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Abbiamo scritto ieri che nell'Alaco non c'è il benzene. Abbiamo scritto che si è trattato stato solo un errore di trascrizione. Abbiamo detto che si è trattato di una figuraccia che impone decisioni forti.

Ma c’è chi va oltre.

Si tratta dell'ex assessore all’ambiente della regione Calabria Silvio Greco il quale dice che : «L'agenzia deve specificare che tipi di composti aromatici sono stati rinvenuti»

Silvio Greco è un biologo e quindi parla con cognizione di causa.

E dice: «L'agenzia sostiene che si sia trattato di un errore, i dati si riferivano non al benzene ma a “composti aromatici da benzene”. Ebbene, quali sono questi composti? È importante saperlo perché ve ne sono alcuni che possono essere ben più nocivi del benzene stesso. Inoltre, se si sostiene che non siano riportati nelle tabelle come è possibile che si sostenga che le quantità rinvenute non hanno superato i limiti?»

Come dare torto a Greco? In Calabria siamo alla follia?

Ed allora Greco conclude : «È una situazione paradossale, che non ha precedenti. In qualsiasi altra parte d'Italia i vertici dell'agenzia avrebbero già lasciato le loro poltrone».

Una domanda all’ex assessore: ma le responsabilità sono solo del CDA ? O forse c’è altro?

 

Pubblicato in Calabria

Se non fosse, ahimè, purtroppo, vero, sembrerebbe una storia da film

L’Arpacal ( Azienda regionale per la protezione dell’ambiente – Calabria!) diffonde la notizia che nell’acqua del bacino dell’Alaco, sito a San Sostene e che serve 80 comuni del vibonese, c’è una presenza di benzene di 800 volte superiore ai parametri previsti per legge.

Il parametro stabilito dall’Unione Europea è pari a 1ppb (parti per bilione - microgrammi per litro). In sostanza la presenza di benzene sarebbe di 800ppb, cioè 800 microgrammi per litro.

Ora il benzene è una sostanza cancerogena riconosciuta. I più gravi effetti che si manifestano in caso di esposizione a lungo termine sono principalmente a carico del sangue. Il benzene danneggia il midollo osseo e provoca un calo del numero dei globuli rossi portando all’anemia. Può inoltre ostacolare la coagulazione del sangue e deprimere il sistema immunitario. Tra gli effetti a lungo termine rientra anche la leucemia.

Ed allora i sindaci emettono immediatamente apposite ordinanze che vietano il consumo dell’acqua potabile.

La gente viene rifornita da autobotti.

Qualcuno comincia a chiedersi perché i risultati del campione prelevato il 6 dicembre scorso ( 2012) siano stati partecipati all’Asp di Vibo soltanto il 28 gennaio, cioè 50 giorni dopo all’Asp di Catanzaro e questa solo 1 1 febbraio all’Asp di Vibo. E qualcuno comincia a chiedersi se questo ritardo possa avere creato problemi alla salute di chi ha bevuto questa acqua.

Troppe domande. Ed ecco che esce fuori un’altra verità! Si è trattato di un « un malaugurato errore di trascrizione nella comunicazione del rapporto di prova prot. 2587 del 28 gennaio 2013, la voce “Benzene” va sostituita con “Composti aromatici da benzene espressi come benzene”. Trattasi di composti non previsti dal decreto legislativo 31/01 e di conseguenza senza limiti di legge».

Una nota che il neocommissario dell’Asp di Vibo Maria Pompea Bernardi ha letto nel corso del vertice tenuto ieri , 32 febbraio 2013, all’Ufficio territoriale del governo e presieduto dal prefetto Michele Di Bari.

Ora i sindaci dovranno revocare le ordinanze di non potabilità dell’acqua.

Ovvia la domanda: chi è stato a cambiare la voce “Composti aromatici da benzene espressi come benzene” in benzene? Un impiegato amministrativo? Un tecnico? Se fosse un tecnico si impone che venga quantomeno riqualificato. Se fosse un impiegato amministrativo viene da chiedersi che istituto sia l’Arpacal dove un applicato amministrativo può cambiare la voce dell’analisi e quale credibilità a tal punto possono avere gli altri risultati dell’Arpacal.

 

Pubblicato in Vibo Valentia
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