BANNER-ALTO2
A+ A A-

belmonte2020Ci hanno inviato una lettera aperta di un cittadino di Belmonte Calabro alla popolazione, di cui vogliamo rendervi partecipi.

"Buonasera amici. In qualità di cittadino di Belmonte Calabro e di amante del mare e dell'ambiente, vorrei condividere con voi una campagna di sensibilizzazione di buone pratiche ambientali, che poi altro non sono che buone pratiche di senso civico e di civiltà.

Qualcuno si chiederà perché oggi. 

Ciò che mi ha spinto a sensibilizzare tutti voi, nel caso che mi appresto a descrivere, è lo SCEMPIO AMBIENTALE (soltanto così può essere definito, e ne capirete il perché) nel quale mi sono imbattuto nel tardo pomeriggio odierno sulla battigia antistante il lungomare Sud di Belmonte. Non vorrei dilungarmi più di tanto, ma una piccola PREMESSA sulle tematiche ambientali è d'obbligo:

1. Il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti negli ultimi anni è in aumento esponenziale e concerne in modo indiscriminato rifiuti di vario genere e natura, che vengono "RILASCIATI" in ambienti urbani e rurali. 

A tal proposito, la norma, art. 192 "divieto di abbandono" Dlgs. 152/2006, vieta l'abbandono incontrollato di rifiuti sul suolo, nel suolo e nelle acque superficiali. 

La violazione a tale disposizione è punita con la SANZIONE AMMINISTRATIVA PECUNIARIA da trecento a tremila euro.

2. Gli studiosi dell'Università della Carolina del Nord hanno svelato il perché le tartarughe confondono gli odori della plastica con quello del cibo. 

Questa scoperta è importante perché è la prima dimostrazione che l'odore delle plastiche in mare fa sì che le tartarughe le mangino. 

Ed in effetti, è facile trovare carcasse di tartaruga "caretta- caretta", spiaggiate sulle nostre battigie (non ultima è quella ritrovata propria sulla spiaggia del nostro comune il mese addietro) con il sistema digerente completamente bloccato perché hanno mangiato materie plastiche.

Veniamo al dunque. Dopo circa due mesi di quarantena, io e mio figlio decidiamo di fare una passeggiata sulla battigia che avremmo dovuto trovare assolutamente salubre. In realtà, le foto sono eloquenti, ho trovato un breve tratto di spiaggia cosparso di rifiuti di vario genere, tra i quali plastiche, bigattini, fili da pesca, ami, bottiglie di plastica e di vetro, rifiuti organici con relativo scontrino annesso.

Ora, il presupposto principale non è "il mare non ha proprietari, NON E' DI NESSUNO, per cui faccio ciò che voglio, NO! Ai cari ospiti del nostro paese (è facile capire che non si tratta di Belmontesi) ricordo che il mare, la battigia... sono di TUTTI; essi sono beni dello Stato e pertanto tutelati da esso.

Vorrei ricordare ai nostri ospiti che, come citato in premessa, le plastiche che VOI avete DOLOSAMENTE lasciato potrebbero finire in mare diventando CIBO per le tartarughe. Andrò domani mattina a ripulire, non essendo oggi munito di guanti monouso.

Infine, invito i miei concittadini, qualora fossero testimoni di abbandoni indiscriminati di rifiuti da parte di chiunque, a sensibilizzare gli stessi autori a ripulire, eventualmente segnalandone, qualora ciò non avvenisse, l'abuso alle autorità preposte (me compreso).

IL MARE E' VITA: PRETENDIAMO CHE VENGA RISPETTATO DA TUTTI!"

Ndr.

Un plauso a questo cittadino belmontese amante della propria terra e rispettoso dell'ambiente, ci uniamo anche noi assieme a lui in questo grido dell'allarme rivolto a colori quali abbandonano i propri rifiuti sulla spiaggia, nei fiumi e per strada, sperando che qualche vigile urbano di Amantea o di Belmonte Calabro possa finalmente verbalizzare qualcuno.

Pubblicato in Belmonte Calabro

caneSiamo nella principale via Margherita

I ragazzi stanno attenti a dove mettono i piedi. Il marciapiede è pieno di cacca. Si pensa di cane. Ma di un cane molto grosso. Non sappiamo con il buio serale se essa cacca sarà avvertibile come di giorno. Certo non è un bel vedere. Ed ancora peggio è che il proprietario non abbia ripulito. Amantea non merita certamente questo.

Parlo di civiltà , non di cultura!

Sulla cultura ho grande dubbi( e del perché se ne può parlare).

Però Amantea è una città dalla grande storia.

Basterebbe questo per poterla definire una città necessariamente civile.

Ma ci sono mille prove del contrario.

Quelle prove che derivano dai comportamenti incivili di pochi, comportamenti di cui si possono osservare gli effetti che inducono una risposta negativa alla domanda iniziale.

Vorremmo parlare dell’amore per i cani che indurrebbe a credere che siamo un popolo civile che ama gli animali.

Ma non possiamo dimenticare che ci sono ad Amantea persone che lasciano le feci dei LORO cani sui marciapiedi di tutti .

Ipocritamente qualcuno di loro dice che non le raccoglie perché non ci sono i cestini appositi.

Vorremmo parlare delle migliaia di persone che per amore della propria città e dell’ambiente fanno giornalmente la raccolta differenziata permettendo di raggiungere alti livelli di RD.

Ma non possiamo dimenticare quelli che abbandonano rifiuti speciali in giro per il paese.

Le due foto sono emblematiche.

Una lastra di cristallo poggiata sul marciapiede della SS18 e poi caduta per terra e che oggi costituisce un pericolo per chi lo usa ( si può scivolare e se ci si cade sopra ci si può tagliare).

Una intera batteria del bagno abbandonata sulla strada sottoferrovia tra l’erba alta e che fa bella mostra di sé.

Vi starete chiedendo se sia giusto fare di tutta l’erba un fascio.

Sicuramente no!.

Ma l’unico modo di evitare questi comportamenti è intanto una forte educazione al rispetto delle leggi ma soprattutto una ottimale attenzione sanzionatoria che tolga soldi dalle tasche degli incivili.

E non basta .

Questi incivili occorre siano messi alla berlina.

I loro nomi e le loro foto devono essere posti sul sito del comune di Amantea

Tanto nessuno di ESSI( loro sarebbe troppo) farà causa al comune perché amplificherebbe il disdoro verso essi ed i comportamenti posti in essere.

Auguri Amantea!

Pubblicato in Politica

giZeus era abituato a guardare la Terra dall’alto dell’Olimpo e la trovava deserta e desolata anche se abitata da uomini e da animali.

 

Questi vivevano stentatamente, nascosti nelle loro tane e nelle profonde caverne dalle quali uscivano raramente e solo di notte, gli uni temendo gli altri, s'avventuravano fuori in cerca di cibo. Dopo aver riflettuto sulla misera vita dei terrestri, Zeus mandò in basso Epimeteo, figlio di un Titano, con il compito di migliorare l’esistenza degli uomini e degli animali, dotandoli di artigli, zanne, ali, fiuto, udito, velocità, astuzia e forza.

 

All’uomo, che per paura era rimasto nascosto, non diede nulla.

La cosa non sfuggi a Prometeo, fratello di Epimeteo, che aveva assistito alla nascita di Atena, dea della sapienza, dalla testa di Zeus, e la dea stessa gli aveva insegnato l'architettura, l'astronomia, la matematica, la medicina, l'arte di lavorare i metalli, l'arte della navigazione. Prometeo non poteva accettare che gli uomini conducessero una vita così infelice e meschina, così pensò di dar loro un prezioso dono.

 

Prometeo pensò di rubare il fuoco e una notte, dopo aver addormentato Vulcano con una tazza di vino drogato, portò via qualche scintilla che nascose in un bastone di ferro cavo; poi corse dagli uomini ed annunciò che recava loro il dono più grande.

Ben presto tutta la Terra brillò di fuochi attorno ai quali gli uomini cantavano felici! Contrariamente a Epimeteo “quello che non si cura”, Prometeo era “colui che si preoccupa”.

 

Col fuoco gli uomini riuscirono a scaldarsi d'inverno, cuocere la carne che, come animali e con gran fatica, mangiavano cruda; tenere lontane le fiere, illuminare le caverne; riuscirono a fondere i metalli e darsi così attrezzi per lavorare la terra ed armi per difendersi e cacciare. Zeus, temendo che gli uomini col fuoco sarebbero diventati troppo superbi, decise di mandare loro solo sciagure (fatica, malattie, preoccupazioni e guerre fra di loro). Prometeo per punizione, venne legato ad una rupe nel Caucaso.

 

Rimase lassù, legato sulle rocce e su vertiginosi precipizi.

Ma non dovette soffrire solo fame, freddo e sete! Ogni giorno, infatti, una grande aquila veniva svolazzando da lui e con gli artigli gli squarciava il ventre, divorandogli il fegato; durante la notte il fegato ricresceva, le ferite si rimarginavano e il mattino dopo Prometeo doveva subire nuovamente quella tortura. Un giorno Ercole vide l'aquila straziare Prometeo incatenato; uccise il rapace e spezzò le catene, permettendo a Prometeo di opporsi a Zeus che aveva deciso di distruggere il genere umano per creare un’altra stirpe.


Mai come adesso il mito di Prometeo dovrebbe ispirare espressioni artistiche, ribellione e variazioni interpretative. Purtroppo nella cultura contemporanea sembra essersi cristallizzato, anche linguisticamente. Prometeo combatteva contro uno Zeus tiranno e capriccioso.

Per quanto infuocati siano gli strali dei Prometeo moderni è difficile sostenere che abbiano come bersaglio il dio dei Potenti. I Prometeo moderni dovrebbero essere consapevoli che forza e politica non possono essere dissociate.

Dovrebbero combattere, al fianco dell’umanità, e senza sconti, il pacifismo religioso, la sintonia tra poteri economici transnazionali, regimi autocratici spacciatori di libertà gratuita. Il tutto nel contesto di una globalizzazione controllata che sembra propensa a esportare solo termini retorici come la “democrazia”, in realtà impone la tirannide travestita da Stato liberal democratico, con la pretesa congenita di farsi arbitro del bene e del male. “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.

 

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare”.( Bertold Brecht) Non ci si può illudere di salpare i marosi senza conoscerli nell’ apparente periodo di bonaccia come nella tempesta. Solo una collettiva coscienza osservatrice, particolarmente in un periodo come questo, può far fronte agli Dei e costruire nuove forme di convivenza non indotte. Rifarsi ad una cultura antica che ha permesso di sviluppare la capacità di cogliere la complessità delle cose. Si tratta di un capitale enorme che va alimentato e investito. E questa appunto la condizione moderna, dopo che sono entrati in crisi i grandi sistemi di certezze, le fedi incrollabili che costituivano i punti di riferimento della vita secondo gli Zeus contemporanei.

“Sono venuto a portare il fuoco sulla Terra. E quanto vorrei che fosse già acceso”.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Riceviamo e pubblichiamo

Salve sono una lettrice del vostro sito e volevo denunciare una situazione che sta accadendo nel quartiere in cui vivo, cioè via Lava Gaenza.

Nei dintorni della mia abitazione girano dei gatti randagi, del tutto innocui.

Ogni tanto diamo loro da mangiare, mossi a pietà.

Ma evidentemente questa cosa non piace ad alcuni vicini.

Infatti non poche volte, ho dovuto soccorrere, insieme ad altre persone, gatti avvelenati o bastonati.

Non solo, ma in più di un'occasione sono ”misteriosamente” scomparsi i cuccioli di questi gatti,con conseguente lamentele delle mamme gatte che si aggirano miagolando incessantemente alla ricerca dei loro piccoli.

Ora, io mi chiedo, come si può fare un cosa così atroce come maltrattare un essere indifeso?

Viviamo veramente in un paese dove la civiltà ancora non è arrivata.”

In merito al tenore della lettera pervenutaci vogliamo ricordare ai nostri lettori che in diritto penale il maltrattamento di animali è un reato( previsto dall’art 544 ter del Codice penale ) ai sensi del quale:

1. Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro.

2. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.

3. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell'animale.

Un condomino o un vicino di casa può pertanto denunciare ogni eventuale comportamento mirato a determinare maltrattamenti verso un cane od un gatto presentando una denuncia-querela alla Polizia Municipale, alla Polizia di Stato, ai Carabinieri, o al Corpo Forestale dello Stato per "minaccia" ex art. 612 c.p. (punisce a querela della persona offesa "chiunque minacci ad altri un danno ingiusto"), in relazione all'art. 544-bis del codice penale (uccisione di animali), ovviamente supportando il tutto con prove di qualche tipo o dichiarazioni.

BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy