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Rose (Cs). I Militari della Stazione Carabinieri Forestale di San Pietro in Guarano hanno denunciato per violazione alla normativa ambientale due persone:

- il responsabile dell’Ufficio tecnico di Rose;

 

- il Site Manager della società che gestisce in località “Boccalupo” di Rose un impianto di sollevamento liquami proveniente dal sistema fognario del comune.

Alla denuncia si è arrivati a seguito di un controllo effettuato nei giorni scorsi dai militari, unitamente ai responsabili della società ed i tecnici comunali, dell’impianto in questione.

Sul posto è stata constatata la presenza di un pozzetto sistema fognario del Comune di Rose collegato direttamente all’impianto di sollevamento liquami tenuto in gestione dalla Società GEKO S.p.a.

Dai successivi accertamenti si è riscontrata la presenza di una condotta proveniente dall’ impianto di sollevamento, che con la portata costante nel tempo dello scarico creava un impluvio naturale sul suolo, sfociando direttamente nel Fiume Crati.

Tutto ciò senza aver subito idoneo processo di depurazione, come confermato dalla presenza di residui solidi allo sbocco, dai segni di imbrattamento della vegetazione circostante oltre l’intorbidimento delle acque di scolo e il cattivo odore presente in zona riconducibile alla mancata depurazione degli stessi.

Ulteriori controlli hanno verificato la presenza di una condotta di scarico attiva proveniente dal sistema fognario, il mancato funzionamento dell’impianto di sollevamento e la presenza di reflui urbani all’interno dei pozzetti d’ispezione.

Tale stato ha provocato l’intasamento dei reflui urbani nella camera di pompaggio, con il conseguente scarico degli stessi direttamente sul suolo senza aver subito idoneo processo di depurazione.

La gestione e manutenzione dell’impianto, attraverso un contratto, è affidata alla GEKO la quale non ha prodotto autorizzazione allo scarico di tale impianto di raccolta reflui urbani.

Per tale motivo dopo l’attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza si è proceduto alla denuncia dei due responsabili dipendenti della stessa.

COSENZA 26 maggio 2018

Pubblicato in Calabria

sibari

Fra le tante mete turistiche che il nostro paese offre va da annoverarsi senza alcun dubbio Sibari, piccola frazione del comune di Cassano all’Ionio, in provincia di Cosenza. Affacciandosi sulla costa ionica della Calabria, Sibari offre non solo splendide spiagge e località di balneazione, ma anche lussureggianti parchi naturali, musei e parchi archeologici; tutte attrazioni adatte a gite scolastiche e vacanze con la famiglia.

Sibari fra storia e mito

L’area di Sibari fu sicuramente abitata sin dalla preistoria, come testimoniano i ritrovamenti nelle Grotte di Sant’Angelo. Nondimeno la località acquistò importanza con la fondazione della città di Sybaris, una polis della Magna Grecia, alla fine dell'VIII secolo a.C. ad opera di un gruppo di Achei provenienti dal Peloponneso e posta tra i fiumi Crati e Sybaris (oggi Coscile). Distrutta durante un assedio da parte degli abitanti di Crotone nel 510 a.C. fu poi rifondata con nome di Turi ben nota agli storici perché coinvolta nelle guerre tarantine durante la prima fase dell’espansione romana in Italia, guerre che videro opporsi Roma da una parte e Taranto e il condottiero Pirro dall’altra; in seguito a tali avvenimento e la vittoria di Roma, Turi fu mutata in colonia romana e ribattezzata Copiae. Tuttavia, col decadimento dell’impero e lo svuotamento delle città, Sybaris fu abbandonata e la zona tornò ad essere una palude.

Secondo Strabone (Geografia, VI, 1, 13) ed altri storiografi antichi, Sibari era una delle città più fiorenti della Magna Grecia ma anche assai corrotta, dedita ad ogni specie di vizio. Si riferisce che d'estate le donne si riunivano nelle logge per imparare le tecniche di seduzione da un'istruttrice. I Sibariti erano quindi ritenuti modelli di crudeltà, un popolo senza nozione del bene e senza onore, e per la loro superbia furono in fine puniti sicché non ne rimasero neppure le macerie. Ad oggi il parco archeologico di Sibari conserva i resti

Tuttavia oggi gli storici e gli archeologi si mostrano abbastanza scettici nei confronti delle versioni tramandateci dal passato, data la scarsità di prove riguardo la vita della città, preferendo considerarle più miti e frutti di tradizioni orali che reali e certe testimonianze.

Cosa c’è da vedere?

Quale località ad economia prevalentemente turistica, Sibari offre moltissime opportunità di svago e divertimento adatte ad ogni gusto e persone di ogni età. Fra le spiagge ed i villaggi turistici ed i resort di Marina di Sibari, piste ciclabili, pinete incontaminate e luoghi attrezzati per il camping, i concerti e le manifestazioni culturali, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Dalla riserva naturale del fiume

Crati, luogo di nidificazione della cicogna bianca, al complesso nautico dei Laghi di Sibari (il porto turistico più grande del Mediterraneo) ce n’è davvero per tutti i gusti. Ma al di là di questi aspetti più goliardici e moderni o naturalistici, Sibari e tutto il comune di Cassano all’Ionio possiedono veri e propri tesori da non perdere assolutamente se ci si trova in zona, località a di poco suggestive che resteranno ben impresse nella memoria del turista.

Grotte di Sant’Angelo: un viaggio nelle viscere della terra.

Probabilmente l’attrazione più affascinante e suggestiva, un vero e proprio viaggio nel tempo e nelle viscere della terra tale che ci si sentirà protagonisti di un romanzo di Jules Verne.

L’imponente labirinto di formazioni carsiche si estende per qualche chilometro sotto terra, offrendo uno spettacolo mozzafiato fatto di colori e forme affascinanti, fra stalattiti e stalagmiti, opera della terra e dell’acqua in processi geologici lunghi migliaia di anni. Ma le grotte oltreché d’interesse geologico e scientifico attirano anche l’attenzione di storici ed archeologi poiché furono abitate già in età Neolitica (V e IV millennio a.C.) dall’uomo preistorico il quale lasciò come segno del suo passaggio la più antica forma di scrittura riconosciuta e documentata dagli esperti della Preistoria italiana. Di recente una spedizione di speleologi ha portato alla scoperta di una particolare e assai rara specie di pianta (se ne contano al momento solo quaranta esemplari) capace di vivere in assenza di luce: arbusti di non più di trenta centimetri, affondano le radici nelle stalattiti, nutrendosi dell’acqua e dei sali minerali in essa disciolti. Uno spettacolo da non perdere, quello delle Grotte di Sant’Angelo, che affascinerà, nel complesso, adulti e piccini.

Parco archeologico di Sybaris: il fascino della Magna Grecia e dell’Impero Romano.

La zona detta Sibaritide fu abitata dalla popolazione degli Enotri sin dall’Età del Ferro, prima che fosse spazzata via dal sopraggiungere dei Greci provenienti dall’Acaia nell’VIII secolo a.C. i quali fondarono la città di Sybaris oggi per lo più andata perduta: infatti, scoppiata la guerra fra Sibari e Crotone, quest’ultima città, dopo un assedio durato settanta giorni, ebbe ragione sui Sibariti e ne rase la polis al suolo deviando il corso del vicino fiume Crati perché ne coprisse le rovine. Sicché i livelli più antichi sono oggi difficilmente visibili e recuperabili. Quelli per lo più rivenuti risalgono alla seconda fondazione, ribattezzata Turi (Thurii) del 444 a.C. e alla colonia romana di Copia (Copiae) del 194 a.C. e da quel momento in poi tornò ad essere un florido centro abitato sino al suo completo abbandono ed impaludamento nel VI sec. d.C.

L’area archeologia di 50.000 metri quadri è divisa in quattro zone: Parco del Cavallo, Prolungamento Strada, Casabianca, Stombi; tutte visitabili ad eccezione di Stombi. Il percorso archeologico si snoda per le tre aree partendo dal Parco del Cavallo, la maggiore, permettendo una passeggiata lungo i sentieri basolati tracciati dai romani, presso cui sono ben visibili i resti dei fastosi monumenti che ornavano la polis, le antiche botteghe, le abitazioni dei cittadini, i templi e le porte d’accesso alla città, splendidi mosaici e i resti delle terme.

I resti sono suddivisi in tre strati indicanti le varie fasi storiche della città antica: dalla Copia romana alla Sibari acaica.

I reperti rinvenuti dalle varie campagne di scavo effettuate nel parco sono conservati presso il Museo Nazionale della Sibaritide facente parte del complesso archeologico del parco (ingresso 2 €, ridotto 1 €). Il Parco Archeologico di Sibari si raggiunge percorrendo la strada statale 106 ionica.

Da segnalare anche uno dei più bei Parchi Divertimento della Calabria il Sybari Explora dove è presenta la riscostruzione dell’antica Sibari e dove bambini e ragazzi possono diversirti con Laboratori Didattici, Parco Avventura e molto molto altro.

Borgo antico di Cassano all’Ionio e il Santuario della Madonna della Catena

Il borgo antico di Cassano non può certo mancare se si è in visita turistica alla città: un intreccio di vicoli arricchito da fontane, cortili, palazzi e dimore dagli stili baroccheggianti e dai colori caldi. Spicca la Cattedrale della Natività di Maria Vergine, di fondazione bizantina, ricca di affreschi e custode di una splendida collezione di presepi napoletani. V’è poi il Museo Diocesano adibito anche ad Archivio e Biblioteca, che ospita tesori d’arte sacra, codici, libri di pregevole fattura e grande antichità. Suggestiva inoltre la Torre dell’Orologio accanto all’antico muro di cinta e le terrazze naturali ed i panorami emozionanti del massiccio del Pollino e la Piana di Sibari.

Risalendo poi le colline del Cassano si giunge al Santuario della Madonna della Catena, risalente all’VIII-IX secolo d.C. di fondazione anch’essa bizantina e dedicato alla Madonna Teutochia, di cui se ne conserva l’antica icona. Ristrutturato ed ampliato nel corso del tempo, il monastero conserva anche altre opere d’arte di gran pregio effettuate da pittori illustri del napoletano e del meridione, come Nicola Malinconico.

Pubblicato in Calabria

Montalto Uffugo(cs) –15 Novembre 2014 – Indagini accurate da parte del Corpo Forestale dello Stato hanno portato nei giorni scorsi al deferimento di tre persone per reati ambientali e al sequestro preventivo di un cantiere disposto dal Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura.

L’operazione coordinata dal Nipaf, Nucleo Investigativo di Polizia ambientale e Forestale di Cosenza, in collaborazione con diversi Comandi Stazione della zona ha determinato in località “Coretto” di Montalto Uffugo il sequestro di un cantiere di lavorazione inerti, il cui materiale veniva prelevato abusivamente con l’ausilio di un autocarro, posto anch’esso sotto sequestro, nel demanio fluviale del Fiume Crati.

Per tale attività, particolarmente monitorata nel tempo dagli uomini del Corpo Forestale sono state deferite per furto aggravato all’autorità giudiziaria tre persone residenti a Rose e Luzzi.

Durante l’attività delegata dalla Procura si è anche provveduto al sequestro d’iniziativa di un piazzale di 1500 metri quadri creato sopprimendo un bosco sottoposto a tutela paesaggistica presente proprio nell’alveo del fiume e per la quale creazione sono stati prelevati oltre 45000 metri cubi di inerti accumulati sul posto e pronti per essere trafugati.

Per tale attività un uomo di Rose dovrà rispondere di distruzione di bellezze naturali, soppressione di bosco vincolato paesaggisticamente e realizzazione del piazzale senza le autorizzazioni previste dalla normativa edilizia.

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