BANNER-ALTO2
A+ A A-

Inane significa,intanto, vano, vuoto, inutile.

Avremmo voluto scrivere un articolo dal titolo” Gigante tra i nani”, ma poi ci siamo resi conto che potevano offendere “i nani”, cioè quegli uomini bassi, più bassi della media degli altri uomini.

Una nanità non scelta, ma condizione naturale, senza colpa.

E soprattutto lasciar pensare che i giganti erano gli uomini alti, così che il confronto tra le parti apparisse come una semplice verifica dell’altezza dei protagonisti.

Il che non era, e non è, la nostra intenzione.

Per evitare, pertanto, confusione, abbiamo scelto l’altro titolo, quello attuale.

Un articolo che parla di un gigante ( o più giganti) tra i vani, i vuoti, gli inutili.

Ed aggiungiamo, gli inetti, gli incapaci, gli sterili, coloro che non sanno fare, non sanno agire, non sanno nemmeno pensare.

Coloro che sono senza intelligenza, senza etica, senza morale, senza dignità.

Gente che pensa piccolo, piccolo .

Agisce piccolo, piccolo.

Gente che ipocritamente si immagina gigante tra nani.

Ma solo perché è incapace di guardare i giganti morali e culturali del suo tempo, del suo paese,nel luogo in cui vive, se il suo può essere chiamato vivere. .

O meglio che non vogliono guardare quelli che sono migliori di loro.

Vogliamo dedicare questo articolo a coloro che, come i giganti tra i nani, sono costretti a guardare in basso, fosse solo per non calpestare gli inani, per non mortificarli, posto che siano capaci di sentire le mortificazioni.

Ai migliori, a coloro che ascoltano i rumori, le voci, i lamenti, degli uomini o del luoghi, in modo eguale.

A coloro che comprendono i poveri, che si sforzano per il domani della propria comunità, che vivono non per arricchirsi ma per essere.

Voglio tratteggiare le differenze tra coloro che spingono il carro di Amantea e quelli che vi sono saliti sopra senza giustificazione, senza alcun diritto, ma solo per sembrare vivi, vitali, forti e non vani, vuoti, inutili.

Voglio che si capisca che se i giganti smettono anche solo per un attimo di esserci, di spingere il mondo, il carro si ferma e lascia gli “inani” vani, vuoti, inutili e perfino immobili.

Si immobili, perchè l’unico modo perché il carro si muova sarebbe una discesa senza fine, quale è quella che, inconsapevoli, ci aspetta,senza i giganti del diritto, della giustizia, della morale, dell’etica, della cultura.

E per favore non chiedetemi di chi parlo.

Potrei farvi i nomi e sorprendervi e se il vostro non ci fosse ci rimarreste male!

Ah. Mi raccomando non provate ad imbrigliarlo, a legarlo. Potrebbe arrabbiarsi e sarebbero dolori. Il gigante per sua natura è libero e tale, per tutti e per il paese, è bene che resti!

Leggi tutto... 0

ele

«Il nuovo sindaco di Amantea, Mario Pizzino, è stato proclamato senza informare e coinvolgere i consiglieri di opposizione designati dal popolo».

Lo rendono noto le consigliere comunali M5s Francesca Menichino e Francesca Sicoli, che aggiungono: «L'errore, marchiano, non è di buon auspicio per la gestione dell'ente.

 

Ci hanno porto le loro scuse la segretaria comunale e il presidente della sezione numero 1, che ha proceduto alla proclamazione.

Tuttavia non è con noi che ci si deve scusare, ma con i cittadini di Amantea che ci hanno voluto in rappresentanza». «Ne prendiamo atto – concludono Menichino e Sicoli – sottolineando la leggerezza del comportamento del sindaco Pizzino, che come primo atto istituzionale avrebbe dovuto sincerarsi dell'avvenuta convocazione di tutti i consiglieri appena eletti».

Leggi tutto... 0

scheda001Qualche giorno fa, durante una intervista rilasciata a “Zippa 29”, sono stato poco chiaro nell’invitare la popolazione di Amantea a non votare.

 

In realtà domenica bisogna votare ma mettendo nell’urna una scheda bianca.

Chiaramente, considero la scelta di votare una lista il male minore, come il vero cancro metastatizzato delle democrazie moderne.

Alcuni anni or sono, in occasione di una scadenza elettorale, un celebre giornalista italiano invitò i propri lettori a turarsi il naso e a compiere il proprio dovere di cittadini, recandosi a votare per il partito allora al potere.

Il giornalista era ben consapevole che all’olfatto della gente quel partito emanava il fetore di decenni di putridume istituzionale — soprusi, corruzione, malaffare — ma la sola alternativa politica disponibile sul mercato, la sinistra, gli sembrava ancor più nefasta. Non rimaneva quindi che turarsi il naso e votare per i governanti già al potere.

 

Per quanto riguarda Amantea, non tutti si rendono conto della gravità della situazione.

Gli Amanteani sembrano convinti che abbiamo grandi problemi: in particolare la disoccupazione, l’inettitudine dei politici, la stagnazione economica. Molti ci mettono anche il dissesto pubblico, ma al riguardo si dicono che, come si è fatto per il passato, si farà per l’avvenire. Comunque nessuno teme che le cose vadano peggio. Non solo, sono convinti che votando il male minore è l’unica cosa da fare. Restare nell’ambito del male minore non pone troppi problemi; il problema comincia nel momento in cui si esce da questo ambito, nel momento in cui lo si distrugge. Basta osservare che tra due mali il peggiore è sceglierne uno, ed ecco la polizia bussare alla porta. Se si è nemici di qualsiasi partito, di qualsiasi guerra, di qualsiasi ricco, di qualsiasi sfruttamento della natura, non si può che risultare sospetti all’occhio dell’autorità. In effetti, è qui che comincia la sovversione. Rifiutare la politica del male minore, rifiutare questo istinto che induce a conservare la propria esistenza invece di viverla, porta necessariamente a mettere in gioco ogni cosa in quanto il mondo reale e le sue “necessità” perdono di significato. Non che l’Utopia sia immune alla logica del male minore, no di certo. Durante i periodi rivoluzionari è proprio in questo modo che sono stati fermati gli assalti degli insorti: quando infuria la tempesta e le ondate minacciano di spazzare via tutto, c’è sempre qualche rivoluzionario più realista del Re che si affretta a dirottare la rabbia popolare verso rivendicazioni più “ragionevoli”. Dopo tutto, anche chi vuole mettere sottosopra questo mondo ha paura di perdere tutto.

Anche se di quel tutto, non c’è nulla che davvero gli appartenga. Sia chiaro, tutto ciò non impedisce a noi tutti di cogliere la nocività di quanto abbiamo di fronte. Sappiamo di scegliere comunque un male. Ciò che ci manca — e ci manca perché ci è stata sottratta — non è tanto la capacità di giudicare il mondo che ci circonda, la cui infamia si impone con l’immediatezza di un pugno in faccia, quanto quella di andare al di là delle possibilità date.

Dire “meglio” invece che “meno peggio” è un po’ come dire “è il meno peggio e mi dà anche soddisfazione”.

Dire semplicemente “meno peggio” significa omettere la parte sulla soddisfazione, perché la soddisfazione non c’è o non è granché.

Ma dal punto di vista del confronto tra i candidati non cambia nulla: il meglio è sempre, immancabilmente, il meno peggio. Chiarito questo equivoco, il discorso dovrebbe spostarsi sul perché e il percome Tizio sia meglio (o meno peggio) di Caia, o se invece sia vero il contrario, o se invece ancora sia meglio votare scheda bianca come atto cosciente di ribellione al sistema. Invece in tanti rimangono intrappolati nell’equivoco e si mettono a dibattere di un problema inesistente, come se ci fossero due diverse filosofie e logiche del voto e della vita – votare per il meglio o votare per il meno peggio.

Questo dibattito è fuorviante.

L’argomento del “male minore” è un argomento che puntualmente salta fuori quando vi sono da prendere determinate decisioni politiche o legislative.

I favorevoli, la stragrande maggioranza, al “male minore” si pongono sulla linea del “cedere per non perdere”, sulla necessità di “limitare i danni”. Chi sposa questa prospettiva afferma che è doveroso scegliere un “male minore” se questo può servire a evitare un “male maggiore”.

Oppure, trovandosi di fronte a due mali, si afferma l’obbligo di scegliere il minore perché bisogna avere il coraggio di “sporcarsi le mani”, mentre non scegliere affatto è considerata una condotta da irresponsabili. La logica del “meno peggio”, il ricatto morale sulle conseguenze, l’adattarsi a un’offerta scarsa, sono da sempre l’arma vincente delle politiche povere, pigre, mediocri, e delle scelte di persone inadeguate e indigeste. L’aberrante soluzione del minore dei mali.

L'opzione "Non voto" fa schifo in qualunque caso, perché come dicevo prima ognuno può interpretare questa cosa come meglio crede, e comunque chi ha votato decide (e ha più potere per capita). Qualcuno dice che il pragmatismo ci ha portato qui... Io dico che il pragmatismo è la migliore soluzione realisticamente possibile. La migliore in assoluto è l'ideologia, che però non è realistica e applicata in piccolo numero non serve a niente e fa gli interessi del più forte (chi ha più voti in teoria). A meno di essere proprio organizzati per votare in bianco, una specie di partito/movimento della scheda bianca. In questo modo l’elettore si reca comunque a votare, ma sceglie di non dare alcuna indicazione di voto.

Le schede bianche saranno comunque valide pur non contenendo alcuna preferenza e influendo, come ovvio, sul risultato finale. Voglio svegliarmi lunedì 12 giugno con la notizia che gli Amanteani hanno depositato nell'urna il 50% delle schede bianche. L’inizio di una vera e propria rivoluzione.

Gigino A Pellegrini

Leggi tutto... 0
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy