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Riceviamo da Fare Ambiente Calabria Ass. Ambientalista Europea e ne diamo pubblicazione il seguente comunicato stampa:

“Far conoscere le proprie bellezze e le potenzialità del territorio tanto a livello turistico che ambientale”- afferma Iaconetti coordinatore regionale di fare ambiente- è una grande opportunità.

 

 

 

 

 

 

 

Diamo il benvenuto a Linea Blu una trasmissione che da sempre va alla scoperta di luoghi e paesaggi nascosti ai più.

E’ certo un momento di grande opportunità per le nostre coste che hanno, grazie alla trasmissione ed alla sua conduttrice Donatella Bianchi, la possibilità di far conoscere quelle incantevoli attrattive paesaggistiche, turistiche e ambientali uniche nel loro genere-

Ben venga, continua Iaconetti, Linea blu, una trasmissione seguitissima e apprezzata che è in grado di valorizzare ed esaltare le bellezze del territorio.

Le nostre coste hanno bisogno di ritornare a ricoprire quel ruolo primario che la natura gli ha dato e soprattutto aspettano da anni di entrare in quel circuiti turistico ed economico, che ha fatto la fortuna di altri territorio molto meno belli dei nostri.

Sia questa l’occasione propizia per disvelare al mondo le nostre bellezze ed il calore della nostra gente.

Buona Linea blu a tutti.

Resp. Claudio Campanozzi

Ufficio Stampa Fare Ambiente Calabria                                                    Cosenza 19 Luglio 2019

Siamo qui a commentare l’ennesima tragedia annunciata e a piangere vittime innocenti, dichiara Antonio Iaconetti, Coordinatore Regionale di Fare Ambiente.

E’ inconcepibile come, nonostante l’allerta e le previsioni meteo catastrofiche annunciate, nulla o quasi, è stato fatto per evitare vittime.

Inizierà, tra poco, il balletto delle critiche e del rimpallo di responsabilità ma nessuno restituirà la vita ad una giovane mamma ed ai suoi due piccoli bambini.

Siamo vicini alle famiglie colpite, continua Iaconetti, anche con le nostre Guardie e i nostri uomini e donne della Protezione Civile per collaborare fattivamente al fianco delle Forze dell’Ordine, per portare aiuto e sollievo a quanti sono stati colpiti dalla calamità che si è abbattuta sulla nostra Calabria.

A questi uomini e donne, che mettono a disposizione il loro tempo, anche a rischio della propria incolumità, cosi come a tutti volontari e alle forze dell’ordine, va il mio personale plauso e apprezzamento.

Mi aspetto, continua Iaconetti, che chi ha delle responsabilità nella prevenzione di questi disastri, venga individuato e severamente punito, così come mi auguro la magistratura accerti rapidamente colpe e responsabilità.

I consorzi di bonifica e tutti coloro che hanno la responsabilità della manutenzione delle opere idrauliche, forestali e stradali siano vigili e attenti, conclude Iaconetti, siamo stanchi di dover piangere vittime innocenti per l’incuria e il pressapochismo di pochi.

Resp. Claudio Campanozzi

Ufficio Stampa Fare Ambiente Calabria                                                      Cosenza 6 ottobre 2018

Fareambiente Calabria Ass. Ambientalista Europea. Responsabile Avvocato Antonio Iaconetti

Foto inviataci dai luoghi di ricerca della famiglia dispersa da Luca Guzzo della protezione civile di San Giovanni in Fiore

Pubblicato in Basso Tirreno

La questione dei cinghiali, afferma Iaconetti, coordinatore regionale di Fare Ambiente Calabria, da emergenza puó trasformarsi in una risorsa in grado di valorizzare ed arricchire i prodotti del nostro patrimonio agroalimentare, tanto e sempre più apprezzato in Italia e all’estero .

Da più parti si sente parlare di abbattimenti selettivi dei cinghiali - che oramai hanno invaso non solo il nostro territorio- e di altre iniziative fini a se stesse che mirano all’abbattimento c.d. selettivo dei capi in eccesso che sempre più devastano i campi dei nostri agricoltori e rappresentano, anche, un serio pericolo alla incolumità delle persone.

Allora, continua Iaconetti, perché non valorizzare questa emergenza facendone una opportunità di crescita per il nostro territorio, catturando i cinghiali considerati in eccesso e, dopo gli opportuni accertamenti sanitari, non farne salumi?

Magari a marchio DOP – IGP, affidandone la gestione, la trasformazione e la successiva commercializzazione all’ARSAC, Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura in Calabria, Ente che nel suo statuto ha, come compito istituzionale, non solo l’elaborazione e la realizzazione di progetti di sviluppo in agricoltura, ma anche quella di provvedere alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari.

Con tale iniziativa, prosegue Iaconetti nella sua nota, si darebbe una concreta soluzione al problema, contenendo gli ungulati nei limiti sostenibili e, dall’altro, si darebbe slancio all’economia della nostra regione con la creazione di un nuovo salume a marchio Calabria.

Tale attività, di trasformazione e commercializzazione, di un prodotto prelibato e ricercato, quale appunto è il salume di cinghiale, oltre a dare nuovo impulso ad un settore strategico per la nostra regione, sarà certamente in grado di apportare, quindi, un valore aggiunto al già ricco paniere agroalimentare della nostra regione-

Non ultimo la nuova attività poterà un contributo salutare al nostro asfittico sistema economico con la creazione di nuovi posti di lavoro.

Conclude Iaconetti, il quale a giorni formalizzerà la proposta agli organismi regionali competenti, a ben vedere da una emergenza si può certamente trarne dei vantaggi concreti e duraturi.

COSENZA, 01-09-2018

IL COORDINATORE REGIONARE FARE AMBIENTE Avv. Antonio Iaconetti

Pubblicato in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo

“ Fareambiente Calabria in questo giorno di lutto si associa al sentimento di umana compassione per i tragici eventi del Raganello.

Idealmente, dichiara l’Avv. Antonio Iaconetti Coordinatore Regionale di Fare Ambiente, siamo con quel soccorritore che

abbracciato dalle esili braccia di Chiara che ha appena salvato dalle acque del Raganello, per esprimere tutto il dolore e la vicinanza alla comunità di Civita e alle famiglie che anche questa volta in questa tragica giornata agostana, hanno dovuto subire la perdita dei loro cari.

Con la natura non si scherza, continua Iaconetti, l’incuria, le leggerezze e le mancate precauzioni anche in questo caso, come sul ponte di Genova, non lasciano spazio ad improvvisazioni e imprudenze.

Il rispetto dell’ambiente richiama anche ad un approccio responsabile a chi ad esso si avvicina per goderne la bellezza del Creato.

Bisogna averne cura e riguardo , siamo stanchi di assistere a siffatti eventi tragici che hanno colpito in questi giorni il nostro paese.

   Tragedie evitabili, conclude Iaconetti, se ognuno di noi, ed ognuno per quanto di sua competenza avesse prestato la dovuta diligenza, e più rispetto umana.

La natura e le sue bellezze, meritano un approccio più attento e responsabile soprattutto in tutte quelle manifestazioni che coinvolgono le attività dell’uomo, inteso sia come singolo che come collettività.

Resp. Claudio Campanozzi

Ufficio Stampa Fare Ambiente Calabria                      Cosenza 23 agosto 2018

Pubblicato in Cosenza

Riceviamo dall’avvocato Antonio Iaconetti la seguente nota stampa su Coreca

 

Si è tenuta nell’aula consiliare del Comune di Amantea la riunione promossa dal Sindaco Monica Sabatino per incontrare i referenti della Regione Calabria – Uff. Lavori Pubblici e le Associazioni civiche ed ambientaliste che, ormai da tempo, sono contrari al Progetto finanziato dalla Regione Calabria di Difesa del litorale in Località Coreca.

Dall’incontro era presente FareAmbiente, che afferma <<l’attuale progetto più volte bocciato e rimandato al mittente prevede una difesa altamente impattante dello scoglio di Coreca, è prevista una barriera lunga 100 metri lineari, posta su fondali con profondità di 3,50 metri, il tutto di oltre due metri e mezzo sopra il pelo dell’acqua, prevede inoltre un pennello lungo circa 150 mt posto in maniera perpedicolare al moto ondoso.

Per gli ambientalisti, per la maggior parte dei cittadini residenti a Coreca e per l’intera Amministrazione Comunale (Maggioranza ed Opposizione). Anche il  Responsabile Unico del Procedimento Ing. Giuseppe Iritano ha ammesso l’evidente l’impatto ambientale che tale progetto andrebbe ad arrecare, il progetto ricordiamo al momento congelato dalla delibera Comunale del 18 settembre 2014>>.

<<Secondo FareAmbiente,  è necessario valutare proposte alternative meno impattanti e come lo stesso sindaco Sabatino chiede.>>

Anche lo stesso progettista ing. Alberto Borsani che ovviamente ha difeso il suo progetto, ma allo stesso tempo lo ha definito “non bello a vedersi”. Lo stesso Borsani, ha ricordato che già qualche anno fa la giunta del compianto Sindaco Franco Tonnara aveva bocciato l’opera.

Testimonianza toccante è stato l’intervento di un trentenne di Coreca che ha puntato il dito  prevista dal progetto di utilizzare per il ripascimento 43.000 metri cubi di sabbia prelevata nell’alveo del fiume Oliva, notoriamente inquinato da metalli pesanti come certificato dall’ISPRA, il giovane guardando negli occhi i tecnici ha urlato “io sono già stato operato di tumore, a Coreca non porterete proprio nulla! prima di progettare e conseguentemente realizzare altre opere a mare specie se strutturali e invasive occorre risalire alle cause dei mancati apporti solidi provenienti dall’interno dall’entroterra per effetto dell’azione costante e continua di fiumi, torrenti e “corsi d’acqua minori” che veicolano la materia solida. Secondo FareAmbiente è infatti ampiamente dimostrato che i risultati e gli effetti prodotti dalle opere di sistemazione del litorale costiero fino ad oggi purtroppo hanno spesso e volentieri disatteso gli sperati benefici.

Gli studi meteo-marini per tale tipologia di opere sono necessari e di fondamentale importanza, ma evidentemente non bastano da soli al giusto e corretto indirizzamento degli interventi.

E' necessario che i progetti abbiano un capitolo dedicato totalmente ad un’azione partecipata sul territorio da cui ricavare le informazioni del recente passato soprattutto attraverso testimonianze locali, valutandone ovviamente la veridicità, e su queste imperniare lo studio della valutazione ambientale per quelle porzioni di territorio di pregio storico-paesaggistico quale Coreca.

Garritano del Comitato di quartiere di Campora ha più volte ribadito il “no” dei corachesi a quest’opera.

Da quello che oggi ci viene proposto, ha detto Falsetti (WWF) penso di poter dire che questi tecnici non hanno brillato per parsimonia nello spendere il territorio, alzare una muraglia cinese d’avanti allo scoglio avrà protetto il sito dai marosi, ma Coreca come immagine simbolo di questo territorio non ci sarà più e questo per l’intera cittadinanza di Amantea non può essere accettabile. 

Credo giusto invece un intervento avente impatto visivo contenuto, riconoscendo le potenzialità di una Coreca tutelata in maniera consona e rispettosa delle attitudini turistiche del territorio amanteano, territorio che non può prescindere dalle molteplici dimensioni che ruotano intorno alla tutela del paesaggio, imbrattare Coreca equivale a compromettere l’identità di Amantea.

A chiedere la revisione del progetto oggi c’è un’intera città, il mondo associativo che noi rappresentiamo e l’Amministrazione comunale, tutti insieme chiediamo quindi una soluzione meno impattante che nel resto del paese è la normalità, perdere Coreca è, per tutti noi, un prezzo che non possiamo pagare.

Troppe volte ci siamo assoggettati a scelte calate dall’alto, scelte delle quali ogni giorno paghiamo il prezzo sotto forma di territorio che scompare o comunque compromesso.

VittorioSgarbiCaro Vittorio, apprezzo la vicinanza a Fare Ambiente e che sia amico del nostro Presidente, Prof. Vincenzo Pepe.

Altre volte ho apprezzato le tue prese di posizioni anche, sui Bronzi, nei confronti dei quali siamo stati sempre mentalmente aperti, sia come Fare Ambiente che come calabresi per trasferire in esposizione i Guerrieri di Riace in altre località quali ambasciatore della nostra terra di Calabria.

Queste cose le abbiamo anche scritte.

Cosa che invece non possiamo accettare e che tu, parli male della Calabria insultando la gente che ci vive.

Che dire poi della tua frase infelice che “ la Calabria non è in Italia” .

Solo per ricordarti, ma questo tu dovresti ben saperlo:   l’Italia che non sarebbe esistita se non ci fosse stata la Calabria.

« La regione, che ora chiamasi Italia, anticamente tennero gli Enotri; un certo tempo il loro re era Italo, e allora mutarono il loro nome in Itali; succedendo ad Italo Morgete, furono detti Morgeti; dopo venne un Siculo, che divise le genti, che furono quindi Morgeti e Siculi; e Itali furono quelli che erano Enotri » (Antioco di Siracusa, in Dionigi di Alicarnasso 1, 12 vg)

Dal re Italo, quindi, deriverebbe il nome Italia: dato prima alla regione corrispondente al suo regno, ovvero a quasi tutta la Calabria e successivamente, a tutta la penisola, come narrano Tucidide, Aristotele, Antioco di Siracusa e Strabone.

Non senza un pizzico d’orgoglio voglio ricordare ai più, ed anche e soprattutto ai miei conterranei, i quali devono riscoprire l’orgoglio di essere Calabresi, che la nostra terra era il cuore pulsante della Magna Grecia.

“ La cultura fu il fiore all’occhiello della Magna Grecia ed ogni città aveva almeno una biblioteca e svariati centri per lo studio delle arti, della filosofia, dell’ingegneria e della medicina. Basti pensare a personaggi come Pitagora, Filippo di Medma (segretario particolare di Platone), Nosside (poetessa locrese) ed il medico Alcmeone, fondatore insieme ad Ippocrate della medicina moderna, che intuì per primo la funzione di comando sul corpo operata dal cervello.

Oltre alle scienze ed alle arti anche lo sport fu un campo di eccellenza per le città calabresi della Magna Grecia: ricordiamo ad esempio il pugilatore Milone da Crotone, che detiene tuttora il record di 5 ori olimpici in 5 edizioni diverse. Gli atleti crotoniati erano celebrati come divinità….”

La Magna Grecia, possiamo dirlo con orgoglio, influenzò e permeò la cultura ed il sapere dell’ Europa intera.

Come vedi, Vittorio, la Calabria ha dato tanto all’Italia ed all’Europa, anche se lo stesso noi non possiamo dire dell’Italia e dell’Europa !!!

Nonostante ciò, mai abbiamo rinnegato la nostra Patria anche quando, in nome dell’Unità, ci hanno depredato dei nostri tesori, delle nostre ricchezze e delle nostre fabbriche, anche quando hanno messo a ferro e fuoco i nostri villaggi, ucciso i nostri uomini e violentato le nostre donne.

Imposto le loro tasse e le loro leggi.

Abbiamo continuato a dirci italiani e a morire fieri ed orgogliosi al grido di Viva l’Italia.

Ed affinché nessuno dimentichi, neanche Sgarbi, concludo questi miei brevi e confusi pensieri, con le parole di Giovan Battista Vico: "Quando Roma era un villaggio di pastori, a Crotone insegnava Pitagora".

Orgoglioso e fiero grido viva la Calabria, viva i Calabresi.

Cosenza, 12.11.2014 Il responsabile di Fare Ambiente Calabria Avv. Antonio Iaconetti

Pubblicato in Calabria

Riceviamo e pubblichiamola seguente nota di Fare Ambiente

«Renzi dovrebbe avere più coraggio e giocarsi senza indugi, la carta del Ponte San Francesco di Paola, altrimenti dello ponte sullo Stretto di Messina».

Lo afferma Antonio Iaconetti, responsabile regionale della Calabria del Movimento Ecologista Europeo FareAmbiente, commentando le ultime indiscrezioni secondo le quali il Presidente del Consiglio avrebbe chiesto al Consorzio Eurolink di riaprire il dossier dell’infrastruttura che il governo Monti, un po’ troppo precipitosamente, aveva invece accantonato nel 2012.

«Non so se allo stato attuale, le penali dovute alla Impregilo per la mancata realizzazione dell’opera siano più onerose della costruzione dell’opera stessa – aggiunge Iaconetti -

Penso che il Ponte San Francesco di Paola sia, a prescindere, un’infrastruttura strategica e fondamentale per lo sviluppo della Calabria e del Mezzogiorno, in grado di imprimere una decisiva svolta alle ambizioni di crescita sociale ed economica del Sud del Paese, a cui è inaccettabile rinunciare.

Il Ponte San Francesco di Paola - da oggi in poi così mi piacerebbe venisse chiamato, – conclude l’esponente di FareAmbiente – rappresenta una grande opportunità in termini occupazionali ed economici, perché rinunciare al Ponte significa non solo una grave perdita per l’asfittica economia del Meridione ma anche italiana che, secondo Impregilo si tradurrebbe, anche, in una perdita per lo Stato del gettito fiscale potenziale da 4,5 miliardi dagli oltre 40mila posti di lavoro che si creerebbero.

E’ innegabile, quindi, che l’opera –Ponte San Francesco di Paola porterà un valore aggiunto a questo lembo d’Italia, poiché diventerà una sicura attrattiva turistica così da valorizzare anche i tanto e da tutti desiderati Bronzi di Riace, confinati in questo estremo sud della nostra bellissima penisola.

Il Ponte, conclude Iaconetti, costituirebbe una forte attrazione di investimenti, ed anche sotto il profilo dell’impatto paesaggistico, non dimentichiamo che questo collegamento metterebbe un freno al traffico di imbarcazioni a motore che quotidianamente, nell’indifferenza e nel silenzio di tutti, attraversano lo Stretto, con conseguente inquinamento meteo - marino.

Altro che, preoccuparsi del fatto che l’ombra del ponte devia la rotta dei delfini !!! ».

Cosenza, 25.09.2014

Il responsabile regionale di Fare Ambiente   Avv. Antonio Iaconetti

Pubblicato in Italia

coricaRiceviamo e pubblichiamo nota stampa Fare Ambiente .

«Predisporre interventi efficaci per contrastare il fenomeno dell’erosione costiera che interessa il sito di Coreca, ad Amantea, e però poco invasivi ed a basso impatto ambientale per tutelarne l’elevato valore paesaggistico, è una priorità che richiede il coinvolgimento dei migliori professionisti e dei tecnici più esperti su cui è possibile contare. Per questo abbiamo indirizzato una missiva all’Ordine provinciale degli architetti, a quello degli ingegneri e dei geologi ed all’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica chiedendo un parere in merito alla migliore strada da intraprendere per risolvere il problema».E’ quanto si legge in una nota del responsabile regionale di FareAmbiente Calabria, Antonio Iaconetti.«Prima che si proceda all’allestimento di opere costose, inutili e dannose – informa Iaconetti – prima di pregiudicare l’inclusione di questo splendido tratto di litorale tra i Siti di Importanza Comunitaria, intendiamo dare massima pubblicità, se necessario anche a livello nazionale, della scellerata idea di posizionare barriere nell’area antistante la scogliera, in completo spregio delle peculiarità naturali e morfologiche. Per questo abbiamo richiamato l’attenzione degli Ordini Professionali affinché diano vita ad un lavoro sinergico e di collaborazione con le istituzioni per individuare una soluzione alternativa, che da un lato freni il fenomeno dell’erosione e dall’altro non pregiudichi il patrimonio ambientale e paesaggistico della zona di Coreca».

Avv. Antonio Iaconetti

iaconetti«Procedere al posizionamento di nuove barriere nelle aree antistanti la scogliera di Coreca non è la migliore soluzione per salvaguardare questo tratto di litorale di grande valenza paesaggistica e che, pertanto, come si legge anche nella relazione tecnico-economica del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, richiede un intervento che induca il minore impatto visivo possibile».Lo sostiene il Movimento ecologista europeo FareAmbiente, rappresentato da Antonio Iaconetti e da Aurelio Longo ai recenti incontri ospitati ad Amantea alla presenza delle istituzioni locali, con l’obiettivo di trovare una soluzione concordata per contrastare per contrastare il fenomeno dell’erosione costiera che interessa quest’area del basso Tirreno cosentino.«I tecnici invece – proseguono i rappresentanti di FareAmbiente – quegli stessi tecnici che nel recente passato, si sono occupati della questione ricevendo incarichi per chiamata diretta e non per concorso, e mettendo in atto espedienti costosi che non hanno affatto mitigato la situazione, laddove non l’hanno addirittura peggiorata, continuano a propinarci l’idea di posizionare barriere emerse ad un centinaio di metri dalla spiaggia. Come se non bastasse – aggiungono Iaconetti e Longo - nel progetto è previsto anche un ripascimento protetto dell’area intorno lo scoglio di Coreca utilizzando un volume di sabbia da prelevare nel letto del fiume Oliva, quella stessa sabbia ancora oggetto di indagini da parte della procura di Paola per la sospetta presenza di rifiuti tossici e radioattivi. Per questo – concludono i due esponenti di FareAmbiente – ci appelliamo al buon senso del sindaco di Amantea e delle altre istituzioni coinvolte, affinché questo progetto scellerato venga completamente accantonato e si guardi invece ad altre tecniche innovative e risolutive che altrove sono state sperimentate con successo com’è accaduto, ad esempio, a Tropea, dove è stata realizzata una efficace barriera soffolta. Parteciperemo domani, sabato 13 settembre, al consiglio comunale straordinario indetto ad Amantea, per offrire il nostro contributo e proporre soluzioni alternative che possano essere risolutive per un’area che ha buone possibilità di diventare un’area SIC (Sito di Interesse Comunitario) con rilevanti e positivi benefici per l’industria turistica».

12 settembre 2014

Pubblicato in Cronaca

Riceviamo e pubblichiamo

<Se vi fosse stato il benché minimo rischio per la sicurezza, nessuna azienda privata avrebbe mai investito tempo e risorse nel progetto di trivellazione del  Marsili al largo delle coste del Tirreno meridionale, per sfruttare l’energia geotermica derivante dal flusso idrico di origine vulcanica.

Per questo, la nostra posizione è distante e contraria rispetto a quelle di chi è impegnato ad alimentare le solite  campagne dell’allarmismo a tutti i costi, generando timori che allo stato attuale sono assolutamente ingiustificati>.

Lo afferma in una nota il responsabile per la Calabria del Movimento Ecologista Europeo Fare Ambiente, in merito alle ricerche condotte dalla Eurobuilding spa e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nell’ambito del progetto “Tirreno 1” finalizzato a sfruttare i fluidi geotermici del Marsili per la produzione di energia.

<Riuscire a sfruttare il flusso idrico del Marsili significa poter contare su una fonte energetica economica e pulita con cui soppiantare almeno in parte quella prodotta con altre centrali, a gas o a carbone o quella importata da altri paesi con gravi ripercussioni per le nostre bollette. Per questo, guardiamo con interesse e senza preconcetti a questo progetto.

Naturalmente, se con il prosieguo delle operazioni dovessero emergere nuovi elementi tali da avvalorare l’ipotesi di un concreto rischio per l’ambiente, saremo i primi a mobilitarci per l’immediata interruzione delle trivellazioni>.

Cosenza, 12.04.2014              Dal Coordinamento regionale Fare Ambiente

NdR Ritorneremo sulla problematica a breve

Pubblicato in Calabria
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