Alla Segreteria del Pd, la corsa è a sei( nella foto un signore che a 105 anni corre i 100 metri)
"Francesco Boccia, Dario Corallo, Roberto Giachetti, Maurizio Martina, Maria Saladino, Nicola Zingaretti: sono questi i candidati che oggi hanno consegnato le firme e che, ultimate le operazioni della Commissione per il Congresso, si contenderanno la leadership del Pd".
E’ quanto si legge in un tweet del Pd.
Il primo a depositare le firme in mattinata nella sede del Nazareno è stato Francesco Boccia.
Il regolamento prevede la presentazione di un numero di firme da 1500 a un massimo di 2000 raccolte in almeno cinque regioni.
Il termine per la presentazione delle firme scadeva alle 18.
Ma è tutto uno scherzo. Una finta gara.
Tutti sappiamo che vincerà Zingaretti.
Zingaretti corre in piano, tutti gli altri ad ostacoli.
In sostanza tutti gli altri sono concorrenti di accompagnamento.
Nobili persone, per carità, che non hanno mai avuto attitudine, voti e nemmeno speranza.
Dopo il gran rifiuto di Minniti, nessun altro grande nome si è fatto avanti.
Nemmeno Magorno ha avuto la possibilità di candidarsi ( o ha voluto) pur essendo scaduto da mesi dal ruolo di segretario regionale e quindi disponibile ad altri incarichi
La cosa più importante è sapere se Renzi sarà ancora della partita, o meglio del PD, o se invece farà un suo partito.
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Italia
Il risultato del PD in Calabria è la somma di una serie di scelte sbagliate.
Tante e da parte di tanti.
Da parte dei Teorici della politica
Da parte dei parlatori della politica
Da parte di chi esprime la cultura comprata, ipocrita e bugiarda
Ma la maggiore responsabilità la portano coloro che non hanno compreso i mille problemi dei calabresi.
Dei giovani calabresi che nel 2018 devono, per dignità, emigrare, anche se vorrebbero lavorare per i calabresi nella loro Calabria.
Degli LSU ed LPU che Oliverio vorrebbe stabilizzare a spese dei comuni che se non sono già in dissesto lo saranno tra poco.
Delle famiglie calabresi che hanno il reddito più basso d’Italia, penultimi in Europa.
E potremmo continuare a lungo.
Una Calabria che governa con un non governo, illudendo i “non politici” di esserlo e creando forti ed ipotizzabili reazioni da parte dei politici che lo sono ed ai quali viene vietato di esserlo.
E magari, poi, si contesta il M5s che propone un governo senza politici!
Una Calabria alla quale si mente, nascondendo, non tanto e solo, la verità, ma, perfino, gli elementi che normalmente supportano la qualità dei giudizi sociali, economici e politici.
Una Calabria dove si ricevono incarichi professionali o di lavoro a secondo non della professionalità e nemmeno della quantità di voti che potrebbero portare alla causa, ma della fedeltà al padre –padrone.
Un PD ed una Calabria che esporta nelle marche il suo miglior politico quale è stato certamente Marco Minniti, trombato nel collegio di Pesaro, e che si è stato sacrificato per lasciare spazio ad altri onestamente impresentabili.
Non solo lui è stato sacrificato, ma, per esempio, anche la Covello. Sacrificio che pure ci stava
Non poteva Minniti essere tutelato con i famigerati listini bloccati che hanno salvato , come sembra, Ernesto Magorno, Enza Bruno Bossio ed Antonio Viscomi?.
Aspettiamo che Mario Oliverio, Ernesto Magorno, Enza Bruno Bossio, Antonio Viscomi, Filippelli ed altri ci spieghino come mai il PD in Calabria sia passato dal 22 ed il 23 % delle politiche del 2013 ai risultati attuali.
Ed aspettiamo che Mario Oliverio ci spieghi la sua debacle personale.
E personalmente aspettiamo che qualcuno ci spieghi questo PD che passa alla Camera dal 19,3% di Vibo Valentia all’11,8% del collegio di Castrovillari.
Che anche per il PD sia un problema di candidati?.
Diceva la vecchia canzone di Modugno :
“Siamo rimasti in tre, tre somari e tre briganti, sulla strada longa longa di Girgenti.
Sì, ma se stasera, se incontriamo la corriera, uno balza sull’arcione, uno acciuffa il postiglione,
due sorvegliano di fuori, uno spoglia i viaggiatori e ce ne andiam”.
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Alto Tirreno