BANNER-ALTO2
A+ A A-

cambia-paolaNota stampa di Cambia Paola - Tra ingorgo fiscale di fine anno e l'impennata delle tariffe idriche anche le nuove tariffe stabilite dal Comune di Paola per la refezione scolastica ed il servizio autobus 

 

Mentre ancora risuonano le proteste dei cittadini per l’ingorgo fiscale che si verrà a creare alla fine dell’anno a causa della scadenza dei tributi ordinari e di quelli che saranno a breve portati ad esecuzione con l’ingiunzione fiscale; mentre cresce il malcontento per l’impennata delle tariffe idriche e raccolta rifiuti a fronte di un servizio che, semplicemente, non viene espletato (le strade sono piene di immondizia da una settimana e l’acqua manca un giorno si e l’altro pure), il Comune getta altra benzina sul fuoco diffondendo due avvisi con cui pubblica le nuove tariffe per la refezione scolastica e il servizio scuolabus. Le disposizioni lasciano senza parole: la tariffa dello scuolabus è portata a ben 448 euro annuali per ogni utente, prevedendo come unico caso di esenzione la disabilità grave accertata ai sensi della Legge 104/92.

La regola è di quelle senza senso: fermo restando che è giusto garantire all’allievo disabile il trasporto gratuito, perché ciò è previsto solo a quelli che abbiano fatto richiesta ai fini della L. 104? Visto che l’invalidità civile può essere accertata in più di un modo, perché escludere coloro che, pur avendo una disabilità grave, hanno ottenuto l’accertamento ai sensi di una diversa normativa? o chi, non avendo ancora fatto ricorso o non avendo ancora concluso l’iter previsto dalla L. 104, sia comunque in grado di esibire una documentazione medica che accerta uno stato gravemente invalidante? Senza contare che la difficoltà di accompagnare il bambino a scuola va tarato anche sui genitori: perché non è stata prevista l’esenzione per chi versi nell’impossibilità di guidare per motivi fisici o perché non può permettersi di mantenere un’automobile?La tariffa della refezione, poi, è stata portata a ben 60 euro per 20 pasti mensili per ciascuno scolaro e senza alcuna possibilità di esenzione. Ma ciò che maggiormente sconcerta è il “severo divieto” di portare da casa “panini o altre cibarie”. E se dovesse succedere?

Le maestre saranno tenute al sequestro fiscale del panino o al pignoramento della brioscina? Da che mondo è mondo la scuola dell’obbligo ha la straordinaria funzione di combattere contro ogni causa di esclusione sociale: i bimbi devono indossare il grembiulino e i pasti hanno sempre avuto prezzi “politici” proprio perché non si creasse nei bambini il disagio per le diverse condizioni economiche delle famiglie di provenienza. Ora invece si chiede una tariffa elevatissima per le famiglie meno abbienti e si sottopone il bimbo persino all’umiliazione di restare digiuno e in disparte. E’ un ricatto intollerabile, ed è giusto, anzi doveroso, disobbedire. Il problema, come sempre, è politico. Ed è lo stesso sia per le tariffe di acqua e rifiuti che per quelle di refezione scolastica e scuolabus: una società che voglia definirsi giusta DEVE fondarsi su un’imposizione progressiva che tenga conto del reddito. 50 euro hanno un valore molto diverso per chi ne guadagna 500 e per chi ne guadagna 5000!

Il Comune può, nell’esercizio del suo ruolo istituzionale, chiedere all’agenzia delle entrate i dati reddituali dei cittadini. E, fermo restando che deve interrompere le prescrizioni per mantenere i tributi esigibili, può, anzi DEVE, fare una scelta politica nel momento in cui chiede ai cittadini di contribuire alla spesa collettiva. Chiediamo che il Comune revochi le attuali tariffe di acqua, rifiuti, refezione e scuolabus e che ne elabori altre stabilendo delle fasce di esenzione totale o parziale legate al reddito delle famiglie. Chiediamo che tutti paghino, ma in misura proporzionata alla propria capacità contributiva. Chiediamo che vengano perseguiti per primi i grandi evasori e si assicurino dilazioni e sgravi alle famiglie meno abbienti. Forse, in questo modo, si eviterà l’evasione fisiologica di chi non paga perché i soldi non li ha e, magari, sarà anche più facile rientrare dal dissesto.

Chiediamo che il Comune, per una volta, faccia una scelta GIUSTA. Non lo esige solo la Costituzione; lo suggerisce il buon senso.

Pubblicato in Paola

cambia-paolaRiceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa  di Cambia Paola.

In tempi di crisi, una famiglia che voglia far quadrare il proprio bilancio, taglia le uscite voluttuarie e cerca di fare la spesa più attentamente, tentando di acquistare il necessario ai prezzi più convenienti. Lo stesso principio di buon senso dovrebbe applicarsi anche alle società e agli enti che, al diminuire della liquidità, intendano comunque continuare a mantenersi in un equilibrato stato di decoro sociale ed amministrativo. Purtroppo questa regola non sembra applicarsi al Comune di Paola. Dopo un quindicennio improntato all’indebitamento forsennato e alla “creatività” finanziaria, la Giunta Ferrari ha imboccato il cunicolo del dissesto finanziario e da due anni tenta, senza riuscirci, di mettere una pezza alle (già) disastrate casse comunali. Ovviamente enormi responsabilità vanno ascritte alla gestione di Roberto Perrotta, che ha “governato” Paola come se non esistesse il domani, facendo lievitare a dismisura i costi comunali, contraendo (e non pagando) enormi debiti e lasciando in eredità a tutti noi un “buco” di milioni di euro. Ma non si può tacere che l’attuale amministrazione sta affrontando la situazione nel modo peggiore: anziché innovare i metodi e tirarsi lentamente fuori dalle sabbie mobili con una gestione oculata e virtuosa, sta cercando di fare cassa solo con lo smisurato aumento delle tasse, proseguendo ciecamente, per il resto, lungo la via tracciata dal dannoso predecessore; una via che conduce direttamente al baratro.

Anziché reinternalizzare gli affidamenti in appalto dei servizi essenziali, ha stipulato nuove convenzioni ancor più costose delle precedenti; anziché ridurre la spesa corrente tagliando le uscite voluttuarie e gestendo i servizi al prezzo più conveniente, ha aumentato le esternalizzazioni.

Tutto ciò appare doloroso e beffardo: doloroso perché l’aumento delle tariffe e delle imposte è un peso talora insostenibile per i cittadini e gli esercenti già duramente colpiti dalla crisi; beffardo perché, a fronte di ciò, la qualità dei servizi (e della vita cittadina in genere) è precipitato. L’immondizia viene raccolta a singhiozzo, l’acqua è spesso non potabile, i disabili e gli indigenti sono stati abbandonati a se stessi, alle associazioni vengono richiesti – sotto minaccia di sfratto – affitti esosi per sedi e strutture sportive, molti stipendi non vengono pagati ed altri sono corrisposti solo con enorme ritardo, i servizi di trasporto pubblico sono ridotti al lumicino, le mense scolastiche e gli scuolabus (quando vengono predisposti) sono diventati beni di lusso, le strade (a parte Corso Roma) sono ridotte ad un colabrodo (o sono ostruite dalle frane). Nonostante questo il Comune di Paola, attirandosi anche le critiche dei propri revisori dei conti, continua a mantenere in bilancio spese francamente incomprensibili. Quello che segue è un elenco che, secondo noi, si commenta da solo:

- Il Comune partecipa al 93% alla A.L.S.I. Paola Scarl, che dovrebbe promuovere l’imprenditoria locale, ma con un solo dipendente, cinque amministratori e cinque revisori dei conti (di appartenenza politica molto trasversale), ha fin qui generato un debito di quasi 20.000 euro;

- il Comune partecipa al 20% alla Marina di San Francesco s.p.a. (già Porto dei Normanni), che, ad oggi, dichiara 300.000 euro di debiti e 400.000 di impegni di spesa;

- il Comune paga a LaoPools 105.000 euro al mese per la gestione in appalto del servizio idrico, ma, oltre a mantenere in bilancio spese per ulteriori 145.000 euro per personale, mezzi e manutenzione (tutte cose cui, probabilmente, dovrebbe provvedere la stessa LaoPools in virtù dell’appalto), si prende anche il lusso di rimborsare all’affidataria come “spese straordinarie” il rifacimento dei pozzetti. Tutto questo mentre la distribuzione idrica fa acqua da tutte le parti, in condutture vecchie di quarant’anni, che portano alle case acqua carica (nel migliore dei casi) di ruggine. Ciò costringe le famiglie a mettere a bilancio un’ulteriore tassa occulta, ossia l’acquisto dell’acqua in bottiglia, che pesa almeno altri 150-200 euro l’anno.

- Il Comune paga a Sorical 830.000 euro l’anno per acquistare tanta acqua quanta ne basterebbe a una città di 80.000 persone (sono parole del vicesindaco) anziché sfruttare le proprie sorgenti e dotare la città di condutture nuove e senza dispersioni.

- Il Comune ha di recente pagato a Smeco 1.100.000 euro per fatture pregresse. Con tanti ringraziamenti per aver lasciato in abbandono per anni la rete idrica.

- Il Comune paga a Ecologia Oggi 115.000 euro al mese per la raccolta rifiuti. Tutto ciò mentre la differenziata, più volte annunciata, non è mai iniziata. E pensare che in molti comuni italiani solo con la differenziata si riesce ad alleggerire la bolletta di un buon 30%. Per non parlare dei danni ambientali e dei disservizi legati alla schiavitù dalle discariche.

- Il Comune paga circa 10.000 euro l’anno ad una società di Amantea per la redazione delle buste paga dei dipendenti comunali.

- Il Comune paga circa 10.000 euro l’anno per assicurare l’illuminazione artistica del Santuario. Con molto meno avrebbe potuto dotare di illuminazione il campo sportivo Tarsitano ed assicurarne la fruizione anche nelle ore serali, oppure cambiare le lampadine nelle molte zone di Paola ormai rimaste al buio.

Ci chiediamo, semplicemente: perché?

Pubblicato in Paola

cambia paola

Nota stampa di Cambia Paola e invito ai cittadini, alle parti sociali, ai comitati di quartiere, alle associazioni, ai movimenti e ai partiti politici all'assemblea che si terrà il 12 luglio alle ore 19 presso il Dopolavoro Ferroviario.


La nostra città è allo sbando: legalità e sicurezza, disoccupazione, lavoratori non pagati, mala gestione dei servizi essenziali (rifiuti e acqua in primis), clientele, iniquità fiscali, inquinamento del territorio, dissesto idrogeologico, economia e turismo, trasparenza amministrativa e finanziaria, sono problemi prioritari che richiedono uno sforzo straordinario da parte di chi ha a cuore il benessere dei cittadini.
In due anni e mezzo abbiamo elaborato decine di proposte e progetti per il bene comune. Proposte e progetti costruiti con i suggerimenti ricevuti da singoli, associazioni, comitati, attraverso strumenti informatici e incontri diretti nelle piazze. Ne è scaturito un programma a maglie larghe, appositamente concepito per arricchirsi del contributo di ciascuno.

Ciascuno nel proprio lavoro, nel proprio quartiere conosce meglio di chiunque altro i problemi veri ed è in grado di indicare le soluzioni più efficaci.


Tutto ciò è nato dal profondo disgusto per le manovre che hanno caratterizzato la formazione dei blocchi alle passate elezioni amministrative del 2012: alchimie “politiche” concepite in penombra, nel chiuso di laboratori in cui la città non entrava; promesse blindate e preconfezionate che soffocavano la partecipazione e mortificavano i bisogni reali. Per settimane i giornali raccontarono di coalizioni che si facevano e si disfacevano solo in funzione del nome di chi avrebbe dovuto gestire il potere per garantire gli interessi della casta locale, senza che nessuno si preoccupasse degli interessi reali dei cittadini.
Allora proponemmo di “Cambiare metodo e di cambiare facce” e riteniamo che questa debba essere ancora la parola d’ordine di una città che vuole cambiare passo: un metodo politico nuovo, che parte dal basso e valorizza le persone, il loro talento, la loro sensibilità. Devono essere i cittadini in prima persona a indicare le priorità, scegliendo come deve essere la Paola di tutti. Basta con i candidati scelti dall’alto che chiedono il voto pretendendo una delega in bianco.

Devono essere i cittadini a proporre nomi e cose da fare, riguadagnando la propria sovranità e realizzando finalmente quella democrazia partecipata che è l’unico modo per restituire ai paolani il controllo delle proprie scelte. Occorre dimostrare ai figuranti incapaci, buoni solo a gestire interessi privati e clientele, che la società civile paolana è in grado di assumersi le proprie responsabilità, di tornare a bordo della nave e di guidarla fuori dalle secche del malaffare. Le forze competenti e rispettabili della città devono dimostrare di saper diventare protagoniste del proprio presente per ricostruire il proprio futuro.
Siamo di fronte ad una crisi senza precedenti: una crisi di valori, economica, occupazionale, progettuale. Occorre uno scatto di reni cui l’attuale classe politica, troppo spesso sganciata dai problemi reali, dimostra ogni giorno di essere inadatta.


Le idee principali del nostro progetto sono note (https://www.facebook.com/groups/cambiapaola/466068053520949/) e sono ancora una volta messe a disposizione di quanti siano interessati a perfezionarle. A tal fine proponiamo ai cittadini, alle parti sociali, ai comitati di quartiere, alle associazioni, ai movimenti e ai partiti politici di partecipare ad un’assemblea pubblica che si svolgerà sabato 12 luglio alle ore 19 presso il dopolavoro ferroviario di Paola per verificare se sia possibile riportare al centro dell’attività politica le persone e le loro esigenze, con un’analisi attenta e fredda dei bisogni e dei diritti, con la formulazione trasparente, meditata e condivisa di un’articolata ipotesi di via d’uscita. Consapevoli che se resteremo inattivi poi non potremo neppure lamentarci.


Pubblicato in Paola

cambia paolaUn incontro tra le tante realtà politiche, associative e sociali di Paola per gridare tutto lo sdegno per un atto di intimidazione e di violenza nei confronti di Guido Scarpino, a favore della assoluta libertà dio stampa e di opinione

Stamattina alle 11 si è tenuta la conferenza stampa organizzata dal Movimento Paola, al centro delle forze politiche e associative dopo il vile attentato al giornalista Guido Scarpino.
La partecipazione di Cambia Paola, Rifondazione Comunista, Paola al Centro, PaoLab, PSI, Partito Democratico, UDC, SEL, Movimento Cinque Stelle, Liberi Sempre, Prospettiva Comune, Arci Piera Bruno, Centro Democratico, Comitato Cittadini di Paola Uniti, Comitato Lavori Incompiuti, Auser, Amici del Amici Cuore Paola Onlus e Comitato lotta ai tumori, ha il valore di un atto di resistenza contro intimidazioni e violenze e a favore della libertà di stampa ed opinione.

Su temi di una tale rilevanza non possono esistere divisioni, poiché coinvolgono il substrato stesso su cui si esercita la democrazia.

Abbiamo tutti la responsabilità di arginare questa deriva evitando ogni forma di violenza (anche solo verbale) senza rinunciare all'intransigenza e alla denuncia del malaffare. Atti come quello di mercoledì scorso sono la spia di un'illegalità che si diffonde a macchia d'olio, mutuando spesso, come in questo caso, metodi mafiosi.

E' il momento di rendersi conto che non c'è nessuna differenza valoriale fra gli 'ndranghetisti "punciuti" e chi, incurante delle regole del vivere civile, pretende di prosperare facendo scempio dei diritti della persona, della tutela del territorio, della etica pubblica. Tutte le forze sane della società (politiche, associative, sindacali, semplici cittadini) devono darsi man forte per recuperare o espellere soggetti di tal fatta, altrimenti diventano complici dello sfascio.

 

Comunicato Stampa - Cambia Paola

Pubblicato in Paola

cambia paolaC’è un dato che ci conforta e che ci spinge, nonostante tutto, ad andare avanti nell’impegno che abbiamo assunto nei confronti degli elettori due anni fa, quando contro tutto e tutti, anche a costo di essere presi per pazzi settari, abbiamo presentato Cambia Paola come progetto politico per la ripresa della nostra comunità.
Questo dato è che, con un lavoro paziente e non sempre facile, siamo riusciti ad aprire, nella mentalità dominante, un varco a quello che era il nostro primo obiettivo: cambiare metodo.

Esprimendo sempre con chiarezza tutte le nostre riserve sui sistemi verticistici che avevano provocato la rottura del rapporto tra la comunità e i partiti, abbiamo sempre denunciato il venir meno della rappresentatività dei gruppi che da anni si avvicendavano (e si avvicendano) nella gestione delle istituzioni a tutti i livelli. Per questo, fin dalle prime battute di questa esperienza, abbiamo sempre sottolineato l’importanza di riportare al centro dell’attività politica le persone e le loro esigenze, con un’analisi attenta e fredda dei bisogni e dei diritti, con la formulazione seria di un’articolata ipotesi di via d’uscita meditata e condivisa da questa crisi. Ecco perché Cambia Paola non è stata concepita come movimento classico, con tesseramenti e dirigenti, ma come un’aera aperta dove ciascuno potesse dare il proprio contributo di idee e di progetti. Con un unico limite, rigidissimo e invalicabile: Cambia Paola è di sinistra e vuole costruire il futuro sulla scorta dei valori che da sempre connotano la sinistra.

Nei due anni passati, più e più volte ci è capitato di spiegare e ripetere questi concetti a tutte le forze politiche e sociali che hanno voluto incontrarsi e confrontarsi con noi. Nessun tavolo di trattative perché noi parliamo di valori e sui valori non si tratta; nessun accordo con o contro le persone, perché l’unica cosa che a noi interessa è costruire il futuro e il futuro si costruisce sui progetti e sui percorsi.

Le prime reazioni non sono state per niente positive. Poi, da qualche mese a questa parte, qualcuno deve aver riflettuto sulle nostre parole. E, a quanto pare, deve aver deciso di intraprendere quel cammino sul quale noi continuavamo e continuiamo ostinatamente a muoverci.

Questo qualcuno è il Pd che due giorni fa ha chiamato a raccolta diverse forze politiche e sociali locali per proporre l’avvio di un confronto su alcuni temi. Anche Cambia Paola era stata invitata e, per coerenza con quanto portato avanti negli anni, si è sentita in dovere di mettersi in ascolto rispetto alla proposta. Attenzione: fino a questo momento non è stato messo sul tavolo nessun tema concreto. È ovvio che gli organizzatori hanno già stilato un breve elenco di questioni, così come da tempo lo aveva fatto Cambia Paola e, in generale, così come fanno tutte le realtà associative. Ma l’unico impegno preso fino a questo momento è quello di selezionarne una per volta per farne l’oggetto di un confronto pubblicovolto a verificare la compatibilità dei presupposti e degli obiettivi fondamentali delle forze oggi in campo. Tutto qui. Nessuna alleanza organica vi è all’orizzonte anche perché Cambia Paola non rinuncerà a denunciare lo scempio che a livello nazionale il governo Renzi sta compiendo in tutti i campi, specie quello relativo ai diritti e alle garanzie dei lavoratori e quello relativo al progetto di riforma costituzionale che minaccia di distruggere il sistema attualmente in vigore. Così come siamo perfettamente consapevoli che molti dei problemi che oggi attanagliano la nostra città (debito, precarietà, caos sicurezza) e la nostra Regione (fra cui la dismissione della sanità pubblica) sono stati causati dal centrosinistra di Roberto Perrotta e Agazio Loiero.

Ciò non toglie che la nostra città è allo sbando e occorre il massimo sforzo per affrontare e risolvere problemi urgenti come disoccupazione, mala gestione dei servizi essenziali (rifiuti e acqua in primis), legalità, inquinamento del territorio, dissesto idrogeologico, economia e turismo, ricambio della classe politica. Su questi temi Cambia Paola ha un progetto preciso e dettagliato, che poi è quello contenuto nel programma presentato con Sinistra Unita due anni fa alle elezioni amministrative. Il nostro interesse è realizzarlo, dunque se altre forze politiche e sociali intendono sostenere quelle stesse idee e quel progetto noi abbiamo l’obbligo politico e morale di consentirlo. Fare politica significa affrontare e risolvere i problemi della città, non bearsi sui social network del proprio sterile e narcisista isolamento.

Due anni fa abbiamo intrapreso una battaglia senza quartiere nei confronti degli accordi sottoscritti nel chiuso dei ripostigli delle sezioni di partito. Ma abbiamo anche detto che i singoli devono imparare ad assumersi in proprio le responsabilità che derivano dall’essere cittadini di una Repubblica democratica, partecipando attivamente e donando alla comunità il proprio tempo e le proprie energie per il bene di tutti. È finito il tempo dei leader falsi e opportunisti. Solo l’impegno diretto, serio, onesto, consapevole può dare il via alla ripartenza della nostra città. L’altra sera i dirigenti del PD presenti all’incontro hanno affermato di volere una netta discontinuità con il passato. Staremo a vedere. Non sappiamo ancora cosa potràvenire fuori dagli incontri che saranno eventualmente organizzati nel prosieguo. Ma ua cosa ormai è chiara: lademocrazia impone un dialogo pacifico su temi concreti. Gli scontri all’arma bianca, i fiumi di fiele, le esecuzioni sommarie in piazza a noi non sono mai piaciute. E anzi, affermiamo con forza che sono causa della dispersione di risorse intellettuali e umane che potrebbero dare ben altri frutti se usate con intelligenza e rettitudine.

 

 

Pubblicato in Paola

ScopellitiPaola CSL’associazione Cambia Paola, avanza la discussione sull’affidabilità del Sindaco e della giunta di Paola, dopo la recente condanna inflitta a Scopelliti, sponsor dell’allora candidato Sindaco per le amministrative del 2012.

La dura condanna inflitta a Giuseppe Scopelliti (6 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici) mette in seria discussione l'affidabilità amministrativa del Comune di Paola. Da un lato, impone una seria riflessione su una gestione contabile della città, portata sull'orlo del dissesto - a quanto pare - anche a causa della sopravvalutazione delle entrate (iscrizione a bilancio di crediti inesigibili) e del mancato ripianamento dei debiti che man mano si andavano accumulando. Dall'altro lato, considerato che Scopelliti (insieme a Gentile) è stato uno dei principali sponsor dell'attuale sindaco durante la campagna elettorale del 2012, mina alla base persino la speranza che l'attuale giunta riesca ad affrontare decentemente la situazione. Troviamo, poi, molto disdicevole che il sindaco di Paola rilasci pubblici attestati di solidarietà a Scopelliti, dichiarandosi "Vicino al presidente dei calabresi" nello stesso giorno in cui viene condannato. Significa non tenere in nessuna considerazione quei cittadini che a causa delle spese pazze e dei bilanci "creativi" hanno subìto danni e ingiustizia. Significa che, per lui, Scopelliti è ancora un modello affidabile anche se ha dissestato le finanze di un Comune come Reggio Calabria. Significa che ha perso la capacità di distinguere fra razionale lealtà politica e cieca fedeltà al capo indiscusso.

Pubblicato in Paola

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota sull'acqua potabile.

“Cambia Paola e Rifondazione Comunista-FdS appoggiano la mobilitazione dei cittadini di San Miceli, Sotterra, San Salvatore e Serricelle, che hanno deciso di scendere in piazza il 16 gennaio per protestare contro la scandalosa gestione del servizio idrico, che, da quando è stato privatizzato, è diventato sempre più costoso e sempre più malsano. Del pari, approviamo la decisione del comitato “Cittadini Uniti per Paola” di differire di qualche giorno la manifestazione già annunciata per il 25 gennaio, al fine di favorire il massimo concentramento di energie nell’organizzazione dell’iniziativa promossa dai cittadini della periferia nord.

D’altra parte, la ragioni della protesta del comitato “Cittadini Uniti” vanno oltre la crisi della potabilità dell’acqua, investendo questioni più ampie e variegate, che vanno dall’impressionante pressione fiscale, al degrado dei servizi comunali, all’emergenza sociale e alla precarizzazione del lavoro, alla mancanza di trasparenza nell’accesso agli atti comunali; tutte questioni che Cambia Paola e Rifondazione Comunista-FdS hanno messo al centro della propria iniziativa politica ben prima che in città si cominciasse a prenderne seriamente coscienza.

Anche in tema di acqua, del resto, Cambia Paola e Rifondazione Comunista-FdS si battono da anni per una nuova cultura dei beni comuni, ridotti negli ultimi anni, a Paola come altrove, a squallida occasione clientelare, utile solo ai cattivi governanti per elargire fuori da ogni controllo prebende ad aziende private nate dal nulla e posti di lavoro precario. L’effetto sui cittadini è sotto gli occhi di tutti: dipendenti dei servizi senza stipendio, gestione del servizio totalmente inefficiente e aumento delle tasse a carico dei cittadini.

Solo per il 2014, il Comune di Paola ha deciso di spendere 1.255.000 euro per l’appalto LaoPools e 827.000 euro per la Sorical, ricevendone in cambio erogazione di acqua inquinata, mentre avrebbe potuto riportare il servizio in mano pubblica, valorizzando le nostre sorgenti e intervenendo con i risparmi a rendere efficiente la rete di distribuzione, il cui pessimo stato è diventato un costo insostenibile per la città, dato che va perduta oltre la metà dell’acqua che compriamo a caro prezzo da Sorical.

Perché non si segue l’esempio dei comuni virtuosi che, anche in provincia di Cosenza, hanno deciso di sottrarsi a questo odioso balzello aggiuntivo dovuto alla Sorical che ci rivende la nostra acqua? Perché, poi, non si segue anche l’esempio di chi ha attuato il risultato referendario del 2011, reinternalizzando il servizio e offrendo lavoro stabile e garantito al personale impegnato? Solo così si potrebbero risparmiare oltre 2 milioni di euro (i tre quarti del costo totale) e si potrebbe dare una prospettiva dignitosa a decine di lavoratori e rispettive famiglie.

Inoltre, visto l’allarme conclamato nella periferia nord e in alcuni Comuni limitrofi (San Lucido e Cetraro, fra gli altri, tutti serviti dalla stessa condotta regionale), vista la preoccupazione suscitata da alcuni cittadini residenti a Fosse, Sant’Agata, a Rione Croce e nel centro storico, che lamentano acqua torbida e maleodorante , chiediamo che il Comune di Paola esegua e soprattutto  renda pubbliche analisi periodiche sulla qualità dell’acqua potabile, valutando l’ipotesi di chiamare a responsabilità la LaoPools, la Smeco e la Sorical, in modo da rientrare nei costi di ripristino e tenere indenni gli incolpevoli cittadini.

Pubblicato in Paola

Nota stampa di Cambia Paola e Rifondazione-FDS 

Riceviamo e pubblichiamo:

La percezione che l'amministrazione Ferrari non avrebbe risollevato Paola dai guasti del (medio) evo perrottiano si era avuta subito, ma la realtà ha superato di molto la fantasia.

Negli ultimi mesi l'assoluta incapacità amministrativa, mescolata in salsa clientelare e con una spruzzatina di arroganza, ha ridotto il tessuto cittadino a brandelli.

Siamo tornati parecchie volte sulla crisi occupazionale innescata dalla cattiva gestione dei servizi e oggi la situazione pare al punto di non ritorno, visto che sembrano a rischio persino gli stipendi dei dipendenti comunali.

Ricordiamo tutti i proclami sul mare pulito lanciati urbi et orbi mentre la situazione ambientale della città precipitava fra cumuli di immondizia, lastroni di eternit abbandonati e spiagge al cobalto.

Abbiamo denunciato le "leggerezze" nel pagamento dei fornitori, i dietro front del sindaco sull'intitolazione di una piazza alle vittime della criminalità organizzata, le promesse non mantenute ai lavoratori delle cooperative, le indennità non pagate agli scrutatori, l'affossamento della raccolta differenziata, un dissesto che si poteva evitare, l'emergenza idrica.

L'amministrazione Ferrari polverizza tutto ciò che tocca, il sindaco si comporta come l'Orlando Furioso che abbatte tutto ciò che gli si para davanti, senza sentire le ragioni di chi cerca di riportarlo al buon senso: al massimo fa spallucce, digrigna un po' e poi prosegue dritto verso un obiettivo che ormai sono in pochi a vedere.

Sta accadendo in questi giorni in uno dei settori nevralgici della città: la scuola. Dopo lo scandalo dei libri di testo consegnati quando le lezioni erano cominciate da settimane, dopo essersi dimenticati di allestire il refettorio all'istituto comprensivo di Baracche, dopo aver lasciato sfumare un cospicuo finanziamento per la ristrutturazione di due istituti cittadini, dopo aver paventato il blocco degli scuolabus, il sindaco sta dando il peggio di sè nella gestione del servizio mensa. Tacendo per decoro sull'indegna bagarre scatenata dal sindaco con i genitori e un dirigente scolastico, di sicuro sappiamo che, a fine maggio, l'Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici consigliava al Comune di rescindere il vecchio contratto e bandire un nuovo affidamento. Ciò che davvero non riusciamo a capire è come mai siano stati necessari cinque mesi per procedere all'effettiva rescissione (eseguita solo il 22 ottobre)! Ci voleva molto a capire che questo servizio doveva essere approntato prima dell'inizio dell'anno scolastico? E quanto tempo ci vorrà per espletare le procedure? Pare che, nel frattempo, la refezione sarà comunque assicurata in via provvisoria e pare che, in questa fase, sarà interessato, fra gli altri, il ristorante di proprietà di un prossimo congiunto di un assessore comunale. Non sappiamo quanto sia fondata questa voce e speriamo che il Comune smentisca l’indiscrezione. Ma, se è vero, quali criteri e quali procedure sono stati usati per questa scelta? Di sicuro sarà tutto regolare visto che siamo in situazione di emergenza, ma perché attendere che l'emergenza si generasse? 

Intanto, stanno circolando nelle scuole dei moduli (foto sotto) per l'iscrizione al servizio mensa 2013-2014, firmando i quali i genitori si impegnano ad accettare le condizioni stabilite dal Comune. Ma di quali condizioni si parla, se ancora non si sa chi gestirà il servizio mensa, con quali modalità, quali costi per i cittadini, quali fasce di esenzione e con quali tabelle nutrizionali?

Infine, ma non per importanza, ci pare opportuno sollevare una nuova situazione di crisi: sul tetto dell'istituto di Via Baracche è stata da qualche anno installata un antenna radio per le trasmissioni a bassa frequenza della protezione civile. Visto che, nello stesso periodo, ben due allievi di quella scuola hanno evidenziato patologie tumorali, molti genitori hanno richiesto al Comune la rimozione del dispositivo. Pur in assenza di una prova scientifica sulla causalità, un criterio prudenziale di riduzione del rischio avrebbe dovuto suggerire all'amministrazione di farsi - quanto meno - carico del problema e di chiedere alla Presidenza del Consiglio una dislocazione dell'antenna. E invece no: il sindaco e il direttore dell'ufficio tecnico se ne sono lavate le mani, trincerandosi dietro un noncurante e beffardo "non è di nostra competenza". 

Signori cari, adesso basta. La misura è colma. Arrendetevi di fronte alla sfortuna o all'incapacità, poco importa. Tenete pure gli occhiali da sole, ma alzate bandiera bianca e fate i bagagli!

Pubblicato in Paola

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota di Cambia Paola e Rifondazione-FDS

Il dramma dei dipendenti delle cooperative che gestiscono i servizi esternalizzati non si risolve attraverso vertenze separate e tavoli riservati ma con una battaglia unitaria che abbia di mira un principio unico per tutti: il Comune deve assumersi la responsabilità diretta della dignità del lavoro e dei lavoratori. I sindacati dovrebbero prenderne atto, e promuovere rivendicazioni che compattino le legittime richieste dei singoli. A Paola praticamente tutti lavoratori esternalizzati lamentano il mancato pagamento degli stipendi: Ecopa, Lofram, Agorà, San Francesco, Quadrifoglio, oggi anche Laopools. A chi giova dividerli?

Quello che accade oggi è il frutto avvelenato di un sistema instaurato da un apparato politico miope ed opportunista che, in nome della propria sopravvivenza, ha imposto alla città meccanismi che hanno prodotto da un lato precarietà, povertà, disperazione ed emigrazione; dall’altro, inefficienza, sprechi, disagi, disservizi, aumento delle tariffe. E non desta alcuna meraviglia il fatto che i sindacati abbiano avuto difficoltà a trovare, nei corridoi del Palazzo di Città, amministratori con cui discutere dei diritti dei propri assistiti. Quello che invece, in teoria, dovrebbe colpire è il fatto che in quegli stessi corridoi sia impossibile trovare i rappresentanti dell’opposizione. Ma il punto è che anche da quel versante si ha poco da dire: l’attuale sistema lo hanno instaurato molti degli uomini che oggi siedono nei banchi della minoranza, che hanno costruito le proprie fortune sul clientelismo che deriva dal ricatto. Se mi voti ti faccio assumere dalla tale cooperativa; se non mi voti ti faccio licenziare. O ancora: se tu, imprenditore, riesci a imporre ai tuoi dipendenti di votarmi in massa, allora ti assicuro l’affidamento del servizio; in caso contrario, mi rivolgerò a un’altra ditta. Questo è il funzionamento del sistema.

Peraltro, va anche detto che, purtroppo, il trattamento oggi riservato dalle cooperative a operai e tecnici non ha spesso nulla di illegale: le leggi nazionali varate negli ultimi venti anni, sia dal centrodestra che dal centrosinistra, consentono all’imprenditore questo e molto altro ancora. E un’amministrazione pubblica deve saperlo. E allora, se davvero si vuole incidere in maniera positiva sulle condizioni di vita complessive delle famiglie direttamente coinvolte, occorre smantellare il sistema di esternalizzazione e tornare alla gestione interna di quei servizi per i quali l’intera comunità paga ogni anno tasse e tributi sempre più pesanti.

Se un operaio è dipendente del Comune, verrà pagato con puntualità, come tutti i dipendenti pubblici. Se un operaio è dipendente del Comune verrà pagato per tutte le ore effettivamente lavorate e per le mansioni effettivamente svolte e alla fine della sua carriera avrà la pensione cui ha diritto. Se un operaio è dipendente del Comune opererà secondo i canoni di sicurezza sul posto di lavoro garantiti in tutta Europa. Se un operaio ha tutto questo, lavora meglio, il servizio funziona e allora perfino il pagamento delle tasse da parte dei cittadini acquista un senso. Quando non è così il lavoratore è debole, ricattabile, facile preda dell’amministratore senza scrupoli quando non dell’organizzazione criminale che si propone come garante di una stabilità malata.

E allora, come sempre abbiamo fatto in questi anni, noi continuiamo a insistere sull’urgenza di abbandonare la sciagurata politica delle esternalizzazioni selvagge e pianificare un ritorno alla gestione diretta dei servizi, con personale selezionato secondo le regole di trasparenza previste per le assunzioni pubbliche, salvaguardando i diritti di chi quel lavoro lo svolge già oggi. Nel frattempo, il Comune badi a preservare almeno i diritti contrattuali e previdenziali dei lavoratori, controllando che nelle loro buste paga vengano inserite le ore e le mansioni effettivamente svolte dagli operai e che i contributi Inps vengano effettivamente versati. Nel caso in cui, poi, dovesse venire fuori qualunque forma di abuso da parte dell’impresa nei confronti dei propri dipendenti, allora il Comune revochi immediatamente l’affidamento e proceda al pagamento diretto dei lavoratori, consentito dalla Legge proprio in casi come questo. Nessuno di noi, in città, vuole pensare che il funzionamento dei servizi nelle nostre strade o nelle nostre case debba essere ottenuto attraverso lo sfruttamento, il ricatto, il maltrattamento di nostri concittadini.

Pubblicato in Paola
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy