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CamporaGraziano: «Saranno i cittadini di Serra d’Aiello e Campora San Giovanni a decidere sul futuro della nuova realtà civica»

SERRA D’AIELLO/AMANTEA – Giovedì 22 Settembre 2022 – «Saranno i cittadini di Serra d’Aiello e della frazione di Campora San Giovanni (Amantea) a decidere la nascita del futuro comune di Temesa. Il Tar Calabria ha rigettato il ricordo contro la proposta di Legge regionale istitutiva della nuova realtà municipale che vede inglobate sotto un unico emblema civico le comunità serrese e camporese accomunate da sempre da un’unica radice storica, culturale e identitaria».

È quanto dichiara il Presidente del Gruppo UDC in Consiglio regionale e firmatario della proposta di legge regionale n.54/12° recante la “Modifica dei confini territoriali dei comuni di Serra d’Aiello e Amantea della provincia di Cosenza”, Giuseppe Graziano.

«Saluto con soddisfazione – dice Graziano - la decisione del Tribunale amministrativo regionale della Calabria che, attraverso il presidente e l’estensore della Prima sezione, i giudici Giancarlo Pennetti e Arturo Levato, proprio stamani (giovedì 22 settembre) si è pronunciato rigettando il ricorso avanzato dal Comune di Amantea contro l’effettuazione del referendum consultivo obbligatorio deliberato dal Consiglio regionale della Calabria il 6 giugno scorso».

«Sono soddisfatto perché grazie a questa decisione, di fatto, non si sovverte un principio cardine della democrazia che è quello della partecipazione popolare. Alle istituzioni, infatti, spetta il compito della proposta, delle scelte e del governo; ai cittadini, invece, quello del giudizio. Ed è questo principio che ispira non solo la proposta regionale di modifica dei confini territoriali dei comuni di Amantea e Serra d’Aiello e la nascita del nuovo comune di Temesa, nata proprio raccogliendo le istanze dei cittadini; ma anche la scelta finale su questa decisione. Che spetta appunto al popolo. E questa – ribadisce Graziano – è l’unica vera cosa che conta».

«Dispiace – aggiunge – che in questa battaglia alcune parti delle istituzioni e dell’opinione pubblica abbiano scelto la via del boicottaggio, alle volte praticando anche la via della mistificazione dei fatti. La proposta di legge che è stata licenziata favorevolmente dal Consiglio regionale diventerà strumento irreversibile qualora la consultazione delle urne darà esito favorevole all’iter normativo tracciato. Ma non possono essere le oligarchie politiche a decidere su un passaggio delicatissimo per il futuro delle due comunità, tantomeno ad impedire il naturale iter democratico previsto dalle regole costituzionali. Bene ha fatto, allora – conclude Graziano – il Tar Calabria ha tenere alta la barra della legalità e della giustizia garantendo ai cittadini di esprimere un parere autorevole, libero e di

Pubblicato in Campora San Giovanni

temesa2
Di Sergio Ruggiero in collaborazione con Giuseppe Sconza Testa – Agosto 2020

 

Carta aragonese (estratto).

Si leggono Amantea, Aiello, Petramala (Cleto).

Motta di Lago e Laghitello sono in posizione discutibile.

 

Il fiume di Amantea lo chiama Oliva, il fiume Oliva lo chiama Torbido e il Torbido lo chiama Fiumara di Cleta.

Alcuni errori sono ricorrenti nella cartografia antica. Idrisi sbagliando disse: “Amantea, città fiorente sul golfo dell’Oliva”.

 

La premessa La carta che mostriamo è un estratto delle “Carte aragonesi” (fedele riproduzione settecentesca del Galiani), la cui produzione fu avviata da Alfonso d’Aragona e conclusa dal figlio Ferrante nella seconda metà del 1400.

Le originali sono oggi conservate a Parigi, sottratte alla città partenopea nel corso della discesa di Carlo VIII verso la fine di quel secolo. Semplificando, diciamo che le “Carte aragonesi”, realizzate con metodi assolutamente innovativi per i Tempi, rappresentano il territorio del regno di Napoli con dettagli corografici e abbondanza di toponimi, riportando monti, vallate, pianure, torrenti, fiumi, laghetti, coste, scogli, paesi, castelli, santuari, città murate, rovine e molto altro ancora, delineando un paesaggio ricchissimo di elementi sia medievali sia risalenti all’antichità classica… sulla scorta di antiche carte di tradizione romana (Fernando La Greca – Dipartimento Scienze dell’Antichità Università Salerno).

 

La domanda Non intendiamo in questa sede approfondire il ruolo assunto dalle “Carte aragonesi” nella tradizione cartografica occidentale, ma la premessa era necessaria per tentare di capire cosa possa rappresentare quel poligono ocra che segnaliamo con il cerchio rosso.

Era ancora tra noi Peppe Marchese quando Giuseppe Sconza Testa, che si sta occupando delle Carte aragonesi, nell’ambito de’ Lo Scaffale pose la domanda: Cos’è quell’articolato poligono di colore ocra tra l’abitato di Petramala e la foce del Torbido?

 

La risposta Il colore ocra indica che si tratta di una costruzione, lunga circa un miglio e larga mezzo miglio, insistente sul territorio dell’attuale Cleto. La risposta è stata univoca e istantanea: “Per dimensione e articolazione potrebbe trattarsi dei resti di un’antica fortificazione.

Riteniamo dunque che possa trattarsi delle mura di cinta di Tempsa, la colonia romana dedotta nel 194 a.C., citata da Polibio e Tito Livio e rappresentata sulla Tabula Peutingeriana.

 

Per rammentare gli accadimenti originari facciamo ricorso a uno studio dell’Università di Pisa, Dipartimento di Scienze Archeologiche Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici: Dopo il discusso stanziamento di 300 armati ai Castra Hannibalis (Catanzaro Lido?) del 199 a.C. due coloniae civium romanorum vengono poste, nel 194 a.C., a presidio delle coste, ionica e tirrenica, in prossimità di due tra i principali e maggiormente strategici siti costieri della regione: Tempsa247, in un luogo non ancora ben determinato tra le foci dell’Oliva e del Savuto248, a controllo degli approdi connessi con le foci dei due fiumi suddetti, e Kroton… 246 COSTABILE 1994, p. 442. 247 Liv. 34, 45, 4-5. 248

 

Della Tempsa romana sappiamo pochissimo: nulla la documentazione epigrafica, scarsissima quella archeologica riferibile alla prima metà del II sec. a.C., tanto che non esiste tuttora un’ubicazione condivisa della colonia. Sulla questione cfr. LA TORRE 1999, pp. 116-117. 249 Liv. 34, 45, 4-5. Si osservi come, nelle note, Costabile (richiamando La Torre) riferisce che si sa pochissimo della Tempsa romana (nota 248), collocandola in un luogo imprecisato tra le foci dell’Oliva e del Savuto. A questo punto ci chiediamo: Costabile e La Torre hanno mai osservato la Carta aragonese?

La conoscevano? Si sono posti la domanda di cosa potesse rappresentare il poligono ocra lungo un miglio e largo mezzo miglio che noi indichiamo con il cerchio rosso? Forse sì. O forse no.

 

Tabula Peutingeriana (Riproduzione medievale di una carta romana di epoca imperiale). Temsa (Tempsa) è a 10 miglia da Clampeta (Amantea). Considerando saliscendi, curve e tornanti, la distanza è attendibile. Nel 2008 Fernando la Greca e Vladimiro Valerio (Università di Venezia), in un saggio sulle Carte aragonesi riflettevano sulla disattenzione del mondo scientifico rispetto alla ricchezza di informazioni che esse contengono, per rigidità disciplinare e per paura di sconvolgere ricostruzioni storiche che sembravano consolidate, disattenzione, difficoltà di aggiornamento, disinteresse verso aree minori e subalterne… Da semplici appassionati delle nostre antichità, senza mettere in discussione i professori dell’archeologia e senza paura di sconvolgere alcunché, noi de’ Lo Scaffale pensiamo che il poligono rosso possa corrispondere ai resti delle mura della Tempsa romana e poi altomedievale, per come apparivano agli estensori delle Carte aragonesi del XV sec. Ortofoto con indicazione orientativa dell’area interessata dal poligono riportato sulla Carta aragonese. 

 

La posizione di Tempsa da noi ipotizzata è compatibile con le necessità di una colonia militare, disponendo nelle vicinanze di un’ansa alla foce del Torbido in cui approdare agevolmente, data la convenienza di spostarsi via mare, e di un approvvigionamento idrico garantito dalle fonti perenni che alimentano il torrente Torbido (Cece, San Giovanni, Santa Barbara…). Le colonie di fondazione romana, realizzate a seguito delle conquiste, avevano un preminente ruolo di presidio militare del territorio, e si connotavano per il loro impianto derivato dagli accampamenti legionari (castra). L’insediamento normalmente era caratterizzato da vie dritte che si intersecano in modo ortogonale, attorno all'intersezione cruciforme del cardo e del decumano." Il nostro poligono è articolato perché risente dell’accidentalità dell’orografia, e perché, probabilmente, nel corso dei secoli ha subito ampliamenti e riduzioni a causa di sconvolgimenti sia bellici che naturali.

Dovendo condurre campagne militari lontano da Roma, a partire dalla fine del IV sec. a.C., l’esercito romano fu costretto a trovare delle soluzioni difensive adatte al pernottamento delle truppe in territori spesso ostili. Ciò indusse i Romani a creare accampamenti militari da marcia fortificati, per proteggere le armate. Nascono così le colonie militari romane.

 

Le colonie romane militari erano poste ai confini o sulle coste, le colonie latine, più dedite alla valorizzazione del territorio, stavano all'interno. Nelle colonie latine venivano stanziati 2500 coloni, nelle colonie romane 300, come nel caso di Tempsa. Pag 4 La villa romana rinvenuta in zona Principessa Nel 2010, nella zona Principessa, a sud di Campora san Giovanni, sono iniziati gli scavi archeologici che hanno riportato alla luce una villa romana del secondo secolo d.C..

D’altra parte, è noto come tutta l’area costiera compresa tra il Torbido e l’Olivo sia ricca di giacimenti che di tanto in tanto affiorano in occasione di qualsiasi scavo, e come a Serra d’Aiello sia stato rinvenuto, in località Cozzo Piano Grande, un vasto complesso residenziale della seconda metà del IV sec. a.C. che si imposta sui resti di un abitato di capanne del VII e VI sec. a.C., coevo all'ampia e ricca necropoli di località Chiane, non molto distante dal tempio di Imbelli risalente a un’epoca arcaica.

 

Omero nell’Odissea la cita nei versi 182-184 del I libro: ... con la nave e i compagni, navigando sul mare scuro come vino verso genti straniere, verso Temesa, in cerca di rame, e porto ferro fiammante… rivelando come Temesa fosse famosa per le sue miniere di rame ubicate vicino alla citta' (Strabone) … ed era, nella Calabria protostorica, tra il IX e l’VIII sec a. C., centro attivo di scambio con il mondo greco e con l’Oriente fenicio, miceneo e siroanatolico (Licia Landi, 1996). La villa della Principessa fa pensare alla continuità insediativa della Temesa magnogreca poi romanizzata a partire proprio dalla istituzione della colonia romana di Tempsa (di cui ci stiamo occupando) avvenuta nel 194 a.C. L’insediamento di Temesa (Tempsa o Temsa) sopravvisse fino al VII sec. d.C. divenendo anche sede vescovile. Il suo abbandono definitivo è da ascrivere probabilmente alle difficoltà difensive di fronte alle scorrerie dei Saraceni e ai conflitti con i Longobardi. A tal proposito, è ipotizzabile che gli abitanti dispersi di Tempsa trovarono riparo nei più difendibili centri viciniori di Amantea, Aiello, Petramala (Cleto). Da secoli ormai sugli antichi luoghi è sceso il silenzio, ma a noi "resta quel nulla d’inesauribile segreto" (Ungaretti, Il porto sepolto). La citazione l’abbiamo rubata a Licia Landi, ma era troppo bella per non farlo.

Pubblicato in Amantea Futura

temesa20Un punto fisso del mio assessorato é stato ed è temesa. La temesa della storia di Amantea. La temesa ancora tutta da scoprire. Quella da mostrare al mondo intero. Ed ecco la buona notizia della quale ringrazio l'ingegnere stellato. Stellato ha adottato la determina n 19 del 9 gennaio con la quale é stato chiesto il parere di congruità sul prezzo definito per la acquisizione del terreno nel quale saranno condotti i nuovi scavi archeologici. Siamo tutti certi che sotto pochi centimetri di terra c'è la antica tempsa romana di Livio. Una ricchezza da portare alla luce e da porgere alla cultura ed alla storia. Mi è difficile dimenticare il porto di tempsa che c'era nei pressi. Ad maiora Amantea. Concetta Veltri

Pubblicato in Campora San Giovanni

Si è davvero una buona notizia

Con molto tempismo il ministero ha evaso positivamente la impropria istanza che cautelativamente l’assessore Concetta Veltri, in carenza del parere del responsabile dell’ente locale, gli aveva inviato chiedendo l’avviso del ministero in merito alla acquisizione mediante procedura espropriativa di un immobile per uno scavo archeologico.

Si tratta nientemeno che della prosecuzione degli scavi della Temesa romana

A far nascere la confusione come detto la ridottissima qualità del personale comunale incapace di sciogliere le riserve sul problema insieme politico ed amministrativo

Una confusione che fa perdere tempo a chi-ed in questo paese sono ben pochi- vuole fare qualcosa per lo sviluppo della città!

Qualcuno non si sa per quale recondita ragione ha richiamato l’art 1 comma 138 della legge di stabilità 2013 che nei suoi commi 1 bis ed 1 sexies dell’art 12 tratta di “Acquisto, vendita,manutenzione e censimento di immobili pubblici”

E che ci azzecca?

Ricorda il ministero che dal 1 gennaio 2014 al fine di pervenire a risparmi di spesa ulteriori rispetto a quelli stabiliti dal patto di stabilità interno, gli enti territoriali effettuano operazioni di acquisto di immobili solo ove ne siano comprovate documentalmente l’indispensabilità e l’indizionabilità attestata da responsabile del procedimento

Delle predette operazioni viene data notizia sul sito dell’ente.

Una questione che fa ridere

L’esproprio sarà fatto con i fondi della tassa di soggiorno, una tassa che DEVE essere usata per lo sviluppo della città.

Fondi che se non usati restano inutilizzati.

Quali risparmi di spesa, allora?

Quale dissesto?

Ora non resta che avviare decisamente l’ esproprio e le successive fasi di indagine e di scavo.

Secondo noi si è perso troppo tempo

E poi un consiglio all’assessore Veltri ed al sindaco.

Se qualcuno dovesse continuare ad impedire la riscoperta dei tesori temesiani è bene iniziare un procedimento dei suoi confronti

Amantea ha bisogno di chi la ama , non di chi la odia!

Pubblicato in Campora San Giovanni

Leggiamo che lei dal 13 aprile 2018( è passato più di un anno e mezzo) è Assessore alla Istruzione ed alle attività culturali e che la sua delega comprende le competenze di indirizzo politico nelle seguenti materie: scuola; diritto allo studio, sistema educativo e programmazione territoriale del sistema scolastico; beni culturali, patrimonio storico, artistico ed architettonico, promozione ed organizzazione delle attività culturali; musei, biblioteche, archivi, teatri ed attività teatrali, associazioni culturali; promozione delle attività artistiche.

Leggiamo che ora, a pochi mesi dalle prossime elezioni calabresi, la regione si accinge ad assegnare 10 milioni di euro per restaurare e proteggere i siti archeologici.

Vorrei chiederle se e quanto di tale somma sia stata assegnata per Temesa

Parliamo della Temesa ausonica, della Temesa Greca, della Temesa Romana, della Tempsa bizantina.

Parliamo della Temesa di Amantea , Campora S Giovanni, Serra d’Aiello, eccetera.

Parliamo della Temesa citata da Omero (Odissea, I, vv. 180-184: Con nave io giunsi, e remiganti miei,Fendendo le salate onde ver genteD’altro linguaggio, e a Temesa recando Ferro brunito per temprato rame, Ch’io ne trarrò.), Licofrone (Alessandra, vv. 1067-1069), da Strabone (Geographia, VI,1,5), da Tito Livio, (Ab urbe condita libri, XXXIV, 45, 3-5) e da Plinio (Storia Naturale, III 71-74).

Parliamo della Temesa portata alla luce da prof. Gioacchino Francesco La Torre , dal dott. Fabrizio Mollo e da decine di archeologi italiani e stranieri,

Impossibile non conoscerla.

Salvo che non sia volutamente dimenticata.

Gradirei una risposta , pubblica o privata che sia, per poter valutare la attenzione offerta ad Amantea ed al Basso Tirreno Cosentino, alla loro storia ed al turismo.

Grazie

Giuseppe Marchese Tirrenonews

Pubblicato in Cronaca

La istintiva attenzione offerta dalla senatrice Margherita Corrado alla vicenda di Temesa è stata l’occasione per un incontro, svoltosi in Lamezia Terme, tra la detta senatrice, il sindaco Mario Pizzino e l’assessore all’archeologia Concetta Veltri.

E’ stata presente anche la consigliera Francesca Menichino.

 

 

Hanno porto i saluti agli amministratori di Amantea Teresa Sicoli e la deputata Dalila Nesci.

Il sindaco Pizzino e l’assessore Veltri hanno voluto ribadire personalmente i ringraziamenti della città di Amantea alla senatrice Margherita Corrado che, non richiesta, ha espresso i suoi apprezzamenti per la attenzione che l’amministrazione comunale ha dato alla storia regionale e locale riproponendo la necessità di continuare la ricerca della antica città greco-romana.

L’incontro si è svolto in un clima di forte collaborazione istituzionale ed è stata fatta una analisi puntuale ed approfondita del valore culturale e turistico della proposta avanzata dalla giunta amanteana e, come detto, pienamente sposata dalla senatrice del M5s.

Si è dato inizio ad uno spazio di movimento dal quale non potranno non emergere se non positivi sviluppi finalizzati alla ulteriore e vitale collaborazione istituzionale.

La senatrice ha chiesto alla giunta amanteana di non demordere ed ha suggerito di puntare ad alti obiettivi

In sintesi è emerso come primo obiettivo la formulazione di un progetto che parta dalla iniziale ricerca con Georadar, strumento non invasivo impiegato per indagare i primi metri di profondità, ed i cui risultati orienteranno la identificazione dell’area dell’antico insediamento della colonia tempsana, onde i successivi scavi , la emersione dei reperti archeologici ancora sepolti, la loro pulizia, catalogazione, ricomposizione e conservazione museale

La senatrice ha offerto la sua collaborazione in tale direzione ed ha dichiarato la sua disponibilità a partecipare ad uno o più prossimi convegni sul tema di Temesa.

Pubblicato in Cronaca

Ringrazio vivamente la senatrice Margherita Corrado per la spontanea attenzione che ha avuto per la delibera di Giunta n 147 del 30 ottobre 2019, da me proposta e dalla giunta intera approvata, con la quale si è dato indirizzo all'ufficio tecnico comunale di avviare la procedura espropriativa dell'area in località "La Principessa" sotto la quale ( e non solo) dorme da oltre 2000 anni l'antica Temesa.

 

 

Ringrazio anche la senatrice Corrado per aver precisato che l’esproprio sarà fatto con i fondi della tassa di soggiorno da me fortemente voluta a dispetto di quanti mi osteggiavano e la osteggiavano.

Ed erano tanti.

E molti di loro sono oggi pronti come iene a fagocitarla.

Ho già ringraziato la senatrice che incontrerò a breve .

Le chiederò attenzioni finanziarie da parte dello Stato da sempre dimentico della fortissima importanza della storia di Temesa per Amantea, per la Calabria, per l’Italia.

E ricorderò a tutti che la senatrice Margherita Corrado è stata, almeno fino ad ora, l’unica politica che si è interessata a fatti vitali per Amantea, per il turismo amanteano, per la cultura amanteana.

Anzi speriamo che da questa prima attenzione politica ne nascano altre.

Mi impegno da ora a dare tempestiva comunicazione alla cittadinanza di ogni atto che farò e proporrò , consapevole che resta ingiustificato che gli amanteani debbano sapere quello che si fa, da dagli “altri” per carenza di un addetto alla promozione di Amantea, del turismo, della cultura.

Nella foto l’assessore Concetta Veltri sui luoghi di Temesa

Pubblicato in Campora San Giovanni

Non va tutto male ad Amantea se l’archeologa Margherita Corrado senatrice del M5S e componente della Commissione Cultura del senato dice che:.

"La cittadina calabrese di Amantea (CS) offre un esempio virtuoso di programmazione degli interventi tesi ad acquisire conoscenze e in futuro a promuovere il patrimonio culturale che la comunità locale ha ereditato dall'Antichità classica.

Il Comune, infatti, con la delibera di Giunta n. 147 del 30 ottobre scorso, ha licenziato un atto di indirizzo, rivolto all'ufficio tecnico comunale, per avviare la procedura espropriativa dell'area in località"La Principessa" ascrivibile all'antica Temesa, oggetto di una campagna di scavi curata dall'Università di Messina nel giugno 2010.

 

La missione, svolta in collaborazione con l'allora Soprintendenza Archeologica e originata dalla scoperta fortuita di strutture murarie antiche nei lavori di allargamento di una strada interpoderale, vide il Comune ospitare generosamente a Campora diversi studenti, favorendo così le operazioni di scavo.

Emerse, e fu poi ricoperta per garantirne la conservazione in attesa di disporre di ulteriori risorse, la parte ovest di un importante impianto termale. Per programmare l'indagine stratigrafica dell'intero complesso e dell'abitato antico al quale si suppone fosse correlato, il Comune ha dovuto mettere in conto di procedere all'esproprio delle particelle catastali interessate.

Come affrontare la spesa?

A giugno 2018, con una delibera consiliare, è stata introdotta l'imposta di soggiorno sul territorio comunale, applicata dal 9 agosto successivo.

Il gettito derivante da quella, teste il Regolamento, può anche finanziare "la progettazione e realizzazione di interventi di recupero dei beni culturali", in primis archeologici.

Poiché ad oggi gli introiti della tassa di soggiorno hanno prodotto un gettito sufficiente ad assicurare l'eventuale indennizzo connesso alla espropriazione delle tre particelle dove insistono i ruderi già noti, la lodevole operazione ha potuto essere avviata, con l'intenzione di farne il punto di partenza di un'esplorazione sistematica delle antiche vestigia urbane.

L'atto è subordinato solo ad eventuali rilievi del Ministero degli Interni, dato lo stato di dissesto finanziario in cui versa il Comune di Amantea".

Lo afferma in una nota Margherita Corrado (M5S Senato - Commissione Cultura).

Pubblicato in Primo Piano

Così scriveva Ungaretti nel suo Porto sepolto “Mi resta Quel nulla Di inesauribile segreto”

Temesa è lontana ed è sepolta.

Non solo fisicamente ma anche nella memoria.

Gli abitatori dell’antico territorio temesiano per la gran parte ne ignorano la grandissima storia.

Volutamente, scientificamente, culturalmente, socialmente.

Sono abitatori che amano le feste ed i selfie, le sagre e la musica.

 

Molto pochi gli altri, quelli che tentano di scoprire la misteriosa storia di Temesa.

La Temesa ausonica(1),la Temesa greca, la Temesa romana, la Tempsa bizantina.

Eppure ogni giorno ne esce una parte sconosciuta

Parliamo del secondo tempio rinvenuto dai pochi amanti della storia locale nella zona di Imbelli

Un secondo tempio rinvenuto quasi 25 anni dopo il primo

Era il 1992 quando il geometra comunale Pino Curcio Avvertiva segni di scavi e temendo un fabbricato abusivo avvertiva del fatto l’allora comandante della Polizia Municipale Spinelli Amerigo.

Durante il successivo sopralluogo sul posto rinvenimmo una pila quadrata abbandonata sicuramente da scavatori clandestini.

Non solo ma con una lunga bacchetta di ferro si rinvenne uno scavo profondo

Qualcuno avverti gli scavatori.

I Carabinieri fecero il resto.

E quasi subito la Soprintendenza archeologica diede luogo a cavi sistemativi condotti da Gioacchino Francesco La Torre, e che portarono alla grande scoperta in quel sito del tempio

Poi la sabbia ricoprì la zona ed avvolse nel silenzio la scoperta.

La stessa cosa successe per la villa romana del II secolo a.C. portata alla luce da dal gruppo guidato dal professor Francesco Gioacchino La Torre, insieme all’archeologo Fabrizio Mollo con la collaborazione del Gruppo Archeologico Alybas, guidato dall’ingegner Franco Froio.

Anche qui la sabbia ricoprì la zona ed avvolse nel silenzio la scoperta.

Qui i testimoni sono solo le cipolle dolci che la invadono e che vengono piantate su un prato di cocci.

  1. Strabone afferma che l'antica Temesa è stata fondata dagli Ausoni, poi dagli Etoli di Toante.

Riceviamo e pubblichiamo:

Tempo fa grazie alla presenza di scavatori di frodo è stato messo in luce in località Imbelli un edificio templare avente le dimensioni di 29,20 x 9,75 del tipo privo di peristasi diffuso in Magna Grecia e Sicilia in epoca arcaica.

Questo tempio ha la caratteristica di essere orientato a sud , costruito in pietra e di essere scompartito in quattro ambienti posti in successione lungo l’asse maggiore.

 

La costruzione del tempio, dice Gioacchino Francesco La Torre trova edifici affini in quello di Timpone della Motta di Francavilla marittima dedicato alla Dea Atena.

I materiali recuperati (al netto di quelli trafugati dai tombaroli) sono stati molto numerosi ed attestano la presenza di prodotti indigenti. Armi ed utensili in ferro,ornamento personali in bronzo, ambra, osso ed argento.

Accanto a questo si riscontra un vasto repertorio vascolare tipico di un centro colonico caratterizzato da un vasto campionario di forme acrome, interamente o parzialmente verniciate e con decorazione a fasce, omogenee per caratteristiche tecniche e fattura.

Proprio da queste considerazioni relative ad un centro colonico, la supposizione che, nella zona che sale da Imbelli verso Cozzo Piano Grande, sia esistito ben altro che il solo tempio di Imbelli finora scoperto.

Ed infatti anche io ho trovato i resti di un altro tempio ancora tutto da portare alla luce.

Prima ancora che i tombaroli ne facciano strage.

So di non essere l’unico ad avere visto questi resti e proprio per questo sollecito l’amministrazione comunale e la soprintendenza a fare le opportune scelte operative.

E questo non vale certamente per la sola collina di Imbelli!!!!

Lettera firmata

Foto G.G. gennaio 2017

Pubblicato in Cronaca
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