo, dal Canada al Peru', dall'India al Giappone, dalla Cina al Marocco, dal Kazakhstan al Botswana.

 

L’Europa è presente con la Croazia (due localita'), la Svizzera, la Germania, l’ Inghilterra, la Svezia, la Francia, Cipro, il Portogallo, la Grecia, la Spagna (due localita'), l’Ungheria, l’Italia.

 

La Calabria è l'unica regione italiana, collocata al 37esimo posto nella lista dei viaggi suggeriti dal Nyt ai suoi lettori subito dopo Madrid e le Maldive.

"Il cibo in Italia fuori dalle regioni piu' visitate" è il titolo della breve descrizione firmata da Danielle Pergament che spiega perche' andare in Calabria.

E la motivazione è essenzialmente gastronomica: "Alcuni dei pasti migliori in Italia non si trovano a Roma o in Toscana, ma nella Regione meridionale della Calabria", scrive il Nyt, che argomenta cosi': "La punta dello stivale d'Italia si sta facendo un nome negli ambienti enogastronimici, guidata da posti come il ristorante Dattilo, il ristorante Ruris di Isola Capo Rizzuto e Antonio Abbruzzino a Catanzaro. Nota per i piatti piccanti e per produrre la maggior quota di bergamotto al mondo, la Calabria si sta orientando verso cibi piu' leggeri, agricoltura biologica e vino di vitigni locali".

Ma la Calabria è tanto altro.

 

Questo è il testo pubblicato da N.Y.Times

Fortezza Aragonese in Isola Capo di Rizzuto.Susan Wright for The New York Times

37. Calabria, Italy

Food in Italy outside the well-traveled regions.

Some of the best meals in Italy aren’t found in Rome or Tuscany, but from the southern region of Calabria. The toe of Italy’s boot is making a name for itself in food and wine circles, led by places like Ristorante Dattilo, Ristorante Ruris in Isola Capo Rizzuto and Antonio Abbruzzino in Catanzaro. Known for spicy dishes and much of the world’s supply of bergamot, Calabria is pivoting toward lighter fare, organic farming and wine made from local grapes.

Tante le recensioni che parlano della nostra terra.

Purtroppo per trovare Amantea c’è voluto il nostro commento ed una nostra foto.

Eccola:

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