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C'è grande apprensione da parte dei familiari per la scomparsa di Francesco De Filippo.

L'uomo di 52 anni non dà notizie di sé da quattro giorni.

Al momento, tecnicamente, viene definito un allontanamento volontario.

Ma, l'apprensione da parte dei familiari e grande perché Francesco De Filippo nel suo ambiente può muoversi autonomamente, mentre fuori dal suo piccolo paese probabilmente potrebbe trovarsi in difficoltà.

I carabinieri della compagnia di Scalea, coordinati dal capitano Andrea Massari, in collaborazione con i colleghi della Stazione di Verbicaro hanno già avviato le indagini che, come è noto, nel caso delle persone scomparse vengono coordinate a livello centrale.

Le prime iniziative investigative sono state mirate a ricostruire i movimenti del 52enne.

De Filippo, secondo quanto accertato, avrebbe fatto un breve tragitto in auto con un conoscente.

Da Verbicaro a Santa Maria del Cedro.

Il conducente dell'auto sarebbe già stato sentito dai carabinieri.

E avrebbe dichiarato di averlo accompagnato e poi lasciato in strada.

A quel punto si perdono le tracce.

Francesco De Filippo potrebbe essersi diretto a mare e, pare che nelle prossime ore possano essere avviate ricerche in questa direzione.

Ma potrebbe aver preso qualsiasi direzione, soprattutto se ha continuato a fare l'autostop.

Una volta giunto sulla statale potrebbe aver preso qualsiasi direzione.

E' il motivo per cui, i familiari si sono affrettati a divulgare una foto recente del proprio congiunto. Un modo per ottenere eventuali informazioni da chi potrebbe averlo incontrato per strada. Francesco De Filippo vive ancora con la sua famiglia, non è sposato, e soffre di vuoti di memoria. Vive principalmente nel suo mondo silenzioso.

Nel centro montano di Verbicaro lo conoscono tutti.

Al di là di quei confini, sarà certamente un pesce fuor d'acqua esposto anche a qualsiasi eventuale pericolo.

Nelle prossime ore potrebbero essere disposte ricerche mirate e potrebbero essere utilizzati i cani molecolari che come è noto con il loro fiuto sono in grado di percepire tracce anche a distanza di giorni.

Come ricordano i familiari, al momento della scomparsa, Francesco De Filippo indossava un giubbotto blu, un paio di jeans e scarponcini e porta sempre gli occhiali da vista.

Chi avesse notizie utili, ricordano i familiari, può informare il numero 112 dei carabinieri o chiamare direttamente al comando della Compagnia di Scalea o della Stazione di Verbicaro.

Pubblicato in Alto Tirreno

Avrebbero sequestrato un'ispettrice del lavoro incaricata di eseguire un controllo nella loro azienda agricola.

Padre, madre e due figli, tutti allevatori, sono stati arrestati e posti ai domiciliari a Verbicaro, in Calabria, con l'accusa di sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la donna, sarebbe stata accolta inizialmente in casa ed invitata dai quattro a prendere un caffè ma, una volta all'interno dell'abitazione, sarebbe stata sottoposta a minacce con lo scopo di farla desistere dall'effettuare il controllo

Tutti i componenti il nucleo familiare, inoltre, avrebbero costretto la funzionaria pubblica a rimanere in una stanza dell'abitazione privandola anche del telefono cellulare.

La donna però, avendo probabilmente intuito le intenzioni dei quattro, in precedenza, era riuscita ad allertare telefonicamente i carabinieri che sono intervenuti tempestivamente, ponendo fine al sequestro

ANSA16 febbraio 2017

Pubblicato in Alto Tirreno

cetto la qualunqueCi ha fatto sorridere (un sorriso amaro, invero) Antonio Albanese con la sua interpretazione del sindaco calabrese Cetto La Qualunque.


Intanto la Calabria continua a morire

I ricchi diventano sempre più ricchi

I poveri sempre più poveri

I giovani emigrano, i vecchi restiamo.

E la Calabria diventa sempre più vecchia.

Più vecchia e più inane.

Ma qualche fiamma di reazione comincia a levarsi.

Come a Verbicaro.

Era già successo il 2011 con la occupazione simbolica della sede comunale, poi con la manifestazione sotto la sede del Consiglio Regionale ed infine la occupazione della chiesa, e dopo essersi avventurati per una traballante scala fino al cornicione, per suonare le campane "a morto", provocando la presenza del sindaco Felice Spingola e delle Forze dell’ordine (Digos e carabinieri), dei vigili del fuoco e degli operatori sanitari.

Verbicaro vanta il primato di "il paese più disoccupato d'Italia", dove un abitante su due è senza lavoro.

Insomma il paese della disperazione.

E da qualche tempo della rabbia.

Vogliono il salario minimo garantito( a proposito che fine ha fatto?)

O vogliono un posto di lavoro dalla regione.

Uno qualunque. Come diceva Cetto!

Come Cetto quando prometteva un forestale per ogni albero.

Ed allora sono ritornati a protestare.

La politica aveva risposto in modo assurdo.

Nientedimeno con un corso di formazione lavoro per la coltivazione di uva Adduraca, una particolare qualità che cresce sulla costa tirrenica, che avrebbe dovuto generare occupazione stabile e duratura.

Ma ci volevano soldi .

Si , perché in Calabria basta una idea, un corso di formazione ed i soldi dello Stato ( o della regione)

Ma i soldi promessi( sembra) sono andati ad integrare i fondi per la mobilità in deroga.

Infatti uno dei dimostranti dichiara : “Il progetto è stato esaminato ed è stato valutato positivamente ma non c’è copertura finanziaria e noi stiamo protestando perché non possiamo stare senza lavoro. Il Governo Renzi, invece di venire in Calabria e dire che deve combattere la mafia, si occupi del lavoro perché c’è gente che davvero muore di fame”.

Interviene a tal punto l’attuale sindaco Francesco Silvestri a testimoniare la sua personale vicinanza ai lavoratori e quella del consiglio comunale e dell’intera comunità rilanciando anche l’ipotesi del reddito minimo garantito.

“Capisco la crisi, capisco i problemi però in giunta regionale giacciano 10mila firme per il reddito minimo garantito ma anche su questo non c’è stata risposta. Noi ci auguriamo che in questi giorni il progetto si possa sbloccare o che almeno l’assessore Salerno ci dica come stano realmente le cose”.

Ecco questa sì che è una bella idea.

Tra l’altro il reddito minimo garantito può aiutare tanti altri calabresi alla fame e può far ritornare in Calabria i giovani che oggi sono nel centro e nord Italia a lavorare per 1000 euro al mese pagandone più di 500 per il fitto della casa.

Sarebbe una Calabria più ricca anche di futuro

Forse Cetto La Qualunque con il suo “un forestale per ogni albero” non era poi così folle!

Pubblicato in Alto Tirreno

Si rinnova a Verbicaro e Nocera Terinese la celebrazione dei 'battenti' o 'vattienti', uno degli appuntamenti clou della Settimana Santa in Calabria. E quest'anno i due paesi in cui si svolge la manifestazione religiosa potrebbero gemellarsi.

Il rito, in molti casi tramandato da padre in figlio, si ripete da secoli: i 'vattienti', vestiti di rosso con un semplice pantaloncino corto, una maglietta e un fazzoletto intorno al capo, mortificano pubblicamente il loro corpo con la flagellazione fino a far sgorgare il sangue dalle ferite provocate dal 'cardu' o 'cardiddo', un disco di sughero su cui, grazie a uno strato di cera, sono infissi tredici acuminati pezzetti di vetro, detti 'lanze'. Pieni di ferite e di sangue, a voler imitare quelle che sono state le sofferenze di Gesù, i battenti percorrono le vie del paese, rilasciando sui muri i segni delle mani insanguinate. La celebrazione dei battenti suscita sempre un acceso dibattito: da alcuni viene infatti considerato un rito cruento e non al passo con i tempi. E se da un lato c'è chi vorrebbe l'abolizione di questa pratica dall'altra ci sono i suoi sostenitori, che nella flagellazione vedono l'espressione della devozione popolare.

A Verbicaro il rito dei battenti si terrà oggi intorno alla mezzanotte. Poi, intorno alle 3.30, prenderà il via dalla Chiesa di San Giuseppe la processione dei misteri anche detta processione degli incappucciati. A sfilare per le vie del paese sono infatti i cosiddetti Giudei, incappucciati e vestiti con un camice bianco, e il Cristo che cammina a piedi nudi seguendo il ritmo del tamburo e della troccola che si alterna a canti funerei delle donne in processione e dalle musiche tristi della banda. Le donne, che camminano spesso scalze, portano sul capo le menzarule e i rimajjetti. I fedeli seguono il corteo con le candele accese. E ad ogni angolo ecco le recite degli angioletti, bambini che con una cadenza strana narrano le vicende della condanna, della passione e morte di Gesù. E' già giorno fatto quando il corteo ritorna nuovamente al punto di partenza. Ad accoglierlo sulla scalinata della chiesa le recite degli angioletti e la predica del padre predicatore che in pochi minuti di solenne meditazione pone fine alla lunga notte di preghiera. Il pomeriggio del venerdì è invece dedicato alla visita ai sepolcri e all'adorazione della Croce. Ma è la sera, all'imbrunire, che si svolge la processione forse più suggestiva. La Vergine Addolorata viene portata in corteo verso il luogo dove si celebrerà la predica di Passione, con meditazioni, preghiere e canti.

Il sabato Santo, come in tutte le chiese del mondo, si celebra la messa di Resurrezione. Fuori della chiesa viene benedetto il fuoco, acceso, secondo tradizione, con una pietra focaia. Sull'altare maggiore viene issato un grande telo con su raffigurato il Cristo che porta la croce, telo che all'intonazione del Gloria verrà fatto cadere per dar spazio alla statua del Cristo Risorto. A Nocera Terinese il rito dei vattienti si svolge durante il venerdì e il sabato che precedono la Pasqua: i flagellanti si aggirano per le vie del paese, mentre si svolge la processione con la statua della Madonna dell'Addolorata, secondo una tradizione che si fa risalire al XIII secolo. Con la testa avvolta da un panno nero e da un ramo di 'sparaconga', lavorato in modo tale da formare una corona, e pantaloncini corti per lasciare scoperte le gambe, i vattienti, con gli strumenti penitenziali, la 'rosa' e il 'curdo', si percuotono con movimenti ritmici le cosce e i polpacci e poi passano la rosa bagnata del loro sangue sul petto dell'Ecce-Homo, un compagno a cui sono allacciati con una cordicella. Girano per le strade mischiati alla processione e quando sono vicini alla statua della Madonna, fanno il segno della croce, si percuotono e versano il loro sangue ai piedi della Vergine.ADNKRONOS

Pubblicato in Catanzaro

L’Agi nei giorni scorsi aveva riportato una dichiarazione sul maltempo ed i danni provocati al comune di Verbicaro e sull’Afor.

Ora e tempestivamente il sindaco non riconosce come sua la dichiarazione riporata dall’agenzia di stampa e da noi ripresa.

Anzi, ed al contrario, afferma che «Per fortuna ci sono stati gli operai dell'Afor che hanno fatto lavori di pulizia degli argini e nell'alveo dei corsi d'acqua. In caso contrario, la situazione sarebbe stata certamente più grave”.

Poi aggiunge e conclude “Sono anzi dell'idea che bisognerebbe utilizzare gli operai Afor anche all'interno del territorio e quindi nel centro abitato per la soluzione di questioni legate a problemi idrogeologici».

Pubblicato in Alto Tirreno

La solitudine dei sindaci calabresi è anche nelle parole del sindaco di Verbicaro Felice Spingola.

Parole dettate certamente dalla rabbia che non può non aggredire anche un uomo sereno come lui di fronte alla recente ondata di maltempo che investe l’intera Italia e che in talune parti più fragili determina maggiori danni.

E così il sindaco dinanzi alla frana che ha aperto una voragine dichiarato :

"Ancora non abbiamo avuto nulla per il maltempo del 2010, che speranze abbiamo di essere aiutati adesso?".

Lo dice all'Agi il sindaco di Verbicaro (Cosenza), Felice Spingola.

Poi aggiunge che "Oggi a causa delle forti piogge, abbiamo dovuto transennare buona parte del centro storico, si è aperto anche un burrone".

Il problema è che Verbicaro , centro montano del Tirreno cosentino non è nuovo ai danni del maltempo.

Poi il sindaco contesta l’impiego del personale dell’Afor ed afferma :"Abbiamo dei veri canaloni che attraversano il paese, ma non ci mandano neanche gli operai dell'Afor per fare manutenzione".

Una vera e propria denuncia.

Pubblicato in Cetraro
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