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Amici carissimi, sappiamo tutti come si può perdere da un momento all’altro il posto di lavoro: per fallimento della ditta, per mancanze di commesse, per crollo dei capannoni

causa terremoto, per malattie prolungate, per assenteismo, etc., ma mai avrei pensato che un dipendente di una ditta in cui lavorava da oltre trenta anni venisse licenziato senza neppure un preavviso e il suo posto venisse preso da un robot.

Avete letto bene, amici, un robot, una macchina che svolge esattamente il lavoro che aveva svolto fino ad ieri un operaio.

L’operaio non serve più, le sue braccia non servono più, se ne può stare tranquillamente a casa.

Al suo posto una macchina che non parla, che non si lamenta, che non prende stipendio, che non va in ferie o in malattia, che non rischia infortuni , che non ha famiglia da mantenere e così la ditta risparmia perché non paga stipendio e contributi.

E’ una notizia vera, non è una fake news.

L’uomo è un operaio di 61 anni ancora giovane per percepire la pensione, vecchio per trovare un altro posto di lavoro, anche perché è un invalido.

E’ privo della mano destra che ha perso trenta anni fa sotto una pressa mentre lavorava nella stessa ditta.

L’azienda dalla quale ora viene licenziato si trova a Melzo ed è la Grief Italia s.r.l. e produce taniche e contenitori.

L’operaio era addetto all’attività di posa di tappi sui recipienti, una mansione semplicissima adatta soprattutto alle sue condizioni fisiche.

Ma ora l’azienda, per risparmiare, non ci ha pensato due volte, lo ha mandato a casa.

Lo ha sostituito con un robot di ultima generazione.

E’ giusto tutto questo?

L’operaio si è rivolto ai Sindacati e agli avvocati.

Attende risposta dall’azienda.

Non chiede molto:che gli siano pagati almeno quello che è giusto: i contributi per arrivare alla pensione.

Pubblicato in Italia

robotLa Universal Robots è un’azienda che offre una selezione completa di prodotti e servizi di automazione. La sua priorità è di aiutare i clienti a ottenere una maggiore competitività sul mercato attraverso l'uso efficiente e creativo della tecnologia robotica. Concentrandosi su prodotti di fascia alta, l’azienda con sede ad Odense fornisce soluzioni hardware e software innovative e un servizio di assistenza e supporto tecnico di livello superiore.

Una tecnologia all'avanguardia

Il successo della Universal Robots si basa sulla capacità di rimanere all'avanguardia nella tecnologia dell'automazione industriale, in particolare dei robot collaborativi. Il team di ingegneri supportano le specifiche, l'implementazione e la manutenzione di questi prodotti, consentendo all'azienda danese di proporre una linea completa per l'automazione di fabbrica, tra cui:

­­­­­­­­­­­­­­­­• sistemi di movimento

­­­­­­­• sensori intelligenti

­­­­­­­• controllori logici

­­­­­­·• robot collaborativi

I modelli UR3, UR5 e UR10 sono senza dubbio i top di gamma, ognuno con delle caratteristiche specifiche e in grado di ottimizzare ogni esigenza di aziende per la loro produzione automatizzata.

Cos'è un robot collaborativo?

Effettuando una ricerca sul web a riguardo, ci sono alcune varianti di quello che è effettivamente; infatti, la definizione letterale di collaborazione è “l'azione di lavorare con qualcuno per produrre o creare qualcosa”, ossia lo scopo esatto dei robot collaborativi.

La maggior parte della gente pensa che un robot collaborativo sia usato senza schermature attorno agli umani. Beh, sì, questo lo rende collaborativo, ma non nel senso giusto della definizione, per questo è importante sottolineare che esistono vari tipi di robot collaborativi e solo, univocamente, è possibile utilizzarne un tipo di senza funzionalità di sicurezza.

Nello specifico questa tipologia presenta una limitazione di potenza e forza, il che significa poter funzionare a fianco dell'uomo anche senza dispositivi di sicurezza aggiuntivi. Il robot può, infatti, percepire forze anomale nel suo percorso e fermarsi in quanto è programmato quando legge un sovraccarico in termini di forza.

Questi robot collaborativi meglio conosciuti nel settore con l’acronimo di cobot, sono inoltre progettati per dissipare le forze in caso di impatto su un'ampia superficie, tuttavia la loro caratteristica principale è la capacità di leggere le forze nelle proprie articolazioni. Tale abilità gli consente di rilevare quando vengono applicate forze anomale su di loro mentre stanno lavorando. In queste situazioni possono essere programmati per arrestarsi del tutto o invertire le posizioni attenuando il contatto iniziale.

Ciò significa che possono rispondere immediatamente anche nel caso entrino a contatto con un essere umano e senza contare che possono dissipare parte dell'energia trasferita dall'impatto stesso.

I cobot omologati della Universal Robots

La sicurezza è una delle priorità degli ingegneri che progettano i cobot per conto dell’azienda danese che sin dal giorno della sua nascita ha cercato di rendere questi sofisticati strumenti dei veri e propri amici dei lavoratori umani e in grado di operare fianco a fianco con loro senza dispositivi di sicurezza aggiuntivi oltre a quelli già in dotazione e rispettosi delle normative che la regolano.

I cobot della Universal Robots possono, infatti, percepire le suddette forze anomale durante il loro percorso lavorativo e fermarsi quando il software incorporato avverte un sovraccarico in termini di forza. Tutti i cobot che vengono immessi sul mercato dal brand danese sono tra l’altro certificati da terze parti e con specifiche tecniche del tipo ISO / TS 15066.

Questo codice alfanumerico chiarisce i requisiti di sicurezza necessari per la corretta collaborazionetra l’uomo e i cobot. Non solo: vale anche per i robot industriali che, rispetto ai primi, agiscono da soli senza alcun intervento da parte di collaboratori umani.

Acquistare oggi un cobot della Universal Robots e sceglierlo in base alla tipologia di mansione da affidargli, significa dunque per un’azienda che intende automatizzare il suo processo produttivo, garantire sicurezza ai lavoratori e nel contempo massimizzare i risultati in termini di quantità, qualità dei manufatti.

Anche gli introiti di denaro risultano decisamente soddisfacenti, tali da consentire di ammortizzare i costi dell’acquisto dei cobot nel giro di uno o due anni.

Pubblicato in Informatica e Tecnologia
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