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Un altro incendio. Questa volta a Belmonte Calabro. Questa volta è toccato una azienda connessa ai servizi automobilistici.

Sono quasi le 05.40 di stamattina 19 aprile quando un signore di Belmonte scorge il forte fumo che si alza dalla autofficina Sconza posta sulla SS18 poco prima del Paese di Michele Bianchi.

Qualcuno chiama i vigili del fuoco dalla lontana Paola.

Giungono intorno alle 6,20-6,30 e si danno subito da fare.

Nel frattempo il proprietario Leonardo Sconza è riuscito a salvare due delle auto depositate nel primo vano della azienda(vedi foto di una di esse).

Le altre sono bruciate totalmente ( vedi foto)

Il fuoco è divampato con violenza al punto da distruggere gran parte dell’immobile e le fiamme dopo che i vetri sono scoppiati hanno attinto alle tende esterne.( le foto)

Per fortuna l’ incendio si è fermato al primo vano, lasciando intatti quanto altro della azienda, dall’autolavaggio , alla officina meccanica, al deposito di auto, ai locali adibiti alla revisione degli automezzi.

Secondo la squadra dei Vigili del Fuoco l’incendio sarebbe partito per autocombustione da una delle auto depositate nel grande locale.

Un fenomeno di combustione derivato da un corto circuito

A sostegno due elementi.

Il primo la mancanza di punti di innesco esterni

Il secondo la vasta gamma di telecamere esistenti in tutta l’area, telecamere che hanno registrato anche eventuali passaggi esterni ( le foto)

Ovviamente non mancano quelli che restano sorpresi per il fatto che un’auto depositata nella serata di ieri abbia avuto un corto circuito dopo otto ore.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della locale stazione che stanno conducendo le opportune indagini

Notevoli i danni che ammontano tra immobile , mezzi ed attrezzature a decine di migliaia di euro.

Auto distrutte


Altre auto distrutte dal fuoco

Il soffitto inciso dal fuoco

una delle due auto salvate dall'incendio


Due delle tante telecamere

Pubblicato in Belmonte Calabro

Una protesta che poteva provocare una tragedia si è verificata nel carcere di Paola dove un detenuto ha appiccato un incendio nella sua cella.

 

 

A renderlo noto è il sindacato di categoria Sappe.

Ne ha parlato Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria.

Immediato l’intervento degli agenti penitenziari che sono riusciti a salvare il detenuto dalle fiamme e ad evitare che l’incendio si propagasse.

 

“Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però –ha afferma Donato Capece, – con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari.

 

Nonostante un fumo denso, immediatamente propagatosi nella Sezione, i bravi poliziotti hanno salvato la vita al detenuto che aveva dato fuoco alla cella, poi hanno provveduto a mettere in salvo i detenuti dalle altre celle del Reparto detentivo che erano invase dal fumo.

Poteva essere una tragedia, sventata dal tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari di servizio nel Reparto e dal successivo impiego degli altri poliziotti penitenziari in servizio nel carcere.

Sono stati bravi i poliziotti penitenziari in servizio nel carcere di Paola a intervenire tempestivamente, con professionalità, capacità e competenza”.

Poi continua affermando che l’incendio sventato a Paola “è sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti.

 

Anche Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Damiano Bellucci, segretario regionale della Calabria, esprimono«solidarietà e vicinanza al personale di Polizia penitenziaria di Paola, che ha risolto in maniera professionale ed impeccabile il grave evento critico» e giudicano la condotta del detenuto che ha provocato l’incendio «irresponsabile e gravissima».

Pubblicato in Paola

Tutta Amantea continua ad interrogarsi sull’incendio del ristorante di Maurizio sul lungomare.

 

Un corto circuito, come qualcuno dice? Un corto circuito avvenuto quando tutte le apparecchiature erano spente , magari per uno sbalzo di freddo od un colpo di vento?. Un corto circuito che tranquillizzi e che non lasci pensieri? .

Uno di quei corto circuiti che scoppiano ad Amantea bruciando auto o magari carri carnevalizi.

Un corto circuito che crei un incendio che bruci solo una delle due statue di corsari con le quali Maurizio accoglieva i suoi ospiti, liquefacendola e lasciando l’altra vicinissima praticamente intatta.

 

Un incendio che non bruci gli alberi immediatamente vicini al camino ed alle cucine (anche le tovaglie da tavolo sono rimaste intatte) forse partito dal lato del vicoletto che porta dal lungomare alla stradetta sottoferrovia , ed alla SS18, ed alla zona del campus.

Ma le nostre forse sono solo fantasie , elucubrazioni, paure recondite.

Di vero c’è solo la forza d’animo di Maurizio che già stamattina presto ha cominciato.

Anzi ha ricominciato.

 

Ha cominciato a demolire quel poco che è rimasto dopo il violento incendio, ad accatastarlo per portarlo via.

Evento umano od evento naturale che sia , da calabrese “tosto” Maurizio, non si lascia abbattere, non si dichiara vinto.

A lui la nostra solidarietà, la nostra attenzione, il nostro rispetto. 

 

 

La stradetta verso 007

 

la via di fuga verso est

Pubblicato in Primo Piano

E’ una città sorpresa ed addolorata quella di oggi 17 gennaio 2016.

Una città nella quale la notizia scivola lieve raggiungendo quasi tutti.

 

La notizia dell’incendio che ha totalmente distrutto la pizzeria ristorante di Maurizio Scudiero posta sul lato sud del lungomare amanteano

Un incendio molto probabilmente doloso.

A scoprirlo intorno alle quattro di stanotte i Carabinieri di Amantea che hanno fatto intervenire i Vigili del Fuoco dalla lontana Paola.

Appena giunti i Vigili hanno potuto fare ben poco atteso che ormai l’esercizio pubblico era completamente distrutto.

Pur tuttavia hanno spostatole bombole di gas onde evitare il loro scoppio.

Del rinomato ristorante non erano più rimasto che macerie fumanti .

Un danno ce ha posto in ginocchio il buon Maurizio e non solo finanziariamente.

Quando siamo andati a porgergli la nostra solidarietà personale, subito dopo che gli investigatori lo avevano appena sentito, abbiamo trovato triste e scosso , eppure Maurizio è stato ed è ( e sicuramente sarà) un uomo forte e capace di superare tutte le avversità della vita.

Ci hanno detto che il fuoco ha preso rapido e deciso avvio dal lato del lungomare, segno di un atto doloso

Ci hanno anche detto che nella nottata i carabinieri di Amantea erano stati proprio sul lungomare da cui si erano allontanati per presidiare altre zone, ma poi ritornandovi e trovando l’incendio.

Come escludere che i piromani non abbiano atteso, magari appostati tra la strada lungo ferrovia ed il lungomare, che i carabinieri si allontanassero prima di attuare il loro piano delittuoso.

Un incendio notevole quello occorso stanotte considerato che molto dell’alluminio presente nella struttura si è deformato ma anche letteralmente fuso ( la temperatura di fusione è intorno a 660 gradi centigradi!)

Gli spessi vetri poi sono scoppiati letteralmente .

Ora la città si interroga.

…continua….

Maurizio2

Maurizio2

Maurizio2

Il ricorso alla violenza privata che si manifesta incendiando le auto parcheggiate in mezzo alla strada sembra assumere una connotazione sempre più delinquenziale.

Sempre che non si tratti di vera e propria intimidazione.

Ancora un’auto data alle fiamme oggi 10 dicembre nelle prime ore della notte.

Si tratta di un giovane che lavora in un esercizio commerciale sito sulla SS18.

L’auto era parcheggiata in via Monte Bianco.

Solo per un caso l’ incendio non si è esteso alle abitazioni.

Per fortuna l'autovettura era infatti parcheggiata non prossima ad una abitazione ma ad un giardino.

 

I resti dell’auto come succede sempre in questi casi dopo essere stati spenti sono stati portati via e per terra è rimasto solo il segno del violento e distruttivo incendio.

Gli investigatori immediatamente intervenuti stanno conducendo le opportune indagini che sono indirizzate in tutte le direzioni.

Qualche preoccupazione serpeggia tra la gente che comincia a considerare inaccettabile tale trend di violenza e di distruzione dei beni.

Ora il numero degli incendi appare davvero eccessivo ed impone che le indagini giungano a qualche risultato.

Pubblicato in Cronaca

Ieri sera qualche “buontem pone” (il termine non è il più esatto, ma usare quello corretto potrebbe essere scarsamente accettabile) ha dato fuoco al canneto ( uno dei tanti, in verità) che crescono incontrollati lungo la statale 18 e che non vengono tagliati da chi ne avrebbe l’obbligo( nel caso il comune di Amantea, interessato ben più ai palchi che alla manutenzione….).

Un acre fumo ha così invaso la statale 18 che è stata chiusa per evitare incidenti agli automobilisti in transito

E stamattina, anche approfittando del fatto che la pioggia ha spento (meno male che la natura spesso provvede autonomamente ai disastri dei “buontemponi”) ogni traccia di fuoco un operaio delle cooperative segnala di rallentare mentre la ruspa cerca di tagliare le canne sversatesi sulla strada.

Dall’altro lato la camionetta dell’Anas con il personale dell’ente assiste alle operazioni di pulizia.

Segnaliamo che non c’era nessun semaforo, nessun vigile e nessun altro agente a regolare il traffico che per fortuna era blando.

Continua incessante il lavoro della Guardia costi

era di Amantea, che sotto il coordinamento della Capitaneria di porto di Vibo, nella giornata di ieri, ha individuato e posto sotto sequestro una discarica di rifiuti data alle fiamme nell’alveo del torrente Calcato , proprio alle spalle del locale Poliambulatorio specialistico, esattamente tra le due colline che definiscono l’alveo del torrente.

Mentre la pattuglia era intenta ad operare i quotidiani controlli ambientali ai vari corsi d’acqua della fascia costiera compresa tra Belmonte e Nocera Terinese, i militari, giunti all’altezza del torrente Calcato, hanno sentito un forte odore di materiale plastico bruciato.

A tal punto hanno ripercorso il tratto del letto del corso d'acqua fino a circa 2 km dalla foce, nel bel mezzo di due montagne, ed hanno accertato che vi era in atto un incendio di materiale vario classificabile tra i rifiuti pericolosi e non (traverse di legno – eternit – auto abbandonate – materiale edile – tubi in plastica – etc.).

Avvisato il pubblico ministero di turno della Procura di Paola, i militari hanno richiesto l’intervento dei Vigili del fuoco di Paola, dei tecnici comunali di Amantea, per l’individuazione catastale dell’area, procedendo, nel contempo a sottoporre la zona interessata a sequestro penale.

Immediato l’intervento dei tecnici comunali tra cui l’ingegnere Pileggi ed il geometra Pino Curcio temporaneamente “sottratto” all’ufficio tributi di cui ora fa parte

Tutta l’area, circa 2000 mq. di demanio fluviale, è stata recintata ed affidata in custodia giudiziale al Comune di Amantea, per la successiva bonifica, mentre sono state avviate immediate indagini per accertare gli autori dell’incen

dio e della discarica data alle fiamme.

“Non sarà facile – scrive la Guardia costiera– individuare i responsabili del reato di getto pericoloso di cose, discarica non autorizzata di rifiuti pericolosi e non, ed incendio degli stessi, ma sotto il coordinamento della Procura di Paola, i guardacoste cercheranno di verificare tra i rifiuti di trovare tracce per risalire agli autori di tale inquinamento, così da deferirli alla competente autorità giudiziaria”.

Sembra trattarsi di un’area demaniale che era stata abusivamente occupata da una azienda edile per il deposito di materiale per le costruzioni, materiale che è andato a fuoco a seguito dell’incendio del canneto spontaneo ivi presente e che alligna dove c’è presenza di acqua

Trattandosi di un’area fluviale sotto la competenza dell’ente provincia i costi dello smaltimento dovrebbero essere afferiti all’ente stesso senza dover ricadere sul comune.

Pubblicato in Politica

Incendio MarinellaUna notte, quella del passaggio tra il 2014 ed il 2015 a dir poco movimentata, tra incendi, liti ed interventi delle forze dell'ordine.
Il primo giorno di un anno, di speranza e di ripresa (forse) si apre nel peggiore dei modi.

 

Un capodanno difficile quello appena trascorso.

Ma questa volta i botti ed i fuochi pirotecnici non c’entrano niente.

Nessun incidente a coloro che hanno acceso fuochi e quindi nessun ferito.

Ma tanto altro sì!

 

I carabinieri di Amantea bloccano la festa de “La pecora nera”

Mancavano pochi minuti alle tre di notte quando i Carabinieri di Amantea, guidati dal maresciallo Massimiliano Diamanti e quelli del Nucleo radiomobile di Paola si sono recati in Piazza unità dì’Italia interrompendo la festa musicale che si svolgeva in Piazza Unità d’Italia davanti al Pub La Pecora nera in principale punto di incontro dei giovani del basso tirreno cosentino.

Sembra che la festa sia stata autorizzata dal comune , ma sul fatto sembra siano in corso indagini, in particolare riferite alla legittimità della autorizzazione stessa, musica compresa, ma fino alle 03 del mattino dell’1 gennaio 2015.

Ma non sono mancate le lamentele da parte dei vicini di casa che non potevano dormire per il volume della musica.

La solita dicotomia tra il diritto al divertimento dei giovani ed il diritto al riposo delle restanti persone.

Abbiamo sentito in merito alcuni giovani i quali ci hanno riferito “Eravamo in piazza a scambiarci gli auguri, ascoltando un pò di musica. Molti non volevano andare a spendere un salato biglietto di ingresso al veglione de “Il Borgo della marinella” che costituiva l’alternativa alla musica offerta dal comune o da “La pecora nera” non sappiamo, ma comunque un fatto positivo per la città di Amantea. Abbiamo assistito all’intervento delle Forze dell’ordine ignari, in verità, di quando cessasse la autorizzazione del comune.

D’altro canto che ci fosse lo supponevamo per il fatto che il comune aveva fatto montare dai propri operai sia il palco che i box che peraltro sono apparsi indispensabili per la fastidiosa pioggerellina che cadeva”.

 

Incendi e liti al veglione de “Il Borgo della marinella”.

Si svolgeva normalmente il solito frequentato veglione de “Il Borgo della marinella” e niente sembrava far trasparire problemi.
Qualcuno aveva pagato il biglietto, altri si erano” Imbarcati” alla portoghese saltando i recinti dalla parte opposta all’ingresso principale.
Cose normali, però. Peraltro ,dentro, il servizio d’ordine funzionava alla grande e teneva tutti sotto controllo.
Ma qualcosa sicuramente non era andato come al solito.
La festa era nel bel mezzo del suo svolgimento quando prendeva fuoco una Golf che si trovava sulla stradella interpoderale dopo l’ingresso principale dell’albergo Ristorante La marinella.
Un fuoco impazzito, rapido, inarrestabile che portava l’auto ad una totale distruzione.
E non bastando il fuoco spinto dal vento si estendeva all’auto successiva, una piccola punto che veniva anche essa avvolta dalla fiamme che con rapidità si distruggeva letteralmente , totalmente, senza che nessun soccorso potesse esserle portato.
D’altro canto quando il fuoco arriva al carburante la benzina esplode e diffonde le fiamme intorno senza alcun freno.
Amantea come ben noto non ha una caserma dei vigili del fuoco.
I più vicini sono a Paola e per quanto vogliano essere tempestivi i tempi di percorrenza sono notevoli, in particolare quando l’incendio attinge autoveicolo che hanno tantissime componenti altamente infiammabili.
E le fiamme non si sono fermate e si sono spinte ancora più avanti attingendo una Punto. Tutte e tre le auto sono state totalmente distrutti, comprese le targhe.
Una delle cose più strane apparse a chi si è avvicinato al luogo dell’incendio sono i resti fusi dei cerchioni in lega speciale , bolle argentee sparse sul nero del catrame.

Poi l’arrivo dei Vigili del Fuoco è riuscito a fermare l’incendio che aveva attinto anche una Fiat Seicento di proprietà della signora Cima.

L’auto, infatti, risulta incendiata per metà.

Le indagini, il dolo, le cause dell’incendio.

Le indagini sono svolte dall’Arma dei carabinieri.

Difficile per la violenza dell’incendio non pensare che si sia trattato di un evento doloso.

Purtroppo della Golf, la prima auto attinta dal fuoco, non è rimasta nessuna delle due targhe per cui diventa difficile capire a chi appartenesse.
Diciamo questo per una supposizione affatto peregrina e cioè che se di evento doloso si tratta l’attentatore ben sapeva a chi appartenesse l’auto ed a chi, quindi, il fuoco avrebbe distrutto l’autovettura.
Questo salvo che non si sia trattato di un incendio destinato a distruggere tutte le auto.
Verso questa ipotesi ci si potrebbe orientare ove sia vera la voce che ci dice che le auto poste lontano dall’ingresso del veglione appartenessero a lavoratori del Borgo della marinella, quasi che se di evento doloso si possa trattare questo potrebbe essere diretto anche alla struttura e non al personale che di opera.
Certo che se un onesto lavoratore per guadagnare magari 50 euro deve rischiare di perdere l’auto siamo davvero ad un triste inizio di anno!

 

La lite tra avventori ed il 118.

Sembra poi che verso la prima mattinata ci sia stata una lite tra frequentatori del veglione.
Niente di eccessivamente grosso tanto che non tutti i presenti ne hanno avuto contezza, ma sembra che sia stato fatto intervenire il 118 del le eventuali necessità del caso.

 

L’auto di un amministratore comunale
Una ultima stranezza è quella dei gravi danni registrati dalla Lancia Musa che appartiene ad un amministratore del comune di Amantea, e, sembra, in uso al figliolo.
L’auto è stata presa a calci, le sono stati rotti i tergicristalli, gli specchi retrovisori, ed altro ancora.
L’auto pur potendosi muovere è rimasta nel parcheggio del Borgo Marinella.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA - Realizzata da TirrenoNews.it

Pubblicato in Primo Piano

barcaComunicato stampa - una esercitazionie quella che si è

svolta nello specchio acqueo portuale di Vibo Valentia Marina nella mattina di ieri l’esercitazione complessa di soccorso e antincendio, coordinata dalla Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Vibo e alla quale hanno partecipato le motovedette della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, del servizio medico 118 di Vibo, della Scuola Italiana Cani da Salvataggio e un elicottero del 5° Reparto Volo della Polizia di Stato di Reggio Calabria.

 

L’esercitazione è stata organizzata dal Comandante della Capitaneria di Porto CF (CP) Antonio Lo Giudice e del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Vibo Ing. Giuseppe Bennardo, nel contesto della manifestazione del 4 dicembre dedicata a S. Barbara, Patrona della Marina Militare e dei Vigili del Fuoco.

Nello specifico si riporta, di seguito, lo scenario simulato durante l’attività addestrativa.

L’imbarcazione dei Piloti, con tre persone a bordo, simula di mollare gli ormeggi dalla banchina Fiume per raggiungere un mercantile che deve entrare nel Porto di Vibo Valentia Marina. Dopo tale manovra, nella sala macchine scoppia un incendio che il personale a bordo tenta di domare.

Nella contestualità il Comandante dell’unità lancia il May Day sul CH 16 e fa sparare due razzi rossi a paracadute. Ricevuta la richiesta di Soccorso la Sala Operativa, sede di Unità Costiera di Guardia della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, immediatamente attiva il dispositivo SAR, dirottando verso l’unità in fiamme le Motovedette CP 808 e CP 733, al momento impegnate in attività di vigilanza, che dirigono alla massima velocità verso la pilotina.

Vengono inviati sul posto anche due radiomobili della Capitaneria di Porto, che una volta arrivati chiedono alla Sala Operativa l’intervento dei Vigili del Fuoco e di un’autoambulanza del 118.

In virtù del propagarsi dell’incendio i tre marittimi della pilotina, indossano i giubbotti di salvataggio e si lanciano in mare. Uno di questi, nella concitazione prima di lanciarsi scivola e batte violentemente la gamba sul piano di calpestio e, una volta giunto in acqua viene sorretto da un secondo marittimo, mentre il terzo, si allontana dai due in quanto, nel tentativo di domare l’incendio ha riportato ustioni alle gambe ed è in preda al panico.

Giungono nei pressi dell’unità in fiamme quasi contemporaneamente la MV CP 808 seguita dalla MV CP 733. Dalla prima si lancia il Rescue Swimmer (Guardacoste abilitato al Salvamento nuoto in mare), mentre dalla seconda si lancia l’unità cinofila della S.I.C.S. (composta da un cane di razza Labrador e da un abilitato al salvamento nuoto), che dirigono verso i primi due naufraghi.

Il Rescue Swimmer, raggiunge il naufrago con la gamba rotta e lo trasporta verso la CP 808, mentre l’Unità Cinofila SICS, raggiunto il secondo naufrago lo trasporta verso la CP 733. Entrambe le Motovedette, con i naufraghi a bordo, dirigono verso la banchina Tripoli, ove si provvede allo sbarco dei due malcapitati, che presi in consegna dal 118, vengono trasferiti presso il nosocomio di Vibo.

Il nostromo del porto, segnala alla S.O. la presenza in acqua di un terzo naufrago. Ricevuta la notizia, la Sala Operativa richiede l’intervento del gommone dei sub della Guardia di Finanza, precedentemente allertato e dirotta in area un elicottero della Polizia di Stato in sorvolo su Vibo, che individuato il naufrago, lancia un fumogeno in acqua.

Il gommone della Guardia di Finanza e l’elicottero giungono contemporaneamente sul terzo naufrago e provvedono all’imbracatura dell’ustionato e alla manovra di verricellamento sull’elicottero. Quest’ultimo, verificato che il soggetto prima di essere trasferito presso un nosocomio attrezzato per le ustioni, ha necessità di essere prima assistito da sanitari, richiede alla Sala Operativa della Capitaneria di poter atterrare in porto per farlo visitare.

Ricevuta l’autorizzazione, l’elicottero atterra sulla banchina Fiume ove interviene una seconda autoambulanza, che presta le prime cure sanitarie all’ustionato e lo trasferisce verso il nosocomio di Vibo.

Terminate le operazioni di recupero e trasferimento dei naufraghi, la S.O. della CP VVM, provvede a far intervenire le due motovedette dei Vigili del Fuoco e un’autobotte in banchina Fiume, che iniziano a spegnere l’incendio. Terminate le operazioni di spegnimento dell’incendio la Sala Operativa richiede al Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza l’intervento del nucleo sommozzatori per una prospezione allo scafo dell’unità sinistrata e la verifica di eventuali ulteriori persone disperse sul fondale.

A garantire la polizia marittima durante l’esercitazione hanno provveduto la motovedetta CC 812 dei Carabinieri ed una motovedetta della Guardia di Finanza del ROAN di Vibo, mentre la circolazione stradale è stata garantita da tre pattuglie della Guardia Costiera e due della Polizia Municipale.

La complessa esercitazione aeronavale, che ha visto impiegati uomini e mezzi delle diverse forze di polizia e di soccorso in mare, sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Vibo, cui per legge è demandato il coordinamento dei soccorsi in mare, si è svolta alla presenza delle massime autorità Civili e Militari della Provincia ed a circa 700 studenti provenienti dai vari istituti del comprensorio di Vibo. I ragazzi hanno potuto assistere alla manifestazione grazie anche ai mezzi messi a disposizione della Scuola Agenti della di Polizia di Stato di Vibo, ai volontari della protezione civile, ai Comuni di Vibo e di Pizzo nonché dall’Istituti Omnicomprensivi di Vibo e di Amantea.

Tutti i presenti hanno assistito con ammirazione e attenzione tutte le varie fasi dell’emergenza, che ha potuto dar dimostrazione di sinergia tra le varie unità di soccorso e di polizia che hanno operato con la massima professionalità sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto.

incendio san giuseppeIl fuoco ha preso le mosse dalla stradella che passa sul ponte azzurro ed arriva ad Acquicella. La Chiesetta ha corso di recente il rischio di crollare data l'instabilità del terreno provocata dalle grandi pioggie invernali

Le Fiamme piano, piano hanno invaso il costone di Camoli salendo verso la vecchia Traianea sulla quale da oltre 200 anni la chiesetta traguarda la città di Amantea ed il mar Tirreno, storico punto di riferimento per chi partiva da Amantea, dovunque andasse.

Una chiesetta che ha corso recentemente il rischio di crollare sulla sottostante strada in quello che è un processo di instabilità conseguente a grandi piogge invernali, purtroppo affatto risolto.

E ieri anche il rischio del fuoco che poteva anche creare gravi problemi di instabilità.

Il fuoco stava per raggiungere non solo la chiesetta ma soprattutto la zona sottostante stabilizzata con reti che se percorse dal fuoco avrebbero potuto indurre il crollo del costone.

I catocastresi fortemente affezionati a San Giuseppe ed alla antica chiesetta rupestre hanno provato a sollecitare gli interventi opportuni .

Ma non è arrivato nessuno

Né i Vigili del Fuoco

Né la “mitica”protezione civile amanteana che ormai sembra si curi solo dei neri

Né l’autobotte comunale.

Nessuno

Solo un UVO (Unidentified “vespetta” Object) che ha dichiarato “ Me la vedo io!” andando poi via ma senza alcun risultato conseguente

Per fortuna che alcuni volenterosi abitanti del luogo hanno dato mano ad una pompa e spento il fuoco con l’acqua del rubinetto della fontana della chiesetta.

Ovvie le lamentele.

Ovvio che i catocastresi dichiarino “ Siamo abbandonati “, “Nemmeno in caso di incendio, qualcuno interviene!” .

Ce l’hanno con tutti, con i Vigili del Fuoco, con la protezione civile, con il personale del comune, con gli amministratori.

“San Giuseppe è di tutti, non solo nostro”

“Vorremmo vedere se il fuoco avesse messo a rischio il centro abitato o qualche chiesa di Amantea e avremmo visto gli interventi delle autorità! Ma per San Giuseppe nessuno!”

E ci hanno fermato per raccontare la loro verità attraverso il nostro sito.

Ora aspettano risposte. Se mai arriveranno.

Ma hanno fiducia in San Giuseppe che non dimentica chi lo onora (e chi no!)

I complimenti dalla redazione di TirrenoNews.it a tutti i volontari che hanno salvato la chiesetta di San Giuseppe

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