BANNER-ALTO2
A+ A A-

La procura di Catanzaro contesta anche il reato di corruzione a Mario Oliverio.

Stamattina al governatore della Calabria è stato notificato un avviso di garanzia con questa ipotesi di reato.

 

 

 

Oltre all’abuso d’ufficio già contestato a Oliverio, adesso si procede anche per corruzione.

Ed entriamo in una situazione e in una ipotesi di reato notevolmente più grave, che tra l’altro sembrava già tratteggiata il 17 dicembre, quando per Oliverio scattò l’obbligo di dimora.

Adesso, però, Gratteri sostiene apertamente e direttamente che Palla Palla è un corrotto e non è una novità di poco conto.

L’oggetto del contendere è sempre l’appalto per la costruzione dell’impianto sciistico di Lorica, affidato all’imprenditore Giorgio Barbieri, vicino al clan Muto e che avrebbe beneficiato di risorse pubbliche non dovute assicurando in cambio il rallentamento del cantiere di piazza Fera/Bilotti a Cosenza.

Proprio per questa vicenda la procura ha deciso di formalizzare l’ipotesi di reato di corruzione, visto che è un atto contrario ai doveri d’ufficio.

Si fa più pesante il carico di accuse contro Mario Oliverio.

Una nuova grave contestazione, quella mossa dalla Procura di Catanzaro, che si aggiunge a quella già nota di abuso d'ufficio per la quale, da alcuni giorni, il governatore è sottoposto a obbligo di dimora nella sua San Giovanni in Fiore.

Le nuove accuse riguardano sempre il presunto patto da lui stipulato con l'imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri.

Quest'ultimo, infatti, avrebbe dovuto bloccare i lavori di piazza Bilotti, a Cosenza, cosi da penalizzare il sindaco di quella città, Mario Occhiuto, e in cambio lo stesso Barbieri avrebbe ottenuto un finanziamento extra - oltre quattro milioni di euro - per completare i lavori delle piste da sci di Lorica, in Sila.

Rispetto a tali fatti, l'ufficio diretto da Nicola Gratteri ipotizzava solo il reato di abuso d'ufficio, ma era stato lo stesso gip firmatario dell'ordinanza a ravvisare un difetto di contestazione, suggerendo agli inquirenti di procedere con l'accusa di corruzione.

Detto fatto.

E non finisce qui.

Nell'avviso di garanzia,infatti, è ventilata anche un'ipotesi di associazione a delinquere dai contorni, però, ancora da chiarire.

Sempre da chiarire eventuali altri cointeressati.

Pubblicato in Calabria

Comunicato stampa di Libera Calabria

“Siamo alle solite! Ancora una volta un vile gesto intimidatorio.

Ad essere preso di mira questa volta non è un rappresentante delle forze dell’ordine, un giornalista, un sacerdote, un esponente politico, ma la signora Teresa Lochiatto vedova Luzza,

alla quale nel pomeriggio di ieri lunedì 21 maggio è stata recapitata una lettera anonima contenente tre proiettili di pistola e la foto del figlio Pino, vittima innocente, ucciso vent’anni orsono dalle cosche della ‘ndrangheta vibonese.

I componenti delle ‘ndrine sono capaci di tutto, anche di simili gesti inumani.

Perché solo chi apparentemente ha sembianze umane, può essere capace di così atroce gesto: rievocare il dolore di un figlio ucciso, con la minaccia evidente che l’altro figlio, Matteo, da sempre impegnato in Libera, farà la stessa fine.

Alla signora Lochiatto, a Matteo Luzza, attualmente responsabile regionale del settore memoria di Libera Calabria, vanno la sincera vicinanza e solidarietà dell’intera rete di Libera regionale.

In Calabria c’è chi vuole impedire che continui il nostro impegno perché giovani, imprenditori, commercianti, giornalisti, sacerdoti, scuole, associazioni, sindacati, facciano fronte comune per impedire il dilagare della ‘ndrangheta.

C’è anche chi ritiene che con tali gesti intimidatori si ritorni ad un clima di paura e di omertà, che non ci si costituisca più parte civile nei processi di ‘ndrangheta o per richiedere il ristoro dei danni nei confronti dei carnefici.

Lo vogliamo ribadire con forza anche attraverso tale comunicato, anche se lo faremo nei modi e nei tempi opportuni ad Acquaro: il nostro impegno continua, consapevoli che solo attraverso una cittadinanza attiva e responsabile, solo attraverso il riappropriarci del nostro passato - come insegnava Antonino Caponnetto - potremmo riappropriarci anche dell’avvenire di questa nostra Terra.

Tale impegno, sempre secondo colui che ha reso operativa l’idea del pool antimafia di Rocco Chinnici, va assunto “con decisione, fermezza, serenità, ma anche con amore e speranza”.

Questo l’invito che rivolgiamo a tutti coloro i quali ritengono di doversi spendere per una Calabria libera dalla ‘drangheta dalla corruzione e da ogni forma di violenza e di sopruso.

Don Ennio Stamile                            Referente regionale Libera Calabria

Pubblicato in Calabria

In una democrazia tutti i partiti che si presentano alle elezioni propongono agli elettori progetti/modelli di società in generale differenti e a volte anche contrapposti.

Questi modelli di società si configurano attraverso le proposte specifiche sulle varie problematiche dell’organizzazione della società (lavoro e capitale, libertà individuali, diritti e doveri dei cittadini e degli eletti, tasse, età pensionabile, pensioni max e min, assistenza sanitaria, scuola, università, aiuti ai senza lavoro, accoglienza migranti, uguaglianza e diseguaglianza accettabile, durata del mandato degli eletti,Europa si-Europa no ecc.).

Alle elezioni l’elettore dovrebbe valutare e scegliere il partito che propone (e se ha avuto responsabilità di governo rispondenza tra promesse e realizzazioni!) il progetto di società che meglio risponde alle sue esigenze socio-culturali, e perché no psicologiche, e che ritiene possa meglio rappresentare i suoi orientamenti e convincimenti su quelli che sono le regole che devono governare i raparti tra gli individui delle società nella quale vuole vivere.

In questo orizzonte è legittimo sostenere, per esempio, sia che nessuno debba essere lasciato nell’indigenza, sia che chi non è capace di sostenersi siano affari suoi, che le diseguaglianze non devono essere eccessive o viceversa che non devono essere limitate, che gli eletti possono essere a vita o che al contrario devono poterlo essere per un tempo limitato, che ci vuole un tetto alle pensioni o che non ci vuole un tetto, che è giusto/non giusto togliere i privilegi agli eletti, che è dovere accogliere i migranti o che al contrario non lo è assolutamente ecc.

Questo fa parte di quello che si chiama il confronto dialettico tra legittimi progetti di società differenti o contrapposti, che viene fatto tra i partiti e tra i singoli cittadini.

Ma prima di tutto bisognerebbe chiedere alla politica e ai politici di ogni orientamento il rispetto dell’art. 54 della nostra Costituzione:

“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.

Un dato obiettivo è che in Italia la corruzione è uno dei più gravi handicap sociali che oltre a destabilizzare il tessuto sociale ha un costo economico enorme che ingoia decine e decine di miliardi di euro all’anno.

Un chilometro di strada in Italia costa tre volte in più che in Germania.

Potrebbe esistere la corruzione senza politici e sistema politico corrotti?

E’ veramente così difficile individuare politici e partiti che da più di 20 anni alimentano, utilizzano e/o chiudono gli occhi di fronte alla corruzione?

Sicuramente in tutti i partiti ci sono persone che non sono corrotti, ma sicuramente i partiti che hanno governato l’Italia da più di vent’anni, nei confronti della corruzione hanno una grande responsabilità, perché hanno sicuramente, come organizzazioni o come singoli, favorito/ agevolato/ utilizzato/trascurato la corruzione.

Veramente su fatti come quelli messi in luce da Fanpage è sensato concentrarsi sulle modalità dell’inchiesta e non essere al contrario sconcertati dalla sostanza e dalle reazioni dei politici?

Se per miracolo dopo il 04 marzo a governare questo paese ci fossero politici e partiti onesti, la corruzione si squaglierebbe come neve al sole!

Noi elettori abbiamo il potere di fare questo miracolo!

Sarebbe una riforma a costo zero, anzi regalerebbe al bilancio dello stato miliardi di euro ogni anno!

Certo l’onestà non è condizione sufficiente per essere governanti adeguati, ma dovremmo pretendere, come cittadini, che l’onestà dei governanti sia una condizione necessaria e imprescindibile.

Chi ritiene che la corruzione sia in Italia il male principale e prioritario da combattere, dovrebbe mandare un segnale preciso a tutti i partiti che da più di venti anni ci hanno governato e che sicuramente hanno la responsabilità di questo male.

Giuseppe Furano

Pubblicato in Basso Tirreno

Catanzaro 28 luglio.Ora tocca anche ai funzionari prefettizi!

 

Una funzionaria della Prefettura di, Nerina Renda, di 53 anni, ed un imprenditore, Salvatore Lucchino (73), entrambi di Lamezia Terme, sono stati posti agli arresti domiciliari dalla squadra mobile per corruzione.

 

Il "prezzo" pagato, secondo l'accusa, sarebbe stato un immobile a Feroleto Antico e la promessa di denaro.

 

L'immobile è stato sequestrato.

L'indagine, coordinata dal pm Paolo Petrolo, del gruppo reati contro la pubblica amministrazione coordinato dall'aggiunto Giovanni Bombardieri della Procura diretta da Nicola Gratteri, è iniziata dopo la stipula, il 29 dicembre 2014, di una convenzione tra la Gianal Srl, società cooperativa gestita dall'imprenditore, e la Prefettura, all'esito della gara d'appalto bandita per la gestione del servizio dei migranti richiedenti protezione internazionale.

Dalle indagini è emerso che Lucchino aveva stretto una relazione con la Renda, che all'epoca era in servizio al Settore Immigrazione Rifugiati, e che, nel 2015, ha ceduto alla Renda un immobile.(Ansa)

L'inchiesta, coordinata dalla Procura di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, è iniziata dopo la stipula, il 29 dicembre 2014, di una convenzione tra la Gianal Srl, società cooperativa gestita dall'imprenditore, e la Prefettura, all'esito della gara d'appalto bandita per la gestione del servizio dei migranti richiedenti protezione internazionale.

Le indagini hanno permesso così di accertare che Renda, funzionario in servizio, all'epoca dei fatti, nell'area IV - Settore Immigrazione Rifugiati - della Prefettura di Catanzaro avrebbe favorito, a fronte di un corrispettivo economico, l'imprenditore lametino gestore della società cooperativa Gianal, nella instaurazione di un rapporto convenzionale.

La funzionaria poi avrebbe partecipato attivamente all'espletamento della procedura di gara indetta dalla Prefettura, anche attraverso sopralluoghi e ispezioni nella struttura di Lucchino, esprimendo parere positivo.

Renda, trasferita dal precedente incarico, avrebbe anche svolto il ruolo di amministratore «di fatto» del centro.

Entrambi sono accusati, in concorso tra loro, del reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio.

Pubblicato in Catanzaro

otticoUna mattina vorrei svegliarmi e leggere sul quotidiano:
“ Un duro colpo alla corruzione ed al malaffare tra esponenti della Pubblica Amministrazione locale e dell’imprenditoria è stato inferto congiuntamente dalla Guardia di Finanza, dalla Polizia e dai Carabinieri. Scoperto un collaudato sistema corruttivo: imprenditori “amici”, grazie all’aiuto di dirigenti e tecnici comunali riuscivano ad avere ‘canali privilegiati’, bypassando le norme che regolano gli appalti pubblici ed eludendo i controlli.”


Amantea, una storia moderna. Anzi, modernissima ed antica allo stesso tempo. Antica, perché questa Terra ha già subito il dominio visigoto.

Moderna, perché completamente figlia di quest’epoca disgraziata ed annichilita. Questo scritto era nascosto da qualche parte, e oggi è venuto fuori quasi di getto, senza una specifica ragione, perché la mia pazienza nei confronti di tutti coloro a cui è rivolta la lettera è finita. Scrivo a Voi, Cittadini di Amantea e della Calabria tutta.

 

Il pensiero soggettivo del benpensante è un pensiero inutile finché resta un pensiero soggettivamente pensato, nutrito e, nel giro degli amici e dei conoscenti, limitatamente espresso e condiviso.

E’ solamente melassa, è un livore, un borbottio, un’ebollizione di cattivi umori che contribuisce a rendere l’aria che si respira ancora più pesante e cattiva, perché ragionandoci sopra, chi più sa e più vede, se poi non muove un dito per cambiare le cose, offre agli altri solo l’occasione di accorgersi di mucchi di merda che non aveva ancora notato.

 

Ciò che oggi mi preme è di mettere in mostra la condotta di una intera città. Sono cosciente, come mi è stato più volte ricordato, che le parole che scrivo e indirizzo a Voi tutti, Cittadini di Amantea e della Calabria, servono a molto poco.

Ciononostante , vi incito ad avere Coraggio, nel liberarvi dalla cappa dei soliti noti, che un tempo vi promettevano pane e lavoro al costo della perdita della vostra libertà. Liberatevi da persone che non hanno mai lavorato nella loro vita. L’unico lavoro che hanno fatto e che si tramandano da padre in figlio è fare il “politico” con la “p” molto minuscola.

Sì, sono riusciti a creare una loro professione. Sono riusciti a creare una generazione di governanti ereditieri.

 

I violini e i loro consociati orchestrali, succhiano alla mammella pubblica già da oltre mezzo secolo e non intendono mollarla.

Perché lavorare, quanto si può, non facendo niente, guadagnare un bel malloppo? Il governante-faccendiere ha saputo creare parchi urbani di cemento, eventi estivi e salvaguardato il centro storico. Ha fatto ingabbiare opere inutili e incomplete. Ha lottizzato terreni a favore della congrega. Ha elargito beni demaniali con lo scopo di accaparrarsi voti e favori del beneficiario.

 

Ha fatto costruire un cavalcavia che non è un cavalcavia.

Vuol costruire ponti che portano verso il nulla. Denigra una parte dei suoi quartieri relegandoli al degrado ambientale e sociale. Ha creato parcheggi a pagamento relegando quelli “gratis” al confine della Terra. Fa di tutto per compiacere gli imprenditori amici, l’impresa o chicchessia, senza che ve ne sia un vantaggio collettivo. Ma voi, cittadini di questo paese, che tacitamente i governanti li avete scelti, illudendovi di liberarvi dalle responsabilità, avete più colpe di quanto pensiate. Anche se questi miei scritti servono a distrarvi un po’, voglio che sappiate che io Amo questo paese.

 

Lo amo a tal punto da non rinunciare al più importante scopo che è quello di far risvegliare le coscienze dei giovani.

Ricordare loro che il futuro è nelle loro mani. L’incertezza del loro futuro inficia la crescita del paese nella sua totalità. Scrivo ciò perché non credo che ad Amantea come in tutta la Calabria ci siano giovani che vogliono essere succubi di una democrazia sociale degradata dalla logica dell’ereditarietà.

Dalla logica della sudditanza. Dalla logica dell’affarismo.

Dalla logica del malaffare.

Vi sono catene che bisogna spezzare: le maglie della sudditanza; la maglia del potere dei colletti bianchi: quella classe burocratica che guadagna tanto quanto pesa, nascosta nella complicità tra burocrazia e politica, calpestando persino gli obblighi legali di trasparenza; la catena del bisogno; dell’ignoranza; del mal governo; del clientelismo; degli sprechi; delle caste partitocratiche; del potere e dell’arroganza; della paura che incutono nei cittadini gli atteggiamenti di questa classe di prepotenti , costringendo i Cittadini ad allontanarsi dalla vita politica della Città.

 

Cittadini che hanno creduto e continuano a crederlo che questi signori volessero ridare diritti certi e non favori spacciati come regalie che si devono onorare con il voto vita natural durante.

Ingenuamente hanno creduto che sarebbe stato possibile iniziare un cammino di democratizzazione della politica Amanteana.

Oggi, alcuni di Voi, però, hanno cominciato a rendersi conto che le persone che riempivano le piazze con le loro menzogne sulla forza della legalità, della trasparenza, della libertà, della solidarietà, della partecipazione popolare, della Liberal- Democrazia, sono in realtà le guardie dell’affarismo, del potere fine a stesso, dell’egoismo con il quale calpestano diritti e Valori di convivenza sociale . No, non si può volere essere come loro. I Vostri principi, i Vostri valori, cari Amanteani, devono essere altri e alti.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Difficile non ringraziare l’Associazione Prospettive per avere riportato in primo piano il problema della corruzione.

Lo ha fatto con il convegno svoltosi nei giorni scorsi nella sala conferenze del Mediterraneo Palace Hotel, relatore il giudice della Corte dei Conti dr Quirino Lorelli.

 

 

Ecco il comunicato emesso dalla associazione Prospettive.

“ Promosso dall’Associazione “Prospettive” si e’ svolto nei giorni scorsi, presso la sala conferenze del Mediterraneo Palace Hotel, un interessante convegno dal titolo esplicativo “I topi roditori: la corruzione che distrugge l’Italia”.

Ad introdurre i lavori e’ stato Aldo Andreani, medico in pensione ed instancabile presidente di Prospettive, associazione che ha all’attivo decine di seminari ed incontri su tematiche di grande interesse che coinvolgono i cittadini e il territorio. A relazionare e’ stato Quirino Lorelli, magistrato della Corte dei Conti e docente universitario, che ha ripercorso la storia di questo fenomeno partendo dall’antica Grecia e dall’epoca romana ( processi c.d. “per ambitus”, inteso come broglio elettorale e come acquisizione di voti attraverso pratiche corruttive), passando per il papato (in particolare nel corso dei secoli IX e X, alcuni papi furono soprattutto protagonisti di casi di simonia e nicolaismo) fino ad arrivare ai giorni nostri (peculato, concussione, voto di scambio).

 

<< Ad un certo punto – spiega Quirino Lorelli - finisce con l’essere uno stile di vita, se pensiamo che finanche il Papa recentemente ha sentito la necessità di scagliarsi contro la corruzione. Fondamentale, però, è partire da un dato: la percezione della corruzione e come essa si misura. L'indice di percezione della corruzione, in inglese Corruption Perception Index, è un indicatore statistico pubblicato dall’organizzazione Transparency International, a partire dal 1995. L'indice viene utilizzato per stilare una graduatoria dei paesi del mondo, e l’Italia e’ prima per corruzione tra i paesi dell’Unione Europea. L’indice 2014 colloca il nostro paese al 69esimo posto della classifica generale come nel 2013, fanalino di coda dei paesi del G7 e ultimo tra i membri dell’Unione Europea. Contrariamente a quello che si pensa – conclude il magistrato - sotto il profilo giudiziario i processi per corruzione che si concludono sono pochissimi, quelli che si concludono rapidamente (cioè in meno di tre anni) praticamente nessuno. I dati delle condanne per corruzione sono assolutamente bassi, quasi risibili se pensiamo a quanto è esteso il fenomeno>>. Per invertire la tendenza è necessario ridurre i centri di spesa, riformare il codice degli appalti e soprattutto intervenire sulla formazione culturale delle giovani generazioni”.

 

Difficile , al contrario, accettare le conclusioni relative alla lotta alla corruzione. 
La corruzione apparentemente è fatta di tre elementi : il corruttore, il corrotto, il soldo della corruzione.

Il corruttore, apparentemente riceve il soldo, il corrotto apparentemente paga, il soldo è il fine della corruzione.

In realtà chi paga è sempre il cittadino, cioè ognuno di noi.

Se la corruzione avviene per opere o servizi pubblici si ha in genere un maggior costo od un minor servizio e quindi il cittadino paga di più un servizio che vale di meno o riceve un servizio minore a fronte di un costo maggiore.

Se la corruzione riguarda opere o servizi privati avviene più o meno la stessa cosa salvo quando il privato è costretto a pagare un servizio che dovrebbe avere diversamente

 

Ecco perché non serve ridurre i centri di spesa. Se il funzionario pubblico pretende la tangente per un servizio che dovrebbe dare senza costi aggiunti il soldo non transita da centri di spesa.

Il problema è invece quello di denunciare immediatamente chiunque pretenda tangenti.

Ma la magistratura deve fare la sua parte evitando di vessare il privato che denuncia che deve al contrario essere tutelato in ogni momento successivo alla denuncia.

Mafia,’ndrangheta o tangente politica o burocratica hanno lo stesso peso e devono essere trattati nello stesso modo.

E’ il soldo che deve essere pedinato!

Vivere al di sopra delle proprie possibilità è sicuramente indice di imbroglio e chiunque vive al di sopra delle proprie reali possibilità deve essere perseguito e condannato. Per questo è necessario eliminare il denaro contante ed indagare chiunque lo usa .

Pubblicato in Politica

Troppo per essere casuale.
Novembre inizia con la presenza negli uffici comunali di un ispettore del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze).

 

Vedi l’articolo “Comune di Amantea: Zero servizi ed un mare di debiti!” di Francesca Menichino nel quale viene richiamato che “Di recente il nostro Comune è stato anche “visitato” da un ispettore del Ministero delle Finanze, e l’illegittimità della presenza del sindaco padre continua a non essere sanzionata da nessuno nonostante le nostre segnalazioni”.

E non sorprende certo che stia per tenersi giorno 20 novembre la conferenza dibattito dall’emblematico titolo ”I topi roditori: la corruzione che distrugge l’Italia” nel quale parlerà il dott Quirino Lorelli , magistrato della Corte dei Conti : vedi articolo dal link.

 

Ed ovviamente in questo contesto non sorprende certo la presenza in Amantea dal 16 novembre 2015 di tre ispettori dell’Anac ( Autorità Nazionale Anticorruzione).

Né, infine, sorprende che il 16 novembre sia stata pubblicata la Determinazione n. 12 del 28/10/2015 contenente il Piano Nazionale Anticorruzione aggiornato al 2015, un piano nato dopo la osservazione di 1911 amministrazioni di cui sono stati valutati i Piani di prevenzione della corruzione (PTPC).

 

Il PNA intende dare risposte unitarie alle richieste   di chiarimenti pervenute dagli operatori del settore ed in particolare dai Responsabili della prevenzione della corruzione (RPC) che dovrebbero essere nominati dalle pubbliche amministrazioni.

 

Probabilmente sono venuti a constatare di persona che il comune di Amantea non ha redatto il Piano di prevenzione della corruzione (PTPC), né ha nominato il Responsabile della prevenzione della corruzione (RPC) .

In coerenza i controlli sono stati disposti anche dal Dipartimento dell’ Economia e delle Finanze.

 

ComuneAmante SP

Ovviamente inutile attendersi risposte immediate.

Da queste ispezioni emaneranno relazioni che saranno inviate agli organi che le hanno disposto e che saranno rese solo dopo molto tempo.

Stamattina il secondo giorno di presenza.

Qualche viso era rabbuiato ma siamo certi che si tratta soltanto di una nuvola passeggera a meno che gli ispettori non abbiano trovato anche quello che non cercavano.

Pubblicato in Politica

Una conferenza dibattito dalla straordinaria attualità.

Organizzata dalla Associazione Prospettive di Amantea, si terrà il 20 novembre con inizio alle ore 17,30 nella sala Convegni del Mediter raneo Hotel di Amantea.

 

La introduzione sarà svolta dal dr Aldo Andreani, presidente della Associazione Prospettive di Amantea.

La relazione sarà svolta dal dottor Quirino Lorelli, magistrato della Corte dei Conti e docente di diritto amministrativo dell’università della Calabria.

Ogni giorno scoppia uno scandalo sulla corruzione in Italia.

Tutte le regioni italiane sono coinvolte da questo fenomeno.

La Calabria è la più coinvolta.

 

Nel 2014 in Calabria sono state arrestate 244 persone su 2 milioni circa di abitanti.

In Piemonte gli arresti sono stati 201 su poco più di 4,4 milioni di abitanti.

Il Lombardia 209 su circa 10 milioni di abitanti.

Per capire la entità e la gravità del fenomeno vi rinviamo alla lettura della Relazione annuale 2014 edita dall’Anac( Autorità Nazionale Anticorruzione) e presentata in Roma, presso la Camera dei deputati il 2 luglio 2015.

Parliamo della sola punta di un enorme iceberg.

 

Ed ancora meglio Relazione dell’Unione europea sulla lotta alla corruzione nella quale si legge che la corruzione costa all’economia europea 120 miliardi di euro ogni anno e che La Corte dei conti italiana fa notare che i costi diretti totali della corruzione ammontano a 60 miliardi di euro l’anno (pari a circa il 4% del PIL).

Per far capire meglio ai nostri lettori la entità vogliao riportarvi quanyo testualmente scritto in questa relazione :” Nel solo caso delle grandi opere pubbliche la corruzione (comprese le perdite indirette) è stimata a ben il 40% del valore totale dell’appalto.

Secondo gli studi, l’ alta velocità in Italia è costata 47,3 milioni di euro al chilometro nel tratto Roma-Napoli, 74 milioni di euro tra Torino e Novara, 79,5 milioni di euro tra Novara e Milano e 96,4 milioni di euro tra Bologna e Firenze, contro gli appena 10,2 milioni di euro al chilometro della Parigi-Lione, i 9,8 milioni di euro della Madrid-Siviglia e i 9,3 milioni di euro della Tokyo-Osaka.

Queste differenze di costo, di per sé poco probanti, possono rivelarsi però una spia, da verificare alla luce di altri indicatori, di un’eventuale cattiva gestione o di irregolarità delle gare per gli appalti pubblici.”

Ma và!

La banca di Credito Cooperativo Mediocrati ha chiesto una indagine sulla corruzione all’istituto Demoskopica. Ecco i risultati.

Circa 15 mila operatori economici avrebbero ricevuto richieste estorsive, mazzette e tangenti in Calabria.

Nel rapporto è scritto che le maggiori percentuali di casi di corruzione si riscontrano tra le imprese

-del comparto edile con il 13,2% ;

-del comparto dei servizi con il 13%

- dell’agricoltura con 11,7%

Minori le percentuali tra:

- imprese commerciali con il 2,4%;

- le imprese industriali con l’8,7%.

Interessante poi la ricerca sulla provenienza . secondo lo studio la richiesta di tangenti arriva:

-dai funzionari che gestiscono gli appalti pubblici con il 26,1%;

-dai politici con il 17%;

- da chi lavorano nelle forze dell’ordine con l’ 11,4%;

-da chi rilasciamo le concessioni edilizie e di permessi per lo svolgimento di altre attività economiche e commerciali con l’11,4%.

Segue poi la tipologia delle tangenti:

-per velocizzare una pratica il 45,8%;

- per ricevere in cambio un servizio o un beneficio il 33.3%

-per evitare problemi con l’autorità l’8,3%;

Infine l’andamento delle tangenti:

Per il 36,6% degli intervistati il fenomeno è aumentato “molto” negli ultimi tre anni;

Per il17,4% il fenomeno è aumentato ma in modo lieve;

Per il 41% è rimasto costante;

Poi c’è un 1,5% che afferma che “non c’è corruzione”.

Un dato questo in linea con quelli dell’ultima indagine Global Corruption Barometer sulla corruzione nel mondo, realizzata da Trasparency International, da cui emerge un aumento della corruzione per oltre i due terzi degli italiani (64%).

Ma ecco le denunce:

Nel 2004 si sono avute 1511denunce

Il massimo nel 2006 con 2.440 casi

Il minimo si è avuto nel 2009 con 1114 denunce;

E nel 2010 i casi sono saliti a 1377.

Sempre nello stesso periodo 2004-2010 :

-il maggior numero di reati con quasi il 50% dei casi sono state le truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche;

- a seguire con il 28,1% il reato di abuso d’ufficio;

- solo con il 7,5% l’indebita percezione a danno dello stato;

Tutte le altre categorie di reati non superano il 2%.

Pubblicato in Calabria

Un prefetto, l’ex provveditore regionale per le opere pubbliche e alcuni alti dirigenti di società partecipate o controllate da Finmeccanica. In tutto otto persone (ma quelle coinvolte sono 12) in carcere o ai domiciliari con le accuse di associazione a delinquere, corruzione, abuso di ufficio, turbativa d’asta, rivelazione del segreto d’ufficio, falso e frode in pubbliche forniture. Per aver favorito alcune società ‘amiche’ negli appalti e nell’acquisto di apparecchiature obsolete e inutilizzabili destinate al Centro elettronico nazionale della polizia di Stato con sede a Napoli. L’inchiesta della procura partenopea oggi è arrivata ad un punto di svolta, con la guardia di finanza che ha eseguito otto ordinanze di custodia cautelare e un sequestro preventivo di oltre 50 milioni di euro nei confronti delle compagnie finite nell’inchiesta. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, abuso di ufficio, turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture, rivelazione del segreto d’ufficio e falso.

 

Gli arrestati: nei guai anche Intini, l’amico di Gianpi Tarantini

Le presunte irregolarità riguardano il trasferimento del Cen della polizia dalla vecchia sede di via Conte della Cerra, nel quartiere Arenella a Napoli all’interno della Reggia di Capodimonte. Le aziende coinvolte sono la Elsag Datamat e la Electron del gruppo Finmeccanica, per cui la procura ha deciso il sequestro preventivo di 50 milioni di euro. Tra i destinatari delle ordinanze dei magistrati, invece, ci sono l’ex direttore delle specialità della polizia, prefetto ed ex questore di Napoli Oscar Fiorolli (ai domiciliari) e l’ex provveditore alle Opere pubbliche di Campania e Molise, Mario Mautone, già condannato nel processo per l’appalto Global Service. Ordinanze di custodia notificate anche ai manager di Elsag, Carlo Gualdaroni (ora amministratore di Telespazio) e Francesco Subbioni. I provvedimenti notificati sono in tutto 12: 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 4 ai domiciliari e 4 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. La Procura di Napoli, inoltre, ha chiesto l’interdizione dai pubblici uffici dei prefetti Nicola Izzo e Giovanna Iurato. Izzo, ex vice capo della Polizia, è stato anche protagonista per la vicenda dell’esposto che denunciava un sistema illegittimo degli appalti in Viminale. Da tempo indagato nell’inchiesta napoletana sul Cen, Izzo aveva rassegnato le sue dimissioni, respinte in un primo momento dal ministro dell’Interno, dopo che l’esposto era diventato di dominio pubblico. Il coinvolgimento di Izzo e Iurato si riferisce alla presunta turbativa d’asta per la fornitura di apparecchiature elettroniche al Cen. Il primo è indagato nella sua qualità di autorità di gestione dei fondi Pon sicurezza, mentre la Iurato è chiamata in causa nella qualità di direttore dell’asse 1 dei fondi Pon sicurezza.

 

Non solo. Arresti domiciliari anche nei confronti di Guido Nasta, Luigi De Simone e l’imprenditore pugliese Enrico Intini. Quest’ultimo è un personaggio noto alle cronache giudiziarie. Amico personale di Gianpaolo Tarantini, il suo nome è finito nelle carte dell’inchiesta sulle ‘serate eleganti’ di Berlusconi perché facente parte del comitato d’affari pugliese (oltre a Gianpi e Intini, anche Roberto De Santis e l’avvocato Salvatore Castellaneta, questi ultimi tre da tempo considerati vicini a pezzi da novanta del centrosinistra pugliese e nazionale) che puntava a entrare nella ‘short list’ della Protezione civile, ovvero nel novero di quelle aziende chiamate a gestire le situazioni di emergenza e le grandi opere pubbliche per chiamata diretta. Secondo gli inquirenti baresi, Tarantini mirava a compiacere l’ex premier per ‘sponsorizzare’ il suo gruppo di imprenditori in modo da avere contatti con Guido Bertolaso. Tornando allo ‘scandalo Cen’, le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono invece state emesse, oltre che per Mautone, Gualdaroni e Subbioni, anche per Lucio Carmine Gentile.

 

La Dda: “Società illecitamente favorite in gare d’appalto”

Particolarmente dure le parole utilizzate dalla Dda di Napoli, secondo cui l’indagine avrebbe delineato “i tratti distintivi di una struttura organizzata e consolidata che opera con la finalità astrattamente lecita di aggiudicarsi appalti dalla committenza pubblica in materia di sicurezza, attraverso l’utilizzo di illeciti strumenti del tutto avulsi dalla dinamica contrattuale e dal rispetto delle norme che guidano l’agire della pubblica amministrazione”. Il fulcro centrale della presunta associazione, secondo gli investigatori, sarebbe costituito dai rappresentanti di due società appartenenti al gruppo Finmeccanica, Carlo Gualdaroni, amministratore delegato di Elsag Datamat Spa (ora Selex - Elsag Spa) e Francesco Subbioni, amministratore delegato di Electron Italia Srl, oltre che consigliere della Elsag (entrambi in carcere), i quali avvalendosi dell’apporto di collaboratori della società, in particolare Guido Nasta, consigliere Elsag, e Luigi De Simone, responsabile per la Campania Elsag, (entrambi agli arresti domiciliari), attraverso l’intermediazione di Lucio Gentile (in carcere), avrebbero stretto relazioni affaristiche con esponenti istituzionali, come Mario Mautone (in carcere), nella sua qualità di provveditore alle opere pubbliche della Campania e il Molise, e Oscar Fiorolli (ai domiciliari), all’epoca questore di Napoli.

 

Dalla Dda, inoltre, hanno spiegato che “nell’ambito di tale sistema si inserisce la figura di Enrico Intini, sottoposto ai domiciliari, amministratore del gruppo Intini, che attraverso il proprio contributo rappresentato dai mezzi imprenditoriali di natura edilizia ha concretizzato il binomio tecnologia-mattone secondo un modus operandi costantemente perseguito dalle imprese della holding Finmeccanica, potenziando il margine di guadagno dell’associazione”. Secondo gli inquirenti “la materia è oggetto di interesse degli associati, è infatti costituita in primo luogo dagli appalti che le pubbliche amministrazioni di volta in volta competenti dovevano affidare per realizzare l’ambizioso progetto della creazione di sistemi di videosorveglianza del territorio cittadino e provinciale, per poi giungere alla realizzazione di un sistema informatico complesso nel quale fare confluire tutti i dati raccolti attraverso i vari sistemi di videosorveglianza provenienti dai singoli presidi di sicurezza territoriali, il cosiddetto Cen, centro elaborazione nazionale da collocare nel costituendo centro polifunzionale della Polizia di Stato”.

 

Sono cinque gli appalti nel mirino della Procura

Oltre all’associazione a delinquere, agli indagati sono stati contestati i reati di turbativa d’asta e rivelazione di segreto di ufficio, abuso di ufficio e corruzione. Sono cinque i bandi di gara che sarebbero stati truccati e riguardano, oltre a quello per “il trasferimento, consolidamento e ottimizzazione della gestione del centro elettronico nazionale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza“, la ristrutturazione del commissariato Decumani, la videosorveglianza nel capoluogo partenopeo e in diversi comuni della provincia. Tutti gli appalti sono stati finanziati con i fondi del Programma operativo nazionale (Pon) Sicurezza. In particolare, un milione e centomila euro per il ‘Progetto per un sistema integrato di videosorveglianza territorialè dei comuni di Cercola, Massa di Somma, Pollena Trocchia, Sant’Anastasia, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio e Volla e dei quartieri di Napoli Forcella, Poggioreale, Ponticelli e Decumani; un milione e 250 mila euro sono invece andati per la fornitura di un sistema di videosorveglianza per i comuni di Arzano, Afragola, Cardito, Casandrino, Casavatore, Casoria, Frattamaggiore, Frattaminore e Grumo Nevano; 2 milioni per la fornitura di un sistema di videosorveglianza per i comuni dell’area di San Giovanni a Teduccio e Castellammare di Stabia; 3 milioni per la fornitura di un sistema di monitoraggio ambientale e videosorveglianza nell’agro nolano.

Pubblicato in Italia
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy