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Una storia a lieto fine arriva dal Cosentino dove, nella giornata di ieri, il Comandante dei Carabinieri di Cittadella del Capo, nel Cosentino, ha salvato un uomo che stava annegando in mare.

 

 

 

 

 

La notizia è stata data da Antonio Cappellani Presidente Associazione Nazionale Carabinieri sezione di Belvedere Marittimo (CS), attraverso la pagina Facebook della stessa associazione.

“Una bella notizia giunge oggi per il salvataggio di un Uomo di circa 50 anni F.D.

Il salvataggio è avvenuto grazie al tempestivo intervento del Comandante della Stazione Carabinieri di Cittadella del Capo (CS) Mar.Capo Alfredo Fedele, il quale, libero dal servizio, nelle vicinanze di un lido balneare notava in acqua una persona in grave difficoltà, pertanto, udite le urla di aiuto il Mar.Fedele si lanciava nel mare in tempesta e traeva in salvo lo sventurato.

Giunti sulla battigia il militare grazie alla sua professionalità ha effettuato prontamente un massaggio cardiaco rianimandolo.

In queste giornate di immenso dolore per la perdita del V.B. dell’Arma dei Carabinieri Mario Rega Cerciello questa meravigliosa notizia conferma che L’ARMA DEI CARABINIERI con Tutti i suoi uomini è Sempre al servizio del Popolo Italiano. Grazie Alfredo”.

Cittadella del Capo 29 Luglio 2019

Pubblicato in Paola

Salvini: i responsabili siano presi il prima possibile

Dopo la morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, il leader della Lega chiede "lavori forzati e carcere" per gli aggressori.

Di Maio: "Se i responsabili sono stranieri vadano in carcere nel loro Paese".

Meloni: "L'Italia non può essere l'approdo di queste bestie"

 

Sono molti i politici che si sono espressi sul caso di Mario Cerciello Rega, il carabiniere di 35 anni ucciso a coltellate nella notte a Roma da due aggressori.

"Il primo pensiero va a questo ragazzo di 35 anni, che si era sposato da un mese e aveva appena festeggiato il compleanno e ai due bastardi - stiamo lavorando perché vengano presi il prima possibile - per cui la vita di un ragazzo di 35 anni vale un cellulare e un portafogli con 100 euro", ha detto Matteo Salvini.

L'altro vicepremier, Luigi Di Maio, ai microfoni di Sky Tg24 ha definito l'accaduto un "atto vile" e ha aggiunto: "So che si stanno cercando due stranieri.

Se gli assassini dovessero essere effettivamente non italiani spero che il carcere se lo facciano a casa loro, se sono irregolari non devono stare qui”.

Mentre, da Twitter, il segretario del Pd Nicola Zingaretti, fa sapere:" All’Arma e alla sua famiglia va la vicinanza mia e di tutto il Pd". 

Salvini: "Lavori forzati e carcere per i responsabili"

Il ministro dell’Interno ha spiegato anche che c'è una "caccia all'uomo a Roma". Poi ha chiesto "lavori forzati in carcere finché campa" per l'assassino.

Mentre la vice presidente della Camera e coordinatrice di Forza Italia, Mara Carfagna, ha espresso vicinanza ai familiari della vittima con un post su facebook: "Ci stringiamo alla famiglia di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso questa notte a Roma mentre era in servizio.

Gli episodi violenti verso le nostre forze dell'ordine stanno diventando all'ordine del giorno.

Lo Stato e le istituzioni non possono più assistere inermi, devono tutelare le donne e gli uomini che rischiano la loro vita per proteggere la nostra.

Esprimo profonda solidarietà all'Arma".

Meloni: "L'Italia non può essere l'approdo di queste bestie"

Anche Giorgia Meloni si è espressa attraverso facebook, commentando le prime ricostruzioni secondo cui gli aggressori sarebbero stranieri: "La scorsa notte un carabiniere di 35 anni è morto ammazzato da 2 magrebini ancora latitanti, 8 coltellate di cui una dritta al cuore, a pochi passi dal Vaticano.

Provo tanta rabbia e profonda tristezza, l'Italia non può più essere il punto di approdo di queste bestie.

Vicinanza alla famiglia di questo servitore dello Stato e all'Arma dei Carabinieri, spero che questi animali vengano presi subito e che possano marcire in galera".

Boldrini: "Sono vicina alla famiglia e ai colleghi"

"Sono vicina alla famiglia e ai colleghi del carabiniere ucciso a Roma – sono invece le parole dell’ex presidente della Camera ed esponenti di Liberi e uguali, Laura Boldrini - Mi auguro che i responsabili di questo crimine orrendo vengano arrestati quanto prima e puniti con severità.

Essere uccisi a 35 anni mentre si compie il proprio dovere per la comunità è intollerabile

Pubblicato in Italia

carabinieri-indaginiLa piccola è morta sotto gli occhi del nonno, ferito a sua volta

Tragedia nello Spezzino. Una bambina di tre anni è morta questo pomeriggio in un parco giochi di Lerici (La Spezia). L'incidente è accaduto sotto gli occhi del nonno e dello zio, vicino al cancello di ingresso, che è caduto schiacciando la piccola. Il nonno, nell'inutile tentativo di proteggere la nipote, è rimasto ferito. Sul posto, nella frazione Pugliola, sono arrivati mezzi di soccorso, vigili del fuoco e i carabinieri di Lerici.

La piccola si trovava al parco, insieme al nonno e ad uno zio. Secondo le prime ricostruzioni un cancello di ferro, una pesante struttura di 2 metri per 4, per motivi da chiarire si sarebbe sganciato colpendo la bambina. Sul posto sono intervenuti il 118, con auto medica, e i vigili del fuoco: allertato l'elisoccorso la piccola è stata trasportata a Romito Magra per il trasferimento all'ospedale pediatrico Gaslini di Genova ma nonostante i tentativi la bambina è deceduta durante il trasporto per le ferite riportate. Il nonno della piccola è stato soccorso per un trauma al volto, riportato mentre tentava di sollevare il cancello e soccorrere la nipote, lo zio ha accusato un malore. Nel parco sono intervenuti anche i carabinieri della Spezia che hanno messo sotto sequestro l'area e stanno procedendo ai rilievi. Il corpo è stato trasferito all'obitorio dell'ospedale Sant'Andrea della Spezia.

Fonte notizia iltempo.it

Pubblicato in Italia

carabiniereAmici lettori di Tirreno News, oggi vi voglio raccontare una incredibile, assurda e grottesca vicenda davvero accaduta a Roma. Una fanciulla di 26 anni, avvocato, vuole a tutti i costi aiutare il fratello più piccolo e così si finge maschio e si presenta agli esami al posto del fratello. Cosa si fa e cosa si escogita oggigiorno quando davvero si vuole aiutare qualcuno che è in difficoltà. Questa incredibile vicenda ci è stata raccontata dal giornale romano “Il Tempo” e poi ha fatto il giro del Web. Molti, con i tempi che corrono, vorrebbero arruolarsi all’Arma dei Carabinieri per avere un futuro sereno e migliore, ma per farlo bisogna necessariamente superare un esame scritto ed un esame orale. Un ragazzo della provincia di Messina, forse non preparato, al concorso che si è svolto a Roma presso una caserma di Ponte Milvio, si è fatto sostituire dalla sorella più grande e molto preparata. E’ laureata in Giurisprudenza e certamente avrebbe saputo rispondere ai quiz. La giovane avvocatessa, però, durante lo svolgimento della prova scritta è stata scoperta dai militari della caserma di Tor di Quinto dove si svolgevano le prove. Tutto questo è davvero successo a Roma, giovedì pomeriggio, nella caserma intitolata al valoroso Salvo D’Acquisto fucilato dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. La ragazza, il fratello consenziente, aveva fatto tutto per bene, si era vestita da maschietto, aveva mascherato, ma inutilmente, i suoi lunghi e fluenti capelli, aveva cercato di camuffare il timbro di voce: è stata scoperta, dopo aver compilato facilmente i quiz. Se non fosse stata scoperta in tempo avrebbe poi, superato lo scritto, lasciato al fratello il compito dell’esame orale forse più facile e che forse avrebbe potuto superare impegnandosi davvero un poco nello studio. Stanata, ha cercato di difendersi, ma poi ha dovuto ammettere le sue responsabilità. Spetta ora all’autorità giudiziaria valutare la sua posizione e quella del fratellino minore.

Pubblicato in Italia

Inseguimento rocambolesco, la caduta dallo scooter (fortunatamente senza gravi conseguenze) e l’arresto. Presunto malvivente in manette, lì sotto il sole incerto di via nuova Marina.

 

 

 

Mancano dieci minuti alle quattro del pomeriggio domenicale, la città assiste alla partita con il Torino, poche auto in strada, c’è chi si accosta al carabiniere e gli chiede se ha bisogno di aiuto.

Un po’ d’acqua?

Un po’ di caffè?

Il militare alza il dito pollice, dice tutto ok, attende rinforzi.

È lo stesso carabiniere ad accudire il presunto malvivente, che nel frattempo è in manette è seduto sull’asfalto.

Gli appoggia la mano sulla spalla e gli dice di stare tranquillo.

Massimo fair play in una probabile scena tra guardia e ladri, a conferma della professionalità del militare intervenuto.

Napoli 6 maggio 2018

Pubblicato in Italia

Lamezia Terme – Si sfila la cintura dei pantaloni e aggredisce un carabiniere dopo aver tentato la fuga.

E’ successo la domenica di Pasqua in città quando erano in corso i servizi di controllo da parte dei carabinieri di Lamezia.

Per questo motivo, Stefano Berlingieri, 26 anni, è stato arrestato.

Nei pressi di una delle scuole del centro, una pattuglia ha notato un uomo che si aggira con atteggiamento sospetto.

I militari hanno deciso allora di accostare ed identificarlo ma l’individuo si è dato immediatamente alla fuga a piedi per le vie del centro. Uno dei due militari è così sceso dall’auto inseguendolo e raggiungendolo dopo qualche centinaio di metri.

Nonostante il carabiniere gli avesse intimato di fermarsi più volte e si fosse qualificato, il soggetto, ormai braccato, si è sfilato la cintura dei pantaloni ed ha iniziato a colpirlo.

Nel frattempo è sopraggiunto un fiorino con a bordo altri due uomini che hanno caricato al volo il 26enne, tentando di far perdere le proprie tracce.

Ma, fortunatamente, l’altro militare, aveva prontamente raggiunto il collega con l’auto di servizio e dopo poco, il mezzo è stato individuato e bloccato.

A bordo c’era ancora l’aggressore 26enne, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di Lamezia Terme, che veniva pertanto arrestato per violenza e resistenza a p.u., lesioni personali e per aver violato le prescrizioni inerenti la misura cui era sottoposto.

All’esito dell’udienza di convalida sono stati disposti per lui gli arresti domiciliari.

Gli altri due uomini a bordo del veicolo, invece, sono stati deferiti in stato di libertà per aver aiutato Berlingeri nella fuga

Pubblicato in Basso Tirreno

Secondo le iniziali ipotesi di accusa il carabiniere avrebbe abusato dei suoi poteri e minacciato la donna di denunciare ai suoi superiori lo svolgimento dell’attività di prostituta all’interno della sua abitazione e che l’avrebbe cacciata via dall’Italia perché priva del permesso di soggiorno.

Il militare avrebbe, inoltre, sfruttato la prostituzione della donna pretendendo la dazione di somme di danaro che la stessa avrebbe ricavato dalla sua attività di meretricio.

L’appuntato scelto C. B. , detto Lino, all’epoca dei fatti in servizio al comando dei carabinieri di Catanzaro Lido, avrebbe costretto la donna a corrispondergli in varie circostanze somme di denaro per un totale di 650 euro, a “prestare” favori sessuali gratuitamente e a promettergli indebitamente l’erogazione di 1.500 euro.

Il pubblico ministero Giulia Tramonti ha invocato in aula ieri mattina 7 anni di carcere.

Il Tribunale collegiale presieduto da Tiziana Macrì lo ha condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione.

I giudici del collegio hanno riqualificato uno dei due capi di accusa: induzione a dare e promettere utilità in luogo della concussione, come richiesto dall’avvocato difensore Luigi Falcone, che in aula ha dimostrato come le dichiarazioni della parte offesa fossero inutilizzabili in quanto concorrente nel reato.

E’ rimasto immutato a carico del militare il reato di favoreggiamento alla prostituzione.

Il legale difensore attenderà di leggere le motivazioni della sentenza che verranno depositate tra novanta giorni per ricorrere in appello.

Pubblicato in Catanzaro

LB ha 50 anni . Originario di Messina ha prestato servizio prima nel nucleo radiomobile di Catanzaro, poi è stato trasferito a Lido e di recente iniziate le indagini a suo carico era stato assegnato al comando legione senza mansioni esterne.

LB era separato dalla moglie e padre di tre figli.

Incontra a Catanzaro una prostituta sudamericana, che viveva a Catanzaro e con la quale era in rapporti, ed alla quale avrebbe tentato di estorcere denaro offrendole in cambio la sua protezione.

Ma la giovane prostituta stanca delle pressioni alle quali era sottoposta dal militare per ottenere da lei il denaro richiestole non ci sta e lo denuncia al Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro..

Era il 2013.

Partono le indagini e ieri l'arresto, eseguito dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo.

Pubblicato in Catanzaro
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