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Una sola domanda.

Ma esiste ancora la legge in Calabria?

E se esiste perché non interviene per porre fine a queste situazioni?

Cosa ci riferiamo ?

Semplice all’articolo postato da Iacchitè oggi 2 dicembre http://www.iacchite. com/ falsi-precari-allasp-il-patto-di-potere-tra-gli-uomini-di-adamo-e-gentile/.

Delle due l’una: o si tratta di diffamazione o si tratta di verità. E comunque sia secondo noi la magistratura dovrebbe dire la sua!

“Le assunzioni dei 135 falsi precari presso l’Asp di Cosenza nell’imminenza delle elezioni regionali del 2014, almeno per quanto riguarda il Comune di Maierà, sono tutte illegittime in quanto sono scaturite da una legge che è tutto un programma.

E’ la Legge Regionale n. 1 del 13 gennaio 2014 “Indirizzi volti a favorire il superamento del precariato” di cui al D. L. 31 agosto 2013 n. 101 convertito in legge 30 ottobre 2013, n. 125, integrata dalla L. R. n. 12 del 7 luglio 2014 “Interpretazione autentica dell’art. 1 comma 6 e dell’art. 4 della L. R. 13 gennaio 2014 n. 1…”.

Gli assunti di Maierà, che è la città dell’ex sindacalista della Cgil Franco Mazza, l’inventore dell’ormai famoso elenco, arrestato lo scorso anno, non possedevano i requisiti di cui alle leggi citate e anche e soprattutto delle L. R. nn. 15/2008, 28/2008 e 8/2010 che facevano espresso riferimento ai cinquantenni espulsi dal mondo del lavoro ed a disoccupati di lungo termine.

Ebbene, è bastato fare un controllo all’INPS per i nominativi inseriti per rimanere esterrefatti dalle illegalità perpetrate.

Tonino-e-Pino-GentileChi ha iniziato a gestire tutto (lo abbiamo scritto più volte) nel 2010 è stato Franco Mazza, fedelissimo di Nicola Adamo, avvalendosi del benestare della giunta comunale di Maierà dell’epoca, composta dall’ex sindaco Giovanni Forte, gentiliano di vecchia data, dall’ingegnere Ivano Russo, ex assessore (anche lui fedelissimo di Nicola Adamo) e dall’ex assessore Riccardo Benvenuto.

Questi personaggi hanno iniziato a stilare la graduatoria di questi fannulloni e l’attuale sindaco Giacomo De Marco (sempre amico del potente di turno), per non essere da meno, ha continuato modificando l’elenco, trovando la mediazione con Forte e Russo, attuali consiglieri di minoranza, per arrivare alla versione finale.

La signora LUCIA CRUSCO, cognata di Franco Mazza, per aver sposato il fratello Giuseppe, nonché nipote dell’allora sindaco Giovanni Forte, non ha nessun requisito che la fa rientrare nella casistica degli aventi diritto.

Il signor MARIO CRUSCO, fratello della suddetta Lucia, quindi nipote dell’ex sindaco Forte e cognato del fratello di Franco Mazza, la scorsa estate ha addirittura lavorato, regolarmente assunto, presso l’Hotel Baia di Diamante…

La signora MARIAROSARIA CASELLA di Diamante, oltre ad essere imparentata con l’attuale moglie del segretario regionale del PD Ernesto Magorno, è anche la moglie dell’ex assessore Ivano Russo. E non ha nessun requisito che la possa far entrare in quell’elenco, nel quale invece risulta.

Il signor ROBERTO LISERRE è cognato dell’attuale sindaco di Maierà Giacomo De Marco, il quale non ha perso tempo a trarre vantaggio dalla vittoria modificando l’elenco. Liserre fino a poco tempo fa lavorava, regolarmente assunto, al Consorzio di Bonifica Valle del Lao di Scalea.

La signora ANNA DE MARCO è moglie di Gianfranco Ritondale, operaio Afor oggi Calabria Verde, tirapiedi dell’ex assessore Riccardo Benvenuto. E non ha nessun requisito.

E ancora: il signor OTTAVIO PIGNATARO, figlioccio di cresima del Mazza, che ha lavorato fino ad agosto 2014, regolarmente assunto, all’Holiday Beach di Cirella percependo successivamente persino l’indennità di disoccupazione. Eppure faceva parte dell’elenco dei falsi precari…

E l’elenco si conclude con altri clienti degli amministratori di Maierà: Pablito Sandalo, Stefania Gaglianone, Giovanni Ritondale e Adele Candia, tutti senza requisiti.

Una situazione che dev’essere perfettamente uguale per tutti gli altri inseriti nell’elenco.

Corruzione sfacciatamente dilagante, dunque, che finalmente la magistratura sta iniziando a perseguire per come avrebbe dovuto fare già da molto tempo.”

NdR. Solo Adamo e Gentile? Ci sembra che manchi qualcuno!

Pubblicato in Calabria

La Corte d'appello conferma la sentenza del Tribunale di Catanzaro e dichiara ineleggibile il segretario-questore.

Il nuovo entrato esulta: «Si chiude una brutta pagina per la Calabria».

L'avvocato Morcavallo: «Giustizia è fatta».

Il fondatore de "Il coraggio di cambiare": «Voto tradito, ricorrerò in Cassazione».

Gentile: «Un cavillo, per Ap non cambia nulla»

Giuseppe Graziano non è più un consigliere regionale della Calabria.

Gianluca Gallo vince la sua battaglia giudiziaria e torna a Palazzo Campanella a tre anni dall’inizio della legislatura.

La Corte d’appello di Catanzaro ha infine emesso il suo verdetto: quel seggio spetta a lui.

Si chiude così una battaglia giudiziaria iniziata all’indomani del voto del novembre 2014. In un primo momento era stato il Tribunale di Catanzaro a dichiarare l’ineleggibilità di Graziano, dovuta al ritardo con cui il fondatore del Movimento “Il coraggio di cambiare l’Italia” si era messo in aspettativa dal ruolo di vicecomandante regionale del Corpo forestale dello Stato.

Il segretario-questore aveva poi impugnato la sentenza davanti alla Corte d’appello che, in accoglimento della richiesta dei suoi legali, aveva rimesso la causa alla Corte Costituzionale, al fine di valutare la legittimità della norma sulle aspettative.

La Consulta aveva infine dichiarato non fondata la questione di legittimità sulla legge che disciplina le cause di ineleggibilità e rimesso nuovamente la decisione ai giudici di secondo grado.

Che ora hanno chiuso la partita confermando il verdetto del Tribunale. Gallo, con 6.531 voti, era risultato il primo dei non eletti.

Graziano aveva invece – temporaneamente, con il senno di poi – conquistato il seggio grazie a 9.041 preferenze.

Gallo ha espresso tutta la sua gioia dalla sua pagina Facebook: «Voglio dirvelo subito, perché ve lo devo. E voglio dirvelo con la foto del momento in cui tutto ebbe inizio, qualche tempo fa: stamattina la Corte d’Appello di Catanzaro ha depositato la sentenza con cui, confermando il giudizio di primo grado, si stabilisce il mio ingresso in consiglio regionale. È stato necessario attendere quasi tre anni e scomodare la Corte Costituzionale, ma alla fine giustizia è fatta. Io sono felice e pronto a lavorare come sempre, nell’interesse generale». Dopo aver ringraziato la sua famiglia e i suoi avvocati (il padre, Francesco Paolo, e Oreste Morcavallo), il neo componente dell’assemblea regionale dichiara chiusa definitivamente «una brutta pagina per la Calabria, una vicenda nella quale si sono registrate strane intromissioni: ne parlerò nei prossimi giorni. Adesso voglio guardare avanti, al lavoro che attende me, e voi con me, secondo il mandato elettorale ricevuto: opposizione ad un governo regionale inconcludente, costruzione di un’alternativa credibile».

«Avanti, allora – conclude Gallo –, riannodando i fili della storia che ci ha visti umili protagonisti per scrivere, con grande dignità, nuove pagine nel futuro della Calabria che vogliamo».

«Sono particolarmente soddisfatto – commenta l’avvocato Morcavallo – per l’esito di un giudizio particolarmente complesso con notevoli profili di diritto costituzionale, elettorale, del lavoro, con l’affermazione della tesi che abbiamo sempre sostenuto, della perfetta equiparazione tra dimissioni e aspettativa ai fini della rimozione della causa di ineleggibilità, con una soluzione valida per tutte le elezioni. Finalmente dopo ben 3 anni giustizia è fatta e si assegna la funzione di consigliere regionale al legittimo titolare».

Amaro il commento di Graziano, che annuncia il ricorso in Cassazione: «Continuerò dritto per la mia strada. Non è certamente un cavillo burocratico che fermerà il mio operato sul territorio.

Quello costruito – lo voglio ribadire – tra la gente e per la gente.

Infatti presenterò ricorso in Cassazione e continuerò a perseguire programmi e obiettivi che ci siamo prefissi.

Renderò concreto ciò che i cittadini hanno espresso attraverso la consultazione popolare: raggiungeremo tutte le nostre mete, ad iniziare dalla città unica Corigliano-Rossano e ci prepareremo insieme verso importanti traguardi, anche nazionali.

Siamo in tanti, 10mila voti non si cancellano, continuerò sempre ad essere il vostro portavoce.

Certo – conclude – la gioia e il compiacimento degli onorevoli Santelli e Occhiuto per l’uscita dal consiglio regionale del rappresentante dell’area urbana Corigliano-Rossano, peraltro proponente del disegno di legge di fusione, rappresenta l’ennesimo atto di viltà nei confronti di questo territorio. D’altro canto però, sereno, li saluto nella convinzione che presto ci rincontreremo perché come si suole dire “il tempo è galantuomo”».

Pubblicato in Alto Tirreno

Non sono solo i segretari provinciali del PD a chiederlo.

NO! Con loro anche Nicodemo Oliverio, Demetrio Battaglia, Enza Bruno Bossio.

 

I suddetti deputati calabresi sono preoccupati dell’andamento delle elezioni amministrative di Cosenza e Crotone dove NCD ha deciso di appoggiare candidati diversi da quelli scelti dal PD.

E la mancata elezioni dei candidati del PD significherebbe che i fautori di questi candidati non sono sufficienti alla bisogna .

 

Sarà vero? Sarà falso?

Nel frattempo si insiste per denunciare la slealtà di Gentile e Bianchi e di chiedere le loro dimissioni creando le condizioni per un risultato insufficienti dei loro candidati. Ecco cosa dicono Oliverio, Battaglia e Bruno Bossio.

"L'atteggiamento del Nuovo Centro Destra in Calabria e' grave e ingiustificato, penalizza la maggioranza di governo, aggrava la situazione politica e la governabilita' negli enti locali.

 

Scegliendo di sostenere alle amministrative dei Comuni piu' importanti della Calabria i candidati a sindaco contrapposti ai candidati ufficiali del Pd, si lede la coerenza e la lealta' che un partito di governo dovrebbe avere verso la maggioranza.

Parliamo di un esecutivo di cui fanno parte due sottosegretari calabresi, Gentile e Bianchi, ora tra i principali fautori della linea di rottura in Calabria.

Con quale giustificazione si puo' sedere a Roma su una poltrona di governo e poi in Calabria salire su un palco delle forze contrapposte al Pd?

Davvero incomprensibile.

Un atteggiamento che necessariamente dovra' aprire una seria riflessione in Calabria come a Roma".

Lo affermano i deputati calabresi del Pd Nicodemo Oliverio, Demetrio Battaglia, Enza Bruno Bossio. (AGI)

Pubblicato in Calabria

Ncd chiede ad Oliverio ed a Scalzo di : “Licenziare chi è stato assunto senza concorso”

Gli alfaniani sostengono che: “In alcuni casi si tratta di gente che guadagna cifre esorbitanti e che siede nella pubblica amministrazione senza alcun diritto”.

 

In una nota del coordinamento regionale di Ncd si legge che”Mario Oliverio è stato eletto in circostanze atipiche, con un presidente dimissionario e con un ampio consenso: da lui si attendono decisioni dolorose ma giuste, dopo decenni di regionalismo fallimentare. La relazione Mef è l'occasione per fare giustizia”.

Poi prosegue la nota :”Ci sono decine di persone negli uffici della giunta e del consiglio assunte senza concorso, con leggine incostituzionali scritte in maniera surrrettizia per sfuggire al controllo del governo o addirittura con semplici provvedimenti amministrativi: quelle persone devono andare a casa e il presidente Scalzo deve fare la stessa cosa. Si tratta, in alcuni casi, di gente che guadagna cifre esorbitanti e che siede nella pubblica amministrazione senza alcun diritto, mentre giovani e meno giovani sono costretti ad andare a Modena, in settemila, per partecipare al concorso per un solo posto di infermiere”.

Da qui l'invito diretto al governatore e al presidente dell'assemblea di Palazzo Campanella: “Oliverio deve spezzare questo perverso gioco che riguarda giunta e consiglio regionale e che è scritto nella relazione del Mef: se lo farà potrà passare alla storia come il presidente che ha cambiato realmente la concezione della Regione, altrimenti percorrerà la strada impervia dei suoi predecessori”

Poi , conclude Ncd, “ Soprattutto ciò che sconcerta è l'arroganza di queste persone, che credono di essere nel giusto e che hanno munto dalla Regione senza alcun ritegno. Quelle postazioni devono andare a concorso e solo così la Regione tornerà ad essere credibile».

NdR: Forse sono più di una decina. Forse le assunzioni senza concorso o con concorsi posticci non li hanno fatto soltanto Oliverio e Scalzo. Forse occorrerebbe far pagare a coloro che assumono illecitamente i costi; sarebbe meraviglioso se Oliverio e Scalzo( ed ovviamente quelli prima di loro dovessero spendere i loro vitalizi per pagare i debiti fatti contrarre alla PA!.

Pubblicato in Cosenza

E’ quello che dichiara il potente consigliere regionale Pino Gentile.

Come dargli torto?

In particolare quando chiede a Scura, Oliverio e Urbani «di mettere la parola fine al precariato: anche quello amministrativo, perché è vergognoso dovere invecchiare da precari».

Ma ancora peggio è invecchiare e morire da disoccupati.

Se i precari, infatti, sono avvolti nelle malefiche spire di chi può decidere del loro destino e può quindi condizionarne le libertà, che dire dei disoccupati eternamente alla ricerca di un lavoro anche se fosse precario o di una indennità anche se non sufficiente per se stesso e tantomeno per la famiglia?.

Ma una domanda si impone .

Perché in Italia, ed in Calabria ancora più, ci sono i precari? Chi li ha determinati? Chi è stato così incosciente da crearli pur sapendo che così li condannava ad una situazione di instabilità molto lunga con i rischio di “farli invecchiare d precari”.

Sicuramente gente ( politici e dirigenti) senza coscienza .

Ed ancora . Perché in Calabria per la copertura dei posti pubblici non si usano i concorsi? Quelli veri intendiamo

Gentile, infine, auspica che «si utilizzino le graduatorie del 2007 per gli incarichi a tempo determinato nella provincia di Cosenza”.

Graduatorie di otto anni fa? Incredibile, vero!

Forse è stato fatto un concorso nel 2007 e da otto anni non sono coperti i posti?

Ed infine.

Quale giustizia ci sarebbe a stabilizzare solo il personale della sanità? Gi altri precari ( e sono tanti) sono figli della gallina nera?

La verità è quella che ancora oggi si creano nuovi precari ( spesso scegliendoli ad Usum Delphini) e poi si chiede di stabilizzarli.

Fa eco anche il coordinamento regionale di Ncd che scrive "Chiediamo al commissario Scura, al presidente Oliverio e ai commissari delle Asp di porre fine alle sofferenze di tanti precari legittimamente riconosciuti tali da sentenze: non è pensabile che maturi un altro contenzioso con danni erariali. Ci sono sentenze che vanno rispettate ed attuate e non si può assistere a sperequazioni e discriminazioni. I commissari delle Asp devono applicarle le sentenze e non discuterle e la stessa cosa deve fare il dipartimento regionale tutela della salute. Nel passato le Asp sono state il luogo di arbitrii e chiediamo a Oliverio di farsi garante del cambiamento reale e di una nuova stagione".

Pubblicato in Italia

« Alle Sirene giungerai da prima, Che affascinan chiunque i lidi loro Con la sua prora veleggiando tocca. » Così si legge nella Odissea XII, 52-54 di Omero, nella traduzione di Ippolito Pindemonte.

Si legge nel Liber Monstrorum, I,VI del VII secolo che « Le sirene sono fanciulle marine che ingannano i naviganti con il loro bellissimo aspetto ed allettandoli col canto»

Vi state chiedendo cosa c’entrino le sirene con il Governo, vero? C’entrano, c’entrano.

Ieri le sirene ammaliavano i marinari per cercare di salire sulle loro navi ed essere portate lontano, poco importava se trascinavano navi e marinai negli abissi, riemergendo, poi, esse ibridi donna-pesce grazie alle squamose code ed al più condannando al naufragio gli impavidi marinai che avevano avuto la ventura di incontrarle senza essersi tappate le orecchie.

Serve poco o niente se incontrarle sia un fatto di fortuna, o sfortuna, od ignoranza , o sottovalutazione del pericolo, o supposizione di coerenza nei comportamenti, eccetera.

Oggi le nuove sirene della politica cantano per ammaliare i marinai delle navi dei partiti più grandi ( e quindi vincenti) tentando di salire a bordo delle navi stesse, e di vestire il cappello e la divisa di ufficiali per essere trasportate fino al regno dove tutto si può, là dove si comandano gli scherani che attendono pronti ad ubbidire .

E cantano i loro voti, i loro uomini, i posti che occupano, gli amici che si sono fatti e la loro disponibilità al voto. Cantano persino i precari da stabilizzare pronti a votare per conservare il posto di lavoro, pur precario, nella speranza di una stabilizzazione.

Non sanno guidare la nave, non anno spiegare le vele, non sanno nemmeno cazzare la randa od il fiocco. E tantomeno sanno cosa significhi virare a babordo od a tribordo.

Sanno invece dove è la sala mensa, la cambusa e la dispensa.

Ed ovviamente le scialuppe di salvamento.

Ora davanti alle coste Calabresi si vedono due grandi navi.

Una a destra con un capitano donna dalla lunga criniera incontenibile sotto il cappello da comandante, e che si agita avrebbe detto Fernando Pessoa nella sua “È uma brisa leve”, come mossa da “ una brezza leggera che l’aria un momento ebbe e che passa senza avere quasi avuto bisogno di essere”.

Una donna forte con un sorriso sincero. Attenta all’ascolto ma non corruttibile.

La fregatura è che essendo donna non si lascia incantare dalle sirene e scaltra e cognita , come Ulisse, ha dato ordine di tappare le orecchie ai suoi compagni facendosi comunque legare all'albero della Nave per ascoltarle.

A sinistra un capitano che non ha problemi di criniera e non abbisogna della”brisa leve” anzi persino l’acqua può scorrere senza fermarsi.

Ha esperienza di navigazione ma non su mari perigliosi. Affatto. Al più ha viaggiato su laghetti interni che oggi appaiono perfino privi di acqua. Abile , si avvale di subsidenti che sono sempre al di sotto ma pronti ad uscire come geyser irrefrenabili che bruciano tutto intorno e che prima o dopo bruceranno anche il capitano.

Ecco, a loro le sirene possono rivolgersi ma non si illudano di incantarli. Sgamati come sono può succedere perfino il contrario.

Le due principali sirene sono la UDC e la NCD. Sono sorelle , quasi gemelle e non solo per la coda. I loro capi hanno perfino le cravatte eguali, non solo gli interessi ed i pensieri!

Pubblicato in Calabria

ScopellitiPaola CSL’associazione Cambia Paola, avanza la discussione sull’affidabilità del Sindaco e della giunta di Paola, dopo la recente condanna inflitta a Scopelliti, sponsor dell’allora candidato Sindaco per le amministrative del 2012.

La dura condanna inflitta a Giuseppe Scopelliti (6 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici) mette in seria discussione l'affidabilità amministrativa del Comune di Paola. Da un lato, impone una seria riflessione su una gestione contabile della città, portata sull'orlo del dissesto - a quanto pare - anche a causa della sopravvalutazione delle entrate (iscrizione a bilancio di crediti inesigibili) e del mancato ripianamento dei debiti che man mano si andavano accumulando. Dall'altro lato, considerato che Scopelliti (insieme a Gentile) è stato uno dei principali sponsor dell'attuale sindaco durante la campagna elettorale del 2012, mina alla base persino la speranza che l'attuale giunta riesca ad affrontare decentemente la situazione. Troviamo, poi, molto disdicevole che il sindaco di Paola rilasci pubblici attestati di solidarietà a Scopelliti, dichiarandosi "Vicino al presidente dei calabresi" nello stesso giorno in cui viene condannato. Significa non tenere in nessuna considerazione quei cittadini che a causa delle spese pazze e dei bilanci "creativi" hanno subìto danni e ingiustizia. Significa che, per lui, Scopelliti è ancora un modello affidabile anche se ha dissestato le finanze di un Comune come Reggio Calabria. Significa che ha perso la capacità di distinguere fra razionale lealtà politica e cieca fedeltà al capo indiscusso.

Pubblicato in Paola

ComuneAmante SPIeri a Servizio Pubblico, uno spezzone del servizio è stato dedicato al Comune di Amantea ed ai rapporti economici con l’avvocato Nicola Gaetano, mentre lo stesso risponde alle domande di Sandro Ruotolo presso la piazza di Paola.
Ecco la parte del servizio relativa ad Amantea

Ruotolo: “L’avvocato Gaetano, ha sempre fatturato molto ed infatti dal Comune di Amantea, sciolto per Mafia e badate bene comune con solo 14mila abitanti, Nicola Gaetano ha incassato ben 300.000 euro mentre il figlio del senatore Gentile, 30.000”.

A questo punto del servizio si vede la porta dell’ufficio, presumibilmente, di ragioneria del Comune di Amantea che si chiude lasciando fuori la telecamera di Servizio Pubblico, ma l’audio ed i sottotitoli sono chiari.
Il giornalista Ruotolo parla, a quanto sembra dalla voce dell’interlocutore, con il Dirigente della Ragioneria del Comune di Amantea, Giuseppe Sabatino.
Dirigente: “Il totale è 29 e 920, 30
Ruotolo: “quindi dovete dare a Gentile?
Dirigente: “Noi abbiamo pagato solo come storico 3.000 euro
Ruotolo: “3.000 euro
Dirigente: “SI
Ruotolo: “Mentre dovete dare ancora 27.000;
Ruotolo: “ Invece con Nicola Gaetano?
Dirigente: “Emessi mandati per 298.875 euro

NicolaGaetano 298mila

Ruotolo: “Cioè di questi 300.000 quanti li hanno dati i commissari
Dirigente: “La maggior parte, quasi tutti

NicolaGaetano Paola

Il servizio riparte dalla Piazza di Paola, famosa ultimamente per lo schiaffo ad Paolo Orofino, ed il giornalista Ruotolo chiede all’avvocato Nicola Gaetano dei 300 mila euro in 20 mesi.
La risposta dell’avvocato è perentoria “Assolutamente No, io mi pare avessi un contratto da 2.550 euro al mese ad Amantea, poi ho fatto un decreto ingiuntivo per delle cause che ho fatto, e che non mi hanno pagato.

Questo il LINK del video:
http://www.serviziopubblico.it/2014/03/le-consulenze-doro-allasp-di-cosenza/
(dal minuto 3:30 in poi)

Tutta l’Italia avrebbe voluto che Nicola Gratteri divenisse ministro di Giustizia, ma così non è stato.

Tanta Calabria non voleva Antonio Gentile sottosegretario alla Giustizia.

Quasi tutta l’Italia dopo le vicende dell’Ora di Calabria non voleva Antonio Gentile sottosegretario a qualunque cosa.

Ed è stato lui( spinto o meno dalle cose non importa) alla fine a dimettersi togliendo dall’imbarazzo sia Renzi che Magorno che Alfano che il NCD.

Ed ecco che la Procura cosentina chiarisce la situazione con una nota all'ANSA del procuratore, Dario Granieri rilasciata alle 20.14 di ieri 3 marzo.

Il senatore Antonio Gentile non è indagato nell'inchiesta sulle pressioni che sarebbero state esercitate sul quotidiano l'Ora della Calabria per non fare pubblicare la notizia che il figlio del parlamentare è coinvolto nell'indagine sugli incarichi da parte dell'Azienda sanitaria.

Non solo ma viene anche chiarito che nel registro degli indagati sarebbe stato iscritto Umberto De Rose, il titolare della tipografia che stampa il quotidiano, il telefonista a carico del quale s'ipotizza la violenza privata. Ne parla sempre l'ANSA. L'inchiesta è stata avviata dalla Procura di Cosenza, come atto dovuto, sulla base della documentazione presentata dal direttore del quotidiano, Luciano Regolo, che ha anche depositato la registrazione delle telefonate intercorse tra De Rose e l'editore del giornale, Alfredo Citrigno.

Non perdona il Coordinamento Area politico - culturale PD Calabria "#tuttaunaltrastoria", Comitato Canale Segretario.

Non perdona e lo fa con un comunicato “tosto” con il quale invita Renzi provvedere alla revoca di Gentile da sottosegretario.

Ecco il testo:

“La nomina del sen. Antonio Gentile a sottosegretario è un grave errore politico.

E' una macchia all'immagine del Governo nazionale.

E' la rappresentazione a Roma della Calabria peggiore.

Ernesto Magorno sapeva che il NCD di Alfano avrebbe proposto Gentile e non ha fatto nulla per impedire questa scelta.

Era suo dovere mettere il Presidente del Consiglio dei Ministri nelle condizioni di non sbagliare.

Anche in questa occasione per la Calabria si conferma, così, la linea del riciclo e non della rottamazione.

Le dichiarazioni odierne di Magorno sono tardive e non convincenti.

Magorno scarica la responsabilità sul NCD e sfugge al fatto che la nomina è stata fatta firmare a Matteo Renzi.

Né sarebbe una giustificazione se si affermasse che Magorno non avrebbe avuto alcun peso nella scelta dei Sottosegretari.

Il problema è, allora, lo strabismo politico del PD della Calabria: da una parte dice di collocarsi all'opposizione di Scopelliti, dall'altra inciucia sulla nomina di Gentile.

Questa nomina è oggettivamente un riconoscimento all'asse Scopelliti-Gentile su cui si impernia la Giunta regionale.

Per sottrarre il PD da questa tremenda ambiguità e rimuovere questa macchia dall'immagine del Governo nazionale la via d'uscita è una sola: revocare il Sen. Gentile da Sottosegretario.

Ora provveda Renzi !

Lamezia Terme, li 1 marzo 2014 Coordinamento Area politico - culturale PD Calabria "#tuttaunaltrastoria"Comitato Canale Segretario”

Pubblicato in Calabria
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