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Leggiamo su www.crotonenews. com il seguente articolo di Bruno Palermo. Un articolo scritto con enfasi e passione.

“Gli effetti del decreto sicurezza appena approvato dal governo sta per avere i suoi devastanti effetti.

 

 

La rete di solidarietà delle associazioni di Crotone si è attivata immediatamente dopo che si è sparsa la notizia che 24 migranti sarebbero stati fatti uscire dal Cara di Isola Capo Rizzuto.

Tra di loro una famiglia di quattro persone con una bambina di sei mesi e la mamma incinta, alcune persone ammalate con patologie gravi.

Per effetto del nuovo decreto sicurezza, infatti, queste persone, che hanno esaurito l’iter burocratico per lo status di rifugiati non hanno più diritto nè di stare in una Cara, nè di entrare in uno Sprar (centro di seconda accoglienza).

Prima del dl sicurezza, invece, esaurito l’iter burocratico si poteva accedere ad uno Sprar tramite richiesta e in attesa della disponibilità era possibile restare nel Cara.

Intorno alle 16:30 le associazioni si ritroveranno davanti al Tribunale dove è previsto l’arrivo del bus dal Cara di Isola Capo Rizzuto, ma secondo alcune fonti qualcuno, visto la eco mediatica che ciò potrebbe avere, ha momentaneamente bloccato l’uscita dei migranti.

Intanto la famiglia con la donna incinta sarà ospitata con la sua famiglia in alcuni locali della Croce Rossa, mentre per gli altri al momento non c’è soluzione se non l’addiaccio.

Il problema è di proporzioni enormi (decine di migliaia) e tra poco interesserà tutto il territorio nazionale”.

Pubblicato in Crotone

La Mobile di Bari ha arrestato 4 cittadini nigeriani, accusati, in concorso, di violenza privata e violenza sessuale di gruppo nei confronti di una connazionale 24enne nel centro accoglienza Cara di Bari Palese.

Una quinta persona è ricercata.

 

 

Gli arrestati sono di età compresa tra i 21 e i 37 anni ed alcuni di loro hanno precedenti di polizia o sono irregolari nel territorio dello Stato, tra cui un uomo già detenuto in carcere per un omicidio di un nigeriano nel 2017.

La vittima ha denunciato l'episodio che si sarebbe verificato a maggio dello scorso anno.

Giunta in Italia dopo un terribile viaggio della speranza attraverso il mare, nel quale era stata minacciata di doversi prostituire per ripagare il debito contratto (20mila euro) per la traversata, era riuscita a sfuggire alle grinfie degli sfruttatori raggiungendo la struttura di Palese.

Lì era stata oggetto di attenzioni sessuali da parte di un connazionale e più volte importunata.

Non è bastato opporsi più volte all'uomo: una sera l'avrebbe prima minacciata di morte con un coltello, quindi, attorniata dal branco, picchiata più volte con schiaffi e pugni. La donna sarebbe stata poi trascinata in una stanza e stuprata dall'uomo mentre gli altri impedivano l'accesso alla camera ad estranei.

La donna, dopo mesi di paura per eventuali ritorsioni ai suoi danni, ha deciso di denunciare tutto alla Polizia ed è stata presa in carico da associazioni di protezione.

La Squadra Mobile, attraverso indagini approfondite, ha provveduto poi agli arresti disposti dal gip di Bari su richiesta della Procura: i 4 bloccati sono stati condotti nel carcere del capoluogo.

Proseguono le ricerche per rintracciare la quinta persona destinataria dell'ordinanza.

Pubblicato in Italia

Ci risiamo: Ancora una volta la nostra martoriata terra di Calabria finisce in prima pagina sui giornali e come prima notizia sui telegiornali regionali e nazionali.

 

La Calabria è nell’occhio del ciclone.

Le mani della ‘ndrangheta fanno cospicui affari sulla pelle dei poveri migranti e milioni di euro destinati al Cara di Isola Capo Rizzuto vengono dirottati in Svizzera.

 

Questo famoso centro di accoglienza, forse uno dei più grande in Italia, per gli inquirenti era diventato “il bancomat” di una cosca mafiosa.

Del losco affare sono coinvolti finanche il Sindaco del luogo ed il Parroco, difeso ad oltranza dai suoi parrocchiani, perché, secondo le indagini, collaboravano con i mafiosi.

Prete, Sindaco, boss, volontari, confraternita di Isola Capo Rizzuto che sfruttano l’accoglienza.

 

Tutti assieme, secondo l’ultima inchiesta della magistratura e delle forze dell’ordine, ad abbuffarsi con i soldi dello Stato.

Gli inviati speciali dei vari giornali e telegiornali sono piombati come falchi in questo luogo meraviglioso e conosciuto anche all’estero.

Una grande insegna li ha accolti all’ingresso del paese: Benvenuti ad Isola Capo Rizzuto, Comune del sole e dell’accoglienza.

Sì del sole e dell’accoglienza, perché la bella cittadina è inondata di sole e circondata da un mare meraviglioso e poi centinaia e centinaia di migranti vengono accolti ogni anno che sono fuggiti dagli orrori delle guerre e dalle persecuzioni nei loro paesi d’origine.

 

Gli inviati sono stati accolti dai ragazzini del luogo che su motorini sgangherati senza targa e senza casco scorazzano per le vie del paese.

E i vecchietti, seduti sulle panchine che osservano senza fiatare. E poi tantissimi giovani di pelle nera nel centro di accoglienza costato allo Stato, cioè a noi contribuenti, 14 milioni di euro.

Chi gestisce il centro?

Una cooperativa “la Misericordia” fornisce al popolo dei gommoni che approdano in Calabria tutto il necessario, dai vestiti ai pasti, dall’alloggio all’assistenza sanitaria e spirituale.

Adesso è intervenuta la Magistratura.

E il gestore è stato accusato di vari reati.

 

L’operazione è stata chiamata “Jonny” che ha portato al fermo di 68 persone.

Gli indagati sono accusati di vari reati, tra cui, associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, malversazione ai danni dello stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture. Dalle indagini è emerso altresì che le persone incriminate controllavano, a fini di lucro, la gestione del Centro di Accoglienza per migranti CARA di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto.

 

NdR Ringraziamo la continua attenzione di Francesco alle cose di "casa nostra". Ma vogliamo ricordare che in Calabria ci sono persone come Gratteri ed i suoi "soldati di Giustizia" grazie ai quali possiamo mostrare anche la Calabria onesta che opera per la legge , la giustizia, la verità!

Pubblicato in Calabria

La squadra mobile di Cosenza pone fine ad uno scandaloso business dei profughi;quello di Aprigliano mettendo i sigilli alla struttura di contrada Spineto.

 

Un storia sofferta quella del CARA di Aprigliano dove erano ospitate circa 60 persone con alcune donne somale rinchiuse in uno scantinato senza finestre ed altri migranti costretti a dormire tra i vani delle scale.

Quest’inverno poi sembra che siano state lasciate senza nè riscaldamenti nè elettricità.

 

La struttura di contrada Spineto, condotta dalla cooperativa "Sant'Anna" gestita dal trentatreenne Presidente della Cooperativa di Pedace nonchè assessore del PD nella giunta apriglianese, Carmelo Rota,

 

 

Il centro ospitante richiedenti asilo è di proprietà di M.S. di anni 65.

Ambedue sono stati indagati per i reati di concorso in abuso edilizio ed altro.

Nel cda della cooperativa pare vi sia anche Marco Morrone imprenditore famoso per le sue cliniche private, fratello del presidente del consiglio comunale di Cosenza Luca e figlio dell’onorevole leader di Forza Italia in Calabria Ennio Morrone.

Dalle indagini condotte dal personale della Polizia di Stato sono emersi una serie di abusi edilizi e false documentazioni. Inoltre, i locali della struttura sono risultati essere privi di Certificati di Agibilità e gravati da problemi igienico-sanitari derivanti da precari allacci alle reti fognarie.

Pubblicato in Cosenza
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