BANNER-ALTO2
A+ A A-

La Procura di Vibo ha chiuso le indagini, avviate nel 2012, sull'acqua non potabile dell'invaso dell'Alaco utilizzato per fornire di acqua numerosi comuni del Vibonese e del Catanzarese.

Ben 36 gli indagati

Tra questi dirigenti Arpacal ed Asp, 17 sindaci, dirigenti della regione e responsabili uffici tecnici comunali

Le acque dell’Alaco non possono formalmente essere dichiarate in categoria A 3 e, di conseguenza, «i trattamenti di potabilizzazione potrebbero risultare non idonei».

È una delle principali conclusioni a cui è giunta la Procura di Vibo Valentia con la chiusura dell’inchiesta “Acqua Sporca”, che il 17 maggio di 2 anni fa aveva portato al sequestro preventivo dell’invaso idropotabile gestito da Sorical che eroga acqua a una larga fetta di popolazione della Calabria centro-meridionale.

Le indagini, sono state coordinate dal procuratore capo Mario Spagnuolo e dal pm Michele Sirgiovanni, e sono state condotte sul campo dagli uomini del Nas di Catanzaro guidati dal capitano Giovanni Trifirò e del Corpo Forestale dello Stato di Vibo.

Carabinieri del Nas di Catanzaro e dal Corpo forestale dello Stato di Vibo Valentia si sono avvalsi dell’ausilio di consulenti e specialisti della materia. 

La procura ha confermato il sequestro del lago artificiale e del relativo impianto di potabilizzazione che si trova sul monte Lacina, nel territorio al confine tra i Comuni di Brognaturo (Vv) e San Sostene (Cz)

Le accuse, a vario titolo, di avvelenamento colposo di acque, inadempimento di contratti di pubbliche forniture, false attestazioni commesse da persone esercenti un servizio di pubblica necessità, interruzione di servizio di pubblica necessità e omissioni in atti d’ufficio.

Ecco l'elenco delle persone alle quali i carabinieri del Nas ed il Corpo forestale hanno notificato gli avvisi:

1. ABRAMO Sergio, 56 anni, già presidente del consiglio di amministrazione della Sorical e sindaco di Catanzaro
2. CAMO Giuseppe, 71 anni, già presidente del consiglio di amministrazione della Sorical
3. DEL RE Maurizio, 60 anni, già amministratore delegato della Sorical
4. DE MARCO Sergio, 53 anni, già direttore generale tecnico della Sorical
5. RICCIUTO Giulio, 44 anni, già responsabile del Compartimento area Centro e degli impianti di potabilizzazione della Sorical
6. BIONDI Ernaldo Antonio, 57 anni, già responsabile dell'Ufficio Sorical per la zona di Vibo Valentia
7. PISANI Vincenzo, 56 anni, già addetto al Servizio interno analisi di laboratorio della Sorical
8. FORTUNA Massimiliano, 48 anni, capo gruppo dell'impianto di potabilizzazione dell'Alaco
9. LAGADARI Pietro, 63 anni, assistente ai lavori di manutenzione della Sorical
10. LAGADARI Domenico, 39 anni, operaio generico della Sorical
11. PISANI Fabio, 44 anni, già responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune di Serra San Bruno
12. CAMILLEN Roberto, 48 anni. già responsabile del Settore manutentivo del Comune di Serra San Bruno
13. CATRICALA' Francesco Antonio, 59 anni, già dirigente dell'Unità operativa Igiene del distretto dell'Asp di Soverato
14. PASQUA Cesare, 66 anni, già direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Asp di Vibo
15. CARNOVALE Fortunato, 65 anni, già dirigente dell'Unità operativa di Igiene dell'Asp di Vibo
16. MAZZA Beniamino, 63 anni, già direttore del Dipartimento dell'Arpacal di Vibo Valentia
17. BRANCATI Giacomino, 63 anni, già dirigente della Regione
18. DE FILIPPIS Silvana Angela Emilia, 69 anni, già dirigente della Regione
19. MAIDA Rosanna, 59 anni, già dirigente della Regione
20. CRINITI Domenico, 53 anni, già sindaco di Santa Caterina dello Jonio (Cz)
21. FERA Paquale, 56 anni, già sindaco di San Nicola da Crissa (VV)
22. BARTONE Francesco Paolo, 61 anni, già sindaco di Soriano (VV)
23. SCHINELLA Giosuele, 57 anni, già sindaco di Arena (VV)
24. GRILLO Alfonsino, 47 anni, già sindaco di Gerocarne (VV) e consigliere regionale
25. CRISPO Paolo, 44 anni, già sindaco di Gerocarne (VV)
26. MIRENZI Antonino, 59 anni, già sindaco di Vazzano (VV)
27. ANDREACCHI Francesco, 54 anni, sindaco di Simbario (VV)
28. RULLO Rosamaria Elena, 51 anni, già sindaco di Mongiana (VV)
29. SERVELLO Abdon, 47 anni, già sindaco di Vallelonga (VV)
30. TASSONE Cosmo, 63 anni, già sindaco di Brognaturo (VV)
31. CORRADO Gabriele, 72 anni, già sindaco di Dasà (VV)
32. FRANZE' Saverio, 66 anni, già sindaco di Stefanaconi (VV)
33. BARILARO Giuseppe, 35 anni, già sindaco di Acquaro (VV)
34. CANNATELLI Sergio, 40 anni, già sindaco di Sorianello (VV)
35. LOIELO Romano, 42 anni, sindaco di Nardodipace (VV)
36. LOIACONO Raffaele, 51 anni, già sindaco di Serra San Bruno (VV)

Pubblicato in Vibo Valentia

La vicenda dell’acqua sporca della provincia di Vibo assume connotazioni sempre più “ sorprendenti”.

Oggi 6 febbraio perviene un avviso di garanzia per l’ipotesi di reato di “omissione di atti d’ufficio” a 20 sindaci del Vibonese.

Secondo il Michele Sirgiovanni i sindaci avrebbero dovuto richiedere all'Azienda sanitaria provinciale un controllo sull'acqua che fuoriesce dalle fontane pubbliche dei rispettivi Comuni.

Un assunto che discende dal decreto lgvo 31 del 2001

Certo che la Sorical doveva fornire acqua potabile.

Certo che l’Arpacal doveva eseguire gli accertamenti sulla potabilità dell’acqua al punto di immissione nella rete gestita dal comune

Ma era altrettanto certo che i sindaci dovevano far effettuare all’Asp( od anche ad aziende private idonee) accertamenti atti a verificare la potabilità dell’acqua stessa al punto di erogazione .

Addirittura secondo il Ministero della Sanità( parere reso il 10/06/2004) “qualora vi sia motivo di ritenere che nella fase di trasporto dal contatore all'utenza le caratteristiche dell'acqua possano essere alterate, l'Amministratore non solo è tenuto a fare le verifiche del caso, ma soprattutto è tenuto ad adottare i provvedimenti necessari a ristabilire i requisiti di potabilità”. Altroche!

Il problema discende proprio dall’ultime nota dell’Arpacal che parlava dell’eccesso di presenza di Cloriti , presenza che è figlia della disinfezione dell’acqua con biossido di cloro( se si ricorre all’ipoclorito si possono generale trialometani).

Insomma se la clorazione veniva fatta dalla Sorical non si riesce a vedere la responsabilità dei sindaci.

Se invece la clorazione avveniva( come normalmente avviene) nei serbatoi comunali, allo la responsabilità dei sindaci è totale e forse va anche oltre la semplice omissione di atti d’ufficio

Ed ecco l’elenco dei sindaci ai quali sono sati inviati avvisi di garanzia.

Pasquale Fera (sindaco di San Nicola da Crissa sino al maggio 2012);

Concetto Roda' (sindaco di Sant'Onofrio);

Francesco Bartone (sindaco di Soriano);

Giosuele Schinella (sindaco di Arena sino al settembre 2011);

Alfonsino Grillo (gia' sindaco di Gerocarne);

Paolo Crispo (ex sindaco di Gerocarne);

Sebastiano Catania (gia' sindaco di Gerocarne);

Antonino Mirenzi (sindaco di Vazzano sino al maggio 2012);

Francesco Andreacchi (sindaco di Simbario);

Rosamaria Rullo (gia' sindaco di Mongiana);

Abdon Servello (sindaco di Vallelonga);

Cosmo Tassone (sindaco di Brognaturo sino al maggio 2012);

Gabriele Corrado (sindaco di Dasa' sino al 2012);

Saverio Franze' sindaco di Stefanaconi sino al maggio 2012);

Antonio Minniti (sindaco di Fabrizia);

Giuseppe Barilaro (sindaco di Acquaro);

Sergio Cannatelli (sindaco di Sorianello);

Romano Loielo (sindaco di Nardodipace sino al dicembre 2011);

Raffaele Loiacono (gia' sindaco di Serra San Bruno);

Bruno Rosi (sindaco di Serra San Bruno).

 

Pubblicato in Vibo Valentia

Vibo Valentia. Se non fosse vero ( ma purtroppo lo è) ci si potrebbe ridere anche sopra, ma così non resta che piangere; e poi incazzarsi( non possiamo usare nessun eufemismo) e chiedere a gran voce che tantissimo se non tutto cambi in questa terra benedetta dal Signore e maledetta dai suoi abitanti.

Ecco l’altra verità che emerge.

Emerge dalla relazione pro verità (corredata dalla documentazione probatoria) consegnata, oggi pomeriggio 5 febbraio, dal direttore generale dell’Arpacal, dr.ssa Sabrina Santagati, a S.E. il Prefetto di Vibo Valentia, Dott. Michele di Bari, che presiede un apposito tavolo tecnico permanente sulla questione “Alaco”.

“Il 6 dicembre 2012 il personale dell’Asp di Catanzaro ha prelevato, su due punti dell’impianto in questione, altrettanti campioni che ha consegnato al laboratorio chimico del Dipartimento di Catanzaro Arpacal. L’esito delle analisi svolte dall’Arpacal recava chiaramente la non conformità dei campioni per la presenza dei cloriti oltre i limiti di legge (D.Lgs. 31/01 e s.m.i.) e per tali ragioni, in data 7 dicembre 2012, l’Arpacal ne comunicava i suddetti dati, tempestivamente e con la massima diligenza, agli uffici di Soverato dell’Asp di Catanzaro, competenti per territorio, a cui spettava attivarsi con le opportune azioni a tutela della salute pubblica. Già in quella data, con la suddetta condotta, l’Arpacal interveniva con la dovuta diligenza a tutela dell’ambiente e della salute collettiva, assolvendo pienamente i propri compiti istituzionali principalmente di prevenzione oltre che di protezione”.

Poi, prosegue la relazione : “L’Arpacal tiene a ribadire che sin dal 7 dicembre 2012 gli esiti delle analisi confermavano la presenza di cloriti in eccesso rispetto alla soglia consentita ex lege, e dunque prefiguravano la non potabilità dell’acqua”. Insomma l’acqua non era potabile.

Ma non basta, la relazione aggiunge che :“Successivamente, il 17 dicembre, l’Arpacal, adempiendo ai propri compiti istituzionali di controllo sugli enti gestori degli invasi e delle condotte idriche destinate alla potabilizzazione per il consumo umano, ha svolto un controllo sullo stesso impianto, il cui esito ha confermato il superamento dei cloriti, dovuto ad un eccesso di clorazione nel procedimento di potabilizzazione dell’acqua, e lo ha comunicato prontamente all’ente gestore Sorical”.

In sostanza l’acqua erogata non era potabile ma si è continuata ad erogarla. Ed ecco il resto della nota :“Vi è di più. L’Arpacal, infatti, ha ritenuto opportuno proseguire l’approfondimento tecnico-scientifico sui campioni prelevati il 6 dicembre 2012 dall’impianto dell’Alaco, sui quali permaneva l’eccesso di cloriti, e quindi la non potabilità. In questa ulteriore indagine veniva individuata una serie di componenti che, nella materia delle analisi per le acque potabili, non sono codificati dalla legislazione vigente: sono i cosiddetti “composti aromatici alogenati derivanti dal benzene espressi come benzene”, anch’essi prodotti dall’eccessiva clorazione nel processo di potabilizzazione, ma non indicati dalla normativa di settore.

Il laboratorio chimico di Catanzaro, in data 28 gennaio 2013, trasmetteva il referto su tale approfondimento scientifico, indicando, per un mero errore materiale, sotto la voce “benzene” (che in realtà corrispondeva a zero) la sommatoria dei valori dei “composti aromatici alogenati derivanti dal benzene espressi come benzene”.

In sostanza l’Arpacal ammette l’errore ma sostiene di non avere comunque prodotto alcun danno alla salute umana. Semmai questo solo poteva derivare dal fatto che pur in presenza di eccesso di cloriti si continuava ad erogare l’acqua dichiarata non potabile della stessa Arpacal.

Ora tocca Seppure i suddetti valori non presentano la medesima pericolosità del benzene, persisteva comunque la non potabilità dell’acqua a causa della presenza dei cloriti sopra la soglia consentita ex lege, così come comunicata in data 7 dicembre 2012, che non avrebbe potuto escludere l’intervento delle autorità competenti a tutela della salute pubblica

Insomma gli uffici di Soverato dell’Asp di Catanzaro sapevano dal 7 dicembre , la Sorical sapeva dal 17 dicembre ma nessuno ha fatto niente.

La verità, quindi, è che tutto dipende dall’eccessiva clorazione segnalata dall’Arpacal. Ma sembra normale che i vibonesi per poter bere acqua inquinata sono costretti a bere anche cloro e suoi derivati?

Se questa è la Calabria ,voglio scendere !!!

Pubblicato in Vibo Valentia

Abbiamo scritto ieri che nell'Alaco non c'è il benzene. Abbiamo scritto che si è trattato stato solo un errore di trascrizione. Abbiamo detto che si è trattato di una figuraccia che impone decisioni forti.

Ma c’è chi va oltre.

Si tratta dell'ex assessore all’ambiente della regione Calabria Silvio Greco il quale dice che : «L'agenzia deve specificare che tipi di composti aromatici sono stati rinvenuti»

Silvio Greco è un biologo e quindi parla con cognizione di causa.

E dice: «L'agenzia sostiene che si sia trattato di un errore, i dati si riferivano non al benzene ma a “composti aromatici da benzene”. Ebbene, quali sono questi composti? È importante saperlo perché ve ne sono alcuni che possono essere ben più nocivi del benzene stesso. Inoltre, se si sostiene che non siano riportati nelle tabelle come è possibile che si sostenga che le quantità rinvenute non hanno superato i limiti?»

Come dare torto a Greco? In Calabria siamo alla follia?

Ed allora Greco conclude : «È una situazione paradossale, che non ha precedenti. In qualsiasi altra parte d'Italia i vertici dell'agenzia avrebbero già lasciato le loro poltrone».

Una domanda all’ex assessore: ma le responsabilità sono solo del CDA ? O forse c’è altro?

 

Pubblicato in Calabria

Se non fosse, ahimè, purtroppo, vero, sembrerebbe una storia da film

L’Arpacal ( Azienda regionale per la protezione dell’ambiente – Calabria!) diffonde la notizia che nell’acqua del bacino dell’Alaco, sito a San Sostene e che serve 80 comuni del vibonese, c’è una presenza di benzene di 800 volte superiore ai parametri previsti per legge.

Il parametro stabilito dall’Unione Europea è pari a 1ppb (parti per bilione - microgrammi per litro). In sostanza la presenza di benzene sarebbe di 800ppb, cioè 800 microgrammi per litro.

Ora il benzene è una sostanza cancerogena riconosciuta. I più gravi effetti che si manifestano in caso di esposizione a lungo termine sono principalmente a carico del sangue. Il benzene danneggia il midollo osseo e provoca un calo del numero dei globuli rossi portando all’anemia. Può inoltre ostacolare la coagulazione del sangue e deprimere il sistema immunitario. Tra gli effetti a lungo termine rientra anche la leucemia.

Ed allora i sindaci emettono immediatamente apposite ordinanze che vietano il consumo dell’acqua potabile.

La gente viene rifornita da autobotti.

Qualcuno comincia a chiedersi perché i risultati del campione prelevato il 6 dicembre scorso ( 2012) siano stati partecipati all’Asp di Vibo soltanto il 28 gennaio, cioè 50 giorni dopo all’Asp di Catanzaro e questa solo 1 1 febbraio all’Asp di Vibo. E qualcuno comincia a chiedersi se questo ritardo possa avere creato problemi alla salute di chi ha bevuto questa acqua.

Troppe domande. Ed ecco che esce fuori un’altra verità! Si è trattato di un « un malaugurato errore di trascrizione nella comunicazione del rapporto di prova prot. 2587 del 28 gennaio 2013, la voce “Benzene” va sostituita con “Composti aromatici da benzene espressi come benzene”. Trattasi di composti non previsti dal decreto legislativo 31/01 e di conseguenza senza limiti di legge».

Una nota che il neocommissario dell’Asp di Vibo Maria Pompea Bernardi ha letto nel corso del vertice tenuto ieri , 32 febbraio 2013, all’Ufficio territoriale del governo e presieduto dal prefetto Michele Di Bari.

Ora i sindaci dovranno revocare le ordinanze di non potabilità dell’acqua.

Ovvia la domanda: chi è stato a cambiare la voce “Composti aromatici da benzene espressi come benzene” in benzene? Un impiegato amministrativo? Un tecnico? Se fosse un tecnico si impone che venga quantomeno riqualificato. Se fosse un impiegato amministrativo viene da chiedersi che istituto sia l’Arpacal dove un applicato amministrativo può cambiare la voce dell’analisi e quale credibilità a tal punto possono avere gli altri risultati dell’Arpacal.

 

Pubblicato in Vibo Valentia
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy