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droga
In Vacanza ad Amantea per le vacanze, arrestati per spaccio.

 

Tre ragazzi di 19 anni sono stati fermati dai carabinieri di Amantea e sono stati trovati in possesso di marijuana, oltre che di un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento delle dosi.

L’auto sulla quale viaggiavano i tre comaschi è stata fermata dai carabinieri dopo che il conducente ha fatto una manovra azzardata sulla statale Tirrenica Inferiore nei pressi dell'impianto semaforico di Campora San Giovanni.

 

I 19enni sono apparsi nervosi e agitati e i militari dell’Arma hanno fatto un controllo più approfondito.

Nel vano porta-oggetti dello sportello lato conducente, sono stati scoperti due involucri contenenti complessivamente circa 4 grammi di marijuana, oltre al bilancino di precisione.

 

Nella camera dell’albergo in città nella quale i ragazzi stavano trascorrendo le vacanze, i carabinieri hanno scoperto altri quattro contenitori con circa 100 grammi di droga, materiale per il confezionamento delle dosi e la somma di oltre mille euro in banconote di piccolo e medio taglio.

 

Secondo le analisi del laboratorio stupefacenti dell’Arma, la marijuana sequestrata avrebbe permesso di ricavare oltre 300 dosi.

I tre 19enni sono stati arrestati e messi ai domiciliari nell’albergo in cui alloggiavano.

NDR: Sono questi i turisti che non vogliamo, buon soggiorno.

 

Pubblicato in Campora San Giovanni

 

strongoli
Finiscono in manette dopo aver rubato all’interno di un appartamento ad Amantea quattro rumeni.

L'auto segnalata, nella mattinata di ieri per un furto in un'abitazione, è stata intercettata sulla 107 Silana Crotonese dai Carabinieri di una pattuglia del Nucleo della Compagnia di Petilia.

L'inseguimento a 240 all'ora é proseguito poi sulla 106 dove attendevano la Golf i militari delle Compagnie di Crotone e di Cirò Marina. 

La fuga si è interrotta a Strongoli Marina intorno alle ore 15.00.

 

 

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Strongoli, nel corso di un servizio di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione dei reati predatori, hanno proceduto all’arresto, di quattro persone, in flagranza di reato per furto aggravato.

I carabinieri di pattuglia del comando provinciale si sono posti all' inseguimento di una una Golf nera che aveva forzato, poco prima, il posto di blocco sulla statale 106, dove un militare, pare, sia rimasto gravemente ferito.

 

 

L'auto dei malviventi era stata segnalata per un furto avvenuto all’interno di una abitazione a Campora San Giovanni nel Comune di Amantea. 

Raggiunta l'auto sulla strada secondaria di località Pontino, a Strongoli Marina, tra i caselli ferroviari 214 e 213, i militari l'hanno costretta a fermarsi speronandola. 

I 5 occupanti, pare cittadini di nazionalità rumena, a quel punto, si sono dati alla fuga a piedi, prendendo direzioni diverse per cercare di far perdere le loro tracce.

 

 

I militari avrebbero esploso anche dei colpi di pistola intimando ai fuggitivi di fermarsi. 

Per due la fuga è finita a ridosso di una recinzione nei pressi del passaggio a livello di località 213. 

In tutto ne sono stati fermati 4, uno purtroppo è scampato all'arresto, ma è ricercato in tutta la regione.

 

 

La refurtiva, dalle informazioni in nostro possesso pare, sia stata interamente recuperata. 

I ladri sono stati sottoposti agli arresti ed a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.

La scena è stata ripresa da diversi cittadini con i loro cellulari, alcune immagini e alcuni video sono reperibili su YouTube.

 

 

Pubblicato in Calabria

violenza minorile amanteaLa condanna dei due genitori residenti ad Amantea, viene in seguito a due episodi raccontati dalla figlia minorenne.


La violenza in genere è sempre da condannare e da respingere sotto ogni forma e costrutto sia esso verbale o fisico, ma quando essa viene perpetrata ai danni di un minore ne assume una forma ed una immagine inammissibile e orripilante.

 

Quando questo accade nella città in cui si vive, tutto sembra così lontano, così impensabile tanto da farci rimanere sbigottiti ed increduli.

 

La vicenda risale ad alcuni anni fa e si conclude con una condanna, per entrambi i genitori adottivi, presso il Tribunale di Paola.

La condanna è di 2 anni e mezzo per ciascuno dei genitori, per lesioni e maltrattamenti ai danni della figlia adottiva, dodicenne (all’epoca dei fatti), dopo almeno due episodi, questa la ricostruzione dell’indagine e del tribunale, di violenza e di vessazioni.
Numerosi gli incontri presso il Tribunale del foro di Paola, ricche di ricostruzioni dolorose e decisamente incomprensibili, raccontate dalla minore che si sono conclusi con la condanna per i genitori adottivi e con il riconoscimento alla vittima per danni morali.

Pubblicato in Cronaca

foto repertorio materiale litoideCOSENZA 22 novembre 2019 – E’stato colto in flagranza di reato mentre la scorsa notte prelevava materiale dal fiume Trionto nel Comune di Calopezzati. Per tale reato i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano, coadiuvati dai militari della Stazione Carabinieri di Scala Coeli e del NORM della Compagnia Carabinieri di Rossano, hanno tratto in arresto, G.M. di anni 49. L’uomo, originario di Crosia, è stato sorpreso durante la notte mentre prelevava con l’ausilio di una pala meccanica dal greto del Torrente Trionto inerti. Il materiale veniva poi caricato su di un autocarro e scaricato in un piazzale adiacente di proprietà dell’interessato per poi ritornare nuovamente nel letto del fiume nelle pertinenze della pala meccanica per essere caricato ulteriormente. Colto in flagranza mentre lavorava durante la notte si è pertanto proceduto all’arresto dell’uomo, al sequestro del materiale, oltre 600 metri cubi, del piazzale dove era depositato e dei due mezzi usati per il prelievo furtivo. Attività di controllo che ha da tempo visto impegnati i Carabinieri Forestale su queste località oggetto di numerosi furti di materiale litoide in area demaniale. La Procura della Repubblica di Castrovillari, dopo aver convalidato l’arresto dell’uomo ne ha disposto la rimessa in libertà in attesa di giudizio.

Pubblicato in Calabria

San Ferdinando. Quattro cittadini extracomunitari, Touray Bubacar, gambiano di anni 25; Jaiteh Alagie, senegalese (21); Jaiteh Dembo maliano (29) e Marong Suwaro, gambiano (28) sono stati arrestati dai carabinieri a San Ferdinando con l’accusa di rissa.

 

I quattro, tutti ospiti della tendopoli, si sarebbero resi responsabili, nella notte tra il 14 e il 15 agosto, mentre era in evidente stato di ebbrezza, del danneggiamento della recinzione di un lido e di un lancio di pietre e bottiglie contro alcuni avventori.

All’arrivo dei militari i quattro hanno tentato di allontanarsi ma sono stati subito bloccati.

Gli accertamenti hanno permesso di rilevare il coinvolgimento negli stessi fatti di tre cittadini del luogo rintracciati nei pronto soccorso degli ospedali di Polistena e Gioia Tauro e denunciati per danneggiamento, rissa e lesioni personali.

Feriti lievemente anche uno degli arrestati e un appartenente all’Associazione nazionale carabinieri intervenuto per sedare la rissa.

Ndr Ringraziate chi lo ha voluto accogliere

Pubblicato in Reggio Calabria

arresti

Cosenza - E' di 57 misure cautelari il bilancio di una maxi-operazione dei Carabinieri nel Cosentino che ha permesso di smantellare una rete criminale dedita al traffico di droga, all'estorsione, a furti e rapine e alla falsificazione di denaro. Il blitz con numerose perquisizioni è scattato prima dell'alba a Cosenza e in vari comuni della provincia. All'operazione, denominata Alarico, partecipano oltre 500 militari del Comando provinciale dei Carabinieri di Cosenza, supportati dai militari del 14° battaglione carabinieri “Calabria”, dello Squadrone eliportato Cacciatori di Calabria e del Nucleo cinofili di Tito, nel Potentino, con la copertura aerea del velivolo dell’8° Nucleo elicotteri di Vibo Valentia.Le 57 misure cautelari sono state emesse dai Gip presso il Tribunale di Cosenza ed il Tribunale per i minorenni di Catanzaro, nei confronti di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di “detenzione e cessione di sostanze stupefacenti”, “estorsione continuata”, “detenzione illegale di armi da fuoco e munizioni”, “ricettazione”, “furto in abitazione”, “spendita ed introduzione nello stato di monete falsificate”, “detenzione e porto in luogo pubblico di arma clandestina”, “rapina aggravata” e “violazione degli obblighi della sorveglianza speciale di p.s. con obbligo di soggiorno”. Numerose le perquisizioni eseguite. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso della conferenza stampa in programma alle ore 11.00, presso il comando provinciale dei carabinieri di Cosenza, alla presenza del Procuratore della Repubblica di Cosenza.

Coinvolti minorenni, decisive denunce mamme

"Sottolineiamo l'azione di diverse mamme-coraggio che hanno avuto la forza di denunciare e raccontare cosa facevano i loro figli". Lo ha detto all'AGI il colonnello Piero Sutera, comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza, in relazione all'operazione "Alarico" che ha portato all'esecuzione di 57 misure cautelari per spaccio di droga, fra cui eroina e cocaina, e altri reati. "Sono coinvolti anche molti minori - ha detto Sutera - utilizzati per lo spaccio e abbiamo sequestrato diverse armi, per cui dobbiamo indagare pure su eventuali collegamenti con altre organizzazioni criminali".

Pubblicato in Cosenza

Arrestato anche un altro pusher

"Hey, vuoi della droga? Seguimi...".

Diceva così, ai passanti, un nigeriano di 31 anni, irregolare, nella zona tra via Sandigliano e corso Giulio Cesare.

 

 

Ma un pedone, vista la scena, ha deciso di chiamare la polizia, con gli agenti del commissariato “Barriera Milano” che lo hanno arrestato per detenzione di sostanza stupefacente.  

Durante il controllo, l'uomo aveva nelle tasche tre involucri di crack e nel portafogli altre tre dosi di cocaina, oltre a diverso denaro contante e due telefoni cellulari. 

In via Spontini, all'angolo con via Monte Rosa, gli agenti dello stesso commissariato hanno arrestato un algerino di 23 anni, con precedenti di polizia.

Il ragazzo, seduto nel dehor di un bar, ha assunto un atteggiamento sospetto al passaggio della polizia, per questo motivo è stato sottoposto ad un controllo.

Il giovane è stato trovato in possesso di 6 ovuli di eroina, 2 telefoni cellulari e 2 agende telefoniche con i contatti degli acquirenti.

Ma possibile che nessuno prenda atto che le carceri italiane sono piene di migranti e che la maggior parte di loro sono stati spacciatori?

E possibile che nessuno prenda atto che continuare ad accettare la presenza di migranti che poi non hanno un lavoro onesto significa purtroppo automaticamente su uno disonesto?

Pubblicato in Italia

Dalle prime ore del mattino, la DIA di Messina, in sinergia con il centro Operativo di Catania, supportata dai Centri e Sezioni di Reggio Calabria, Palermo, Bari, Roma, Caltanissetta, Catanzaro ed Agrigento, sta dando esecuzione a numerose ordinanze cautelari, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina, nei confronti di già esponenti di spicco della politica cittadina e della criminalità peloritana, nonché imprenditori e faccendieri di origine messinese. Contestualmente, sono in atto anche ingenti sequestri che colpiscono diverse imprese e beni immobili, per un valore di numerosi milioni di euro.

L’attività d’indagine denominata “Terzo livello” è stata coordinata dalla Procura della Repubblica-DDA di Messina, diretta dal Procuratore Capo dott. Maurizio DE LUCIA, ed ha evidenziato, in sintesi, una rete di rapporti clientelari/affaristici nella gestione della cosa pubblica.

Tra gli arrestati anche l’ex Presidente del Consiglio comunale di Messina, candidata sindaco alle recenti amministrative, Emilia Barrile.

Secondo l’accusa, Barrile, che è ai domiciliari, con l’aiuto di imprenditori, avrebbe messo su un sistema d’affari «per avere appoggio elettorale», come spiega la Dia.

Sarebbero state create cooperative fatte «ad arte» con l’assunzione di giovani per svolgere dei lavori per la Pubblica amministrazione.

«Il tutto per avere consensi»; come dicono gli investigatori.

«Attraverso i patronati si agevolavano i giovani per poi avere la disoccupazione», come dicono gli inquirenti. Emilia Barrile è accusata di associazione a delinquere, abuso d’ufficio e atti contrari a doveri d’ufficio.

Pubblicato in Italia

Due eventi contemporanei, posti in essere da due distinte persone ed avvenuti in località diverse , cioè a Carlopoli e Martirano Lombardo, nel Catanzarese.

Le donne impaurite e in lacrime, hanno chiesto aiuto ai carabinieri.

 

Tutto è successo venerdì sera intorno alle 21.

I due giovani rientrati a casa, probabilmente sotto i fumi dell'alcool, hanno iniziato a lanciare oggetti ed a mettere a soqquadro le proprie abitazioni, inveendo e maltrattando le rispettive compagne in entrambi i casi in presenza di bambini piccoli.

Quando sul posto sono giunti i militari delle Stazioni di Carlopoli e Martirano Lombardo hanno constatato ambienti a soqquadro e le donne vittime delle violenze subite in pianto, con evidenti ecchimosi sul viso, abbracciate ai loro bimbi, rispettivamente di soli 7 mesi e 2 anni.

I mariti, invece, in evidente stato di alterazione psicofisica ponevano in essere minacce ed insulti, anche in presenza dei militari intervenuti, nei confronti delle conviventi.

I due, sono stati dapprima trattenuti nelle camere di sicurezza delle stazioni dei carabinieri e, dopo l’udienza di convalida nel tribunale lametino stante i gravi indizi di colpevolezza derivanti anche dalla condotta minacciosa ed aggressiva, sussistenti le esigenze cautelari in ragione della personalità dei soggetti, della gravità dei fatti e del pericolo di recidiva, gli arresti sono stati convalidati, i due giovani sono stati tradotti in carcere di Siano per il reato di maltrattamenti in famiglia.

Ah. Dimenticavamo solo per un caso i due sono romeni, uno di 36 anni, S.F. ed uno di 31 anni A.I.

E sempre per un caso i due sono censurati.

Le due donne, tranquillizzate dalla presenza dei Carabinieri, sono state accompagnate al Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Soveria Mannelli e dimesse con pochi giorni di prognosi.

Le donne, inoltre, sono state indirizzate presso il Centro Antiviolenza di Lamezia Terme per intraprendere il percorso contro la violenza di genere.

Gli episodi erano stati reiterati ma, secondo le dichiarazioni delle vittime, però non erano mai stati denunciati fino a quel momento.

Poi quando le violenze, i soprusi e le continue minacce, anche di morte, non sono stati più sostenibili, le due giovani donne hanno chiesto giustizia denunciando i fatti.

Pubblicato in Lamezia Terme

È in corso dalle prime ore di questa mattina un’operazione dell’Arma dei Carabinieri, che sta impiegando oltre 100 uomini del Comando Provinciale di Reggio Calabria per dare esecuzione ad un provvedimento di fermo disposto dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia.

Destinatari sono noti imprenditori del capoluogo reggino, ritenuti affiliati alle cosche di ‘ndrangheta del capoluogo calabrese e accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, fittizia intestazione di beni e autoriciclaggio.

Avrebbero contato sull’appoggio delle più pericolose cosche cittadine per accumulare enormi profitti illeciti, riciclati in fiorenti attività commerciali.

L’operazione del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina, ha fatto luce su un reticolato di cointeressenze criminali coltivate da spregiudicati imprenditori edili e immobiliari.

Sono 4 le persone colpite da provvedimento di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

In corso anche il sequestro di numerose aziende, centinaia di appartamenti e decine di terreni edificabili nel capoluogo, per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro

Pubblicato in Reggio Calabria
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